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Forza impartita mediante l’incoraggiamentoLa Torre di Guardia 1964 | 1° gennaio
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loro adorazione. Per esempio, alcuni di essi soffrivano a causa di padroni severi, e molti oltraggi erano apparentemente dovuti al fatto che certi schiavi posseduti da padroni desideravano fare la volontà di Dio. Soffrivano a causa della loro “coscienza verso Dio”, come pure oggi alcuni datori di lavoro fanno delle differenze verso i loro dipendenti a motivo della fede cristiana di questi ultimi. Come dovrebbero essi considerare la propria situazione? “Se, quando fate il bene e soffrite, lo sopportate, questa è cosa grata presso Dio”, scrisse Pietro. E proseguì, paragonando la loro situazione a quella di Cristo e dicendo: “Infatti, a questa condotta foste chiamati, perché anche Cristo soffrì per voi, lasciandovi un modello, onde seguiate attentamente le sue orme. Egli non commise peccato, né fu trovato inganno nella sua bocca. Quando era oltraggiato, non rese oltraggio. Quando soffriva, non minacciò, ma continuò ad affidarsi a colui che giudica giustamente”. Com’è incoraggiante avere un modello come questo da seguire! — 1 Piet. 2:18-23.
15. (a) A che cosa fu rivolta l’attenzione delle mogli cristiane come fonte di incoraggiamento? (b) Quale consiglio fu dato ai mariti per incoraggiarli? (c) A che cosa devono rivolgere la mente il marito e la moglie per rafforzarsi e aiutarsi a vicenda?
15 Lo stesso ottimo esempio di sottomissione fu raccomandato alle mogli cristiane, anche a quelle che erano sposate a mariti increduli, poiché cominciando a dare consigli alle mogli, Pietro usa l’espressione “in maniera simile”, rivolgendo quindi la loro attenzione alle precedenti dichiarazioni relative alla sottomissione. Anch’esse hanno un modello in Cristo, ed è per loro un modello ora come lo fu nel primo secolo. Incoraggiandole circa il risultato della loro paziente perseveranza, Pietro consiglia: “Siate sottoposte ai vostri mariti, affinché, se alcuni non sono ubbidienti alla parola, siano guadagnati senza parola dalla condotta delle loro mogli, essendo stati testimoni oculari della vostra condotta casta insieme a profondo rispetto”. Anche i mariti hanno i loro problemi e hanno bisogno di incoraggiamento. Perciò Pietro, che era un uomo sposato ed era mosso dallo spirito di Geova, considerò ciò a cui andavano incontro ed esortò gli uomini a sforzarsi di essere comprensivi nei rapporti con le loro mogli, a riconoscere che la moglie è “un vaso più debole, il femminile”, e non dovrebbero quindi aspettarsi che essa reagisca emotivamente come farebbe un uomo, o faccia il suo lavoro come lo farebbe un uomo. La cosa veramente importante su cui marito e moglie devono tenere fissa la mente è la loro relazione con Dio, e non dovrebbero mai permettere che i problemi domestici soffochino il loro vivo desiderio di aiutarsi a vicenda ad afferrare il premio della vita eterna. Che incoraggiamento pratico! Come fu utile il fatto che tutti i loro problemi venissero considerati, che fossero indicati i princìpi cristiani che dovevano guidarli, e che vedessero messo in risalto il bene prodotto dalla loro fedeltà in circostanze difficili! Questa stessa lettera ispirata è fonte di forza per noi in questi giorni di tribolazione. — 1 Piet. 3:1-9.
