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  • Mantenere l’organizzazione pura
    La Torre di Guardia 1952 | 15 agosto
    • Mantenere l’organizzazione pura

      “Non diventate inegualmente aggiogati con gl’infedeli. Poiché quale associazione ha la giustizia con l’illegalità? O quale comunione ha la luce con le tenebre?” — 2 Cor. 6:14, NM.

      1. Perché Geova è interessato che la sua organizzazione sia mantenuta pura, e che cosa vuole che siano i suoi membri?

      GEOVA è interessato moltissimo nel mantenimento della sua organizzazione perché sia pura e separata da questo empio, malvagio mondo nel quale ora viviamo. Egli ha una ragione per questo. I suoi servitori appartengono a lui, essi sostengono il suo nome, sostengono la sua Parola, e sostengono la pura adorazione. Geova Dio vuole che essi siano suoi imitatori. Ecco perché ispirò il suo servitore Paolo a scrivere in Efesini 5:1, 2 (NM): “Perciò, diventate imitatori di Dio, come figli diletti, e continuate a camminare nell’amore, come anche il Cristo vi amò e consegnò se stesso per voi come un’offerta e un sacrificio a Dio per un odor soave”.

      2. (a) Chi imitò Gesù e come in tal modo egli stesso diede un esempio da imitare? (b) Mediante tale imitazione, in che modo i suoi seguaci avrebbero differito dal mondo?

      2 Ora quando Cristo Gesù fu sulla terra imitò il suo Padre celeste. Ciò che gl’interessava era il compimento della volontà del Padre suo in ogni tempo. E così era un sacrificio di odor soave a Lui. I seguaci delle sue orme devono essere persone della stessa specie. Essi dovrebbero offrire a Dio sacrifici di odor soave, e questo possono farlo imitando Dio, imitando Cristo Gesù. (Filip. 4:18; 1 Piet. 2:5) Gesù mostrò amore per il suo popolo. Egli depose la sua vita affinché potesse redimerlo, e mostrando il suo amore per il suo popolo volle che i suoi seguaci fossero differenti da questo vecchio mondo. Volle che uscissero da questo decadente sistema di cose e ottenessero la vita. Il vecchio mondo è malvagio. Esso non imita Geova Dio. Il popolo di Dio dev’essere differente, differente da questo vecchio mondo. La differenza consiste nel loro modo di vivere, e questo ha a che fare col nostro amore l’uno verso l’altro. In Giovanni 13:34 (NM), Gesù disse: “Io vi do un nuovo comandamento, che vi amiate l’un l’altro; come vi ho amati io, che voi pure vi amiate l’un l’altro”. Questo amar l’uno l’altro è così differente dal modo di operare del mondo. Il mondo opera sull’egoismo, sull’odio. Gesù portò qualche cosa interamente nuova, nuova per questo mondo. Era un principio di amore: le persone venivano insieme in una congregazione, si amavano l’una l’altra, andavano d’accordo l’una con l’altra. Questo amore è possibile se imitiamo Dio. Se non lo imitiamo, non avremo questo amore, perché Dio è amore.

      3. Su quale base è edificata la congregazione, e quindi quale sarebbe la ragione generale per la disassociazione di qualcuno?

      3 Potremmo chiederci, quindi, dato che questa congregazione che Dio costituisce o porta all’esistenza è basata sull’amore, perché alcuno debba parlare di disassociazione o di cacciare una persona da questa congregazione. Ci dev’essere certamente qualche ragione. Ebbene la ragione per la disassociazione è che alcune persone le quali entrano in questa congregazione di Dio non amano Cristo. “Ma, tutti, naturalmente, amano Cristo,” dite voi. Eppure questo è in realtà un fatto: essi non sono più imitatori di Cristo o imitatori del Padre, Geova Dio. Non seguono più le orme di Cristo. L’intero proposito di portare i suoi servitori, il suo popolo, dentro un’organizzazione è quello di mantenerli puri dall’organizzazione del Diavolo. Finché camminiamo nella via della folla del Diavolo non possiamo rimanere puri. Quindi Dio ha edificato la sua propria organizzazione. Vi sono due organizzazioni nel mondo oggi. Una è quella di Dio e l’altra appartiene al Diavolo, che è “l’iddio di questo sistema di cose”. Perciò l’organizzazione che Geova Dio ora edifica per la rivendicazione del suo nome e della sua parola è edificata sull’amore. Questa intera organizzazione opera insieme in unità. E così leggiamo in Efesini 4:16 (NM): “Da lui tutto il corpo, essendo armoniosamente unito insieme ed essendo fatto in modo che cooperi mediante ogni giuntura che dà ciò che è richiesto, conforme al funzionamento di ciascun rispettivo membro in dovuta misura, opera per la crescita del corpo alla propria edificazione nell’amore”. Qui è il vostro fondamento, amore. Pertanto quando uno si allontana dal principio di amore e devozione dell’uno verso l’altro in questa congregazione, è tempo che tale persona sia cacciata dalla congregazione.

