Nessun compromesso sui princìpi cristiani
“Chi dunque vuol essere amico del mondo si costituisce nemico di Dio”. — Giac. 4:4.
1. Che cosa sono i princìpi?
I VERI Cristiani sono governati da princìpi. Un principio è una verità fondamentale. Poiché verità è ciò che è d’accordo con l’effettivo stato di cose, i princìpi sono essenzialmente dichiarazioni di fatti basilari. La Bibbia contiene migliaia di questi princìpi, espressamente dichiarati come nella scrittura summenzionata. Altri sono dedotti o si trovano nel libro della natura, come scrisse Paolo in Romani 1:20: “Le sue invisibili qualità [di Dio] . . . si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo, perché sono comprese dalle cose fatte”.
2, 3. Quali sono alcuni esempi di princìpi, e come si possono usare nel ragionare?
2 Alcuni esempi di princìpi serviranno ad indicare la parte che i princìpi hanno nel nostro intendimento e ragionamento. Eccone alcuni: Geova è l’Altissimo sopra tutta la terra. Non vi è alcun Dio oltre Geova. Geova è di eternità in eternità. Gesù è il principio della creazione di Dio. Dio è capo di Cristo. Il Padre è maggiore di Cristo. Il Figlio è soggetto a Dio. Dio risuscitò Cristo dai morti. Dio diede a Cristo una posizione più elevata di quella che aveva prima. Lo spirito santo non è una persona. Persone possono essere piene di spirito santo. — Sal. 83:18; Isa. 44:6; Sal. 90:2; Col. 1:15; 1 Cor. 11:3; Giov. 14:28; 1 Cor. 15:28; Atti 13:30; 2:32, 33; 2:4, 17.
3 Come si dovrebbero mettere in atto questi princìpi? Potrebbero essere considerati come materiale da costruzione raccolto secondo i progetti per fare una casa. Questi particolari princìpi di verità uniti insieme secondo il modello divino formano le dottrine di verità biblica. Un punto che immediatamente risulta evidente è l’impossibilità che Geova Dio, Cristo Gesù e lo spirito santo siano un solo ‘dio, uguale, coeterno’, come dicono i trinitari. Geova è più potente di Cristo Gesù; quindi essi non sono uguali. Geova è eterno, ma Gesù fu creato da Dio; perciò essi non sono uguali e Gesù non è l’Eterno. E lo spirito santo è la forza di Dio, non una persona. Una persona non può ricevere in sé un’altra persona, ma può ricevere in sé una forza attiva o spirito santo. Il clero rifiuta di ragionare su questi princìpi scritturali, ma insiste nel dire che la dottrina della trinità è un mistero. In realtà il clero è uno strumento di Satana, perché Satana cerca di dimostrare che Dio non è il supremo; e insegnando la dottrina della trinità il clero cerca di porre l’Onnipotente Dio Geova in una posizione in cui altri sono uguali a Lui. Questo è impossibile secondo i fatti e i princìpi biblici. Perciò ragionando su questi princìpi siete in grado di vedere chiaramente che la dottrina della trinità sostenuta dalla Cristianità è falsa. E naturalmente la parola “trinità” non esiste nella Bibbia.
4, 5. Qual è la relazione fra le leggi e i princìpi di Geova?
4 Le leggi teocratiche di Geova sono basate su princìpi di verità. Per esempio, una legge divina ancora oggi in vigore proibisce di uccidere. Essa è basata sul semplice principio o fatto che l’uomo è mortale. Quindi come i veri princìpi servono a edificare tutte le numerose dottrine bibliche, così i veri princìpi sono alla base di tutte le leggi di Dio.
5 Effettivamente ognuna delle centinaia di leggi contenute nel patto della legge dato a Mosè si basa su uno o più princìpi di verità. Moltissimi giusti princìpi furono portati per la prima volta all’attenzione dell’uomo allorché, come una rivelazione, venne dato agli Israeliti il patto della legge. Perciò quando Dio pose fine alla legale validità vincolante del patto della legge alla morte di Gesù, non distrusse gli eterni princìpi di verità che furono portati alla conoscenza dell’uomo per mezzo di esso. Questi princìpi di verità trovati nella Legge, preservati ancora per noi nella Bibbia, continuano a guidare i Cristiani nella via della giustizia. — Col. 2:14.
