BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • Mostriamo i frutti dello spirito
    La Torre di Guardia 1961 | 1° maggio
    • o avaro — il che vuol dire essere idolatra — ha alcuna eredità nel regno del Cristo e di Dio”. (Efes. 5:3-5) Paolo consiglia quindi ai cristiani di separarsi da questo genere di persone. Nella vita del cristiano non c’è posto per associarsi con loro. Egli dice: “Perciò non siate partecipi con loro; perché voi una volta eravate tenebre, ma ora siete luce riguardo al Signore. Continuate a camminare come figli di luce, poiché il frutto della luce consiste di ogni specie di bontà, giustizia e verità”. (Efes. 5:7-9) Vivere in modo retto, morale, rispettabile significa avere bontà. Anche in questo mondo empio e degenerato, dice Paolo, essa è un necessario frutto dello spirito.

      17 La bontà è una qualità da custodire, e certamente dev’essere la mèta di chi dedica la propria vita al servizio di Geova. Prima che alcuno possa chiamarsi cristiano deve abbandonare la condotta vergognosa. Se vogliamo produrre in noi stessi i frutti dello spirito e renderci qualificati per vivere nel nuovo mondo di Dio, dobbiamo certamente avere questo frutto dello spirito, la bontà.

      FEDE

      18. Con quali parole Paolo definisce la fede, e come mostra che la fede è necessaria?

      18 “La fede è la sicura aspettazione di cose sperate, l’evidente dimostrazione di realtà benché non vedute”. (Ebr. 11:1) Paolo definisce la fede in questo modo. Il cristiano non può essere senza fede, perché “senza fede è impossibile ottenere il suo beneplacito, poiché chi si avvicina a Dio deve credere che egli è e che è il rimuneratore di quelli che sinceramente lo cercano”. (Ebr. 11:6) Il discepolo Giacomo mostrò la sua fede, ed egli indicò che la fede dev’essere confermata dalle opere. (Giac. 2:26) Se crediamo in Geova Dio, Cristo Gesù e il suo regno, mostreremo la nostra credenza con ciò che diremo, con ciò che faremo e col modo in cui vivremo.

      19. (a) Che cosa è in stretta relazione con la fede? (b) Quali persone sono esempi di fede e di opere?

      19 La fede dell’uomo può morire o indebolirsi. Molti che un tempo credevano in Gesù Cristo quale Redentore e Salvatore del genere umano si sono allontanati. Essi si son volti all’evoluzione. Rigettano la Bibbia. E ciò nonostante tali uomini si chiamano cristiani e frequentano le chiese della cristianità. Giacomo direbbe loro: “Così, anche la fede, se non ha opere, è in se stessa morta”. (Giac. 2:17) La fede è espressiva. Essa è eloquente. Paolo disse: “Perché col cuore si esercita fede per la giustizia, ma con la bocca si fa pubblica dichiarazione per la salvezza”. (Rom. 10:10) La fede diviene più forte quando si usano il cuore, la mente e la bocca per far pubblica dichiarazione della propria credenza nel regno di Dio come unica speranza dell’uomo. Gesù disse: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata a scopo di testimonianza a tutte le nazioni, e allora verrà la fine compiuta”. (Matt. 24:14) Questo viene fatto oggi non solo dal rimanente del “piccolo gregge” che ha fede e che Gesù cominciò a radunare millenovecento anni fa, ma anche dalla “gran folla” di persone d’ogni nazione che hanno la medesima fede. A causa di questa fede di molti cristiani sono state compiute in questi difficilissimi giorni grandi opere.

      MITEZZA

      20. (a) Come mostrò Gesù che la mitezza non è debolezza? (b) Quali parole pronunciò Paolo a questo riguardo?