      CATTIVA CONDOTTA

      4, 5. A questo riguardo, chi è dalla parte del torto, e perché ci dev’essere l’eliminazione di qualcuno dal corpo dei Cristiani.

      4 La ragione per la disassociazione di alcune persone è il loro male operare. La congregazione non ha torto, poiché questa è di Dio. Ma è qualcuno nella congregazione ora che non imita Dio o non segue i suoi principi di verità e giustizia. Egli non viene edificato nell’amore. Non imita più Geova, o il Figlio, o gli apostoli. Perciò siamo informati in 2 Tessalonicesi 3:6, 7, 11 (NM): “Ora vi diamo ordini, fratelli, nel nome del Signore Gesù Cristo, di ritrarvi da ogni fratello che cammina disordinatamente e non secondo la tradizione che avete ricevuta da noi. Perché voi stessi conoscete la via che dovete imitare, poiché noi non ci comportammo disordinatamente fra voi. Dal momento che sentiamo che certuni agiscono fra voi disordinatamente, non lavorando affatto ma intromettendosi in ciò che non li riguarda”.

      5 Qui Paolo mostra che egli, l’apostolo, quando camminò fra loro, non fu disordinato, per cui non fu la sua cattiva condotta che mandava alcuno di loro nella direzione errata. Geova Dio non si comporta male. Cristo Gesù non si comporta male. Noi abbiamo esempi perfetti da seguire. Abbiamo buone parole di consiglio da loro che possiamo ascoltare. Or dunque, se questo corpo diviene disordinato, o se qualsiasi parte del corpo diviene disordinata, significherebbe che il corpo ammalerebbe. Non continuerebbe ad essere edificato nell’amore. Una correzione deve esser fatta. Potrebbe significare la rimozione di qualche cosa. Nel caso del corpo del quale stiamo parlando, la congregazione di Dio, potrebbe significare la rimozione di una persona perché è disordinata, non essendo edificata nell’amore.

      6. Perché non dobbiamo esser frettolosi nel cacciare alcuno, ma che cosa ci ammonisce Paolo di fare verso i disordinati?

      6 Comunque, noi non dobbiamo esser frettolosi riguardo alla questione e, perché udiamo che qualcuno fa male, agire cacciandolo dalla congregazione. Vi è la possibilità che queste persone le quali operano male si pentano, mutando la loro condotta. E così è dichiarato in 2 Tessalonicesi 3:13-15 (NM): “Da parte vostra, fratelli, non cessate di far bene. Ma se alcuno non è ubbidiente alla nostra parola mediante questa lettera, tenetelo segnato, smettete di associarvi con lui, affinché si vergogni. Tuttavia non lo considerate come un nemico, ma continuate ad ammonirlo come un fratello”. Così, dunque, noi tutti nella congregazione del Signore abbiamo una responsabilità verso quelli che sarebbero disordinati. Noi tutti nella congregazione dobbiamo continuare a fare bene per il beneficio degli altri. Potremmo recar beneficio ad alcuni di quelli che sono un po’ disordinati. Noi continuiamo a fare ciò che è giusto, senza tener conto della loro condotta, ma se continuano ad andare per la via errata essi devono essere segnati. Dobbiamo cessar di associarci con loro, perché non sono puri. Essi non operano in difesa del nome di Geova e della sua Parola. Non operano nell’interesse dell’edificazione del suo corpo nell’amore. Operano contro l’organizzazione.

