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Sconfitta di un prete difensore dell’erroreLa Torre di Guardia 1953 | 1° dicembre
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un’altra parola, e citò qualche parola di suono strano che egli pretendeva fosse il greco originale. Il missionario disse che era un vero peccato che egli stesso non poteva parlare il greco, ma che aveva una copia della Exhaustive Concordance di Strong e potevano cercare in questa la parola greca originale. La parola nel testo di Ecclesiaste era naturalmente in ebraico, e perciò cercarono inutilmente la parola che usò il prete, controllando sia la parte ebraica che quella greca, riuscendo infine a scoprire che egli si serviva della parola francese per dire Dio all’intento di confonderli. Allora il missionario con la sua concordanza diede al prete una lezione in ebraico e in greco, mostrandogli le parole corrette in ebraico e in greco per spirito e per anima e quello che significavano. Questa volta il prete rimase molto imbarazzato e senza dubbio avrebbe voluto non aver detto affatto che comprendeva il greco, perché fu chiaro a tutti che non ne aveva alcuna conoscenza.
La signora disse al prete con molta chiarezza ed energia che ora era convinta che i testimoni di Geova conoscono e insegnano la Bibbia meglio della Chiesa Cattolica. E, parlando sempre più francamente, dichiarò che essa aveva imparato in un’ora di studio con i testimoni di Geova più di quanto aveva imparto in sei anni di studio con lui. Stasera, ella disse, egli aveva rivelato la sua mancanza di conoscenza non essendo in grado di rispondere nemmeno ad una delle domande rivoltegli. Quando egli dichiarò che non era preparato, ella precisò che i suoi diciassette anni di studio in un seminario avrebbero dovuto essere più che sufficienti per prepararlo. Così la sconfitta di un prete difensore dell’errore riuscì a portare una delle altre pecore del Signore Gesù ad una più chiara conoscenza ed apprezzamento della verità proveniente dalla Parola di Dio.
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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1953 | 1° dicembre
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Domande dai lettori
◆ Come poteva Paolo predicare ai Cristiani “non sotto la legge, ma sotto la grazia”, e tuttavia compiere i voti effettuando le cerimonie mosaiche nel tempio? — M. C., Tennessee, Stati Uniti.
Paolo aveva predicato ai Gentili, mostrando loro che la salvezza veniva dall’immeritata benignità di Dio e non dalle opere della Legge. Nondimeno Paolo non combatté contro la Legge o le sue procedure; egli semplicemente la escluse come divina esigenza per i Cristiani. Però, i rapporti sul conto di Paolo giunti a Gerusalemme prima di lui lo dipingevano un accanito oppositore della Legge mosaica e un proibitore della circoncisione, ciò che era falso, dato ch’egli stesso aveva circonciso Timoteo. Non era un’esigenza cristiana, ma nemmeno era empia e degna di opposizione. L’attitudine di Paolo era stata gravemente svisata da dicerie, che si facevano sempre più esagerate ad ogni ripetizione. Quindi Giacomo e gli anziani in Gerusalemme, dopo aver sentito dei successi di Paolo nella predicazione dell’evangelo fra le nazioni, glorificarono Iddio e dissero a Paolo:
“Tu vedi, fratello, quante migliaia di credenti ci sono fra i Giudei, ed essi sono tutti zelanti per la legge. Ma hanno sentito dire di te che insegni a tutti i Giudei fra le nazioni a staccarsi da Mosè, dicendo loro di non circoncidere i loro figliuoli e di non osservare i riti solenni. Che cosa si deve fare, dunque, al riguardo? In ogni caso essi sentiranno dire che sei arrivato. Pertanto fa’ quello che ti diciamo: Noi abbiamo quattro uomini che hanno fatto un voto su di loro. Prendi teco questi uomini e purificati con loro alla maniera cerimoniale e assumiti le spese affinché le loro teste siano rase. E così ognuno saprà che non c’è nulla di vero sulle dicerie che furono dette loro a tuo riguardo, ma che tu ti conduci ordinatamente,
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