-
Giustezza della disassociazioneLa Torre di Guardia 1952 | 15 agosto
-
-
le sue pratiche, e rivestitevi della nuova personalità che mediante accurata conoscenza si va rinnovando”. Naturalmente, queste istruzioni si applicano a quelli che originalmente vennero fuori dall’organizzazione del Diavolo e sono divenuti popolo di Geova, quindi devono applicarsi anche a una persona disassociata che si ravvede e torna. Essa deve ora rivestire questa nuova personalità, deve rinnovare la sua mente, deve pensare i pensieri di Dio e metterli in pratica se mai otterrà la vita nel nuovo mondo.
26. Che si deve fare se un fratello si pente e lo rende noto prima che avvenga alcuna azione di disassociazione?
26 Ebbene, che dire se un fratello si pente prima che sia disassociato? Egli potrebbe rendersi conto che ha agito male e sa che la notizia della sua condotta viene portata ai servitori. Oppure potrebbe sentire la sua propria vergogna mentre nessuno ancora conosce ciò che gli è successo, ed egli va da uno dei fratelli maturi nel gruppo, forse il servitore di gruppo, e confessa tutto il suo peccato. Dovrebbe costui esser quindi smascherato alla congregazione e disassociato perché il servitore di gruppo conosce la sua condotta? No se quella persona si è veramente pentita. Se ha chiesto perdono, e ha confessato il suo torto, e sta mutando la sua condotta, non c’è nessuna ragione per cui il fratello al quale si è parlato debba rivelare il segreto di quel fratello a un altro. La condizione del suo cuore è giusta, e perciò misericordia, amore e benignità dovrebbero essere mostrati a quella persona.
27. Mentre non opera una disassociazione, che cosa potrebbe fare o aver fatto la Società riguardo a un tale peccatore pentito?
27 Quelli che sono caparbi, di cuore duro, quelli che faranno tutte le cose che vogliono a modo loro, e questo oltre ad essere nella congregazione di Dio, questi son quelli che devono essere disassociati e appartati, perché essi fanno la congregazione impura. Ma uno che viene con cuore contrito e confessa a un fratello le sue cattive azioni, non c’è nessuna ragione di frustarlo ancora. Egli ha aperto il suo cuore, vi ci ha fatto guardare dentro e vuole aiuto. Se la Società rimuove un pioniere a causa di cattiva azione e la Società è l’ente che conosce la cattiva condotta della persona, non c’è nessuna ragione perché la Società avvisi il gruppo e faccia disassociare tale persona dal gruppo, non se questa persona ha confessato il suo peccato e ha chiesto perdono alla Società. Indi questa persona può andare per la sua strada. La Società metterebbe probabilmente restrizioni o limiti a quella persona a causa della condotta che ha tenuta. Per punizione potrebbe toglierla dall’elenco dei pionieri per sei mesi o forse un anno, secondo ciò che questo individuo fece che recherebbe biasimo sul nome di Dio. Ma quando quel tale ha confessato il suo peccato e ha chiesto perdono, la Società può aiutarlo a tornare sulla strada buona e continuare a essere un servitore del Signore. Se l’azione non influisce su un gruppo o su un’altra persona in esso, non c’è nessuna ragione di farne alcun annunzio pubblico.
28. Fino a qual punto possiamo lasciare che il peccatore torni, e perché?
28 Ciò che noi dobbiamo avere in mente è questo: noi possiamo mostrare misericordia a quelli che hanno il cuore contrito, e possiamo aiutarli se vogliamo. Ma fino a qual punto possiamo lasciare che questi individui tornino nell’organizzazione del Signore? Fino a qual punto possiamo dar loro libero passo? Noi non possiamo affatto dar libero passo a quelli che non si cambiano. Dobbiamo tener presente che l’organizzazione deve rimanere pura per l’incontaminata adorazione dell’Altissimo. Dobbiamo tener presente la rivendicazione della sovranità e del nome di Geova e la rivendicazione della sua Parola. Dobbiamo tener presente la vita di Cristo e che dobbiamo camminare nelle sue orme, e le esigenze che egli stabilisce. Dobbiamo tener presente la nostra posizione come testimoni di Geova. La persona disassociata non tenne presenti queste cose, ed ecco perché fu rimossa dalla congregazione. Ecco perché fu disassociata. Ma ora se comprende che la pura, incontaminata adorazione è la cosa importante, che la rivendicazione del nome di Dio è più importante che il fare le cose a modo suo, quando essa vede che tutto questo è necessario e deve vivere conformemente, allora possiamo accoglierla di nuovo nella congregazione.
-
-
Peccato che rende il ristabilimento impossibileLa Torre di Guardia 1952 | 15 agosto
-
-
Peccato che rende il ristabilimento impossibile
1. Che cosa mostra che ci sono peccati perdonabili, ma quali peccati non possono essere presi con leggerezza?
CI SONO peccati che possono essere perdonati. Noi chiediamo perdono per loro ogni giorno se preghiamo nel modo insegnatoci da Gesù, poiché nella preghiera del Signore diciamo: “Perdonaci i nostri debiti, come anche noi abbiamo perdonato i nostri debitori”. (Matt. 6:12, NM) Possiamo perdonare certi peccati. Cioè, possiamo perdonare i peccati di un’altra persona contro di noi. Non possiamo cancellarli e renderla di nuovo pura. No, ma quando una persona chiede perdono noi possiamo accordarglielo. In Galati 6:1 (NM) esso dice: “Fratelli non ostante un uomo faccia qualche passo falso prima che se ne accorga, voi che avete i requisiti spirituali cercate di ristabilire tale uomo in uno spirito di gentilezza, mentre badi a te stesso, per tema che tu pure sia tentato”. Dunque abbiamo la responsabilità su di noi d’andare da questi peccatori individuali, oppure, quando vengono da noi, di aiutarli a restare nella via giusta anche prima che avvenga la disassociazione. Possiamo perdonarli. Possiamo aiutarli, se il loro cuore è giusto ed essi lo mostrano. Ma se non lo mostrano e il peccato influisce seriamente sulla congregazione, non c’è nessuna ragione per cui dovremmo passarci sopra e dire: “Ebbene, lo dimenticheremo
-