      7. Dobbiamo costringere alcuno che sbaglia nella condotta giusta, e come dobbiamo servirci della nostra libertà come popolo di Dio?

      7 Ad ogni modo, potremmo salvare un fratello, ed egli potrebbe rimettersi ancora sulla giusta strada se dà ascolto all’ammonizione, se dà ascolto alla correzione che gli viene data. Noi siamo persone libere. Possiamo servirci delle nostre menti come vogliamo. Non siamo costretti o forzati o minacciati nella condotta che teniamo, ma siamo stati resi liberi a causa dell’acquisto che Cristo Gesù ha fatto di noi. E questa è la ragione per cui Pietro disse nella sua prima lettera, 1 Piet. capitolo 2, versetti 16 e 17 (NM): “Siate come liberi”. Pensate per vostro conto, ma dovete tuttavia essere imitatori di Dio, perché siete liberi di pensare secondo i principi che sono fondati sulla verità. Il mondo malvagio vi porterà alla tomba; la verità vi darà la vita. Quindi, “siate come liberi,” dice Pietro, “e tenendo la vostra libertà, non come un velo per cattiveria morale, ma come schiavi di Dio. Onorate uomini d’ogni specie, abbiate amore per l’intera associazione dei fratelli, siate nel timor di Dio, abbiate onore per il re”. Così vediamo che dobbiamo ricordarci della congregazione dei nostri fratelli e mantenerla pura. Non possiamo venire in questa organizzazione con qualche riserva nelle nostre teste a motivo di cattiveria morale. Noi non siamo liberi di fare le cose che vogliamo per il soddisfacimento della carne e per i nostri propri piaceri. Siamo in questa congregazione per uno scopo, onorare il nome di Geova e la sua Parola.

      RAGIONI

      8. (a) Quali cose potrebbero rendere una congregazione impura? (b) Quale azione compì Paolo verso l’impuro, e perché?

      8 Ebbene, ora, se ci impegnamo di mantenere l’organizzazione pura, quali sono alcune delle cose che potrebbero renderla impura? Quali sono le cose che potremmo veder succedere nella congregazione le quali noi dovremmo eliminare dalla congregazione? Poiché ci sono ragioni spirituali e ragioni morali per la disassociazione, alcune di queste sono adulterio, fornicazione, ruberia, e ubriachezza. Soffermiamoci su quella della fornicazione per un momento. Paolo la prese in considerazione nella sua lettera quando scrisse ai Corinzi. C’era un giovanotto che aveva preso la moglie di suo padre in fornicazione. Paolo nella sua lettera disse: “In realtà si riporta che fra voi c’è fornicazione, e fornicazione tale come non è nemmeno fra le nazioni, che qualcuno ha una moglie di suo padre”. Strano, ma la congregazione non gli prestò nessuna seria attenzione. Essi la considerarono come una ragione per fama mediante notorietà. Paolo disse: ‘Voi siete gonfi della questione; siete orgogliosi perché questa cosa è accaduta in mezzo a voi. Dovreste gemere, dovreste essere preoccupati riguardo alla situazione che esiste nella congregazione del Signore, questa corruzione che viene introdotta.’ Ma Paolo, apostolo del Signore, aveva l’autorità di agire, e agì. Egli disassociò quel tale. Non chiese alla congregazione: “Ora datemi autorità o votate su ciò che faccio”. Paolo, servitore di Dio, dispose perché quel tale fosse rimosso. Egli ebbe l’autorità di far questo. Ecco perché disse di aver già giudicato l’uomo ordinando loro di ‘consegnare un tal uomo a Satana per la distruzione della carne’. (1 Cor. 5:1-12, NM) Un tale individuo non ha nessun posto nella pura organizzazione o congregazione di Dio. Egli dovrebbe tornare al malvagio gruppo dal quale una volta è venuto e morire con quel malvagio gruppo con l’organizzazione di Satana.

