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Libro biblico numero 49: Efesini“Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”
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PERCHÉ È UTILE
16. Quali domande trovano in Efesini una risposta pratica, e cosa viene detto riguardo alla personalità che piace a Dio?
16 L’epistola agli Efesini tocca quasi ogni aspetto della vita cristiana. In vista degli angosciosi problemi e della delinquenza che attualmente dilagano nel mondo, i sani e pratici consigli di Paolo sono realmente utili per quelli che desiderano vivere una vita santa. Come dovrebbero comportarsi i figli verso i genitori e i genitori verso i figli? Quali sono le responsabilità del marito verso la moglie e della moglie verso il marito? Cosa devono fare i singoli componenti della congregazione per mantenere l’unità nell’amore e la purezza cristiana in mezzo a un mondo malvagio? I consigli di Paolo abbracciano tutte queste situazioni, ed egli mostra pure cosa comporta rivestire la nuova personalità cristiana. Studiando Efesini, tutti potranno comprendere appieno qual è il tipo di personalità che piace a Dio e che è stata “creata secondo la volontà di Dio in vera giustizia e lealtà”. — 4:24-32; 6:1-4; 5:3-5, 15-20, 22-33.
17. Cosa mostra Efesini in quanto al cooperare con le disposizioni della congregazione?
17 La lettera mostra pure lo scopo delle nomine e degli incarichi nella congregazione. È “in vista del ristabilimento dei santi, per l’opera di ministero, per l’edificazione del corpo del Cristo”, per il conseguimento della maturità. Cooperando pienamente con queste disposizioni della congregazione, il cristiano può ‘mediante l’amore crescere in ogni cosa in lui che è il capo, Cristo’. — 4:12, 15.
18. Cos’è spiegato chiaramente riguardo al “sacro segreto” e a un tempio spirituale?
18 La lettera agli Efesini fu molto utile alla congregazione primitiva nell’affinare il suo intendimento del “sacro segreto del Cristo”. In essa fu chiaramente spiegato che, insieme ai giudei credenti, “persone delle nazioni” venivano chiamate a essere “coeredi e membra dello stesso corpo e partecipi . . . della promessa unitamente a Cristo Gesù per mezzo della buona notizia”. Il muro divisorio, “la Legge di comandamenti”, che aveva tenuto separati i gentili dai giudei, era stato abolito, e ora mediante il sangue del Cristo tutti erano divenuti concittadini dei santi e membri della casa di Dio. In netto contrasto con il tempio pagano di Artemide, questi venivano edificati insieme unitamente a Cristo Gesù in un luogo che Dio abitasse mediante lo spirito, “un tempio santo a Geova”. — 3:4, 6; 2:15, 21.
19. Quale speranza e quale incoraggiamento Efesini continua a offrire fino ai nostri giorni?
19 Riguardo al “sacro segreto”, Paolo parlò pure di “un’amministrazione” per “radunare di nuovo tutte le cose nel Cristo, le cose nei cieli [quelli scelti per far parte del Regno celeste] e le cose sulla terra [quelli che vivranno sulla terra nel reame del Regno]”. Così viene messo in risalto il grandioso proposito di Dio di riportare pace e unità. In relazione a questo, Paolo pregò a favore degli efesini — gli occhi del cui cuore erano stati illuminati — affinché afferrassero pienamente la speranza a cui Dio li aveva chiamati e vedessero “qual è la gloriosa ricchezza che egli riserva come eredità ai santi”. Queste parole dovettero incoraggiarli grandemente nella loro speranza. E l’ispirata lettera agli Efesini continua a edificare la congregazione fino ai nostri giorni, affinché ‘in ogni cosa siamo ripieni di tutta la pienezza che Dio dona’. — 1:9-11, 18; 3:19.
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Libro biblico numero 50: Filippesi“Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”
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Libro biblico numero 50: Filippesi
Scrittore: Paolo
Dove fu scritto: Roma
Quando fu completato: ca. 60–61 E.V.
1. (a) Come fu che i filippesi udirono la buona notizia? (b) Quali sono alcune informazioni storiche sulla città di Filippi?
QUANDO l’apostolo Paolo ricevette in una visione l’invito di portare la buona notizia in Macedonia, lui e i suoi compagni — Luca, Sila e il giovane Timoteo — furono pronti a ubbidire. Da Troas in Asia Minore si recarono via mare fino a Neapoli e proseguirono subito per Filippi, circa 15 chilometri nell’interno oltre un passo montano. La città è definita da Luca “la principale città del distretto della Macedonia”. (Atti 16:12) Fu chiamata Filippi dal nome del re macedone Filippo II (padre di Alessandro Magno), che conquistò la città nel 356 a.E.V. In seguito fu presa dai romani. Nel 42 a.E.V. fu teatro di una battaglia decisiva che contribuì a rafforzare la posizione di Ottaviano, il quale in seguito divenne Cesare Augusto. Per commemorare la vittoria egli fece di Filippi una colonia romana.
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