6. Perché era più facile vivere al tempo di Mosè che secondo le istruzioni di Cristo?
6 Vivere secondo le regole indicate da Mosè non era così difficile come imparare a vivere secondo i princìpi di Cristo. È molto più facile conformare la propria condotta a una regola che lasciare che un principio guidi l’intera vita. Mosè prescrisse regole; Cristo inculcò princìpi. Le regole sono per i bambini; i princìpi per uomini e donne maturi nella crescita cristiana.
7. Sono i Cristiani interamente guidati da princìpi, o ci sono anche leggi a cui essi devono ubbidire?
7 Benché Cristo abbia inculcato princìpi, ciò non significa che non ci siano leggi che governano le attività dei Cristiani. Le leggi sono regole d’azione dettate dal superiore per la condotta dell’inferiore, e i Cristiani sono perciò obbligati ad ubbidire alle leggi di Dio. Esempi di leggi date ai Cristiani sono: la proibizione di mangiare il sangue, l’astensione dalla fornicazione, il divieto di adorare idoli, il dovere di radunarsi insieme in assemblee, non uccidere, eccetera. E non dobbiamo dimenticare le due grandi leggi o comandamenti che Gesù ripeté per noi: “‘Devi amare Geova il tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima e con tutta la mente tua’. Questo è il più grande e primo comandamento. Il secondo, simile ad esso, è questo: ‘Devi amare il tuo prossimo come te stesso’”. Queste leggi sono basate su princìpi di verità. Essi vengono esposti per condurre i Cristiani alla maturità. — Atti 15:20; Ebr. 10:25; Rom. 13:9; Matt. 22:37-39.
8, 9. (a) Come un Cristiano è governato dai princìpi? (b) Che cosa significa esser dominato dalla passione?
8 Ma per i Cristiani, consigli e istruzioni impartite hanno spesso un’applicazione generale, stabilendo il principio da seguire e lasciando a ogni individuo il libero arbitrio di scegliere di seguire i fedeli princìpi stabiliti o di seguire il suo desiderio egoista. In questo modo Dio permette ad ognuno di dimostrare quanto amore e fiducia abbia in Dio e quanto sia ansioso di fare la volontà divina.
9 Ci sono due forze che agiscono su tutte le persone. Una è la passione, provocata dall’influenza di altri sulla persona influenzata, e la seconda è il principio o la legge, cioè, la legge o regola d’azione di Dio che prescrive la via giusta e retta. Quelli che sono devoti a Geova sono governati dalla sua legge e seguono i suoi comandamenti basati su princìpi di verità. Perciò dunque, essere governati da un principio significa agire in base alla conoscenza dei fatti in armonia con la ragione e la coscienza. Esser governati dalla passione significa agire a causa di influenza esterna, lasciarsi dirigere da interessi personali, come ricchezza, fama, potenza, sicurezza, o appagamento dei sensi o istinti.
10. In che modo Paolo indicò la differenza fra quelli che seguono le passioni e quelli che sono guidati dai princìpi?
10 In questo sistema controllato da Satana la passione guida la mente della maggior parte degli uomini nel valutare le cose. Diviene sempre più evidente che le passionali brame della carne sono considerate con favore dal mondo, mentre coloro che sono guidati dai princìpi della Parola di Dio sono oggi scherniti e messi in ridicolo dalla maggioranza dell’umanità. In Galati 5:19-24 Paolo mostrò la differenza fra quelli che seguono le passioni e quelli che seguono i giusti princìpi di Dio, e possiamo notare come le cose ispirate dalla passione crescano rapidamente in popolarità in questi ultimi giorni: “Ora le opere della carne sono manifeste, e sono fornicazione, impurità, condotta dissoluta, idolatria, pratica di spiritismo, odii, lotte, gelosia, accessi d’ira, contese, divisioni, sette, invidie, ubriachezze, baldorie, e cose simili. In quanto a queste cose io vi preavverto, nello stesso modo in cui vi ho preavvertiti, che quelli che praticano tali cose non erediteranno il regno di Dio. D’altra parte, il frutto dello spirito è amore, gioia, pace, longanimità, gentilezza, bontà, fede, mitezza, padronanza di sé. Contro tali cose non v’è legge. Inoltre, quelli che appartengono a Cristo Gesù mettono al palo la carne insieme alle sue passioni e ai suoi desideri”.