      9. Con l’azione della disassociazione, che cosa dev’essere salvato fra la congregazione?

      9 Vada il malvagio per la sua malvagia via, poiché egli non può rimanere nella congregazione di Dio, perché questa congregazione deve rimanere pura. Essa deve restar pura, perché? “Affinché lo spirito sia salvato nel giorno del Signore”. Lo spirito santo di Dio opera sopra il SUO popolo. È la sua forza attiva; è la sua guida sopra la sua congregazione. Noi, la congregazione, dobbiamo avere lo stesso spirito di Dio. Dobbiamo recar testimonianza l’uno all’altro. Questo spirito che otteniamo dall’intendimento della Parola di Dio deve rimanere attivo, deve esser preservato, dev’esser salvato. E se questa primitiva congregazione a Corinto avesse lasciato rimanere quest’uomo il quale aveva commesso fornicazione in mezzo a loro, o se Paolo non avesse agito, quel poco di lievito avrebbe fatto fermentare e corrompere l’intera congregazione, o l’intera massa. “Un po’ di lievito fa fermentare tutta la massa,” dice Paolo. Questo è il motivo per cui Paolo dovette agire e purificarla, onde lo spirito di Dio, questo puro, santo spirito o forza attiva di Dio, e lo spirito della congregazione basato sulla Parola di Dio, rimanessero e fossero salvati, tutto all’onore del nome di Geova.

      10. Quale corruzione morale Paolo dice che non fa entrare nel Regno, e che deve fare un Cristiano riguardo a tali cose?

      10 In 1 Corinzi 6:9-11 (NM) Paolo dice: “Che! Non sapete che gl’ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non siate sviati. Né fornicatori, né idolatri, né adulteri, né uomini tenuti per scopi contro natura, né uomini che giacciono con uomini, né ladri, né avidi, né ubriaconi, né oltraggiatori, né ricattatori erediteranno il regno di Dio. Eppure questo è ciò che eravate alcuni di voi. Ma siete stati lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati dichiarati giusti nel nome del nostro Signore Gesù Cristo e con lo spirito del nostro Dio”. Paolo fa notare che persone di questa specie di peccatori son venute fuori dal mondo nella congregazione di Dio, ma tutte queste specie di peccati non potrebbero rimanere nella congregazione di Dio dopo che quelli che una volta commisero tali peccati sono stati una volta lavati. Quando una persona viene nell’organizzazione di Dio e si dedica a Lui, viene purificata. Da allora in poi essa deve fare diritti sentieri per i suoi piedi e seguire la Parola di Dio. Non dovrebbe praticare queste cose, e il Signore le perdona tutte le cose che sono state nella sua vita in passato. La loro macchia è lavata, ed essa non deve tornare a loro. Se torna a loro, commette un peccato che è meritevole di disassociazione. Corre il pericolo di corrompere la congregazione di Dio, e questa corruzione deve essere eliminata. Essa è corruzione morale.

      11, 12. (a) Quali ragioni spirituali vi sono per la disassociazione? (b) Per avere unità di mente nella congregazione che cosa dobbiamo fare?

      11 Ma ci sono anche ragioni spirituali per la rimozione di alcune persone dall’organizzazione di Dio. La maldicenza, generare false dottrine, causare divisioni; come Paolo scrisse ai Romani: “Ora vi esorto, fratelli, a tenere d’occhio quelli che creano divisioni e cause d’inciampo contrarie all’insegnamento che avete imparato, ed evitateli”. (Rom. 16:17, NM) È chiarissimo. La vera Parola di Dio era insegnata loro da Paolo. Ora se alcuno viene dentro la congregazione cercando di sconvolgere l’accettazione di questa vera Parola di Dio e causa inciampo o divisione nella congregazione, è necessario evitare tale individuo. Il miglior modo di evitarlo è quello di disassociarlo, metterlo da parte, cacciarlo dalla congregazione, in modo che l’intera congregazione rimanga pura.

