BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • w50 15/1 pp. 21-27
  • “L’Israele di Dio”

Nessun video disponibile.

Siamo spiacenti, c’è stato un errore nel caricamento del video.

  • “L’Israele di Dio”
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1950
  • Sottotitoli
  • UNA NUOVA NAZIONE ELETTA
  • IL CARNALE NON ADEMPIE LA PROFEZIA
  • DISCENDE IN EGITTO PER AIUTO
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1950
w50 15/1 pp. 21-27

“L’Israele di Dio”

1, 2. A chi attribuiscono molti lo stabilimento dello Stato d’Israele?

GLI avvenimenti del mondo dal 1914 d.C. sono molto significativi. Quindi, significano forse i sopraddetti sviluppi politici dei Giudei ch’essi sono “l’Israele di Dio”? Ne fu una prova venuta da Geova Dio la loro rioccupazione di parte della Palestina e la fondazione dello Stato d’Israele? Vediamo.

2 La fede dei Giudei ortodossi è riassunta in un credo che dice fra l’altro: “Io credo con vera e perfetta fede (1) che Iddio è il creatore, governatore e fattore di tutte le creature, e che egli ha formato ogni cosa; . . . (12) che il Messia ha ancora da venire; e sebbene egli ritardi la sua venuta, tuttavia ‘io l’aspetterò finché egli venga’; (13) che i morti saranno fatti ritornare in vita quando lo riterrà opportuno Iddio, il Creatore, il cui nome sia benedetto e la cui memoria sia celebrata senza fine. Amen”. È a questo Iddio che i Giudei ortodossi vogliono attribuire i loro recenti successi in questo mondo. Molti religionisti della pretesa cristianità ne converranno e diranno: ‘Questo è da Dio!’ Su questo punto un Manifesto, pubblicato da otto eminenti predicatori d’Inghilterra sul finire dell’anno di guerra 1917, diceva: “Primo. Che la presente crisi segnala l’approssimarsi del termine dei tempi dei Gentili. . . . Quarto. Che Israele sarà restaurato nel proprio paese nell’incredulità, e sarà poi convertito all’apparizione di Cristo [il Messia] a suo favore”.a Ma molti Giudei d’America e d’altre parti della terra rimangono attaccati al paese nel quale vivono. Si dichiarano Giudei solo per quanto riguarda la religione, e le loro opinioni sul favore dell’Onnipotente Iddio verso l’edificazione politica d’Israele è tutt’altro che unanime. Siamo quindi obbligati di rivolgerci alle profezie e ai principi della Parola di Geova Dio esaminando ora i fatti.

3, 4. Quale profezia viene citata con riferimento al radunamento dei Giudei in Palestina?

3 Molte profezie delle antiche Scritture Ebraiche promettono il ritorno degli Israeliti nel loro paese natio dopo un periodo di desolazione e d’esilio in paesi stranieri. Queste profezie sono spesso citate con riferimento ai Giudei naturali dei giorni nostri e al paese naturale della Palestina che si trova nel Vicino Oriente. Per esempio, si citano di preferenza i seguenti passi i quali secondo le loro interpretazioni vorrebbero significare che, prima che il Messia viene e il regno di Dio è fondato, i Giudei naturali saranno raccolti in Palestina, sebbene siano ancora increduli relativamente al vero Messia o Cristo:

4 “Come un pastore va in cerca del suo gregge il giorno che si trova in mezzo alle sue pecore disperse, così io andrò in cerca delle mie pecore, e le ritrarrò da tutti i luoghi dove sono state disperse in un giorno di nuvole e di tenebre; e le trarrò di fra i popoli e le radunerò dai diversi paesi, e le ricondurrò sul loro suolo, e le pascerò sui monti d’Israele, lungo i ruscelli e in tutti i luoghi abitati del paese. Io le pascerò in buoni pascoli, e i loro ovili saranno sugli alti monti d’Israele; esse riposeranno quivi in buoni ovili, e pascoleranno in grassi pascoli sui monti d’Israele. Io stesso pascerò le mie pecore, e io stesso le farò riposare, dice il Signore, l’Eterno”. “E susciterò sopra d’esse un solo pastore, che le pascolerà: il mio servo Davide; egli le pascolerà, egli sarà il loro pastore. E io, l’Eterno, sarò il loro Dio, e il mio servo Davide sarà principe in mezzo a loro. Io, l’Eterno, son quegli che ho parlato”. E farò sorgere per loro una vegetazione, che le farà salire in fama; e non saranno più consumate dalla fame nel paese, e non porteranno più l’obbrobrio delle nazioni. E conosceranno che io, l’Eterno, l’Iddio loro, sono con esse, e che esse, la casa d’Israele, sono il mio popolo, dice il Signore, l’Eterno. E voi, pecore mie, pecore del mio pascolo, siete uomini, e io sono il vostro Dio, dice l’Eterno”. — Ezech. 34:12-15, 23, 24, 29-31.

5, 6. Quale profezia viene citata con riferimento alla ricostruzione della Palestina ad opera dei Giudei?

