BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • ‘Fatichiamo e sforziamoci’!
    La Torre di Guardia 1981 | 15 giugno
    • ‘Fatichiamo e sforziamoci’!

      “Fatichiamo e ci sforziamo, perché abbiamo riposto la nostra speranza nell’Iddio vivente, che è il Salvatore d’ogni sorta di uomini, specialmente dei fedeli”. — I Tim. 4:10.

      1-3. Perché è appropriato che gli odierni cristiani prestino attenzione al modo in cui considerano il lavoro?

      VI PIACE lavorare sodo? Siete lieti di sforzarvi per uno scopo utile? In caso affermativo, siete diversi da molte persone d’oggi.

      2 Forse avrete notato che, anche se i pigri sono sempre esistiti, l’avversione per il lavoro sembra aumentare. (Prov. 20:4; 19:24; II Tess. 3:11) Si sentono consigli come ‘Prenditela comoda. Non stancarti troppo’. Ciò che inizialmente può essere una semplice riluttanza a compiere lavori pesanti, può facilmente tramutarsi in una totale avversione per il lavoro.

      3 Come cristiani sappiamo indubbiamente di non dover condividere questo spirito. Non sarebbe però realistico pensare di esserne immuni, visto che lo spirito del mondo in generale è così diffuso e potente. È utile riesaminare periodicamente il nostro concetto del lavoro, poiché esso può influire sulla partecipazione ad attività cristiane importanti agli occhi di Dio.

      LAVORATORI DA IMITARE

      4. Quanto è importante il lavoro?

      4 Molti che hanno studiato la vita e i suoi valori hanno parlato dell’importanza del lavoro. Lo statista tedesco Karl W. von Humboldt disse: “Il lavoro è necessario all’uomo quanto il mangiare e il dormire”. Già questo fatto costituisce per molti una valida ragione per essere occupati e produttivi. I cristiani però hanno un’ulteriore ragione per coltivare l’apprezzamento per il duro lavoro: la necessità di imitare sotto questo aspetto Geova e Gesù Cristo. — Efes. 5:1; I Cor. 11:1.

      5, 6. Quale esempio ci danno Geova e Gesù per quanto riguarda il lavoro?

      5 L’intero universo — da quell’immane centrale termonucleare che è il sole, alla delicata farfalla — attesta che Dio è un lavoratore. Tutte le creazioni visibili sono “opere” sue. Anche la continua protezione e la guida che dà ai suoi servitori sono “opere” che dovremmo apprezzare. (Sal. 145:4-6, 10; 8:4-9) Suo Figlio è ugualmente uno strenuo lavoratore. Lasciato il lavoro di falegname in una città della Galilea, Gesù viaggiò per centinaia di chilometri in zone calde e polverose per aiutare la gente, guarendo, predicando e insegnando. (Matt. 4:17, 23-25; Luca 8:1; 9:57, 58) Pur essendo perfetto, Cristo provava stanchezza e fame lavorando per molte ore e fino a tardi. — Matt. 21:18; Mar. 1:32, 35; 6:32-34; Giov. 4:3-6, 34.

      6 Possiamo quindi essere certi che né Geova né Gesù se la prendono comoda. Cristo dichiarò: “Il Padre mio ha continuato a operare fino ad ora, e io continuo a operare”. (Giov. 5:17) Disse anche che le sue “opere” — ciò che faceva col sostegno di Dio — dimostravano che egli aveva l’approvazione di Dio. (Giov. 10:25, 38) Questo ha relazione con la nostra vita. L’adempimento di tutte le nostre speranze basate sulla Bibbia dipende da ciò che Gesù ha fatto quale operoso adoratore di Dio.

      7. In che modo dovremmo esaminare il nostro concetto del lavoro?

      7 Ciascuno di noi può e deve esaminare il proprio concetto e le proprie abitudini di lavoro. Nel far questo non è necessario essere ipercritici o troppo esigenti con se stessi. Tutti abbiamo le nostre limitazioni fisiche e siamo anche condizionati dalle circostanze. La vita di Gesù mostra inoltre che possiamo giustamente godere il riposo, lo svago, piacevoli compagnie e alcune comodità. (Mar. 6:31; Luca 5:29; 7:34; Giov. 2:2-10; 12:2, 3) Ma la stessa imperfezione che ci fa particolarmente sentire il bisogno di riposo può spingerci a esagerare, ed è per questo che la Bibbia mette in guardia contro la pigrizia. Come la fame rende più piacevole il pranzo, così il duro lavoro rende più piacevoli il riposo e lo svago. — Eccl. 2:24; 5:12, 18.

      8, 9. In quali campi i cristiani dovrebbero essere strenui lavoratori?

      8 La parola “lavoro” può farci pensare in particolare al lavoro secolare che molti di noi compiono per guadagnarsi da vivere. I consigli biblici mostrano che dovremmo compierlo coscienziosamente e con diligenza. (Prov. 10:4; 22:29) Lo stesso vale per i nostri doveri domestici e anche per lo studio a scuola, perché tutti gli aspetti della nostra vita possono riflettere il miglioramento da noi fatto applicando i princìpi cristiani. L’apostolo Paolo scrisse: “Qualunque cosa facciate, fatela con tutta l’anima come a Geova, e non agli uomini, poiché sapete che da Geova riceverete la dovuta ricompensa dell’eredità”. — Col. 3:23, 24.

