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  • w62 15/4 pp. 229-231
  • Che accade alla fede?

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  • Che accade alla fede?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1962
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  • DOV’È OGGI LA FEDE?
  • PROFONDA FEDE
  • DEDICATEVI
  • La vostra fedeltà alla prova
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1955
  • La fede è necessaria per essere accetti a Dio
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1967
  • “Dacci più fede”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2015
  • “Accresci la nostra fede”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1959
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1962
w62 15/4 pp. 229-231

Che accade alla fede?

Il materialismo distrugge forse la fede? Può esistere oggi la salda fede cristiana?

LA FEDE non è un dono che alcune persone ricevono ed altre no. Non è qualcosa con cui la persona nasce, ma è una qualità che si deve acquisire. Gli uomini dell’antichità che divennero famosi per la loro fede non erano superuomini. Erano creature umane come noi. Dovettero coltivare la loro profonda fede man mano che accrebbero la loro conoscenza e il loro intendimento di Geova Dio. Poterono vedere la sua sapienza e la sua potenza riflesse nelle cose create, e conoscere il modo in cui aveva trattato con le persone vissute prima dei loro giorni. Anche i loro rapporti con lui contribuirono ad edificare la loro fede. Sul fondamento della conoscenza acquistata, essi edificarono assoluta fede in lui.

La fede in Geova permise a Mosè di dire fiduciosamente agli Israeliti in fuga: “Non temete; siate forti, e vedrete quale liberazione vi prepara oggi il Signore: poiché quegli Egiziani che oggi avete veduto, non li rivedrete mai più. Il Signore combatterà per voi, state pure tranquilli”. (Eso. 14:13, 14, Na) Dovette aver fede per guidare oltre due milioni di persone attraverso il Mar Rosso e in un desolato deserto, dove cibo e acqua erano scarsi, ma Mosè ebbe fiducia che Dio sarebbe stato con loro, poiché faceva ciò che Dio gli aveva comandato.

Molti uomini acquistarono una profonda fede che permise loro di compiere grandi cose ad onore di Geova. “E che dirò ancora? Mi mancherebbe il tempo, se volessi parlare di Gedeone, di Barac, di Sansone, di Iefte, di David, di Samuele, dei Profeti, uomini che, per la loro fede, conquistarono regni, praticarono la giustizia, videro realizzarsi promesse, turarono la gola ai leoni, estinsero la violenza del fuoco, scamparono al taglio della spada, trionfarono sulle malattie, diventarono prodi in guerra, misero in fuga eserciti stranieri”. (Ebr. 11:32-34, Na) La loro fede li fece distinguere.

DOV’È OGGI LA FEDE?

Quando leggete il racconto scritturale della grande fede mostrata dagli uomini dei tempi antichi, vi chiedete dove sia oggi tale fede? Vi domandate: Che ne è stato della fede? Dove sono uomini con la fede di Noè, Abrahamo, Mosè, Davide e Geremia? Guardatevi attorno, nel mondo moderno che vi circonda, e vedrete poca vera fede nel Creatore dell’uomo. Il pensiero materialistico predomina nel mondo tanto che si confida maggiormente nell’opinione dell’uomo che nella Parola di Dio, nelle leggi dell’uomo che nelle leggi di Dio e nella forza dell’uomo che nella potenza di Dio.

Ma confidando nella sapienza umana e nella potenza militare per avere protezione, le persone di questa generazione mostrano di essere senza fede nel Sovrano Supremo. “Così dice il Signore: Maledetto l’uomo che confida nell’uomo, e che fa della carne il suo braccio, mentre il suo cuore si allontana dal Signore. Egli sarà come un tamarisco nella steppa: non vedrà quando viene il bene”. — Ger. 17:5, 6, Na.

Poiché Gesù previde che il mondo sarebbe stato pieno di cristiani professanti che si sarebbero avvicinati a Dio con la bocca mentre i loro cuori sarebbero stati molto lontani da lui, disse: “Il Figlio dell’uomo, alla sua venuta, troverà forse la fede sopra la terra?” (Luca 18:8, Na) Non può trovarla nelle religioni della cristianità, perché hanno stretto un’intima amicizia con i governi di questo mondo. Sono pronte ad avere fede nei capi e nei progetti umani per la pace, ma sono lente a confidare nel regno di Dio quale unica speranza per l’umanità.

Tuttavia la fede nel regno di Dio e la fiducia nella sua forza di proteggere si possono trovare nella società del Nuovo Mondo dei testimoni di Geova. Anziché riporre la sua fiducia nel braccio della carne per stabilire un mondo pacifico, confida esclusivamente in Geova Dio.

PROFONDA FEDE

Se siete dedicati cristiani entro la società del Nuovo Mondo, dovete di continuo sforzarvi di edificare una profonda fede e preservarla. Poiché vivete in un mondo dove la fede manca, non vi potete permettere di smettere di esercitarla. Non dovete permettere che il materialismo assorba il vostro interesse e il vostro tempo fino al punto d’indebolire la vostra fede. In ogni momento avete bisogno di mostrare l’atteggiamento dei seguaci di Gesù che gli dissero: “Aumentaci la fede”. — Luca 17:5, VR.