5 Diversi religionisti considerano altresì come adempiuta la seguente profezia col ripopolamento e la ricostruzione attuali di diverse parti della Palestina ad opera dei Giudei naturali:

6 “Così parla il Signore, l’Eterno, ai monti e ai colli, ai burroni ed alle valli, alle ruine desolate e alle città abbandonate, che sono state date in balìa del saccheggio e delle beffe delle altre nazioni d’ogn’intorno; . . . Le nazioni che vi circondano porteranno anch’esse il loro obbrobrio; ma voi, o monti d’Israele, metterete i vostri rami e porterete i vostri frutti al mio popolo d’Israele, perch’egli sta per arrivare. Poichè, ecco, io vengo a voi, mi volgerò verso voi, e voi sarete coltivati e seminati; io moltiplicherò su voi gli uomini, tutta quanta la casa d’Israele; le città saranno abitate, e le ruine saranno ricostruite”. Così parla il Signore, l’Eterno: Io agisco così, non per cagion di voi, o casa d’Israele, ma per amore del nome mio santo, che voi avete profanato fra le nazioni dove siete andati. E io santificherò il mio gran nome che è stato profanato fra le nazioni, in mezzo alle quali voi l’avete profanato; e le nazioni conosceranno che io sono l’Eterno, dice il Signore, l’Eterno, quand’io mi santificherò in voi sotto gli occhi loro. Io vi trarrò di fra le nazioni, vi radunerò da tutti i paesi, e vi ricondurrò nel vostro paese”. Così parla il Signore, l’Eterno: Anche in questo mi lascerò supplicare dalla casa d’Israele, e glielo concederò: io moltiplicherò loro gli uomini come un gregge. Come greggi di pecore consacrate, come i greggi di Gerusalemme nelle sue feste solenni, così le città deserte saranno riempite di greggi d’uomini; e si conoscerà che io sono l’Eterno”. — Ezech. 36:4, 7-10, 22-24, 37, 38.

7. Quando furono adempiute queste profezie sull’Israele naturale?

7 Ma le sopra citate e altre simili profezie ebbero già una volta adempimento molto tempo fa sull’Israele naturale, o “Israele secondo la carne”. Quelle profezie vennero pronunziate prima dei settant’anni di desolazione di Gerusalemme e del paese di Giuda che durò dal 607 a.C. al 537 a.C. Cosicchè esse furono adempiute, sebbene solo in miniatura, quando Geova Dio fece crollare il potente impero di Babilonia e quindi indusse il conquistatore persiano re Ciro a permettere che un fedele rimanente tornasse in Palestina per riedificare il tempio di Geova a Gerusalemme. Dunque quelle profezie non sono passate senza un adempimento letterale per l’antico popolo eletto, la progenie naturale d’Abramo. Ma lo stabilimento attuale dello stato politico d’Israele non può trovarsi in armonia con la sacra profezia. Non è possibile dar la prova che questo sia il secondo e definitivo adempimento della restaurazione del popolo di Dio. Facciamoci coraggiosi e onesti abbastanza per affrontare ed ammettere i fatti che riguardano l’Israele secondo la carne.

8. Quale petizione è stata presentata concernente il processo di Cristo?

8 Sotto questo rapporto citiamo un dispaccio dell’International News Service (INS) datato Gerusalemme, 28 gennaio 1949. Esso dice:

“Il Ministero della Giustizia d’Israele ha studiato oggi una petizione chiedente che il processo di Gesù Cristo fatto quasi 2.000 anni or sono sia riveduto dall’alta corte di giustizia d’Israele. La petizione presentata da un anonimo di nazionalità olandese dichiarava che la corte ha un ‘dovere morale’ di rivedere questo processo annullato per errore di procedura, e ‘discolpare’ Cristo delle accuse che portarono alla sua crocifissione. La petizione aggiungeva che il presente governo d’Israele, discendendo dallo stato giudaico di 2.000 anni or sono, ha la necessaria ‘giurisdizione’ per rivedere la causa. Fonti governative hanno fatto sapere che la petizione sarà esaminata da un gabinetto di alto grado prima che sia presa una decisione. La petizione accuratamente documentata, di più di 30 pagine, si fonda su argomenti legali e formali. Essa sostiene che il Sinedrio di 71 giudici che condannò Cristo non era qualificato e mette in dubbio la giurisdizione di Ponzio Pilato. Alla Corte Suprema d’Israele, che ricevette la petizione per posta raccomandata dall’Olanda, fu richiesto di non rivelare l’identità dell’appellante finché sia fissata la data dell’udienza. Il postulante accerta di essere in possesso di documenti in appoggio delle sue contestazioni. Nei circoli legali di Tel Aviv si crede che il postulante sia un noto giurista”.

