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  • Era un Dio-Uomo Gesù?
    La Torre di Guardia 1957 | 15 giugno
    • e se non fosse realmente morto, di nuovo vediamo che non si sarebbe potuto provvedere il riscatto. Ma la Bibbia dice chiaramente che Gesù provvide il riscatto e che fu un uomo, non Dio rivestito di carne: “Poiché v’è un solo Dio, e un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, il quale diede se stesso come riscatto corrispondente per tutti”. — Eso. 21:23, 24; 1 Tim. 2:5, 6, NM.

      Ma allora 1 Timoteo 3:16 che nella Versione Diodati dice che “Iddio è stato manifestato in carne”? Questo non è un testo corretto. Difatti, quasi tutti gli antichi manoscritti e versioni, compresa la Vulgata latina, hanno nel loro testo “Colui che”, invece che “Iddio”. La maggior parte delle traduzioni moderne traduce “Egli”. Quindi la Traduzione del Nuovo Mondo accuratamente traduce: “Egli fu reso manifesto in carne”, cioè la Parola, che divenne l’uomo Cristo Gesù.

      Che cosa abbiamo dunque imparato? È divenuto ora inconfutabilmente chiaro che: (1) Il Concilio di Calcedonia, invece di rigettare il male, mescolò l’errore che Gesù fosse Dio alla verità che egli era uomo, inventando così quella “raffinata assurdità”; (2) Gesù nella sua vita preumana non era Dio ma il Figlio di Dio, “il principio della creazione di Dio”; (3) Gesù doveva essere un vero uomo, non un Dio-Uomo, per poter essere “inferiore agli angeli”; (4) se Gesù fosse stato uno spirito rivestito di carne umana non ci sarebbe stato bisogno che nascesse come un bambino, e (5) per provvedere il sacrificio di riscatto Gesù doveva morire come uomo perfetto, niente di più o di meno.

      L’inevitabile conclusione è che la Parola di Dio non insegna che Gesù fosse un Dio-Uomo. Insegna che sulla terra egli era un uomo perfetto, un perfetto organismo umano. Chi insegna che egli fosse un Dio-Uomo insegna una falsa religione, e viola la regola posta dall’apostolo di Cristo: “Non andate oltre le cose che sono scritte”. — 1 Cor. 4:6, NM.

  • Domande dai lettori
    La Torre di Guardia 1957 | 15 giugno
    • Domande dai lettori

      ◆ “Il calore . . . dall’ombra d’una nuvola” (Isa. 25:5) è forse un riferimento al calore distruttivo e alla nuvola che accompagnano l’esplosione della bomba atomica? — M. E., Illinois.

      La risposta a questa domanda è assolutamente No! Applicare in tal modo questa espressione della Bibbia come la si trova nella Versione Riveduta significa considerarla fuori dal contesto. Notate che cosa dice, per intero, Isaia 25:5: “Come il calore è domato in una terra arida, così tu [Geova] hai domato il tumulto degli stranieri; come il calore è diminuito dall’ombra d’una nuvola, così il canto de’ tiranni è stato abbassato”. A che cosa si riferisce qui la profezia di Isaia? Non richiama l’attenzione al calore proveniente dalla nuvola a forma di fungo di un’esplosione atomica, ma mostra come Geova Dio in questo “tempo della fine” avrebbe diminuito il calore di tribolazioni e persecuzioni contro i suoi testimoni con la nuvola della sua presenza e protezione. In una giornata calda una nuvola, con la sua ombra, porta un gradevole sollievo; essa attenua o diminuisce il calore. Geova Dio fa lo stesso con la sua “nuvola”.

      Qui è appropriato citare La Torre di Guardia (inglese) del 15 ottobre 1943, che commenta Isaia 25:5:

      “Con la nuvola della sua presenza fra loro, che porta approvazione e benedizioni divine per la loro fedeltà nella prova, egli li ha coperti come un’ombra e ha reso sopportabile la vampa della ferocia religiosa. Il Figlio di Dio [Gesù Cristo] nel tempio è con loro nella fornace di fuoco. (Dan. 3:19-25) L’aver compreso che la principale contesa per il dominio universale di Dio è legata alla loro dimostrazione di integrità verso di lui permette loro di resistere incrollabili alle tempestose raffiche della

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