      9 Ora, però, concentriamoci su un aspetto specifico della vita del cristiano: la lode che dà a Dio predicando e insegnando. Quest’opera è essenziale, poiché tramite essa ‘possiamo salvare noi stessi e quelli che ci ascoltano’. — I Tim. 4:16.

      10, 11. Quali speciali motivi abbiamo per lavorare strenuamente nel diffondere la fede cristiana?

      10 Notate che Paolo non suggerì ai cristiani di pensare solo alla propria salvezza. Essi devono interessarsi di aiutare altri ad accettare Gesù come il Cristo e a praticare la santa devozione che “ha la promessa della vita d’ora e di quella avvenire”. (I Tim. 4:8) Dopo aver parlato di questo, Paolo scrisse:

      “Poiché a questo fine fatichiamo e ci sforziamo, perché abbiamo riposto la nostra speranza nell’Iddio vivente, che è il Salvatore d’ogni sorta di uomini, specialmente dei fedeli”. — I Tim. 4:10.

      11 Pensate! La salvezza che Dio dà — la vita eterna nella felicità — è disponibile a “ogni sorta di uomini”. Ma alla fine chi si salverà? Solo i “fedeli”, coloro che sviluppano la fede e la esercitano. Comprendendo questo, l’apostolo non poteva prendersela comoda, vivendo una vita piuttosto normale e parlando qualche volta, se conveniente, a poche altre persone circa la possibilità di ottenere la salvezza. No! La possibilità che altri accettassero il messaggio cristiano e intraprendessero la via della salvezza era per Paolo d’importanza così fondamentale da indurlo a ‘faticare e sforzarsi’. È così che la considerate voi? Ripensate personalmente alla vostra attività del mese scorso o degli ultimi sei mesi. È evidente — a voi e agli altri, incluso Dio — che state faticando, che vi state sforzando?

      OPERIAMO STRENUAMENTE PER DIVULGARE IL MESSAGGIO DEL REGNO

      12. Che relazione hanno le opere con la salvezza?

      12 I cristiani sanno che non ci si può salvare semplicemente compiendo certe opere, come se con esse si acquistassero giustizia e salvezza. (Rom. 3:28) Ma è anche vero che se abbiamo sincera fede compiremo opere sospinti da tale fede. (Giac. 2:18-26) È quindi appropriato considerare in preghiera come sono la nostra fede e le nostre opere.

      13. Secondo Gesù, cosa avrebbero fatto i suoi discepoli dopo la sua morte?

      13 ‘Faticando e sforzandoci’ come fece Paolo, possiamo partecipare all’adempimento di una verità profetica dichiarata da Gesù. Pensate: potete contribuire a dimostrare la veracità delle parole di Gesù! Quali? Quelle che pronunciò in risposta alla domanda di Filippo, che aveva chiesto: “Mostraci il Padre”. (Giov. 14:8) Gesù rispose:

      “Chi ha visto me ha visto anche il Padre. . . . Le cose che vi dico non le dico da me stesso; ma il Padre che rimane unito a me fa le sue opere. Verissimamente vi dico: Chi esercita fede in me, farà anch’egli le opere che io faccio, e farà opere più grandi di queste, perché io me ne vado al Padre”. — Giov. 14:9, 10, 12.

      14, 15. In Giovanni 14:12 Gesù intendeva dire che i suoi seguaci avrebbero compiuto miracoli più grandi? Perché?

      14 Come potevano i discepoli di Gesù compiere opere più grandi delle sue? Potreste partecipare a tali opere più grandi? La Bibbia mostra che Dio diede ad alcuni cristiani il potere di compiere miracoli, come espellere demoni, guarire i malati e, in determinati casi, di risuscitare i morti. Questo serviva a mostrare che ora Dio trattava con la congregazione cristiana e la benediceva. (Atti 3:2-8; 5:12-16; 9:36-40; 16:16-18) Ma tali opere erano più grandi di quelle compiute da Gesù? Egli sanò tutti quelli che andavano da lui, e persino alcuni a distanza. Sfamò miracolosamente migliaia di persone, risuscitò morti ed esercitò potere sulle forze naturali. (Matt. 8:5-16, 23-27; 14:14-33; Giov. 11:39-44) Per di più i doni miracolosi dello spirito che alcuni cristiani possedevano avrebbero avuto fine, sarebbero scomparsi. (I Cor. 13:8-10) Come potevano quindi i cristiani compiere opere più grandi di quelle di Gesù?

      15 Gesù aveva dichiarato ciò che il Padre voleva. Il massimo bene, il bene più durevole, non lo compì con i suoi miracoli, ma con la sua meravigliosa opera di insegnamento riguardante il Regno.a (Luca 4:32, 43) Dopo essere stato risuscitato, Gesù incaricò i suoi seguaci di continuare l’opera di ‘fare discepoli delle persone di tutte le nazioni, insegnando loro’. (Matt. 28:19, 20) Sì, i cristiani dovevano svolgere un’estesa opera di testimonianza. Sarebbe stata compiuta su scala più ampia della predicazione di Gesù, per un tempo più lungo e rivolta a molte più persone. Così avrebbero compiuto opere più grandi delle sue.

