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  • Liberi agenti morali e la parola
    La Torre di Guardia 1952 | 15 febbraio
    • 8. Quale appropriata informazione dà Iddio relativamente al celibato e al matrimonio, e qual è la volontà di Dio per quelli che si sposano?

      8 Dunque, salvo che un Cristiano deve sposarsi “nel Signore”, Iddio non esercita nessuna volontà nel decidere, ma lascia a ciascun Cristiano assoluta libertà di scelta a questo riguardo. Iddio lo assicura che non pecca se si sposa “nel Signore”, ma gli dice quale sarà la sua parte se rimane celibe e quale sarà se si sposa. Egli è libero di restar celibe e godere una più vasta sfera di servizio e speciali privilegi per cui il suo celibato lo rende idoneo. È libero di sposarsi, senza peccare per questo, per godere i piaceri, le benedizioni e i privilegi del matrimonio. Ma deve perdere conseguentemente un certo controllo sul suo corpo e deve aspettarsi “tribolazioni nella carne”. Non vi è peccato nel soddisfare i suoi desideri in questo caso. Che cosa desidera? La volontà di Dio è solo che, se egli si sposa, deve amare sua moglie, tenere il talamo incontaminato non commettendo adulterio, e allevare i suoi figli nella disciplina e nell’autorevole consiglio di Geova e dar prova della sua integrità verso Dio in adempimento dei suoi voti a Dio. — Efes. 5:22-33; Ebr. 13:4; Efes. 6:4.

  • Lo spirito, l’organizzazione e la Parola
    La Torre di Guardia 1952 | 15 febbraio
    • Lo spirito, l’organizzazione e la Parola

      1. Che cosa un cristiano è responsabile di consultare e studiare? Perché?

      POICHÉ la Sacra Bibbia espone la volontà di Dio, il Cristiano è ritenuto responsabile di consultare e studiare la Parola di Dio. Solo in questo modo egli può apprendere come acquistare la vita eterna. A Timoteo l’apostolo Paolo scrisse: “Fin dall’infanzia hai conosciuto i sacri scritti che possono renderti saggio per la salvezza mediante la fede in connessione con Cristo Gesù. Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile per insegnare, per riprendere, per mettere le cose a posto, per disciplinare nella giustizia, affinché l’uomo di Dio sia pienamente capace, del tutto fornito per ogni opera buona”. — 2 Tim. 3:15, 16, NM.

      2. Com’è mostrato che la lettura e lo studio della Bibbia non sono limitati a servitori ufficiali?

      2 È vero, queste parole di Paolo furono scritte ad un uomo che era sorvegliante di una congregazione cristiana. Ma questo non significa che la lettura e lo studio personale delle Sacre Scritture siano limitati solo a una classe ufficiale di servitori, e che i comuni membri della congregazione possano esimersi dallo studiarla per proprio conto. Timoteo conosceva i sacri scritti anche prima di diventar sorvegliante; e il fatto che il sorvegliante dev’essere d’esempio al gregge significa che i membri del gregge devono seguirne l’esempio studiando loro stessi la Parola di Dio. In questo modo possono determinare se le cose loro insegnate son vere, cioè, in armonia con la volontà e la Parola di Dio.

      3, 4. Può un cristiano con la sola Bibbia comprendere la parola di Dio? Quali sono le ragioni della vostra risposta?

      3 Ma ora una domanda. Può un singolo Cristiano unicamente con la Bibbia comprendere da solo tutto ciò che le Scritture insegnano? È la sola Bibbia tutto ciò che gli serve per determinare qual è la volontà di Dio? Egli ha il diritto di avere una copia personale del Libro di Dio e osserva le istruzioni apostoliche di fare uno studio privato di questo Libro. Ma egli non può confidare esclusivamente in se stesso per capirla in pieno. In una lettera generale ai Cristiani l’apostolo Pietro scrive: “Di conseguenza, abbiamo la parola profetica resa più ferma, e voi fate bene prestandole attenzione come ad una lampada risplendente in luogo oscuro, finché spunti il giorno e una stella mattutina sorga nei vostri cuori. Poiché voi sapete questo prima di tutto, che nessuna profezia della Scrittura viene da privato scioglimento. Poiché la profezia non fu in alcun tempo recata dalla volontà dell’uomo, ma degli uomini parlarono da parte di Dio mentre erano sospinti da spirito santo”. (2 Piet. 1:19-21, NM) Poiché la Parola di Dio ci fu rilasciata da uomini sotto la potenza dello spirito santo o forza attiva di Dio, l’aiuto dello spirito di Dio è necessario per capire quella Parola.

      4 Il canone o collezione autorizzata delle ispirate Scritture Ebraiche fu terminato nel quinto secolo avanti Cristo, tuttavia neppure gli Ebrei che ne conoscevano la lingua originaria potevano comprendere in pieno il suo significato. Gli stessi scrittori profetici non conobbero il significato delle Profezie che pronunziarono e misero per iscritto. Come accadde, dunque, che i primi Cristiani vennero ad acquistare intendimento di queste Scritture? Mediante l’aiuto dello spirito o forza attiva di Dio la cui potenza illuminatrice operava sulle loro menti.

      5. Come spiega Paolo la necessità dello spirito in rapporto col sacro segreto di Dio?

      5 Illustriamo: La Parola di Dio contiene un sacro mistero che offre la speranza della gloria celeste ai Cristiani. Occorre la potenza illuminatrice dello spirito di Dio per indagare nella profondità di quel segreto e scoprire il significato che ha per noi. Mostrando che abbiamo bisogno dell’aiuto dello spirito, Paolo scrive: “Noi esponiamo la sapienza di Dio in un sacro segreto, la sapienza nascosta, che Iddio ha preordinata prima dei sistemi di cose per la nostra gloria. Nessuno dei governanti di questo sistema di cose venne a conoscere questa sapienza, poiché se essi [i governanti Giudei con le scritte Scritture Ebraiche] l’avessero conosciuta non avrebbero messo al palo il glorioso Signore. Ma com’è scritto: ‘Occhio non ha veduto e orecchio non ha udito, né sono state concepite nel cuore dell’uomo le cose che Dio ha preparate per quelli che l’amano.’ Perché è a noi che Iddio le ha rivelate mediante il suo spirito, poiché lo spirito investiga tutte le cose, anche le cose profonde di Dio. Così, anche, nessuno è venuto a conoscere le cose di Dio, eccetto lo spirito di Dio. Ora noi abbiamo ricevuto, non lo spirito del mondo, ma

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