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  • g79 22/12 pp. 12-14
  • Come si porrà fine alla delinquenza

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  • Come si porrà fine alla delinquenza
  • Svegliatevi! 1979
  • Sottotitoli
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Svegliatevi! 1979
g79 22/12 pp. 12-14

Come si porrà fine alla delinquenza

Il problema, visto e risolto alla radice

È OVVIO che perché la delinquenza sparisca è necessario prima eliminare il peccato, vale a dire è necessario cancellare da ciascuno di noi ogni traccia di peccaminosità. Infatti la legge non può agire nel modo voluto o desiderato se i singoli non ne sostengono i principi. Al contrario, se il peccato fosse tolto, l’amore e i giusti principi — la sostanza della legge — sarebbero messi in pratica per un motivo interiore, sotto la spinta del cuore. Allora non ci sarebbe alcun bisogno di un codice di leggi che vietasse certi peccati e specificasse le pene.

Infatti le Scritture dichiarano: “La Legge è promulgata non per l’uomo giusto, ma per le persone illegali e insubordinate, per gli empi e i peccatori”. (1 Tim. 1:9) Il giusto, scevro da desideri e pensieri cattivi, farebbe “per natura” la cosa giusta.

Per farci conoscere questo fatto, per farci conoscere di che cosa avevamo bisogno, Dio diede la Legge a Israele, e questa è la ragione per cui oggi l’abbiamo in forma scritta, affinché tutti la leggano. Essendo convinti della nostra cattiva situazione, siamo nella giusta posizione per cercare ciò che Dio ha disposto in merito alla giustizia. Solo Dio, il Sovrano Universale, può provvedere qualcosa in merito. E ha disposto qualcosa di veramente semplice.

Ciò che Dio ha disposto in merito alla giustizia

La Bibbia spiega ciò che Dio ha disposto. È alla portata di tutti gli uomini. Dato che siamo tutti peccatori, avendo ereditato l’imperfezione dai nostri primogenitori, a partire dal peccatore Adamo, siamo nell’impossibilità di fare qualsiasi cosa. Nessuna legge può salvarci. L’unico modo in cui possiamo ottenere la liberazione è che un innocente sconti la pena dei nostri peccati. Dio ha disposto proprio questo mandando suo Figlio sulla terra come uomo giusto e perfetto. Leggiamo: “Essendovi un’impossibilità da parte della Legge, mentre essa era debole per mezzo della carne, Dio, mandando il proprio Figlio nella somiglianza della carne peccaminosa e riguardo al peccato, condannò il peccato nella carne”. — Rom. 8:3.

Questo fatto è chiarito ulteriormente dagli apostoli Paolo e Pietro che, rispettivamente, scrivono: “[Cristo] che non conobbe peccato egli lo ha fatto peccato per noi, affinché divenissimo giustizia di Dio mediante lui”. E “[Cristo] stesso portò i nostri peccati nel proprio corpo, sul legno, onde morissimo ai peccati e vivessimo alla giustizia”. — 2 Cor. 5:21; 1 Piet. 2:24.

Anche se accettiamo la disposizione di Dio esercitando fede nel suo provvedimento mediante Cristo, in questo tempo non eliminiamo l’imperfezione della carne ma otteniamo l’approvazione di Dio. Quindi, “se qualcuno commette peccato, abbiamo un soccorritore presso il Padre, Gesù Cristo, il giusto. Ed egli è un sacrificio propiziatorio per i nostri peccati, e non solo per i nostri ma anche per quelli di tutto il mondo”. (1 Giov. 2:1, 2) Quindi tutti hanno l’opportunità, se lo desiderano, di esercitare fede nella disposizione e nelle promesse di Dio.

Dopo di che, colui che ha fede si sforzerà di seguire più che può i giusti principi esposti nella Bibbia. Questi principi sono contenuti specialmente nelle Scritture Greche Cristiane, comunemente chiamate Nuovo Testamento. Quando pecca può ottenere il perdono mediante il pentimento e la preghiera in base al sacrificio espiatorio di Cristo. (Confronta Salmo 51:1-7). Quindi farà tutto il possibile per non commettere di nuovo quel peccato. Ma Dio non lo condanna in base a un codice di leggi, poiché i cristiani non sono sotto la legge mosaica. (Gal. 5:18) L’apostolo Paolo spiegò che Dio ci dà il suo spirito per aiutarci. Parlando di sé disse che era ministro “non di un codice scritto, ma di spirito; poiché il codice scritto condanna a morte, ma lo spirito rende viventi”. — 2 Cor. 3:6.

Tuttavia, se chi esercita fede in Cristo e si sforza di seguire il suo esempio commette peccati, come potrà esistere un mondo senza leggi? Potrà esistere perché i cristiani sperano un giorno di diventare perfetti, essendo così liberati dalla contaminazione del peccato ereditato. Riguardo a un giusto mondo senza leggi, i cristiani pregano: “Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome. Venga il tuo regno. Si compia la tua volontà, come in cielo, anche sulla terra”. (Matt. 6:9, 10) Quando la volontà di Dio sarà fatta sulla terra come in cielo ci sarà perfezione assoluta su questo pianeta, come Dio si propose in origine creando l’umanità. (Gen. 1:26-28) Egli promette di portare queste condizioni purificando la terra da tutti coloro che insistono a comportarsi illegalmente. (Sal. 37:34) In Rivelazione 21:3, 4 Dio descrive come saranno le condizioni sulla terra sotto il suo regno: “Egli asciugherà ogni lagrima dai loro occhi, e la morte non sarà più, né vi sarà più cordoglio né grido né pena. Le cose precedenti sono passate”.

Allora, quando le persone ameranno Dio, si ameranno fra loro e proveranno piacere a fare le cose che recano il bene e non il male, non ci sarà bisogno di un codice di leggi. Perché? Perché lo spirito di Dio prevarrà e guiderà le persone a seguire il cuore, non un codice scritto. La Bibbia descrive l’influenza dello spirito di Dio: “Il frutto dello spirito è amore, gioia, pace, longanimità, benignità, bontà, fede, mitezza, padronanza di sé. Contro tali cose non c’è legge”. (Gal. 5:22, 23) Non occorrono leggi per limitare o regolare queste qualità. La Bibbia, descrivendo questa situazione, dice che si è sotto la ‘legge cristiana che appartiene alla libertà’. (Giac. 1:25) Questa legge sarà scritta da Dio “nei loro cuori”. (Ebr. 8:10; 10:16) Più questi frutti dello spirito abbondano, più abbonda la pace. Questa è la libertà che Dio promette a coloro che, esercitando fede, diventano suoi figli. — Rom. 8:21.

[Immagine a pagina 13]

Esercitando fede, “la creazione stessa sarà pure resa libera dalla schiavitù alla corruzione e avrà la gloriosa libertà dei figli di Dio”. — Rom. 8:21.

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