      16. L’opera di Gesù sarebbe terminata con la sua morte e ascensione al cielo?

      16 L’opera di predicazione e insegnamento circa il Regno compiuta da Gesù non doveva aver fine con la sua morte e ascensione al cielo. Da lì egli avrebbe continuato a dirigere l’importante campagna educativa, facendola compiere ai suoi seguaci. Luca prosegue dicendo che prima di ascendere al cielo Gesù disse ai discepoli altre “cose concernenti il regno di Dio”. (Atti 1:3) Infine disse loro: “Mi sarete testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea e la Samaria e fino alla più distante parte della terra”. — Atti 1:8.

      17, 18. In che modo il giorno di Pentecoste del 33 E.V. i seguaci di Gesù cominciarono ad adempiere le sue parole circa le opere più grandi?

      17 Poco tempo dopo cominciarono a compiere opere più grandi di quelle di Gesù. Il giorno di Pentecoste del 33 E.V. Gesù versò spirito santo sui 120 discepoli in attesa a Gerusalemme. Cosa fecero quindi? Moltiplicarono il cibo? Insegnarono come coltivare la terra? Si misero a guarire i malati? No, cominciarono a parlare, dichiarando le “magnifiche cose di Dio”. (Atti 2:1-11) Poi l’apostolo Pietro diede una testimonianza così convincente che migliaia di ascoltatori accettarono Cristo.

      18 Dovette essere un compito piuttosto arduo battezzare così tanti nuovi credenti in un solo giorno. Forse furono usate varie piscine situate in diverse zone della città. Al termine della giornata evidentemente i discepoli fecero rapporto di ciò che era stato fatto, perché il racconto dice che ‘quelli che accolsero di cuore la parola e furono battezzati ammontarono a circa tremila anime’. Da circa 120 a oltre 3.000 (un aumento di oltre il 2.500 per cento) in un solo giorno! (Atti 1:15; 2:41) Avevano senz’altro cominciato a compiere opere più grandi di quelle di Gesù.

      19. Quest’opera era riservata agli apostoli e agli anziani delle congregazioni?

      19 Ma oggi alcuni cristiani potrebbero pensare: ‘Io non sono Pietro e neppure Paolo. Non erano loro il tipo di persone che avrebbero compiuto opere più grandi di quelle di Gesù?’ È una domanda logica. Il libro degli Atti mostra che apostoli, evangelisti speciali e anziani spirituali della congregazione partecipavano senz’altro all’opera di predicare il Regno. Ma notate questo fatto narrato dal discepolo Luca: “Quel giorno sorse una grande persecuzione contro la congregazione che era in Gerusalemme; tutti, eccetto gli apostoli, furono dispersi in tutte le regioni della Giudea e della Samaria”. (Atti 8:1) E cosa fecero quei cristiani dispersi, giovani e vecchi, uomini e donne? “Quelli che erano stati dispersi andarono per il paese dichiarando la buona notizia della parola”. (Atti 8:4) Sì, predicavano tutti.

      20. Perché ora è particolarmente importante che riflettiamo sulla nostra partecipazione all’adempimento di Giovanni 14:12?

      20 Oggi i veri cristiani continuano l’opera di predicazione e insegnamento iniziata da Gesù e proseguita dai loro fratelli e dalle loro sorelle del primo secolo. Ma gli avvenimenti attuali in adempimento della profezia biblica mostrano che Dio porterà fra breve la fine del presente sistema di cose malvagio, concludendo così l’attuale predicazione della “buona notizia del regno”. (Matt. 24:14) Perciò ciascuno di noi può chiedersi: ‘Sto partecipando attivamente all’essenziale opera di cui Gesù parlò in Giovanni 14:12? Mi sto impegnando strenuamente, sforzandomi? Quando quest’opera sarà finita, sarò soddisfatto per avervi partecipato pienamente?’

      QUANTO SI ASPETTA DIO DA NOI?

      21-23. Come possiamo valutare le nostre circostanze?

      21 Pur avendo una parte soddisfacente nell’opera cristiana di predicazione, non dovremmo trascurare validi obblighi scritturali per quanto riguarda la nostra famiglia, i parenti, il lavoro o la scuola. (I Tim. 5:8) Né Dio vuole che ci sentiamo in colpa assolvendo tali obblighi; dovremmo farlo con gioia. Ma qualche volta possiamo fare un inventario del tempo disponibile e delle nostre attività.

      22 Molti di noi possono trarre beneficio da un equilibrato autoesame e da un certo grado di autodisciplina. Forse potrebbe essere utile eliminare molte cose non essenziali per mantenere un discreto tenore di vita.

      23 Sotto questo aspetto nessuno dovrebbe criticare ciò che fanno altri. La cosa importante è analizzare personalmente se si sta ancora mostrando vivo apprezzamento per il proprio ruolo nel compiere opere più grandi di quelle di Gesù.