UNA NUOVA NAZIONE ELETTA

9. Che cosa salvò Israele dall’essere totalmente ripudiato come nazione?

9 Che ne fu fatto poi di quella petizione non è ancora stato reso noto, ma pochi giorni prima di essere inchiodato sul legno Gesù di Nazaret disse ai Giudei a Gerusalemme: “Ecco, la vostra casa sta per esservi lasciata deserta!” Più tardi, lo stesso giorno, predisse che la loro casa d’adorazione (il tempio d’Erode) e la città di Gerusalemme sarebbero state distrutte e ch’essi stessi sarebbero stati dispersi fra le nazioni. Questo Gesù si è dimostrato vero profeta di Geova col fedele adempimento delle sue parole quando Gerusalemme fu distrutta dalle legioni romane l’anno 70 d.C. La dispersione dei Giudei d’allora in poi costituisce la prova che Geova Dio li ha ripudiati quale suo popolo come nazione. Se non fosse rimasto un rimanente fedele di Giudei naturali, tutti sarebbero stati ripudiati. Ma questo rimanente fedele accettò Gesù di Nazaret quale Messia, discendente naturale di Davide e suo Erede legale nel patto davidico per il Regno. Il giorno della Pentecoste dopo la sua morte e risurrezione dalla tomba questo rimanente di credenti giudei fu battezzato con lo spirito santo di Dio disceso dal cielo, in adempimento della profezia di Gioele 2:28, 29. In quell’occasione il devoto apostolo giudeo Simon Pietro dichiarò che Geova Dio aveva confermato Gesù come Messia o Cristo risuscitandolo dai morti e innalzandolo alla sua destra nel cielo, dando così a Gesù Cristo una posizione più alta di quella di Davide, facendolo in tal modo Signore di Davide in adempimento del Salmo 110:1.

10, 11. Quale nuova nazione stabilì Iddio, giustificandone i membri?

10 Quivi, com’è narrato in Atti 2:1-42, Iddio stabilì una nuova nazione eletta, un nuovo Israele, un Israele secondo lo spirito. I Giudei naturali che oggi si radunano in Palestina sotto la loro così detta “stella di Davide” si vantano di essere discendenti naturali di Abramo. Essi insistono pertanto nell’affermare che sono per parentela carnale la “progenie d’Abramo”. Ma la discendenza carnale non prova nè stabilisce che un popolo sia progenie d’Abramo. Quello che rende tale è il possesso della fede d’Abramo, fede mediante la quale si ottiene giustizia presso Dio. I Giudei naturali ritornati in Palestina possono mostrare di essere circoncisi nella carne. Ma Geova Dio disse che avrebbero formato il suo vero popolo quelli che circoncidevano il loro cuore. La circoncisione del cuore è quella che dà la prova che una persona è vero Giudeo agli occhi di Dio. — Deut. 10:16; 30:6; Ger. 4:4.

11 La giustizia fu riconosciuta ad Abramo fin da prima ch’egli fosse circonciso nella carne. Similmente la persona fedele e credente a qualunque nazione appartenga è giustificata agli occhi di Dio anche se non è circoncisa nella carne. Per merito della sua fede in Dio simile a quella che ebbe Abramo, un tale credente incirconciso può essere vero figliuolo d’Abramo secondo lo spirito. Perciò lo scrittore giudeo cristiano Paolo disse ai seguaci di Gesù: “Giudeo, non è colui che è tale all’esterno; nè è circoncisione quella che è esterna, nella carne; ma Giudeo è colui che lo è interiormente; e la circoncisione è quella del cuore, in ispirito, non in lettera; d’un tal Giudeo la lode procede non dagli uomini, ma da Dio”. — Rom. 2:28, 29; 4:3-12.

12, 13. come ne divennero parte i Gentili, quantunque incirconcisi?

12 Così avvenne che, quando risultò che solo un rimanente di Giudei naturali riconosceva l’adempimento delle profezie in Gesù Cristo e lo accettava come Messia di Geova, la buona novella della salvezza fu portata ai Gentili incirconcisi per offrir loro l’opportunità di mostrare una fede in Dio simile a quella d’Abramo. Molti credettero in Geova e accettarono il suo Messia, Gesù risuscitato e salito alla destra di Dio. Quelli che così fecero furono giustificati per merito della loro fede e furono unti con lo spirito di Dio come suoi figliuoli spirituali. In tal modo entrarono a far parte della nuova nazione di Dio, del suo Israele secondo lo spirito. Quei Gentili credenti furono Giudei interiormente e aderirono saldamente al Messia della tribù di Giuda. Diedero lode a Geova Dio, poiché il nome Giuda significa “lode”, vale a dire, lode a Geova. — Gen. 29:35, margine.

13 Lo stesso scrittore giudeo cristiano accerta che questi credenti in Gesù, sia quelli provenienti dai Giudei naturali, sia quelli provenienti dai Gentili incirconcisi, formano il vero Israele che Geova oggi accetta e adopera. Egli dice: “Poiché neppur quelli stessi che son circoncisi, osservano la legge; ma vogliono che siate circoncisi per potersi gloriare della vostra carne. Ma quanto a me, non sia mai ch’io mi glori d’altro che della croce del Signor nostro Gesù Cristo, mediante la quale il mondo, per me, è stato crocifisso, e io sono stato crocifisso per il mondo. Poiché tanto la circoncisione che l’incirconcisione non son nulla; quel che importa è l’essere una nuova creatura. E su quanti cammineranno secondo questa regola siano pace e misericordia, e così siano sull’Israele di Dio”. — Gal. 6:13-16.

