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‘Accoglietevi gli uni gli altri’La Torre di Guardia 1981 | 1° dicembre
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14. Quindi il celeste Figlio di Dio fu obbligato a nascere come uomo in quale popolo, e come fu accolto da quelli del suo stesso popolo?
14 Non dimentichiamo che Dio aveva fatto promesse inviolabili a uomini meritevoli in relazione ai loro discendenti naturali, gli ebrei. In armonia con ciò il Figlio di Dio dovette scendere dal cielo perché potessero adempiersi le promesse del suo Padre celeste. A tal fine dovette nascere in una razza odiata in tutto il mondo, il popolo col quale Dio aveva stipulato un patto nazionale. Ma nonostante fosse un giudeo, il Figlio di Dio non fu bene accolto dalla maggioranza dei giudei, proprio come riferisce uno scrittore della sua vita terrena: “Egli è venuto nella sua casa, ma i suoi non l’hanno fatto entrare”. — Giov. 1:11.
15. Che tipo di lavoro svolgeva Gesù a Nazaret, e questo significava forse servire come “ministro di quelli che sono circoncisi”?
15 Perciò alla congregazione cristiana di Roma, i cui componenti non erano tutti giudei naturali, l’apostolo Paolo, un giudeo, scrisse: “Poiché io dico che Cristo divenne effettivamente ministro di quelli che sono circoncisi a favore della veracità di Dio, onde confermasse le promesse che Egli aveva fatte ai loro antenati, e affinché le nazioni glorifichino Dio per la sua misericordia”. (Rom. 15:8, 9a) A Nazaret di Galilea, in casa del suo padre putativo (il giudeo circonciso Giuseppe), Gesù crebbe e imparò il mestiere di falegname. Essendo nato nella tribù di Giuda, Gesù non apparteneva alla famiglia sacerdotale né alla tribù addetta ai lavori del tempio, i leviti. Per nascita non poteva entrare nelle file dei servitori del tempio a Gerusalemme. Ma Gesù, il Figlio di Dio, era venuto sulla terra semplicemente per fare il falegname sino alla morte? No! Perciò per poter divenire “ministro di quelli che sono circoncisi” doveva fare molto più che il lavoro di falegname come il suo padre putativo Giuseppe.
16. Per poter servire una popolazione più vasta di quella di Nazaret, e non semplicemente come falegname, cosa fece Gesù?
16 Se nella vita Gesù non avesse fatto altro che il falegname a Nazaret, certamente non avrebbe compiuto il ministero predetto. Perciò il suo Padre celeste, Geova Dio, lo spinse a intraprendere qualcosa di diverso, onde potesse diventare “ministro di quelli che sono circoncisi”, non solo dei suoi concittadini di Nazaret, ma dell’intera nazione. Di conseguenza all’età di trent’anni Gesù lasciò definitivamente il mestiere di falegname.
17. Cosa comprendiamo paragonando l’opera svolta da Gesù dopo essere stato battezzato e unto con il servizio svolto dal sommo sacerdote giudeo nel tempio?
17 Che tipo di opera intraprese Gesù dopo essere stato battezzato da Giovanni il Battezzatore, un levita, ed essere stato battezzato con lo spirito santo di Dio? Fu un servizio inferiore a quello svolto dai sacerdoti e dai leviti del tempio, che erano effettivi “ministri” di Dio a Gerusalemme? Certamente chiunque conosca i fatti riconoscerà che egli intraprese un servizio ufficiale, un “ministero”, e non fece una semplice professione di fede. Secondo le parole della Versione Riveduta della Bibbia, “Cristo è stato fatto ministro de’ circoncisi a dimostrazione della veracità di Dio, per confermare le promesse fatte ai padri”. (Rom. 15:8) Innegabilmente egli svolgeva un servizio nazionale, assolveva un incarico ministeriale, non per nomina dell’uomo ma per nomina di Dio, il Sovrano Universale. Ciò che Gesù fece dopo aver cambiato occupazione sulla terra fu di gran lunga più importante del servizio religioso svolto dal sommo sacerdote giudeo a Gerusalemme.