      24. Quale buon esempio ci diede una vedova?

      24 Forse stiamo dando tutto quello che possiamo, anche se può essere meno di ciò che le condizioni di salute e le circostanze permettono a un altro di dare. Ma il fattore determinante non è la quantità. Ricordate il favorevole commento di Gesù circa la povera vedova che aveva donato due monetine di “pochissimo valore”. Quelle monete (leptà) valevano circa un sessantaquattresimo del salario di una giornata. A quanto ammonterebbe nella vostra moneta locale? Gesù lodò quella donna, perché ‘aveva gettato tutto quello che aveva, tutto il suo sostentamento’. (Mar. 12:41-44) Anche noi possiamo essere certi di avere tale approvazione se stiamo dando tutto ciò che possiamo dare — faticando e sforzandoci — nell’opera di testimonianza.

      25. Cosa fece Maria per Gesù poco prima della sua morte?

      25 Possiamo anche ricordare quell’occasione in cui Maria, la sorella di Lazzaro, unse Gesù con costoso olio profumato. Alcuni discepoli si lamentarono, perché quell’olio valeva 300 denari. Tenendo conto dei sabati e delle feste, quella somma equivaleva al salario annuale di un operaio. Quanto guadagnate voi o un vostro familiare in un anno? (Giov. 12:3-8; Matt. 20:2) Gesù disse riguardo allo sforzo compiuto da Maria:

      “Ella ha fatto verso di me un’opera eccellente. . . . Ha fatto ciò che poteva; si è impegnata a mettere in anticipo olio profumato sul mio corpo in vista della sepoltura. Veramente vi dico: Ovunque la buona notizia sarà predicata in tutto il mondo, ciò che questa donna ha fatto sarà pure detto a ricordo di lei”. — Mar. 14:6-9.

      26, 27. In che senso Maria fu esemplare?

      26 Notate quelle parole: “Ha fatto ciò che poteva”. Non risulta che Maria avesse il potere di compiere miracoli; non poté divenire un apostolo o un anziano quando fu formata la congregazione cristiana; e forse non era in grado di viaggiare a lungo per diffondere la “buona notizia”. Ma ‘fece ciò che poteva’. In che senso? In alcune lingue l’espressione “Fa quello che puoi” può essere intesa nel senso di ‘Non ti stancare troppo; prenditela comoda’. Ma non era questo ciò che Gesù intendeva. Maria aveva compiuto un vero sforzo. Ecco come alcuni traduttori della Bibbia hanno reso quelle parole: “Ella ha fatto tutto ciò poteva”, o: “Ella ha fatto tutto ciò che era in suo potere fare”. — C. K. Williams; W. Barclay; vedi anche versione a cura della CEI.

      27 Maria non si prodigò solo in quell’occasione, ma di continuo. In precedenza aveva mostrato a cosa era rivolto il suo cuore, mettendosi a sedere ai piedi di Gesù per ascoltarne gli insegnamenti. (Luca 10:38-42) Ora continuava a sostenere quell’eccezionale predicatore che era Gesù. Ed è interessante che Gesù collegò l’azione di Maria con l’opera di predicazione mondiale, dicendo che ovunque la “buona notizia” sarebbe stata predicata ci si sarebbe ricordati di lei. Maria aveva a cuore l’opera di predicazione. Lo stesso poté dirsi di Gesù, fino alla morte.

      28. Che tipo di religione è il cristianesimo, e cosa significa questo per noi?

      28 Assomigliamo a quelle due donne che diedero tutto ciò che avevano? Ci interessiamo vivamente dell’opera di predicazione avviata da Gesù quand’era sulla terra e ora svolta in tutto il mondo dai cristiani? Dovremmo interessarcene. Dio se ne interessa. Quando il cristianesimo ebbe inizio il giorno di Pentecoste del 33 E.V., era una religione di testimonianza, e Dio la sostenne con il suo spirito. Questo è ciò che egli continua a fare, poiché non è cambiato. È “l’Iddio vivente”, in quanto vive egli stesso e offre la vita a tutti i veri adoratori. Perciò oggi il cristianesimo dovrebbe essere, e lo è, una religione di testimonianza. E i cristiani hanno ogni ragione per lavorare con entusiasmo al servizio di Dio, “che è il Salvatore d’ogni sorta di uomini, specialmente dei fedeli”. — I Tim. 4:10.

  • ‘Impegniamoci nella santa opera della buona notizia’
    La Torre di Guardia 1981 | 15 giugno
    • ‘Impegniamoci nella santa opera della buona notizia’

      ‘L’immeritata benignità mi fu data da Dio onde fossi servitore pubblico di Cristo Gesù per le nazioni, impegnandomi nella santa opera della buona notizia’. — Rom. 15:15, 16.

      1, 2. Perché il nostro modo di parlare e d’agire è importante?

      LA REPUTAZIONE che un individuo si fa dipende dal suo modo di agire e di parlare. Gli altri spesso traggono delle conclusioni su di lui e sui suoi princìpi a seconda di ciò che lo vedono fare o lo odono dire. Il re Salomone scrisse: “Già dalle azioni del fanciullo si può conoscere se pura e retta sarà la sua condotta”. — Prov. 20:11, Garofalo; Matt. 7:16-20.