14, 15. Con quale Israele tratta Iddio, per benedire tutte le nazioni?

14 Questo Israele di Dio forma con Gesù Cristo la progenie o discendenza d’Abramo, nella quale tutte le famiglie e nazioni della terra devono essere benedette. In questa stessa lettera lo scrittore giudeo cristiano dice: “E la Scrittura, prevedendo che giustificherebbe i Gentili per la fede, preannunziò ad Abramo questa buona novella: In te saranno benedette tutte le genti. Talchè coloro che hanno la fede, sono benedetti col credente Abramo. Or le promesse furon fatte ad Abramo e alla sua progenie. Non dice: ‘E alle progenie’, come se si trattasse di molte; ma, come parlando di una sola, dice: ‘E alla tua progenie’. Non c’è qui Giudeo nè Greco, non c’è nè schiavo nè libero; non c’è nè maschio nè femmina; poiché voi tutti siete uno in Cristo Gesù. E se siete di Cristo, siete dunque progenie d’Abramo; eredi, secondo la promessa”. — Gal. 3:8, 9, 16, 28, 29.

15 Alla luce di questa dichiarazione vediamo che Iddio non tratta oggi con due Israeli, con un Israele spirituale e un Israele carnale. Egli tratta con il solo vero “Israele di Dio” con la progenie spirituale d’Abramo. È verso questo Israele, in particolar modo verso il rimanente d’esso ancora oggi vivo sulla terra, che le promesse di Geova concernenti la restaurazione del suo popolo hanno il loro maggiore e finale adempimento.

IL CARNALE NON ADEMPIE LA PROFEZIA

16. In che modo non corrispondono i fatti moderni all’antico adempimento in quanto a Ciro?

16 La Bibbia stessa mostra che le profezie relative alla restaurazione nel loro proprio paese dell’Israele carnale ebbero un adempimento letterale nel sesto secolo avanti Cristo. Le circostanze che accompagnarono quell’antica restaurazione prefigurano e illustrano come ha luogo l’adempimento finale della profezia in questo memorabile giorno. Corrispondono oggi le circostanze e gli sviluppi della colonizzazione dei Giudei in Palestina e lo stabilimento della repubblica d’Israele a quelli dell’adempimento in miniatura delle profezie in quel tempo remoto? No! Allora Dio Onnipotente rovesciò l’oppressore d’Israele, l’empia Babilonia, e suscitò Ciro per promuovere il ritorno degli Israeliti nella terra di Giuda per riedificare il tempio. Ma l’Impero Britannico, che aveva il mandato sulla Palestina, non ha dato prova di essere un moderno Ciro verso i Giudei naturali. Gli stessi Giudei sionisti si sono lagnati a lungo e altamente che la Gran Bretagna non manteneva la sua propria Dichiarazione Balfour e non dava il minimo incoraggiamento per la creazione di uno stato giudaico indipendente in Palestina. Solo il 29 gennaio 1949, ossia otto mesi dopo lo stabilimento dello Stato d’Israele, la Gran Bretagna accordò il riconoscimento de facto, e così fu, non la prima nazione, ma la trentatreesima in ordine di tempo a riconoscere il nuovo stato.

17. In che modo non corrispondono i fatti all’antico adempimento in quanto alla desolazione?

17 Quando il rimanente di Giudei ritornò da Babilonia a Gerusalemme nel 537 a.C. per riedificare il tempio di adorazione a Geova, la città e il suo reame erano rimasti nella desolazione per settanta anni, privi di abitanti umani e animali domestici. La potenza miracolosa di Geova aveva mantenuto le cose in tale stato, e quel rimanente fedele s’inoltrò in una terra disabitata. (Ger. 33:10, 12; 32:43; 26:9) Ma fa forse lo stesso quando i Giudei incominciarono ad affrettare l’opera di colonizzazione nel diciannovesimo secolo, e particolarmente dopo che la Lega delle Nazioni ebbe confermato il mandato sulla Palestina nel 1922? No! Esisteva una città vecchia di secoli nella località già occupata dall’antica Gerusalemme con una moschea maomettana nel posto prima occupato dal tempio. Il paese era già occupato dagli Arabi, in alcuni luoghi scarsamente, è vero, ma ciò non ostante occupato. I Giudei dovettero comprare da questi Arabi gran parte della terra che doveva essere colonizzata. Quella che guadagnarono in più dal 14 maggio 1948 dovette essere conquistata con la forza delle armi carnali in combattimenti sanguinosi, e centinaia di migliaia, di abitanti del paese si videro costretti a fuggire e divenire profughi nei paesi circostanti della lega araba. Quale uguaglianza esiste dunque fra questi fatti, le profezie e il modello storico datoci dal letterale adempimento in miniatura della profezia ai giorni di Ciro re di Persia?

18, 19. In che modo non corrisponde l’incredulità dei Giudei all’antico adempimento?