11. (a) Quali due importanti princìpi si scorgono nelle parole di Paolo? (b) Come indicò Pietro che la giusta condotta dei Cristiani reca lode a Geova?
11 Notate i due princìpi qui esposti: quelli che praticano le opere della carne non erediteranno il regno di Dio; quelli che sono Cristiani non fanno tali opere. I Cristiani vogliono vivere sotto il governo di Dio; quindi devono attenersi ai giusti princìpi. Perciò Pietro avvertì con vigore in 1 Pietro 2:11, 12: “Diletti, io vi esorto quali forestieri e residenti temporanei di astenervi dai desideri carnali, che sono quelli che provocano un conflitto contro l’anima. Mantenete giusta la vostra condotta fra le nazioni, affinché, nelle cose di cui parlano contro di voi come malfattori, essi, come risultato delle vostre giuste opere delle quali sono testimoni oculari, possano glorificare Dio nel giorno della sua ispezione”. La giusta condotta intrapresa dai Cristiani reca lode a Geova agli occhi degli uomini di buona volontà, ma non agli occhi del mondo. In questo sistema di cose seguire i princìpi richiede uno sforzo. Significa amare la verità anche se è impopolare. Significa temere Dio, non l’uomo. Significa odiare l’ingiusto guadagno, non cercarlo. Queste sono le qualità che Geova cerca in coloro che lo serviranno nel nuovo mondo. — Eso. 18:21; Prov. 29:25.
PRINCIPI: FONDAMENTO SU CUI EDIFICARE
12. Che cosa incluse Paolo fra i basilari princìpi del Cristianesimo?
12 L’apostolo Paolo scrisse espressamente agli Ebrei riguardo al fondamento o ai princìpi basilari di verità a cui tutti i Cristiani devono attenersi, dicendo: “Mentre dovreste esser maestri in considerazione del tempo, voi avete ancora bisogno di qualcuno che v’insegni dall’inizio i primi princìpi delle sacre dichiarazioni di Dio, e siete diventati tali da aver bisogno di latte, non di cibo solido. Poiché chiunque prende il latte non conosce la parola della giustizia, perché è un bambino. Ma il cibo solido appartiene a persone mature, a coloro che mediante l’uso hanno le loro facoltà di percezione esercitate per distinguere sia il bene che il male. Per questa ragione, ora che abbiamo lasciato la dottrina elementare intorno al Cristo, avanziamo verso la maturità, non ponendo di nuovo il fondamento, cioè il ravvedimento dalle opere morte e la fede in Dio, l’insegnamento di battesimi e l’imposizione delle mani, la risurrezione dei morti e il giudizio eterno”. — Ebr. 5:12–6:2.
13-15. (a) Che cosa intese Paolo quando disse che abbiamo “lasciato” la dottrina elementare? (b) Come si può paragonare questo ai princìpi fondamentali della matematica?
13 E che cosa intende Paolo quando dice che abbiamo “lasciato” quei princìpi dottrinali di verità basilari? Dicendo che li abbiamo ‘lasciati’ Paolo non intende sicuramente che dovremmo cessare di osservare o mettere in pratica il ravvedimento e la fede; né intende che dovremmo cessare di osservare e mettere in pratica il battesimo. L’apostolo dimostra questo: che non dovremmo continuare a imparare di nuovo sempre queste cose. Non dovremmo esser soddisfatti di conoscere solo le cose fondamentali. Paolo rimproverò gli Ebrei ai quali si rivolgeva perché, mentre avrebbero dovuto essere insegnanti, avevano bisogno di qualcuno che insegnasse loro di nuovo i primi princìpi. Essi avrebbero dovuto capire tutte queste cose ed essere in grado di insegnarle; e pur continuando ad osservarle avrebbero dovuto accrescere la propria conoscenza della Parola e dei propositi di Dio; e non solo questo, ma avrebbero dovuto ricordare che non solo le giuste dottrine su questi argomenti sono necessarie per il nostro pieno sviluppo come seguaci di Cristo, ma anche raggiungere il risultato voluto, cioè, divenire Cristiani adulti capaci di ponderare e comprendere la Parola di Dio e di comportarsi secondo i suoi princìpi di giustizia. Questo egli intende quando dice “avanziamo verso la maturità”.