      2 Che significa questo nel vostro caso, se siete cristiani? Gli altri non dovrebbero essere in grado di notare dalla vostra condotta e dal vostro modo di parlare che siete servitori del vero Dio, Geova? La Bibbia ci assicura che Dio è santo e puro, che i suoi princìpi sono giusti e producono il bene. (Isa. 6:3; Giob. 34:10; Deut. 32:4) La nostra vita dovrebbe mostrare chiaramente che abbiamo davvero capito chi è Dio. — Efes. 5:1.

      3, 4. (a) Che effetto ebbero l’adorazione praticata dagli israeliti e la loro storia? (b) Che effetto dovrebbe avere sugli altri vedere il vero cristianesimo all’opera?

      3 Quando il modo di vivere di una persona rispecchia la vera adorazione, ciò influisce beneficamente su altri. Per esempio, per un certo tempo Geova trattò principalmente con gli israeliti. Egli disse loro: “Voi vi dovreste mostrare santi, perché io, Geova vostro Dio, sono santo”. (Lev. 19:2; confronta Esodo 19:5, 6). Le leggi dietetiche, sanitarie e morali che Dio diede agli israeliti contribuirono a proteggerli da molte delle pratiche immonde comuni fra le nazioni circostanti. Molti stranieri potevano vedere l’efficacia della vera adorazione e capire che Dio guidava e proteggeva Israele. Questo li colpiva e spingeva molti a divenire essi stessi adoratori di Geova. — I Re 8:41, 42; 10:1; Rut 1:16.

      4 Lo stesso effetto benefico si ha quando i veri cristiani vivono in armonia con le norme di Dio. I cambiamenti nella loro vita e la loro “condotta eccellente” spingeranno alcuni testimoni oculari a ‘glorificare Dio’. (I Piet. 2:12, 15; 3:1, 2; Tito 2:7, 8; I Tess. 4:11, 12). Ma la Bibbia spiega chiaramente che il cristianesimo non consiste semplicemente nel vivere una vita moralmente pura e sviluppare un’ottima personalità che manifesti il “frutto dello spirito”. (Gal. 5:22, 23; Efes. 4:22-24) Per quanto questi aspetti del cristianesimo siano importanti, per essere veri seguaci di Gesù bisogna compiere un’opera particolare.

      LA “SANTA OPERA DELLA BUONA NOTIZIA”

      5. (a) Secondo l’esempio di Gesù, cos’altro è importante fare? (b) Perché tale attività è importante?

      5 Sia da ragazzo che in seguito come uomo perfetto, Gesù onorò il suo Padre celeste. Il suo modo di vivere e la sua personalità costituirono un ottimo esempio per gli altri, spingendo molti osservatori a glorificare Dio. (Luca 2:49, 52) Appena battezzato, Gesù “cominciò la sua opera”, impegnandosi attivamente mentre andava di luogo in luogo a ‘predicare la buona notizia del regno’. (Luca 3:23; Matt. 4:17, 23) Addestrò anche altri perché partecipassero a quest’opera, inviandoli ad insegnare al popolo. (Luca 10:1, 8, 9) Dapprima quest’opera di insegnare e fare discepoli fu compiuta solo fra gli ebrei. Ma in seguito si sarebbe dovuta estendere, perché, come spiegò l’apostolo Paolo in Romani 15:8, 9, era volontà di Dio che tutti i popoli della terra fossero aiutati a glorificarlo.

      6, 7. Quale “santa opera” compiva l’apostolo Paolo?

      6 Paolo stesso operò attivamente a tal fine. In Romani 15:16 egli chiamò se stesso “servitore pubblico di Cristo Gesù per le nazioni”. Cosa comportava quel ‘servizio’? Egli aggiunse che ‘si stava impegnando nella santa opera della buona notizia di Dio, affinché l’offerta, cioè quelle nazioni, fosse accettevole’. Cosa significano queste parole?

      7 In Romani 15:16 ricorre per l’unica volta nella Bibbia un verbo greco (hierourgounta, da hierourgèo) che significa ‘compiere un lavoro sacro, uffici sacri’.a Quindi Paolo stava dicendo che era attivamente impegnato nel sacro lavoro di predicare la buona notizia di Dio, il messaggio cristiano, alle persone delle nazioni. Quelli che accettavano il messaggio e diventavano cristiani potevano paragonarsi a un’offerta fatta a Dio, un’offerta che Geova approvava e benediceva con il suo spirito. — Rom. 1:1, 16.

      8. In che modo Paolo svolgeva la sua opera fra gli ebrei?

      8 In che modo Paolo e altri svolgevano questa “santa opera della buona notizia di Dio”, predicando il messaggio cristiano? La “buona notizia” poteva salvare delle vite. Quindi essi desideravano raggiungere il maggior numero possibile di persone. A volte Paolo, che era un ebreo, riusciva a parlare agli ebrei riuniti nelle sinagoghe. (Atti 13:14-42; 14:1; 18:4) Ma potevano lui e gli altri cristiani raggiungere la maggioranza delle persone delle “nazioni”, i non ebrei?