18 Com’è dimostrato dal suddetto Manifesto dei predicatori protestanti (pagina 21 ¶2), taluni religionisti della cristianità pretendono che i Giudei secondo la carne dovrebbero essere ristabiliti in Palestina nell’incredulità, che quindi dovrebbe venire la manifestazione di Gesù Cristo come loro Messia, con cui i Giudei dovrebbero essere convertiti da lui in massa, e diventare per opera sua la nazione della terra d’ordine più elevato. Questa privata interpretazione delle profezie non concorda nè con le profezie nè col modello fatto dal loro adempimento in miniatura. Quando il re Ciro diede libertà ai Giudei captivi a Babilonia, il rimanente di circa 50.000 di loro che volontariamente ritornò a Gerusalemme non vi ritornò nell’incredulità. Partirono da Babilonia per una terra desolata con città in rovina, e questo perchè? perché avevano fede in Geova, erano dedicati alla sua adorazione in ubbidienza ai suoi comandamenti. No, essi non vi andarono nell’incredulità; vi andarono per edificare il tempio del loro Dio Geova e per ristabilirvi la sua adorazione nel luogo ch’egli aveva scelto per porvi il suo nome. Non appena furono giunti sul luogo del tempio, essi gli edificarono un altare e cominciarono ad offrirgli dei sacrifizi mediante i legittimi sacerdoti della famiglia d’Aaronne. Sette mesi più tardi, trascorso l’inverno, cominciarono a collocare le fondamenta del tempio. — Esd. 1:1-8; 3:1-13.

19 Ma i Giudei secondo la carne del giorno presente non ritornano in Palestina per ricostruirvi il tempio di Geova nè per far rivivere la Sua adorazione secondo la Legge, i Profeti e i Salmi. Vi vanno con la loro religione tradizionale qual’è contenuta nel Talmud giudaico, il qual annulla le leggi e i comandamenti di Dio. Così essi non occupano il paese per magnificare il nome di Geova e per riprendere la sua pura adorazione libera dalle tradizioni babilonesi dei loro padri religiosi. La moschea maomettana di Omar sul posto in cui si trovava l’antico tempio impedisce loro la ricostruzione di una casa nazionale di adorazione in quel luogo. E del resto, poca utilità ne verrebbe loro se anche ne ricostruissero una, poiché non hanno un sacerdozio accertato, nè hanno alcun accertato discendente della linea di Davide, dato che i registri genealogici dei sacerdoti discendenti d’Aaronne e dei discendenti del re Davide furono distrutti nella calamità nazionale dell’anno 70 d.C.

20. Perché non possono i Giudei adempiere la profezia circa il tempio?

20 Essi non hanno fede, non credono in Gesù Cristo, non credono ch’egli sia di Geova l’autentico “sacerdote in eterno, secondo l’ordine di Melchisedec”, e che sia Colui il quale edifica il tempio: “Così parla l’Eterno degli eserciti: Ecco un uomo, che ha nome il Germoglio; egli edificherà il tempio dell’Eterno, e porterà le insegne della gloria, e si assiderà e dominerà sul trono, sarà sacerdote sul suo trono”. (Sal. 110:4; Zacc. 6:12, 13) Il tempio che edifica questo Sacerdote e Re è una “casa spirituale” non fatta di legno e pietre materiali, ma di “pietre viventi” che sono i membri dell’“Israele di Dio”. (1 Piet. 2:4-10) Per questo importantissimo motivo i Giudei naturali che attualmente si trovano a Gerusalemme non potrebbero corrispondere all’adempimento in miniatura e così, dare esecuzione al maggiore e finale adempimento delle profezie. Inoltre, Gesù disse un giorno alla Samaritana presso il pozzo in vicinanza del monte Garizim: “Donna, credimi; l’ora viene che nè su questo monte nè a Gerusalemme adorerete il Padre. Ma l’ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in ispirito e verità; poiché tali sono gli adoratori che il Padre richiede”. — Giov. 4:21, 23.

21, 22. Perché non saranno essi convertiti in massa a Gesù mediante un segno?

21 Ma qualcuno obietterà ancora: Non potrebbero essere raccolti come sono, nell’incredulità e, quando Gesù riappare come Messia, essere convertiti a lui come nazione? Le parole e le azioni di Gesù quando era sulla terra diciannove secoli fa contrastano con la supposizione che i Giudei radunati in Palestina ricevano da lui uno speciale segno dal cielo perchè li converta a lui quale Messia. Il fatto che sentono il bisogno di un tale segno dimostra che sono della medesima specie di generazione dei loro antenati vissuti ai giorni di Gesù. Quando i Farisei e i Sadducei vollero metterlo alla prova chiedendogli di mostrar loro un segno dal cielo come prova ch’era il Messia, Gesù rifiutò, dicendo: “Questa generazione malvagia e adultera chiede un segno, e segno non le sarà dato se non quello di Giona”. Quel ‘segno di Giona’ è passato da lungo tempo. Qual’era? Era la sua risurrezione dai morti: “Poichè, come Giona stette nel ventre del pesce tre giorni e tre notti, così starà il Figliuol dell’uomo nel cuor della terra tre giorni e tre notti”. — Matt. 16:1-4 e 12:38-40.