      12 Contro la divisione e la disunità di mente, leggiamo in 1 Corinzi 1:10 (NM): “Ora vi esorto, fratelli, per il nome del nostro Signore Gesù Cristo che parliate tutti concordemente, e che non ci siano divisioni fra voi, ma che siate in modo conveniente uniti nella stessa mente e nello stesso pensiero”. I pensieri di Dio devono divenire vostri. Questo è il motivo per il quale veniamo insieme come una congregazione affin di studiare la Parola di Dio, perché i suoi pensieri diventino nostri. Se noi non abbiamo i pensieri di Dio, se non meditiamo su queste cose che i discepoli ispirati portarono all’attenzione della chiesa primitiva e che sono state narrate perché le impariamo noi ora, se non impariamo queste cose, non avremo i pensieri di Dio; e soltanto quelli che amano la giustizia sono coloro che erediteranno il regno del cielo. Come egli disse: “Non sapete che gl’ingiusti non erediteranno il regno di Dio?” Per ereditare tale regno o le benedizioni del nuovo mondo le nostre menti devono quindi volgersi all’insegnamento di Dio, e non indietro a quell’altra organizzazione, l’organizzazione del Diavolo, che sarà distrutta.

      ESEMPI

      13. Perché oggi consideriamo antichi esempi biblici di disassociazione?

      13 Ora guardiamo alcuni esempi della Bibbia di persone espulse da Geova Dio, dalla sua congregazione, sbarazzandosi di loro a causa della loro cattiva condotta; poiché, come fece nei tempi passati, farà oggi, perché egli vuole che i suoi rappresentanti siano persone pure che saranno suoi servitori e sosterranno il suo nome e la sua vera adorazione. Ci sono molti esempi nella Bibbia, ma prendiamone semplicemente alcuni.

      14. Quale lezione deduciamo noi dall’esempio di Kore e dei suoi alleati?

      14 Prendete Kore. Ci furono alcuni al tempo di Mosè che divennero orgogliosi, tre di loro, infatti, che pensarono: ‘Ebbene, noi abbiamo una posizione davanti a Dio tanto buona quanto quella di Mosè, essendo delle tribù d’Israele. Perché dovrebbe egli prendersi tutto il credito di essere il mediatore?’ Ma essi parlavano contro il rappresentante di Dio. Mosè si fece avanti e rese le sue dichiarazioni assai chiare. Egli disse: ‘Domani mattina vedremo chi è il servitore di Dio e chi egli usa per compiere il suo lavoro ora. Quello che succederà domani non sarà semplicemente la morte naturale di queste persone, ma Dio farà un miracolo e purificherà la congregazione espellendone Kore, Dathan, Abiram. e tutti quelli che sono associati con loro.’ La mattina dopo che cosa successe? La terra si aprì, e tutta la loro proprietà, i loro figli, e le loro mogli precipitarono vivi in questa voragine. E Kore e i 250 principi che offrivano incenso furono divorati dal fuoco di Geova. Numeri 16:32, 35 dice: “La terra spalancò la sua bocca e li ingoiò: essi e le loro famiglie, con tutta la gente che apparteneva a Kore, e tutta la loro roba. E un fuoco uscì dalla presenza dell’Eterno e divorò i duecentocinquanta uomini che offrivano il profumo”. Iddio mostrava la sua disapprovazione a persone che bestemmiarono contro di lui, che non vollero accettare la disposizione che Dio aveva fatto. Ora dunque, quelli che si ribellano contro Dio egli li disassocerà. Egli se ne sbarazzerà. Egli li espellerà dalla congregazione.

      15. Come l’esempio di Maria illustra la questione?

      15 Ora possiamo considerare un altro esempio della Bibbia. Numeri 12 ci parla di Maria e Aaronne. Essi insuperbirono un poco. Maria era la sorella di Aaronne e di Mosè, ma divenne orgogliosa e stolta. Perché volle prendere il posto di un uomo nella congregazione e aver qualche cosa da dire intorno alle disposizioni del Signore fra gl’Israeliti, ella fu colpita di lebbra. Dovette essere disassociata o cacciata dalla congregazione per sette giorni; e poi solo dopo la supplicazione del fratello Mosè a Geova di salvare la vita di lei affinché Egli non la uccidesse con lebbra, fu purificata e ritornò. Ella aveva agito con superbia e stoltezza. Il Signore Dio non avrebbe avuto quella specie di persone nella sua congregazione. Ella si ravvide. Ella tornò, ma prima fu punita, e Aaronne imparò il suo proprio posto da questa esperienza della sorella.