      9. Quali metodi potevano usare i primi cristiani per aiutare i non ebrei?

      9 I cristiani potevano parlare alla gente nei luoghi pubblici, come i mercati. (Atti 17:17-22) Ma è improbabile che limitandosi a ciò sarebbero riusciti a raggiungere tutti. Che dire della possibilità di andare a casa delle persone, come avevano fatto i discepoli di Gesù quando erano stati mandati a predicare in varie città? (Matt. 10:5-13; Luca 9:2-6) Anche i primi cristiani usarono questo metodo mentre con entusiasmo ‘si impegnavano nella santa opera’ di diffondere il cristianesimo fra tutti i popoli.

      10. Che prova abbiamo dell’impiego a quel tempo del metodo di testimonianza di casa in casa per trovare e aiutare i non credenti?

      10 Possiamo notarlo da ciò che Paolo disse a uomini che erano divenuti anziani nella congregazione di Efeso. Parlando della sua passata attività di predicazione, quando aveva fatto conoscere loro il cristianesimo, Paolo disse: “Non ho trascurato di predicarvi quelle cose che erano buone per le vostre anime, e ho insegnato per le strade e di casa in casa, testimoniando così sia ai Giudei che agli Aramei [o Gentili] circa il pentimento verso Dio e la fede nel nostro Signore Gesù”. (Atti 20:20, 21, traduzione dal siriaco di George M. Lamsa)b Qui Paolo stava parlando chiaramente degli sforzi che aveva fatto per predicare a quegli uomini quando non erano ancora credenti e avevano quindi bisogno di pentirsi e di riporre fede in Gesù. Paolo andava nelle case di quei non credenti. Non aveva alcun motivo per esitare a predicare agli estranei, perché compiva una “santa opera” approvata e benedetta da Dio.

      11. (a) In che modo gli odierni cristiani compiono questa “santa opera”? (b) Perché è importante partecipare alla predicazione di casa in casa?

      11 Anche nei tempi moderni i testimoni di Geova sono attivi nell’opera di testimonianza di casa in casa ritenendolo uno dei mezzi principali per contattare le persone e predicare la verità di Dio. Naturalmente ogni cristiano che riconosce il proprio dovere e privilegio di predicare la “buona notizia” si varrà di qualsiasi opportunità adatta per dare testimonianza: a parenti, compagni di scuola, colleghi di lavoro, vicini ed estranei, in conversazioni informali. Così anche in quei paesi dove l’accanita opposizione di inviperiti elementi religiosi o di uno stato poliziesco rendono impossibile o imprudente testimoniare pubblicamente di casa in casa, i cristiani continuano a fare tutto il possibile per dare testimonianza negli altri modi. Ciò nondimeno, in tutti quei luoghi in cui la situazione non è così critica, i testimoni di Geova visitano sistematicamente ciascuna abitazione. Come risultato viene data una ‘completa testimonianza’ e si incontrano molte persone che forse non avrebbero altrimenti conosciuto i veri cristiani e udito la “buona notizia”. — Atti 4:19, 20; 20:21; confronta Ezechiele 9:3, 4.

      UN METODO DI TESTIMONIANZA EFFICACE?

      12-14. Cosa indica che la predicazione di casa in casa può essere efficace?

      12 Ma questo metodo di predicazione è ancora un modo efficace per ‘impegnarsi nella santa opera della buona notizia’? I fatti mostrano inequivocabilmente di sì! Nel 1977 il periodico Social Compass pubblicò un articolo intitolato “Testimoni di Geova in Giappone”, del sociologo britannico Bryan Wilson. Egli ha scritto che “essi si impegnano nell’opera di evangelizzazione più di qualsiasi altra” delle ‘nuove religioni’ in Giappone. L’indagine da lui condotta ha rivelato inoltre quanto segue:

      “La maggioranza [58,3 per cento] di quelli che sono diventati Testimoni affermano che il loro interesse è stato inizialmente suscitato da una visita a domicilio” da parte di un testimone di Geova.

      13 Anche i religionisti che rifiutano di accettare l’insegnamento biblico diffuso dai testimoni di Geova riconoscono l’efficacia del loro metodo di evangelizzazione di casa in casa. Leggiamo infatti:

      “Forse [le chiese] trascurano proprio quello che costituisce la maggiore preoccupazione dei Testimoni: la visita domiciliare, che rientra nella metodologia apostolica della chiesa primitiva. Mentre le chiese si limitano non poche volte a . . . predicare dentro i propri luoghi di adunanza, [i Testimoni] seguono il metodo apostolico di andare di casa in casa”. — “El Catolicismo” di Bogotá, Colombia, 14 settembre 1975.

      ‘I cattolici dovrebbero seguire l’esempio dei testimoni di Geova nell’evangelizzazione, è stato detto ai partecipanti al primo Congresso Nazionale sull’Evangelizzazione’. — “Tribune” di Minneapolis (U.S.A.), 29 agosto 1977.