16. Nel quinto capitolo di Primo Pietro quali cose furono considerate coi sorveglianti, e perché?
16 I sorveglianti non furono trascurati nella lettera di Pietro, come se non avessero bisogno di incoraggiamento. Al contrario, considerò con essi questioni che avrebbero particolarmente apprezzato: giusta veduta del ministero, la loro relazione con Dio e coi fratelli, soluzione di difficili problemi, e persecuzione. “Pascete il gregge di Dio affidato alla vostra cura, . . . quelli che sono l’eredità di Dio”, egli disse. Quale sorvegliante, anche ora, non si commuove profondamente quando si sofferma a pensare che i membri della congregazione che gli è affidata appartengono a Dio? Considerando la cosa in questo modo, il sorvegliante non ‘signoreggia sopra il gregge’ né s’insuperbisce, ma dà ascolto al consiglio: “Umiliatevi, perciò, sotto la potente mano di Dio, affinché egli vi esalti a suo tempo; mentre gettate su di lui tutta la vostra ansietà, perché egli ha cura di voi”. È veramente fonte di incoraggiamento per un umile sorvegliante rendersi conto che non deve portare tutto il peso da solo. È esortato a rivolgersi a Dio per avere una guida nel risolvere i problemi, gettando tutte le sue ansietà su Dio, esaminando la Sua Parola per avere una guida e cercandolo in preghiera. Né egli è solo quando è perseguitato dal mondo di Satana; come disse Pietro: “Le stesse cose in quanto alle sofferenze si compiono nell’intera associazione dei vostri fratelli che sono nel mondo. Ma, dopo aver sofferto per un po’, l’Iddio d’ogni immeritata benignità, che vi ha chiamati alla sua gloria eterna unitamente a Cristo, completerà egli stesso il vostro addestramento, vi renderà fermi, vi renderà forti”. (1 Piet. 5:1-10) I sorveglianti hanno una buona ragione di farsi coraggio.
17. Chi è dunque in effetti il grande Datore di forza, e perché?
17 Senza dubbio, Geova è Colui che dà forza al suo popolo. Egli è Colui che ispirò a scrivere le parole di incoraggiamento che abbiamo considerate. Le promesse contenute nella sua Parola, la Bibbia, ci riempiono di speranza. Egli ci ha istruito affinché possiamo risolvere con successo i problemi della vita. Poiché ci sostiene, possiamo stare fermi anche di fronte all’opposizione del mondo. Perciò con Davide diciamo: “L’Eterno [Geova] è la mia forza ed il mio scudo; in lui s’è confidato il mio cuore, e sono stato soccorso; perciò il mio cuore festeggia, ed io lo celebrerò col mio cantico. L’Eterno [Geova] è la forza del suo popolo”. — Sal. 28:7, 8, VR.
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Diamo incoraggiamento ad altriLa Torre di Guardia 1964 | 1° gennaio
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Diamo incoraggiamento ad altri
1. Perché dare incoraggiamento ad altri è un obbligo cristiano, e quali buoni esempi abbiamo al riguardo?
OGNI persona ha opportunità di dare incoraggiamento ad altri, e come si apprezza quando usa tali opportunità a buon fine! Geova è più di ogni altro un Datore di incoraggiamento; egli perdona le nostre mancanze, accresce la nostra speranza e ci rafforza per le prove e l’opera che dobbiamo compiere. Similmente suo Figlio Gesù Cristo incoraggiò coloro che avevano un buon cuore, mostrando compassione ai malati e agli afflitti, dando l’esempio ai suoi discepoli lavorando con loro nella predicazione della buona notizia, e deponendo anche la sua vita a loro favore. (Giov. 15:13) Gli apostoli compresero che l’adempimento del loro incarico richiedeva non solo efficienza per compiere l’opera di predicazione, ma anche amorevole incoraggiamento ai loro conservi, ed essi lo diedero mediante edificanti lettere, visite personali e stimolanti discorsi alle congregazioni. (1 Piet. 5:12; Ebr. 13:22; Atti 11:23; 20:2) Che buoni esempi da seguire! E dobbiamo seguirli, poiché le Scritture ci esortano a divenire imitatori di Dio, a camminare nelle orme di suo Figlio, e a imitare gli apostoli com’essi imitarono Cristo. Quindi, ne consegue che abbiamo l’obbligo di incoraggiarci gli uni gli altri. — Efes. 5:1; 1 Piet. 2:21; 1 Cor. 11:1.
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