18. Pur non essendo riconosciuto come “ministro” da nessuna nazione terrena, perché Gesù divenne “ministro di quelli che sono circoncisi”?
18 Gesù Cristo, come non avrebbe potuto svolgere alcun servizio religioso a Gerusalemme mettendosi in tal modo a competere con i sacerdoti e i leviti che vi si trovavano, non avrebbe potuto né voluto compiere servizi religiosi in qualsiasi tempio delle nazioni non giudaiche, a Roma, ad Atene o altrove. Eppure per amore della veracità di Dio fu obbligato a divenire “ministro di quelli che sono circoncisi”. Perché? Perché doveva ‘confermare le promesse che Dio aveva fatte ai loro antenati’, che erano ebrei e non gentili. Per esempio, il loro ‘antenato’ Abraamo aveva avuto molti figli da tre donne, ma Dio aveva scelto l’unico figlio di Abraamo nato dalla prima moglie, Sara, perché ricevesse la promessa abraamica. Questo figlio si chiamava Isacco. A sua volta Isacco ebbe due figli, ma Dio scelse il gemello minore, Giacobbe (in seguito chiamato Israele), perché trasmettesse la promessa abraamica relativa al “seme” per mezzo del quale sarebbero state benedette tutte le nazioni della terra. A suo tempo i dodici figli di Giacobbe diedero origine alle dodici tribù d’Israele, nazione con cui Dio stipulò un patto nazionale tramite il profeta Mosè quale mediatore.
19. Perché Gesù non nacque nella tribù di Levi, e chi ne accolse con gioia la nascita sulla terra, e in che città?
19 Successivamente, dopo che la nazione di Israele ebbe scelto di avere un re umano quale visibile rappresentante di Geova, Egli fece la Sua regale promessa al re Davide, della tribù di Giuda. Quindi il promesso Messia o Cristo sarebbe dovuto nascere nella famiglia di Davide. Per questo motivo Gesù, quale erede davidico, nacque a Betleem, città natale di Davide, dalla vergine giudea Maria. Celesti angeli ne accolsero con gioia la nascita sulla terra. Perciò il celeste Figlio di Dio non poteva che nascere giudeo. Le inviolabili promesse di Dio suo Padre dovevano essere confermate, mostrate veraci. Dio non poteva mentire.
20. Sebbene Gesù divenisse uno di “quelli che sono circoncisi”, cos’era in serbo per le nazioni non giudaiche, e perché?
20 Gesù fu ben lieto di cooperare col suo Padre celeste. Perciò “divenne effettivamente ministro di quelli che sono circoncisi”. Anch’egli fu circonciso come loro. Per tre anni e mezzo dopo la morte e la risurrezione di Gesù, ai circoncisi giudei fu riservato un trattamento di favore. Ma anche gli incirconcisi gentili o non giudei stavano per essere accolti nella teocratica organizzazione di Geova, a conferma delle inviolabili promesse di Geova agli uomini.
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“Rallegratevi, o nazioni, col suo popolo”La Torre di Guardia 1981 | 1° dicembre
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“Rallegratevi, o nazioni, col suo popolo”
1. Perché gli ebrei che ancora osservano la legge di Mosè non sono il “popolo” col quale tutte le nazioni sono invitate a ‘rallegrarsi’?
CHI è il “popolo” col quale tutte le nazioni sono invitate a ‘rallegrarsi’? (Rom. 15:10) Non è il popolo ebraico. I giudei naturali che ancora cercano di osservare la legge di Mosè sono stati odiati e perseguitati nei 1.900 anni trascorsi dal 70 E.V., anno in cui le legioni romane al comando del generale Tito distrussero l’antica Gerusalemme. Fatto strano, nemmeno i giudei naturali si sono rallegrati col “suo popolo”, il popolo di Geova. Era stato il profeta ebreo Mosè, al termine di un cantico ispirato cantato nell’anno 1473 a.E.V., a dire: “Siate liete, o nazioni, col suo popolo, poiché egli vendicherà il sangue dei suoi servitori, e farà vendetta sui suoi avversari e in realtà farà espiazione per la terra del suo popolo”. — Deut. 32:43.
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