14 Si potrebbe paragonare ciò al modo in cui un fanciullo, quando va a scuola prima impara la tavola pitagorica e come sommare, sottrarre e dividere. Questi sono i princìpi fondamentali della matematica; eppure penseremmo che un fanciullo sia o molto stupido o negligente nei suoi studi se continuasse per parecchi anni ad imparare questi primi princìpi; e diremmo che dovrebbe lasciare i primi princìpi e passare ad altre cose; e con questo non intenderemmo che egli dovrebbe dimenticare questi primi princìpi o considerarli qualche cosa da lasciar da parte senza pensarci più. Il ragazzo dovrebbe ricordarli e usarli e aggiungere ad essi gli insegnamenti superiori della matematica. Se il ragazzo vuole diventare un ingegnere, deve progredire nella conoscenza e applicazione della matematica superiore. E deve imparare a farsi guidare dagli ulteriori princìpi relativi. La sua carriera non potrebbe aver successo se egli ignorasse i princìpi appresi perché, per l’errato calcolo delle basilari necessità di costruzione, l’edificio al quale ha lavorato crollerebbe.
15 Si potrebbe dire che il Cristiano si trova in una posizione analoga. Secondo Paolo, egli dovrebbe usare i princìpi fondamentali di Cristo come mezzo per avanzare verso la maturità spirituale. Deve imparare e farsi guidare dagli avanzati princìpi di Cristo ed essere in grado di insegnarli ad altri. Se egli stesso non li comprende non può farsi guidare da essi, e se non li comprende non sarà in grado di istruire altri al riguardo. L’insegnamento cristiano è sia orale che esemplare; il modo di vivere del Cristiano maturo è considerato dalla persona immatura come buono da imitare, ed è buono da imitare se è basato su giusti princìpi. Questa è un’altra ragione per cui il Cristiano maturo deve essere governato dai princìpi. — Filip. 3:17.
16. Quale pericolo esiste per coloro che non avanzano oltre i primi princìpi?
16 D’altra parte, se non avanziamo oltre i primi princìpi di Cristo, ma come bambini indugiamo sulle verità fondamentali di ravvedimento, fede, battesimo, esser generati dallo spirito, risurrezione, giudizio delle anime eccetera, siamo in pericolo. Quale pericolo? Una ricaduta nel peccato. Dobbiamo avere un edificio solido, ben costruito sui solidi princìpi fondamentali del Cristianesimo, e continuare a costruire. — Rom. 14:19; Giuda 20.
17. Che cosa si può dire di chi, dopo aver appreso i primi princìpi, non si sottopone alla dedicazione e al battesimo cristiano?
17 Si noti che ravvedimento, fede e battesimo sono verità fondamentali. Le Scritture ci esortano ad avanzare oltre queste e raggiungere la maturità. Quindi, qualsiasi persona associata oggi alla società del nuovo mondo che per qualunque ragione manchi di sottoporsi al battesimo cristiano si dimostra molto immatura, non intendendo pienamente neanche i primi princìpi di Cristo. Benché sia da molti anni associata alla società del nuovo mondo e partecipi alle adunanze della congregazione, è ancora dominata più dalla passione che dal principio. Quelli che avanzano oltre queste verità fondamentali, con l’aiuto dello spirito di Dio, avanzeranno verso il maturo cibo spirituale, acquistando un penetrante intendimento della Parola di Dio. Lo spirito o forza attiva di Dio ha poteri indagatori, e per mezzo suo le cose più profonde di Dio sono penetrate e rivelate al nostro intendimento. — 1 Cor. 2:9, 10.
