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Ministri coreani in servizio continuoLa Torre di Guardia 1971 | 1° marzo
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l’esempio del sorvegliante di una delle cinquantadue congregazioni di Seul. Egli e sua moglie erano stati famosi cantanti per decenni. La famiglia era buddista e adorava gli antenati. Essi incoraggiarono i loro figli a progredire nel ministero. Ora hanno la gioia di vedere che due delle loro figlie maggiori svolgono il servizio continuo speciale e un figlio svolge il ministero continuo regolare.
Questi ministri in servizio continuo di ogni età hanno contribuito in non piccola misura alla rimarchevole crescita che c’è stata in anni recenti fra i testimoni di Geova della Corea. Per esempio, cinque anni fa c’erano nella Corea del Sud 5.936 attivi ministri dei testimoni di Geova. Ora tale numero è quasi raddoppiato, salendo a 11.744!
Questi ministri coreani in servizio continuo, di tante diverse origini e di ogni età, sono sinceramente interessati in quelli a cui insegnano la Bibbia. E questo suscita un’eccellente risposta mentre aiutano altri a servire il loro Creatore come discepoli di Gesù Cristo.
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Benedizioni dell’ubbidienza imparata mediante le sofferenzeLa Torre di Guardia 1971 | 1° marzo
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Benedizioni dell’ubbidienza imparata mediante le sofferenze
”Benché fosse Figlio, imparò l’ubbidienza dalle cose che soffrì; e dopo essere stato reso perfetto divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono responsabile di salvezza eterna”. — Ebr. 5:8, 9.
1. Perché la perseveranza ha spesso grande attrattiva, e che cosa richiede?
SOVRUMANA prova di perseveranza! Un simile titolo di giornale richiamerebbe subito l’attenzione non solo perché promette qualche cosa di sensazionale, ma perché molti si interessano della qualità della perseveranza. Leggerebbero quello che segue sotto tale titolo con la sensazione d’essere coinvolti, chiedendosi come se la caverebbero in tale prova. Infatti, molti si sottopongono spontaneamente a dure prove di resistenza, come nell’alpinismo, nella corsa su lunga distanza, nel nuoto, ecc. Queste imprese richiedono non solo di continuare ininterrottamente una certa attività, ma anche costante fermezza sotto pressione, avversità o sofferenze, senza essere sopraffatti o senza cedere. Questo vuol dire perseveranza. È giustamente considerata una qualità eccellente, che richiede pazienza, sopportazione, forte devozione, forza d’animo e coraggio. Benché nei summenzionati casi il motivo determinante includa competizione e orgoglio per i risultati ottenuti, non è sempre così. Assistere qualcuno durante una lunga e dolorosa malattia, da cui non ci sia speranza di guarigione, o vivere per anni con qualcuno che è divenuto irascibile o dissoluto, queste e altre circostanze simili richiedono tutte perseveranza, ma non si fa per esserne lodati e spesso sono prese per scontate e passano inosservate.
2. Su quale speciale esempio di perseveranza la Bibbia richiama la nostra attenzione?
2 Ora vi invitiamo a prestare attenzione a un incomparabile caso in cui una sovrumana prova di perseveranza fu superata con successo. Non è un’esagerazione. Possiamo anche dire, in base all’autorità della Parola di Dio, che siete invitato a esservi coinvolto. In realtà, tutti noi, tutti indistintamente, vi siamo coinvolti. Questo caso è senza uguale non perché i suoi princìpi differiscano da quelli di altre prove, ma a motivo di certe rimarchevoli caratteristiche e circostanze degne di considerazione. Come potevate aspettarvi, questo caso riguarda l’unigenito Figlio di Dio, Cristo Gesù. Di lui è scritto: “Benché fosse Figlio, imparò l’ubbidienza dalle cose che soffrì; e dopo essere stato reso perfetto divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono responsabile di salvezza eterna”. (Ebr. 5:8, 9) Comunque, prima di esaminare in modo particolareggiato come e perché egli fu messo alla prova, notiamo in breve, per nostro incoraggiamento, alcune benedizioni che egli ottenne come diretto risultato di tutto ciò che sopportò.
3. In breve, quali benedizioni ottenute con essa da Gesù si possono menzionare?
3 Anzitutto, Paolo prosegue immediatamente menzionando tre di queste benedizioni: (1) Gesù fu con ciò “reso perfetto” in senso speciale, (2) fu autorizzato a divenire “per tutti quelli che gli ubbidiscono responsabile di salvezza eterna” e (3) fu qualificato per essere “sommo sacerdote secondo la maniera di Melchisedec”. (Ebr. 5:9, 10) Quest’ultima cosa, naturalmente, significa che (4) Gesù fu anche qualificato per essere “re”, come Melchisedec. A queste possiamo aggiungere che (5) è costituito “mediatore di un nuovo patto” ed è anche (6) supremamente esaltato alla “destra del trono di Dio”. In ultimo, (7) fu reso capo “quale Figlio sulla” casa dei figli di Dio. Dovremmo ricordare tali cose mentre guardiamo quello che potrebbe sembrare il lato oscuro della situazione. Questo è ciò che fece Gesù, poiché leggiamo: “Per la gioia che gli fu posta dinanzi egli sopportò il palo di tortura”. — Ebr. 7:1, 2; 9:15; 3:6; 12:2.
4. In considerazione di Ebrei 7:26, quali domande sorgono dalla dichiarazione di Ebrei 5:8, 9?
4 Rivolgendo nuovamente l’attenzione all’ispirata dichiarazione dell’apostolo in Ebrei 5:8, 9, notiamo che usa espressioni le quali a prima vista sembrano strane e difficili da capire. Giacché Gesù era il perfetto Figlio di Dio mandato dal cielo, “leale, semplice, incontaminato, separato dai peccatori”, come può dirsi che “imparò l’ubbidienza dalle cose che soffrì” e come fu con ciò “reso perfetto”? (Ebr. 7:26) Perché fu necessario nel suo caso? Non era sempre stato ubbidiente e sempre perfetto? Per ottenere la giusta veduta e il giusto apprezzamento di queste importanti domande, vogliamo guardare tutto l’argomento con gli occhi di Paolo, per così dire, ricordando che egli fu particolarmente benedetto con lo spirito di Geova.
5. Qual è il principale tema di Paolo in Ebrei, capitolo 1, e com’è sostenuto?
5 È molto interessante vedere come Paolo svolge l’argomento scrivendo ai cristiani ebrei, e notare anche il suo frequente riferimento agli angeli nella parte precedente. Il suo tema principale, anzitutto, è l’incomparabile esaltazione del Figlio di Dio alla più alta posizione, essendo reso il “riflesso della sua gloria [di Dio] e l’esatta rappresentazione del suo stesso essere . . . e dopo aver fatto la purificazione dei nostri peccati si mise a sedere alla destra della maestà negli alti luoghi. Quindi è divenuto migliore degli angeli”. (Ebr. 1:3, 4) Nella lunga lista di citazioni dalle Scritture Ebraiche che segue, le quali mostrano
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