22 Ora, dopo la fine dei “tempi de’ Gentili” avvenuta nel 1914 d.C. il ‘segno del Figliuol dell’uomo nel cielo’ è apparso, ma a benefizio, non di una singola nazione terrestre, bensì di tutte le nazioni, Giudei e Gentili. Questo “segno” è la nascita del regno di Dio con il suo Messia sul trono celeste. (Matt. 24:30; Apoc. 12:15) Ne è stata data testimonianza in tutto il mondo, ma le masse dei Giudei naturali come quelle dei Gentili continuano ad ignorare questa mondiale testimonianza data al “segno” dai testimoni di Geova. È questo il tempo opportuno per la loro conversione. Quando questa testimonianza al Regno sarà stata predicata a tutte le nazioni, ai Giudei come ai Gentili, verrà l’ora in cui la potenza del Re si rivelerà mediante la guerra universale di Harmaghedon; ma allora sarà troppo tardi per convertirsi, sia per i singoli individui, sia per le nazioni. Quello sarà “il giorno dell’ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio, il quale renderà a ciascuno secondo le sue opere. Tribolazione ed angoscia sopra ogni anima d’uomo che fa il male; del Giudeo prima, e poi del Greco”. — Rom. 2:5, 6, 9; Apoc. 16:14-16; 2 Tess. 1:7.

23. Come non concorda la struttura e la legge dello stato con quanto è richiesto da Dio?

23 Qualsiasi sviluppo relativo alla neonata repubblica d’Israele dimostra ch’essa non fu stabilita da Dio mediante il suo aiuto, nè sarà accettata da lui come nazione principale nel prossimo nuovo mondo di giustizia. Quando Geova Dio stabilì per la prima volta gl’Israeliti nella Terra Promessa quindici secoli prima di Cristo, li organizzò sotto forma di Teocrazia secondo la legge di Mosè. Quando il rimanente fedele e credente ritornò da Babilonia nel sesto secolo a.C., anch’essi organizzarono la loro nazione secondo quella legge teocratica. Non così agiscono i sionisti politici del giorno attuale, presi come sono da mire politiche. Essi cercano d’imitare le nazioni dei Gentili di questo mondo, come fecero i loro antenati ai giorni del profeta Samuele quando gli chiesero un re umano e visibile perchè erano insoddisfatti di avere Geova per loro vero e invisibile Re. Così oggi si organizzano con stile mondano e si costituiscono in democrazia. È divenuto un penoso e difficile problema definire esattamente fino a qual punto ammettono alcune parti e caratteristiche della legge teocratica di Geova data per mezzo di Mosè. Il governo ammette nella sua composizione uomini di sinistra e anticlericali, ed il Talmud di tradizioni religiose non conformi alle Scritture ottiene più riconoscimento della pura Parola e legge di Geova. Sì, cercando di diventare un membro della moderna famiglia di nazioni politiche il nuovo stato deve compromettersi.

DISCENDE IN EGITTO PER AIUTO

24, 25. Da chi è Israele riconosciuto? perché non in armonia con Dio?

24 Riconoscimenti? Sì, Israele ne ha in abbondanza dagli uomini politici eletti mediante voto e dalle nazioni di questo mondo. Ma non lo ha da Geova Dio e dal suo Messia! La larga approvazione da parte delle religioni e le nazioni di questo mondo non è una prova dell’approvazione divina. La regola fissata da Dio ed esposta dallo scrittore giudeo cristiano Giacomo per gl’infedeli dice: “O gente adultera, non sapete voi che l’amicizia del mondo è inimicizia contro Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio”. (Giac. 4:4) Si osservi come questo mondo fu premuroso verso Israele e come Israele fu lieto di accettare queste premure.

25 Il primo a riconoscere la repubblica d’Israele fu Truman, presidente degli Stati Uniti, il quale allarmò il mondo politico per la prontezza con cui lo fece. Come avvenne la cosa e sotto quale influenza? Certamente non sotto l’influenza di Geova, il Dio dell’antico Israele. La domenica successiva, 16 maggio 1948, il commentatore nazionalmente noto Drew Pearson, parlando alla radio da Washington, D.C., su una rete di radiostazioni estesa a tutta la nazione, mise a nudo i seguenti fatti:

26-28. Come fu affrettato il riconoscimento d’Israele da parte degli Stati Uniti?

26 Non appena fu proclamato lo stato d’Israele a Tel Aviv i capi del partito democratico d’America, come il senatore J. Howard McGrath, di Rhode Island, presidente del Comitato Nazionale Democratico, il capo partito Edward J. Flynn of the Bronx, New York, e Frank Hague, allora nel suo trentaduesimo ed ultimo anno quale sindaco di Jersey City, New Jersey, si misero in moto. Tutti questi uomini sono religiosi aderenti del Vaticano. Costoro e altri del loro partito telefonarono immediatamente a Truman, sollecitandolo a riconoscere lo Stato d’Israele. Truman doveva qualche cosa a Flynn e a Hague. Alla riunione per la nomina del presidente tenuta dal partito democratico a Chicago, Illinois nel 1944, Flynn e Hague s’incontrarono con due altri cattolici romani, Robert E. Hannegan, allora presidente nazionale del partito democratico, e Edward J. Kelly, sindaco di Chicago. Per impedire la nomina di Jas. F. Byrnes o del vice presidente Henry A. Wallace da parte del partito, alla vice presidenza, i quattro menzionati potentati concordarono di far riuscire la nomina dell’allora senatore Truman alla carica di vice presidente degli Stati Uniti. Roosevelt e Truman vinsero nelle elezioni nazionali, e nel 1945, alla morte di Roosevelt, Truman gli succedette alla presidenza.