      14 L’evangelizzazione di casa in casa è una caratteristica così spiccata dei testimoni di Geova che in molti paesi il padrone di casa, appena aperta la porta, dice: “Senz’altro siete testimoni di Geova!” Anche quando non si può dire altro riguardo alla Bibbia, si è già ottenuto un risultato positivo: si è rivolta l’attenzione al sacro nome di Dio, che merita d’essere santificato. E il padrone di casa comprende così che i servitori di Dio sono andati da lui a portargli il messaggio divino. (Matt. 6:9; Isa. 12:4; Ezec. 33:6-9, 29) Ma, come indicano le suddette citazioni, spesso i risultati non si limitano a questo.

      15. Come viene svolta questa efficace opera in alcuni luoghi in cui vi sono ostacoli?

      15 La testimonianza di casa in casa, che consente un contatto personale, è così utile ed efficace che anche in condizioni difficili i Testimoni fanno grandi sforzi per compierla. In un paese africano in cui le autorità avevano messo al bando quest’opera basata sulla Bibbia, i cristiani locali si rendevano conto dell’importanza di questo metodo di evangelizzazione e di dover “ubbidire a Dio quale governante anziché agli uomini”, come pure di dover applicare il consiglio di Gesù d’essere “cauti come serpenti e innocenti come colombe”. (Atti 5:29; Matt. 10:16, 17) Che cosa avrebbero fatto?

      Si organizzarono in questo modo: una lunga strada o una zona veniva suddivisa in base ai numeri civici. A uno venivano assegnate tutte le case il cui numero terminava col 2 (2, 12, 22, 32, ecc.). Poteva visitarle in qualsiasi ordine volesse e in qualsiasi momento potesse. Un altro aveva le case che finivano col 3 (3, 13, ecc.), e poteva visitarle in un giorno diverso. In questo modo veniva data completa testimonianza.

      Usavano anche altri metodi. Un cristiano prendeva una piccola cesta di uova o frutta e andava a venderle per le case, ma a un prezzo maggiorato rispetto al mercato. Le vendite erano poche, ma molte erano le discussioni che nascevano sui prezzi alti, sulle difficoltà della vita d’oggi, e quindi, se era il caso, sull’adempimento delle profezie bibliche.

      Oppure un cristiano che doveva comprare la verdura ne approfittava per parlare con le persone del suo “territorio”. Prima di andare al mercato si fermava alle case che avevano un orto, chiedendo se poteva comprare della verdura. Sia che poi l’acquistasse o no, spesso riusciva a iniziare una conversazione e a parlare della Bibbia.

      In questi modi i cristiani locali evitavano le angherie di teppisti politici che in precedenza avevano creato problemi a quelli che predicavano di casa in casa. E nello stesso tempo la popolazione riceveva una completa testimonianza.

      16. Quali altri adattamenti possono fare i Testimoni per continuare a seguire con efficacia questo metodo di predicazione?

      16 Altrove le circostanze potrebbero richiedere adattamenti diversi. Per esempio in anni passati in certe zone può essere stato normale andare di casa in casa al mattino, quando molte persone erano in casa. Ma se le circostanze sono cambiate e ora la maggioranza delle persone a quell’ora è al lavoro, significa forse che questo mezzo di predicazione non sia più pratico? No, perché altrimenti come ci si potrebbe mettere in contatto con tutti — in ogni casa e in ogni appartamento — per dar loro l’opportunità di trarre beneficio dalla “buona notizia”? Potrebbe essere suggeribile far loro visita nel pomeriggio o la sera presto, quando i vari componenti della famiglia sono in casa. L’obiettivo è quello di raggiungere e aiutare quante più persone è possibile. — Confronta Atti 16:13.

      17. Tenendo presente l’esempio di Paolo, quali adattamenti potremmo fare personalmente mentre svolgiamo quest’opera?

      17 L’apostolo Paolo era disposto ad adattare i suoi metodi alle necessità degli ascoltatori. Egli disse: “Faccio tutto per amore della buona notizia, per divenirne partecipe con altri”. (I Cor. 9:19-23) Lo stesso spirito di adattamento può essere utile oggi. Che dire per esempio se abitate in una zona in cui la maggioranza delle persone non si interessa più né di religione né della Bibbia? Modifichereste di conseguenza il vostro modo di presentarvi?

      Un Testimone del Belgio narra: ‘Tengo la Bibbia aperta in mano, ma non dico subito che libro è. Invece dico: “Mentre aspettavo che venisse ad aprire, guardavo ciò che è scritto qui . . . ‘Felici quelli che sono d’indole mite, poiché erediteranno la terra’. [Matt. 5:5] Pensa che ci siano ancora persone d’indole mite?” Invariabilmente ne nasce una conversazione e in seguito la Bibbia è accettata con maggiore facilità’.

      UN’OPERA CHE DIO BENEDICE

      18. Quali ragioni abbiamo per credere che Dio si interessa della “santa opera della buona notizia”?

      18 In tutta la terra i cristiani s’interessano vivamente della “santa opera della buona notizia”. Lo stesso può dirsi di Geova Dio. Paolo disse che i nuovi cristiani che erano il risultato della sua partecipazione a quest’opera potevano paragonarsi a un’offerta accettevole a Dio, il quale versava su di loro il suo spirito. — Rom. 15:16.