Com’è la vostra fede in paragone con quella di Mosè o dell’apostolo Paolo? Avete la stessa fede che spinse Paolo a superare tanti pericoli per amore del ministero? “Tre volte sono stato battuto colle verghe; una volta sono stato lapidato; tre volte ho fatto naufragio; ho passato una notte e un giorno nel profondo del mare. Spesso in viaggi, pericoli dei fiumi, pericoli degli assassini, pericoli da parte dei miei connazionali, pericoli dai Gentili, pericoli nelle città, pericoli in solitudini deserte, pericoli in mare, pericoli in falsi fratelli; nella fatica e nelle avversità, sovente in prolungate veglie, nella fame e nella sete, in frequenti digiuni, nel freddo e nella nudità”. (2 Cor. 11:25-27, Na) Avete la fede necessaria per affrontare questi pericoli e questi disagi fisici per il servizio di Dio? È altrettanto importante per voi il servizio di Dio? In caso contrario, che cosa è accaduto alla vostra fede? Avete smesso di esercitarla?

Paolo continuò ad avere profonda fede in Geova fino al giorno della sua morte, circa trent’anni dopo esser divenuto cristiano. Non permise che un lungo periodo di servizio raffreddasse il suo zelo o indebolisse la sua fede in Dio. Non si trattenne dal dare il meglio di se stesso al ministero. Potete dire che state facendo la stessa cosa?

DEDICATEVI

Dalla misura in cui vi dedicate al ministero cristiano si può, in certo qual modo, valutare la vostra fede. Se fate pochi sforzi per servire Dio e permettete che altri interessi assorbano la maggior parte della vostra attenzione e del vostro tempo, la vostra fede è molto debole. La vostra mancanza di entusiasmo nel servire Dio indica che non confidate pienamente nell’adempimento di ciò che ha promesso. Dovete edificare la vostra fede, rafforzandola affinché si approfondisca. Questo è essenziale per la vostra sopravvivenza e per ottenere l’approvazione di Dio. “Senza la fede è impossibile piacere a Dio, perché è necessario che chiunque si accosta a Lui, creda che Dio esiste e che dà la ricompensa a quelli che lo cercano”. — Ebr. 11:6, Na.

Vi trattenete dal pronunciare discorsi di esercitazione nella scuola di ministero o dall’accettare un incarico di responsabilità nella congregazione perché pensate che ve ne manchino le capacità? Non pensò Mosè che gli mancasse la capacità di fare ciò che Dio gli aveva chiesto? Non pensò Geremia di essere un bambino quando gli fu offerto il compito di grande responsabilità di essere profeta di Dio? Eppure mediante la fede questi uomini riuscirono in ciò che non ritenevano di poter fare. Mediante la stessa fede, voi potete fare nel ministero ciò di cui forse non vi ritenete capaci. Se rifiutate i privilegi di servizio, che cosa è accaduto alla vostra fede? Non avete fiducia che Dio vi aiuti mediante il suo spirito? “Se uno esercita un ministerio, lo faccia come con la forza che Dio fornisce”. — 1 Piet. 4:11, VR.

I membri della società del Nuovo Mondo hanno l’opportunità di dedicare molto tempo al ministero servendo come pionieri. Molti esprimono il desiderio di fare quest’opera ma sono restii a diminuire i loro beni materiali e a fare dei cambiamenti nel loro lavoro secolare per averne la possibilità. Questo avviene forse perché la loro fede è debole? Sono forse riluttanti a mostrare la fede di Paolo offrendosi di servire Dio con la maggior parte del loro tempo, come egli fece? Dovrebbero esaminarsi e rafforzare la loro fede se questo li trattiene. Se non avete obblighi inderogabili da osservare, mostrate fede dedicando il vostro tempo al servizio di Dio e facendo i pionieri. Abbiate fede in Dio e siate zelanti verso di lui come lo fu Paolo.

Gli uomini dei tempi antichi si dedicarono al servizio di Dio perché sapevano che questo era giusto. Sapevano che l’opera che essi facevano era per il bene dell’uomo e all’onore di Geova Dio. Vi spinge la vostra fede ad agire come essi agirono? Benché a quel tempo essi non ricevessero l’adempimento delle divine promesse per la fedeltà, al tempo dovuto saranno risuscitati dai morti. Di Abrahamo, Isacco e Giacobbe leggiamo: “Costoro, tutti quanti, morirono secondo la fede, senza aver ottenute le cose promesse, ma vedendole e salutandole da lontano e dopo aver riconosciuto d’essere ospiti e pellegrini sopra la terra”. (Ebr. 11:13, Na) Sapevano che il servizio reso a Geova non era vano e che Egli avrebbe adempiuto ogni promessa fatta loro. Oggi potete esercitare la stessa fede senza restare delusi. Potete fare progetti per il futuro “nella speranza della vita eterna, promessa fin dai tempi più remoti da Dio, che non può mentire”. — Tito 1:2, Na.

Oggi può esistere la profonda fede degli uomini vissuti nei tempi antichi. Si può edificare mediante l’accurata conoscenza delle Scritture, l’attività nel ministero e l’amore verso Dio. Benché il mondo in generale riponga la sua fiducia nel braccio della carne, tutti gli appartenenti alla società del Nuovo Mondo che esercitano la fede confidano in modo assoluto nel braccio di Dio. Egli è la loro forza, la loro protezione e la loro speranza, e non permetteranno che il materialismo o qualunque altra cosa infranga la loro fede in lui. Come gli uomini dell’antichità, confidano in lui e dedicano le loro vitali energie al suo servizio. “Benedetto l’uomo che confida nel Signore e il Signore è la sua sicura speranza”. — Ger. 17:7, Na.

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