27 L’anno 1948 fu quello dell’elezione del presidente. Perciò quando McGrath, Flynn e Hague sollecitarono Truman a riconoscere Israele, questi dovette prendere in considerazione, non il voto dei Giudei, ma quello dei cattolici romani, per mezzo dei quali sperava di vincere e infatti vinse la campagna per la sua rielezione a presidente nel seguente autunno. I politicanti cattolici che lo sollecitarono a fare quel passo pensavano agli interessi del Vaticano in Palestina, particolarmente nei cosidetti “luoghi santi” e all’istruzione scolastica. Il Vaticano era inoltre impegnato in una guerra contro il comunismo, e la Russia Sovietica doveva essere battuta sul fatto del riconoscimento d’Israele, del quale era quasi vicina di casa.

28 Ora Israele non aveva ancora chiesto il riconoscimento agli Stati Uniti. Così per affrettare la procedura, la Casa Bianca di Washington prese contatto con C. David Ginsburg, in relazione con l’Agenzia Giudaica, e gli chiese di redigere una richiesta di riconoscimento. Questi la fece. Allora il presidente Truman fece il seguente annunzio: “Questo Governo è stato informato che uno Stato Giudaico è stato proclamato in Palestina e ne è stato chiesto il riconoscimento dal suo governo provvisorio. Gli Stati Uniti riconoscono il governo provvisorio come autorità de facto del nuovo stato d’Israele”.

29. Quale attitudine mostrò Israele circa il riconoscimento da parte delle nazioni?

29 Vedendosi sopravanzati da Truman nei loro passi, i Russi digrignarono i denti e si abbandonarono ad aspre accuse; quindi, per sorpassare gli Stati Uniti sulla via del riconoscimento, la Russia Sovietica con una nota del suo Ministro degli Esteri Molotof, accordò ad Israele il riconoscimento, non de facto, ma de jure. Noi chiediamo: Intervenne forse la pura mano di Geova in queste pratiche? Ma Israele si sentì lusingato di avere ottenuto il riconoscimento da più di trenta nazioni durante i mesi che seguirono e sentì che la sua posizione in questo mondo ne veniva grandemente rafforzata. Accettò e si affidò all’amicizia di questo mondo, la quale è invece adultera inimicizia agli occhi di Dio.

30. Quale monito ignorò Israele circa le leghe fin dall’inizio?

30 Ha Israele imitato in questo il fedele piccolo rimanente ritornato a Gerusalemme nel 537 a.C., il quale riponeva la sua fiducia in Geova? Israele dev’essere giudicato dai fatti alla luce dei comandamenti di Dio. Per mezzo di Mosè, Geova disse in Deuteronomio 7:2 circa le leghe con le nazioni dei Gentili: “Quando l’Eterno, l’Iddio tuo, le avrà date in tuo potere e tu le avrai sconfitte, tu le voterai allo sterminio; non farai con esse alleanza”. Per mezzo del suo angelo, egli ricordò loro quest’ordine, dicendo: “Io non romperò mai il mio patto con voi, dal canto vostro, non farete alleanza con gli abitanti di questo paese; demolirete i loro altari”. (Giud. 2:1, 2) L’antico Egitto era una formidabile potenza militare e commerciale, ma Geova avvertì Israele che non doveva rivolgersi a quella potenza mondiale per aiuto contro i suoi nemici. Mostrando la sua disapprovazione perchè si andava a questo vecchio mondo in cerca di aiuto, egli disse agli Israeliti: “Guai a quelli che scendono in Egitto in cerca di soccorso, e s’appoggian su cavalli, e confidano ne carri perchè son numerosi, e ne’ cavalieri, perchè molto potenti, ma non guardano al Santo d’Israele, e non cercano l’Eterno!” (Isa. 31:1; 30:1, 2) Ma l’Israele moderno non si è curato di questo divino monito. Nello stesso pomeriggio del giorno in cui il nuovo stato fu proclamato il suo governo fece appello alle Nazioni Unite di “assistere il popolo ebreo nell’edificazione del suo stato e ammettere Israele nella famiglia delle nazioni”. La domenica seguente, 16 maggio 1948, fece domanda di essere membro delle Nazioni Unite. Si rivolse pure agli Stati Uniti per soccorso finanziario.

31, 32. Come dovette Israele far la corte alla Gerarchia Cattolica?