      19. In che modo quest’opera può essere efficace anche quando la maggioranza non ascolta?

      19 Dio continua ad accettare e a benedire quest’opera di predicazione, inclusa l’importante attività svolta di casa in casa per trovare e aiutare le persone. Per esempio, un ministro che visita le congregazioni in un grande distretto accettò l’invito ad accompagnare una cristiana del Maryland a condurre uno studio biblico. Egli dice:

      “Ho chiesto alla padrona di casa ciò che l’aveva spinta a studiare la Bibbia con i testimoni di Geova. Ha detto che spesso apriva la Bibbia a caso, metteva un dito su un versetto e lo leggeva. Ma di rado riusciva a capirne il contenuto.

      “Un giorno era molto depressa a motivo di gravi problemi familiari. Aprì di nuovo la Bibbia e scelse un versetto a caso. Non riuscì a comprenderlo e, dalla depressione e per la delusione, cominciò a piangere. Pregò Dio di mandarle qualcuno che l’aiutasse a capire la sua Parola. Aveva appena finito di pregare che suonò il campanello della porta. Andò a rispondere e trovò una Testimone, che le disse: ‘Le piacerebbe capire la Bibbia?’ La fece entrare immediatamente e iniziò subito uno studio regolare”.

      20-23. Quali benedizioni possono derivare da un’accresciuta partecipazione all’opera di predicazione di casa in casa?

      20 Si ottengono buoni risultati anche quando sembra che la maggioranza di quelli che incontriamo non voglia saperne della “buona notizia”.

      Un sabato pomeriggio una Testimone adolescente andava di porta in porta in un villaggio rurale del Sudafrica. Quasi nessuno le dava retta perché un’organizzazione religiosa aveva suscitato in quella comunità notevoli pregiudizi contro la benefica opera cristiana dei testimoni di Geova. Una porta dopo l’altra le veniva chiusa in faccia. Sembrava tutto inutile.

      A sua insaputa, però, occhi curiosi la osservavano da una finestra sul lato opposto della strada. Una donna anziana notò la perseveranza della Testimone nonostante la reazione poco amichevole della gente. Chiaramente quella ragazza era diversa dagli altri giovani.

      Quando la Testimone bussò a casa sua, l’anziana donna la fece entrare. Sebbene la ragazza parlasse principalmente inglese e la donna afrikaans, riuscirono a capirsi sull’importanza del messaggio biblico per il nostro tempo. In seguito un ministro di lingua afrikaans andò a visitare la donna anziana, e questa accettò lietamente uno studio regolare della Parola di Dio.

      21 La benedizione di Dio sulla “santa opera della buona notizia” è evidente in molti modi. Un ministro viaggiante che visita le congregazioni nella zona di New Orleans, nella Louisiana (U.S.A.), ha scritto: “Lo spirito di evangelizzazione si fa sempre più vigoroso. Le ultime otto o nove congregazioni che abbiamo visitato dedicano molto più tempo all’opera di predicazione. Grazie a questi accresciuti sforzi, si trovano molte persone che si interessano della ‘buona notizia’. E poiché i fratelli e le sorelle sono più impegnati a proclamare la ‘buona notizia’, nelle congregazioni regna uno spirito sempre più pacifico e gioioso”.

      22 Pace e gioia aumentano anche nella vita personale e familiare dei cristiani che predicano vigorosamente la “buona notizia” e ricevono le benedizioni di Dio. Certo, nella vita ci sono sempre alcuni problemi e ansietà. Sappiamo che ci saranno finché saremo imperfetti e continuerà ad esistere l’attuale sistema di cose malvagio. Man mano però che il cristiano si impegna più attivamente nella “santa opera della buona notizia” come comandato da Dio, la sua vita diviene più soddisfacente, più piena, più felice. (Atti 20:35) Non è semplice teoria. È una realtà. Lo fu nel caso dell’apostolo Paolo. Lo è nel caso di milioni di testimoni di Geova oggi. Lo sarà anche per voi.

      23 Anche gli altri saranno in grado di notare che tipo di cristiani siete. Vi osserveranno mentre partecipate all’opera di proclamare la “buona notizia”. Vedranno la pace e la gioia che questa e altre attività cristiane vi recano. Noteranno i molti modi in cui riflettete la personalità cristiana e il “frutto dello spirito”. (Efes. 4:24; Gal. 5:22, 23) Sì, dimostrerete a molti altri che servite con successo un Dio santo.

      24. Che sentimenti possiamo provare se partecipiamo pienamente a quest’opera?

      24 Dopo aver detto che ‘si impegnava nella santa opera della buona notizia’, Paolo aggiunse: “Perciò ho motivo d’esultare in Cristo Gesù in quanto alle cose relative a Dio”. (Rom. 15:17) Ci sia consentito di impegnarci tutti nell’opera cristiana così da poter esultare anche noi in Cristo Gesù.

Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
Disconnetti
Accedi
  • Italiano
  • Condividi
  • Impostazioni
  • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
  • Condizioni d’uso
  • Informativa sulla privacy
  • Impostazioni privacy
  • JW.ORG
  • Accedi
Condividi