      20 La mitezza è qualche cosa che si confonde con la debolezza. Quando si legge la vita di Cristo narrata dagli scrittori dei quattro Vangeli, si vede che Gesù fu un uomo di temperamento mite. Ma leggete senz’altro il 23º capitolo di Matteo e vedrete che Gesù fu un vigoroso denunciatore dell’empietà. Egli fu intrepido. Ebbe amore perfetto, e tale amore scaccia la paura. Con quelli che volevano imparare egli era amorevole e gentile, dai sentimenti e dal comportamento benevolo verso tutti. A causa della sua mitezza Gesù poté insegnare al popolo. Egli disse loro: “Divenite miei discepoli, perché io sono mansueto ed umile di cuore, e troverete ristoro alle anime vostre”. (Matt. 11:29) Essi riposero fiducia in lui. Non ebbero paura quando Gesù dichiarò apertamente la verità, perché fece questo con amore. Furono pronti ad ascoltare. Paolo conosceva il valore della mitezza e a Timoteo disse: “Lo schiavo del Signore non deve contendere”. Non si aiuta una persona ad acquistare la verità lottando. Paolo proseguì dicendo che lo schiavo del Signore “deve aver tatto con tutti, essere qualificato per insegnare, trattenendosi dal male, istruendo con mansuetudine quelli che non sono favorevoli”. (2 Tim. 2:24, 25) Ciò che conduce al pentimento è la Parola di Dio dovutamente dichiarata, non la forza.

      21. (a) Ha mostrato la storia della chiesa cattolica che essa sia un’organizzazione mite, e perché date tale risposta? (b) Come è diverso il vero cristianesimo sotto questo aspetto?

      21 Che condotta diversa tenne la gerarchia cattolica romana, che ancora oggi esercita grande potere nel mondo, negli anni dell’Inquisizione! Questo falso corpo religioso non potrà mai cancellare la sua storia di torture, di sofferenze inflitte a uomini e donne, legandoli alle ruote di tortura, strappando i loro arti dal corpo e appendendoli per i loro alluci. Questi inquisitori che professavano d’esser cristiani — sì, sacerdoti, che inflissero a Giudei, Mori ed “eretici” pene tormentose — certamente non ebbero uno spirito mite. Questi capi religiosi combatterono per condurre gli uomini alla Chiesa Cattolica Romana. Che cosa hanno ottenuto essi con le loro guerre e con le loro torture? Un mondo di pace e unità? No! La falsa religione ha allontanato il popolo da Dio con le sue guerre e con le sue crociate. Il cristianesimo non sarà mai portato con l’uso di armi carnali. Se alcuno accetta la verità, questo avviene perché il ministro è mite e paziente verso quelli che non sono favorevoli al messaggio biblico. Gesù usò questo metodo e gli apostoli fecero la stessa cosa. I veri cristiani devono usare oggi lo stesso metodo. La mitezza è il frutto dello spirito santo di Dio e il suo uso reca durevoli risultati nella proclamazione del regno di Dio.

      PADRONANZA DI SÉ

      22. (a) Fino a qual punto la padronanza di sé influisce sulla vita del cristiano? (b) Con quali persone sono classificati quelli che sono senza padronanza di sé?

      22 Fra gli uomini imperfetti è difficile esercitare la padronanza di sé. Perché scusarvi? Cercate di esercitarla. È uno dei frutti dello spirito. Quindi dev’essere conseguibile. Avere padronanza di sé significa essere in grado di controllare le proprie azioni, le proprie parole, le proprie abitudini di mangiare e bere, sì, i propri sentimenti. Secondo Paolo, chi non è in grado di padroneggiarsi si classifica con una folla piuttosto spregevole. Egli classifica quelli che non hanno padronanza di sé con individui che hanno cattiva reputazione, i quali, come dice la Bibbia, sarebbero prevalsi negli ultimi giorni. Scrivendo a Timoteo egli disse: “Ma sappi questo, che negli ultimi giorni verranno tempi molto difficili. Poiché gli uomini saranno amanti di se stessi, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, disubbidienti ai genitori, senza gratitudine, senza amorevole benignità, senza affezione naturale, non disposti ad alcun accordo, calunniatori, senza padronanza di sé, violenti, senza amore per il bene”. (2 Tim. 3:1-3) Perché classificarvi con tali delinquenti essendo privi di padronanza di voi stessi? Salomone scrisse: “Lo stolto dà libero sfogo alla sua collera, ma il saggio la frena e la calma”. (Prov. 29:11, Na) Se il cristiano non ha padronanza di sé o perde quella che ha, come sarà facile che ricada nelle vie della carne in modo da non ereditare le benedizioni del regno di Dio! Come è stolto, dunque, non cercar di produrre anche questo frutto, cioè la padronanza di sé! Chi ha padronanza di sé mostra amore.