18. In che modo la Parola di Dio ci aiuta ad essere governati dai princìpi?
18 Ogni discernimento spirituale è basato sulla Parola di Dio. Perciò non vi è nulla che sostituisca la conoscenza della Parola di Dio. Noi tutti abbiamo bisogno di meditare ogni giorno sulla Parola di Dio, per imprimere più fermamente nella nostra mente i princìpi di verità dell’Onnipotente Dio Geova. Più princìpi basilari assimiliamo, più diventiamo maturi, più stabili e più capaci di evitare la caduta o la ricaduta nel peccato. I capi religiosi ebrei prepararono un Talmud che gli Ebrei dovevano seguire, stabilendo in tal modo regole per ogni specie di condotta, lasciando poca o nessuna opportunità di ragionare sulla Parola di Dio, ponderare e apprendere i princìpi di Dio. Geova non ha provveduto mediante Cristo un insieme di regole simili al Talmud per la condotta cristiana. Egli ha dichiarato nella Bibbia alcune regole e leggi basilari perché avessimo una documentazione dei princìpi che i Cristiani devono seguire. È necessario che i Cristiani applichino alla loro vita quotidiana questi princìpi cristiani. Una conoscenza frammentaria di alcuni fatti trovati nelle Scritture non basta.
I CRISTIANI E IL MONDO
19. In che modo seguire i princìpi di Dio influisce sulla relazione di un Cristiano col mondo?
19 Per gli uomini è più difficile accettare i giusti princìpi della Parola di Dio che i fatti biblici comunemente conosciuti. I testimoni di Geova si trovano oggi in un mondo in cui molti pretendono di essere cristiani e fanno bei discorsi sui princìpi stabiliti nella Bibbia, ma è raro trovare fuori della società del nuovo mondo persone che cerchino con costanza di vivere secondo i princìpi e le regole stabiliti dall’Onnipotente Dio nella sua Parola. Poiché i testimoni di Geova seguono i princìpi cristiani sono considerati un po’ strani dalla maggior parte delle persone di questo mondo. Il mondo è così lontano dai princìpi di Geova che i testimoni di Geova sono divenuti differenti da tutti gli altri popoli di questo mondo, e da alcuni governi di questo mondo sono considerati persone ostinate, che non vogliono conformarsi all’ordine stabilito. I governanti non comprendono i princìpi esposti nelle Scritture indicanti che Satana è il dio di questo mondo e che i Cristiani non fanno parte di questo mondo. (1 Cor. 2:14) Il mondo, per mezzo dei suoi giudici e governanti, esige che i testimoni di Geova rendano a Cesare, non solo ciò che è di Cesare, ma più di questo, e il mondo dimentica il resto del comando di Gesù di rendere a Dio ciò che è di Dio. I testimoni di Geova pagano le loro tasse, accettano l’istruzione scolastica della nazione e sostengono tutte le leggi del paese che sono in pieno accordo con i princìpi divini di verità e giustizia, e dovunque vivano essi osservano le regole e i regolamenti della nazione. Si vestono come gli altri e in massima parte si conformano alle usanze e abitudini della gente. Ma una cosa che i testimoni di Geova non possono e non vogliono fare è violare la propria coscienza, che è stata addestrata secondo i princìpi esposti nella Parola di Dio. Quali veri Cristiani, i testimoni di Geova si attengono ai princìpi dell’Onnipotente Dio e rendono a Dio ciò che appartiene a Dio. — Matt. 22:21.
20. Qual è un preminente principio ignorato da molti?
20 Gli uomini non possono ignorare il preminente principio che Geova è il Creatore e Onnipotente Dio dell’universo, se vogliono avere intendimento. Alcuni cosiddetti sapienti uomini di scienza del mondo elevano un’insormontabile barriera all’intendimento dell’origine della vita ignorando deliberatamente questo principio. Quindi per quanto cerchino, senza questa verità basilare non possono mai giungere ad una soddisfacente spiegazione della vita. — Gen. 1:1.
21. (a) Qual è il diritto di Geova come Creatore? (b) Quando diventiamo dedicati adoratori di Geova qual è la nostra posizione rispetto al mondo?
