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La Rocca di fondazione della ChiesaLa Torre di Guardia 1950 | 15 aprile
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i giorni del loro santificato Agostino, ma è in diretta contraddizione con ogni scrittura ispirata della Bibbia che tratta il soggetto. Quando aderiamo alla Bibbia, perché sappiamo che è verace come Parola di Dio, allora seguiamo il comando apostolico che “sia Dio riconosciuto verace, ma ogni uomo bugiardo”. (Rom. 3:4) Quando seguiamo la verace Scrittura, che contiene gli insegnamenti degli apostoli, quindi non vi può essere dubbio circa il significato delle parole di Gesù in quanto a “questa pietra”. La prova scritturale è conclusiva, che le parole “questa pietra” significano Cristo Gesù stesso, poiché egli è il Principale Ufficiale Esecutivo di Dio e Iddio gli ha dato tutto il potere sulla terra, dov’è la sua visibile Chiesa, come anche nel cielo. Cristo Gesù è la rocca di fondazione della Chiesa dell’Iddio vivente. — Matt. 28:18.
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Esperienze di campoLa Torre di Guardia 1950 | 15 aprile
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Esperienze di campo
STUDI DI LIBRO FANNO DEI NUOVI PROCLAMATORI
La seguente esperienza inviata da un proclamatore nel Texas mostra la necessità di rivisitare a tutti i collocamenti, e anche che non è sempre l’esperienza a dar la possibilità di collocare letteratura. L’ardente zelo di nuovi interessati è anche efficace.
“Visitai una signora di buona volontà per tenere uno studio con ‘Sia Dio Riconosciuto Verace’, e trovai che era in compagnia. Chiesi alla signora ospite se aveva piacere di studiare con noi. ‘Sì, mi fa piacere!’ rispose prontamente. Fece molte domande e quando lo studio fu terminato disse che aveva il libro ‘Sia Dio Riconosciuto Verace’, ma non lo aveva studiato perché non poteva capirlo. Stabilii una data in cui visitarla, e quando arrivai mi stava aspettando. Le chiesi di scegliere un soggetto che le sarebbe particolarmente piaciuto di trattare, e scelse la ‘nuova terra’. Ne fu molto rallegrata e fece molte interessanti domande, disse che s’accorgeva che tutto quello che aveva ora se ne andava alla distruzione e che desiderava di poter vendere tutto e dedicarsi a questa opera. La invitai a uscire nell’opera con me per un’ora proprio allora. Disse che era lieta di andare, ma non sapeva come dare una testimonianza. Le dissi che poteva ascoltare da me e imparare, quindi avrebbe potuto provare a una porta. Diede i suoi due gemelli alla sua madre perché ne avesse cura, e venne con me alla prima casa. Quando cominciai a testimoniare alla padrona di casa la padrona di casa disse che non poteva prendere il libro e me lo ridiede. Ma fu presto collocato quando la nuova interessata cominciò a dire quanto avesse trovato meraviglioso il libro. Alla porta seguente diedi la testimonianza e di nuovo la padrona di casa rifiutò, ma la nuova testimone si unì con me nel testimoniare e presto fece il collocamento. Alla porta seguente andò da sola, e ritornò a dirmi che la signora era del tutto sarcastica. Ma all’altra porta ancora, dove io avevo tentato e non ero riuscita a fare dei collocamenti nel passato, ella diede una breve testimonianza e mentre se ne andava udii che diceva: ‘Lo legga il libro.’ Ebbi soltanto due studi con questa signora di buona volontà di circa 20 anni. Ora interviene agli studi del gruppo e partecipa alle ripetizioni nella scuola di ministero teocratico”.
RISPOSTA A UNA DOMANDA SU 1º PIETRO 3:19
Cara sorella,
La traduzione: “In esso Enoc andò e predicò anche a quegli spiriti che erano in carcere” come si trova in American Translation in 1 Pietro 3:19 non è la vera traduzione di qualsiasi testo greco, ma è interamente una congettura di qualche critico testuale, come Schulz e Harris, sul come si dovrebbe leggere il testo.
In una nota data in The Good speed Parallel New Testament, Edgar J. Goodspeed dice: “3:19 egli andò: Il riferimento è alla missione di Enoc agli angeli caduti descritta nel Libro di Enoc, capitoli 12-16; il nome ΕΝΩΧ è probabilmente sfuggito dal testo greco, per un errore dell’occhio, in seguito a ΕΝΩΚΑΙ (‘in cui pure’), ma anche senza di esso il riferimento è a Enoc, l’eroe di quel ben noto libro. Tutte le allusioni nei versetti 19 e 20 del capitolo 3 corrispondono a quella storia, che a sua volta si appoggia su Gen. 6:4–7:4. Il Libro di Enoc è espressamente citato in Giuda, 14, e ad esso è fatto riferimento in II Piet. 2:4. Era ben noto agli ultimi scrittori del Nuovo Testamento ma nei secoli che seguirono fu perduto di vista e fu riscoperto da James Bruce in Abissinia nel 1773 in una versione etiopica. Gli ‘spiriti ritenuti in carcere, i quali un tempo furono ribelli, quando la pazienza di Dio aspettava, ai giorni di Noè, mentre si preparava l’arca,’ è un’immancabile allusione agli angeli imprigionati visitati da Enoc; non è un riferimento ai morti”. Questo dimostra la ragione di Goodspeed per non seguire il testo greco che gli stava davanti bensì cedere ad una congettura.
La traduzione di Moffat traduce il versetto come An American Translation, ma in una nota in calce il dott. Moffatt spiega che lo ha così tradotto perché “accettando il miglioramento del dott. Rendel Harris che ‘Eνώχ sia stato omesso dopo ἐν ὡ χαὶ (ΕΝΩΚΑΙ [ΕΝΩΧ]) dall’equivoco di uno scriba nell’eliminare delle lettere ripetute.’ La storia di questa omissione è raccontata nel Libro di Enoc”.
Noi non accettiamo le precedenti traduzioni di Goodspeed e Moffat perché sono fondate su congettura, e non sul vero testo greco nè sui fatti della Scrittura.
Fedelmente nel servizio cristiano,
WATCHTOWER BIBLE AND TRACT SOCIETY, INC.
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