      23. Per edificarci e rimanere nell’opera edificante di Dio, che cosa dobbiamo fare?

      23 Paolo pone tutti questi frutti dello spirito in contrasto con le opere della carne. Vi dev’essere un cambiamento quando il credente si dedica a fare la volontà di Dio. Egli non può più agire come il mondo ma “quelli che appartengono a Cristo Gesù mettono al palo la carne insieme alle sue passioni e ai suoi desideri”. (Gal. 5:24) Vi dev’essere un cambiamento, la persona si deve edificare. “Se viviamo mediante lo spirito, camminiamo pure ordinatamente mediante lo spirito. Non diventiamo vanagloriosi, suscitando competizione gli uni con gli altri, invidiandoci a vicenda”. (Gal. 5:25, 26) Producendo i frutti dello spirito si diviene qualificati per appartenere alla società del Nuovo Mondo di Geova. ‘Prestando quindi costante attenzione a voi stessi e al vostro insegnamento’, ottenete dei risultati. ‘Salverete sia voi stessi che quelli che vi ascoltano’. (1 Tim. 4:16) Edificatevi, prestando attenzione ai frutti dello spirito, e nello stesso tempo contribuite alla crescita della società del Nuovo Mondo di Geova. I cristiani devono essere uniti gli uni con gli altri, mostrando unità come “un gregge nell’ovile, come una mandra in mezzo al suo pascolo”. Nutritevi insieme alle pecore di Geova e mantenetevi in unità, poiché “nella casa del giusto è un abbondante deposito, ma nel raccolto dell’empio vi è l’afflizione”. — Prov. 15:6.

  • Imprimetele nei vostri cuori
    La Torre di Guardia 1961 | 1° maggio
    • Imprimetele nei vostri cuori

      1. Che cosa risulta dalla gratuita elargizione della Parola di Dio, e quale ricompensa essa reca?

      SE SI serba la Parola di Dio nella propria mente, si raccoglie quindi un buon tesoro. Operando di continuo con la Parola di Dio si fa un gran guadagno, accrescendo il proprio tesoro. Indipendentemente da quanto si elargisca di questo tesoro, oralmente o mediante pubblicazioni stampate, il tesoro stesso diviene più grande. Mosè si rese conto di questo. Prima che i figli d’Israele attraversassero il Giordano per entrare nella Terra Promessa disse per ispirazione agli Israeliti: “Imprimete ne’ vostri cuori tutte le cose ch’io oggi v’ho annunziate, . . . perché queste cose non invano vi son state prescritte, ma affinché ognuno di voi in esse abbia vita; che se le eseguirete, vivrete per molto tempo nella terra della quale, valicato il Giordano, siete per entrare al possesso”. — Deut. 32:45-47, Ri.

      2. Dove si trovano oggi le parole della vita, e quale parte ha il cuore nel produrre il buon tesoro?

      2 Le parole di Geova recano preziose informazioni, e, infatti, sono parole di vita. Ascoltarle significa grande ricchezza, un tesoro. Chi imprime nel proprio cuore tutte le parole che Geova dice, farà la volontà di Dio. Nella sua vita produrrà un buon tesoro e sarà una benedizione per altri. Gesù disse: “L’uomo buono trae il bene dal

Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
Disconnetti
Accedi
  • Italiano
  • Condividi
  • Impostazioni
  • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
  • Condizioni d’uso
  • Informativa sulla privacy
  • Impostazioni privacy
  • JW.ORG
  • Accedi
Condividi