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  • Le sante qualità di amore e odio
    La Torre di Guardia 1975 | 1° gennaio
    • L’apostolo Giovanni disse: “Chiunque odia il suo fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida ha la vita eterna dimorante in sé”. (1 Giov. 3:15) Anche se hanno commesso una grave trasgressione, noi mostriamo compassione e misericordia ai nostri fratelli cristiani. Se Dio permette ai trasgressori pentiti di rimanere nella congregazione, allora anche noi dobbiamo accettarli. — Matt. 18:18.

      21. Come si esprime santo odio?

      21 Il santo odio non tollera ciò che è male. Questo non vuol dire che i cristiani ricorrano alla forza fisica per colpire la falsa religione o i governi corrotti, poiché si rendono conto che Dio ha riservato questo a sé. L’odio del cristiano verso tali cose è dimostrato dal suo zelo nel dire ad altri ciò che dichiara la Parola di Dio sul tempo in cui il regno di Dio sarà il solo governo che dominerà questa terra. Il santo odio è ulteriormente caratterizzato da un sentimento di disprezzo per cose come menzogna, furto, immoralità. La conversazione del cristiano, il suo modo di vivere e i divertimenti che sceglie non lasciano dubbi su come considera tali cose. — Efes. 5:3-5.

      22. Perché è essenziale praticare le importantissime, sante qualità di amore e odio?

      22 Ora è il tempo di coltivare pienamente le sante qualità di amore e odio. Amando le cose che Geova ama e odiando le cose che Geova odia saremo protetti contro le pratiche di questo mondo malvagio. La santa qualità dell’amore è una potente forza per il bene. La santa qualità dell’odio è una protezione contro il male e ci aiuta a camminare nella via di Geova. Quanto sono sinceri il nostro amore e il nostro odio? Il valore e il merito di tutta la nostra vita si possono misurare dalla nostra risposta.

  • Significato delle notizie
    La Torre di Guardia 1975 | 1° gennaio
    • Significato delle notizie

      Fin dove si arriverà?

      ● Nel 1970 il parlamento italiano approvò una storica legge che ammetteva il divorzio civile. Quindi, il 12 maggio 1974, fu indetto un referendum per decidere se abrogare la legge. Per due mesi i vescovi italiani e la maggior parte — ma non tutti — dei 190.000 sacerdoti e suore ingaggiarono un’intensa campagna a favore dell’abrogazione, che era pure sostenuta dal partito della Democrazia Cristiana. Fu suscitato interesse di portata internazionale perché il voto aveva un significato per il futuro della Chiesa in Italia. Quale fu il risultato?

      Una schiacciante sconfitta, poiché quasi due Italiani su tre votarono a favore del mantenimento della legge sul divorzio. Nella stessa città di Roma il 70 per cento votò contro l’abrogazione della legge. Perfino la provincia di Brescia, di cui è originario il papa, votò contro l’abrogazione. Un dispaccio della United Press lo chiamò “il peggiore scacco subìto dalla Chiesa Cattolica Romana negli affari politici italiani da che le truppe italiane respinsero il papa Pio IX in Vaticano, ponendo fine nel 1870 al potere temporale della chiesa”.

      Riferendosi a un “penetrante esame da parte dei capi della Chiesa italiana”, la rivista cattolica “America” (25 maggio 1974) ritenne che l’avvenimento avrebbe probabilmente accelerato il “processo di disimpegno da un superato modello di relazioni tra chiesa e stato”.

      Che possa essere in gioco assai più che la legge sul divorzio è evidente dai dispacci secondo cui, una volta reso noto l’esito del referendum, “gruppi anticlericali annunciarono una campagna nazionale per una raccolta di firme per una petizione con cui chiedere il referendum in merito a tutte le leggi che danno alla Chiesa una posizione speciale”. Fra queste leggi ve n’è una secondo cui “la religione cattolica apostolica romana è la sola religione dello stato”. Altre leggi concedono esenzioni fiscali e speciali privilegi agli organi della Chiesa.

      I lettori de “La Torre di Guardia” non saranno sorpresi da tali avvenimenti. Erano da lungo tempo preannunciati dalla profezia biblica. — Riv. 17:15-18.

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