21 Essendo il Creatore e l’Onnipotente, Geova ha diritto di ricevere l’esclusiva devozione delle creature umane sulla terra. Geova stesso l’ha reso chiaro nel dare la sua legge a Israele: “Non devi farti un’immagine scolpita né una forma simile a qualsiasi cosa che è nei cieli di sopra o che è sulla terra di sotto o che è nelle acque sotto la terra. Non ti devi inchinare ad esse né essere indotto a servirle, perché io, Geova, il tuo Dio, sono un Dio che esige esclusiva devozione”. (Eso. 20:4, 5) Questo è un principio di verità o un fatto. Un altro fatto è che la sua supremazia è stata sfidata da Satana, il dio di questo mondo, e questo mondo è in opposizione all’Onnipotente Dio, Geova. (Giob. 1:11; Isa. 14:13; Giac. 4:4) I Cristiani fanno un’incondizionata dedicazione a Geova e quindi divengono estranei a questo vecchio mondo diabolico. Perciò la dedicazione è come una richiesta di cittadinanza nel nuovo mondo e la cerimonia formale del battesimo come un giuramento dinanzi a testimoni per confermare questo fatto. Il fondatore del Cristianesimo, Cristo Gesù, ne diede l’esempio con la sua dedicazione e battesimo, e in seguito, in Giovanni 17:14, affermò chiaramente riguardo ai Cristiani: “Non fanno parte del mondo come io non faccio parte del mondo”.
22. Quando Gesù stabilì il principio in Giovanni 17:14, perché non diede ai Cristiani una moltitudine di minute regole e dettagli da seguire?
22 Che cosa intese Gesù con il principio qui dichiarato? Perché non entrò nei particolari stabilendo una moltitudine di regole da seguire per i Cristiani? È vero che egli poco prima aveva stabilito il principio quando disse ai suoi seguaci, in Giovanni 15:19: “Se faceste parte del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo. Ora poiché non fate parte del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questa ragione il mondo vi odia”. Tuttavia egli non volle che i Cristiani si isolassero dal predicare al mondo, perché pregò Geova, in Giovanni 17:15: “Io ti chiedo, non di toglierli dal mondo, ma di vegliare su loro a causa del malvagio”. Sì, c’è pericolo da parte del dio di questo mondo. (2 Cor. 4:4) Gesù disse ai Cristiani i princìpi teocratici, ma lasciò ad essi di ragionare sulle Scritture e determinare come comportarsi di fronte alle astute insidie di Satana e come regolare la propria vita in questo sistema di cose.
23. In che modo l’esemplare vita di Cristo aiuta i Cristiani a ragionare su come vivere in accordo con i princìpi della parola di Dio in questo mondo?
23 I Cristiani oggi sulla terra hanno il vantaggio di vedere come Cristo e gli apostoli ispirati abbiano ragionato sui princìpi biblici. Gesù stesso aveva fatto una solenne dedicazione a servire Geova. Ciò significava che era un ministro o ambasciatore di Geova ed era richiesto che prestasse la massima attenzione al servizio di Geova. Egli apprezzò i veri valori, rendendosi conto della giustezza della sua posizione e tenendosi libero dal vecchio mondo o dai falsi ragionamenti umani. Predicò di accumularsi tesori in cielo e mise in pratica ciò che predicava servendo nel ministero a pieno tempo. Comprese i princìpi che tutte le cose appartengono a Geova e che la benedizione di Geova rende ricchi. Resistette al tentativo popolare di farlo re. Gesù fu positivo nell’esprimersi e nell’agire. Comprese pienamente quale fosse il suo posto e l’opera da fare. Mentre era neutrale riguardo ai conflitti, politica e commercio di questo mondo, non esitò a parlare apertamente per condannare le violazioni dei giusti princìpi di Dio. Non fece compromessi sui princìpi per essere eccessivamente riguardoso. Gesù rifiutò di prender parte alla falsa religione dei suoi giorni, e per la sua scrupolosa osservanza dei divini princìpi di giustizia suscitò il fuoco dei capi religiosi, che lo fecero portare dinanzi ai governatori romani. Qui Gesù stabilì un principio: “Il mio regno non fa parte di questo mondo”. E poi disse: “Se il mio regno facesse parte di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché io non fossi consegnato ai Giudei. Ma ora il mio regno non è di qui”. — Giov. 18:36; si veda anche Matt. 6:20; 4:1-10; 23:4, 5.