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  • Perché dovreste perdonare
    La Torre di Guardia 1970 | 15 dicembre
    • Dio ci perdoni. E mentre non è sempre facile perdonare, è la cosa saggia da fare. Contribuisce alla pace mentale e alla buona salute, sia di chi perdona che di chi è perdonato. È la condotta amorevole da seguire, poiché rende felice e promuove una reazione amorevole. E, soprattutto, ricordate che le vostre buone relazioni con il vostro Fattore, Geova Dio, dipendono dal perdono che concedete ad altri!

  • I sacerdoti dicono cosa non va nel celibato
    La Torre di Guardia 1970 | 15 dicembre
    • I sacerdoti dicono cosa non va nel celibato

      IL PAPA PAOLO VI dice che la legge ecclesiastica che proibisce ai sacerdoti di sposarsi è giusta. Egli la chiamò un “brillante gioiello”. In precedenza quest’anno aveva detto: “È felice, è bello, è cattolico. Dobbiamo conservarlo e difenderlo”.

      Ma la maggioranza dei sacerdoti cattolici più giovani non sono d’accordo. In un’inchiesta, più dell’80 per cento d’essi voleva che la legge sul celibato fosse cambiata. Molti sacerdoti più anziani pure credono che la legge ecclesiastica sul celibato è sbagliata. Che cosa dicono che non va in proposito?

      NON HA BASE SCRITTURALE

      Molti sacerdoti cattolici fanno presto a indicare che la legge non è scritturale. Essa non è insegnata dalla Bibbia. La Bibbia descrive il celibato come un “dono”, e poiché le cose stanno così, argomentano i sacerdoti, la chiesa non ha il compito di renderlo obbligatorio.

      Gesù Cristo disse: “Non tutti possono accettare questo insegnamento [in quanto al celibato], . . . Lo accetti chi può”. E l’apostolo Paolo, che fu egli stesso celibe, disse: “Vorrei che voi tutti foste come me; ma ciascuno ha il suo proprio dono da Dio, uno in un modo, e uno in un altro”. — Matt. 19:11, 12; 1 Cor. 7:7, “Catholic Confraternity”.

      Il sacerdote cattolico John A. O’Brien pure diede enfasi che queste dichiarazioni bibliche non sono rivolte a una specifica classe religiosa. Egli disse: “Né le parole di Cristo né quelle di S. Paolo son rivolte specificamente o esclusivamente a sacerdoti o a candidati di ordini sacri ma ai cristiani in genere. Esse semplicemente indicano che lo stato di non coniugato per amore del regno del cielo può essere un autentico modo di vivere cristiano”.

      Il sacerdote O’Brien spiega quindi che le Scritture non proibiscono il matrimonio dei ministri, dicendo: “Scrivendo ai Corinti, [Paolo] dice: ‘Non abbiamo il diritto d’essere accompagnati da una moglie, come gli altri apostoli del Signore e Cefa?’ (1 Cor. 9:5) Mentre guné, la parola qui usata, può significare sia donna che moglie, il contesto, specialmente in riferimento a Cefa (Pietro), indica che qui il significato è più probabilmente moglie”.

      Così, i sacerdoti comunemente indicano che il celibato era volontario, non obbligatorio, fra i primi cristiani. Il teologo cattolico Hans Küng nota: “Pietro e gli Apostoli erano, e rimasero, sposati anche nella piena attività quali discepoli di Gesù, e questo rimase il modello per i capi della comunità per molti secoli successivi”.

      Non prima del 1139 E.V. la chiesa cattolica impose la legge sul celibato. Prima di ciò, molti papi stessi si sposarono. Infatti, il recente papa Giovanni XXIII disse: “Il celibato ecclesiastico non è un dogma. Le Scritture non lo impongono. È perfino facile fare un cambiamento. Io prendo la penna, firmo un decreto e, il giorno dopo, i sacerdoti che lo desiderano possono sposarsi”.

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