31 Ma prima che le Nazioni Unite ammettessero Israele si andarono svolgendo alcuni fatti. Durante la lotta che si combatteva in Palestina, il Papa espresse il suo interessamento per i così detti luoghi “santi”. Nella sua seconda enciclica su questo soggetto, il 15 aprile 1949, il papa Pio XII fece riconoscere a Israele la potenza cattolica romana nelle Nazioni Unite. In che modo? Ventitrè nazioni cattoliche sono membri delle Nazioni Unite. Il Papa si appellò ai loro capi affinché si chiedesse al governo d’Israele garanzie sui diritti secolari della religione cattolica in Palestina, e si facesse prima del voto per l’ammissione d’Israele. Egli chiese pure un governo internazionale per Gerusalemme.

32 Lo stesso mese il presidente d’Israele, Chaim Weizmann, visitò gli Stati Uniti. Egli fu obbligato a fare la corte alla Gerarchia Cattolica Romana. Il 26 aprile lui e A. S. Eban, rappresentante d’Israele alle N.U. presenziavano ad un pranzo, non ufficiale in casa del cardinale Spellman nella città di New York e conferirono sulla questione del libero accesso ai luoghi “santi” di Gerusalemme. Il 5 maggio Eban affermò al Comitato Politico Ad Hoc dell’Assemblea delle N.U. che Israele sarebbe d’accordo su un governo internazionale per Gerusalemme che avesse interessato unicamente i luoghi “santi” della città, lasciando gli affari secolari alle autorità arabe e giudaiche. Lo stesso giorno trapelò chi aveva combinato la visita del presidente Weizmann al cardinale Spellman. Partendo da New York per far ritorno a Israele egli disse ai giornalisti di aver discusso col Cardinale su Gerusalemme. Poi a sollecitazione di chi? Ma certo, quella di uno dei principali politicanti che ha gravosi debiti col Vaticano e con i votanti cattolici romani. L’intervista col Cardinale, dichiarò il dott. Weizmann, era stata combinata “mediante i buoni uffici del presidente Truman”. Egli disse che “le conversazioni avevano sgombrato la via per un aggiustamento”. Un rappresentante del Cardinale disse che “vi era l’impressione che i punti di vista d’Israele e quelli cattolici potevano essere stati avvicinati dalle conversazioni Weizman-Spellman”. (Times di N.Y., sezione editoriale, 8 maggio 1949) Quantunque il papa Pio XII si vanti di essere vicario di Cristo, il riconoscimento del Vaticano in queste cose non costituisce certo l’adempimento delle parole di Gesù ai Giudei di Gerusalemme: “Ecco, la vostra casa sta per esservi lasciata deserta. Poiché vi dico che d’ora innanzi non mi vedrete più, finché diciate: Benedetto colui che viene nel nome del Signore [Geova]!” — Matt. 23:38, 39; Sal. 118:26.

33. Come e con chi suggellò Israele la sua condanna alla distruzione?

33 Infine, dopo ripetute domande della nuova repubblica, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ammise Israele come membro l’11 maggio 1949 con 37 voti contro 12 e 9 astenuti, fra i quali la Gran Bretagna, precedente potenza mandataria sulla Palestina. Con questa votazione Israele divenne il cinquantanovesimo membro delle Nazioni Unite ed entrò a far parte in senso completo della famiglia delle nazioni di questo mondo. La Bibbia mostra che le Nazioni Unite, che hanno preso il posto della Lega delle Nazioni, sono la presente forma dell’“abominazione della desolazione” preannunziata dal profeta Daniele e da Gesù Cristo. La sua apparizione mostra che questo mondo è oggi nel suo “tempo della fine” e che Gesù Cristo è presente nel regno di Dio sul celeste Monte Sion. (Dan. 11:31; 12:11; Matt. 24:15) Quell’“abominazione della desolazione” si pone in antagonismo al Re dominante Gesù Cristo e vuole contrastargli il dominio mondiale. È pertanto condannata alla distruzione nella imminente battaglia d’Harmaghedon. Invece di riconoscere il Re di Geova e dire: “Benedetto colui che viene nel nome di Geova”, la repubblica d’Israele si unisce ai nemici di Lui e dice in realtà: “Noi non abbiamo altro re che Cesare”. Con questo la giovane repubblica raggiunge il punto culminante della prova che non è “l’Israele di Dio”. Essa suggella la sua condanna alla distruzione con l’organizzazione delle Nazioni Unite nella guerra finale di Harmaghedon. Diciannove secoli or sono l’apostolo Paolo chiamò la capitale dei Giudei “la Gerusalemme del tempo presente, la quale è schiava coi suoi figliuoli”. (Gal. 4:25) Tutti i fatti d’oggi svelano che la Gerusalemme terrestre del nostro ventesimo secolo è altrettanto schiava di questo mondo babilonico quanto lo era la Gerusalemme dei giorni di Paolo.

[Nota in calce]

a Vedere La Torre di Guardia, numero del 1º Dicembre, 1949, pagina 357.

    Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
    Disconnetti
    Accedi
    • Italiano
    • Condividi
    • Impostazioni
    • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
    • Condizioni d’uso
    • Informativa sulla privacy
    • Impostazioni privacy
    • JW.ORG
    • Accedi
    Condividi