      16. Come mostra l’esperienza di Acan che Dio non tollererà i ladri?

      16 Vi sono poi dei ladri, che il Signore Iddio non tollererà nella sua organizzazione. Abbiamo l’esempio di Acan. Quando i figli d’Israele attraversarono il Giordano e presero Gerico sotto la direzione di Geova, vincendo egli per loro le loro battaglie, furono date le istruzioni agli Israeliti che tutte le cose che erano nella città eran destinate alla distruzione, eccetto le cose di oro, argento, ottone e ferro che dovevano essere riservate per Geova. Nessuno doveva prendere alcuna cosa del bottino per sé. Ma Acan la pensò un po’ differentemente. Quando entrò a Gerico trovò un mantello babilonese, 200 sicli d’argento, e una verga d’oro del peso di 50 sicli, e disse: ‘Ebbene, io mi porterò questo a casa e lo seppellirò tenendolo per mio conto. Nessuno lo verrà mai a sapere.’ Ma egli era nella congregazione di Geova; ora la corruzione era dentro di essa. Questa doveva essere scoperta. Andarono a combattere ad Ai e gli eserciti israeliti venivano meno. Essi non potevano vincere. Giosuè seppe che c’era corruzione nella congregazione. Essa doveva essere espulsa, e secondo la disposizione di Geova l’evidenza indicò Acan come il corruttore. Trovarono che aveva il suo bottino nascosto nella sua tenda. Ora che cosa accadde? Iddio non lo cacciò semplicemente dalla congregazione allontanandolo per sette giorni come aveva fatto a Maria. Egli fece lapidare a morte Acan, e la sua famiglia con lui, perché era un ladro. — Gios. 6:17 fino a 7:26.

      17. Come i caduti “figli di Dio” illustrano la disassociazione?

      17 Secoli prima, ai giorni di Noè prima del diluvio, ci furono quegli angeli nei cieli, creature spirituali, che divennero disubbidienti. Essi videro che le figlie degli uomini erano belle, e lasciarono la loro posizione e vennero giù sulla terra e presero per se stessi delle mogli. In questo essi furono disubbidienti. E 2 Pietro 2:4 (NM) ci dice quindi di loro: “Iddio non si trattenne dal punire gli angeli che peccarono”. No, ma li precipitò nel Tartaro, consegnandoli “ad abissi di densa oscurità onde siano riservati per il giudizio”. Furono disubbidenti, violarono la legge di Dio, ed egli li escluse dai suoi consigli. Per una prova delle sue creature fedeli essi sono ancora in esistenza, sì, ma i giudizi di Dio sono scritti contro di loro per la loro finale distruzione.

      18. Come mostra Giuda che l’impegnare uno strenuo combattimento per la fede ha relazione con questa questione?

      18 Infine possiamo riferirci alla lettera di Giuda. In essa ci è detto che dobbiamo impegnare uno strenuo combattimento per la fede. Questa fede ci è stata trasmessa mediante Cristo Gesù; dobbiamo combattere per essa. Essa è la fede che fu data alla congregazione dei seguaci di Cristo Gesù, ed egli non vuole che tale fede sia corrotta o mutata in alcuna maniera. Chiunque tenta di mutarla, sia egli ribelle, superbo, ladro, disubbidiente o corrotto moralmente, sarà espulso. Egli sarà rimosso. Ora noi in realtà vediamo uomini malvagi che s’infiltrano, uomini empi, e questi dobbiamo cercar di trovare e cacciare fuori dalla congregazione. Come Giuda dice ai versetti 8º e 16º: “Questi, anche, che indulgono in sogni, corrompono la carne e trascurano la signoria e parlano ingiuriosamente di persone gloriose. Questi sono mormoratori, lamentatori della loro sorte nella vita, che procedono secondo i loro propri desideri, e le loro bocche dichiarano cose gonfie, mentre ammirano le personalità per amore del loro proprio beneficio”. Sì, questi tipi di persone che sono state appena descritte sono la specie che non vogliamo nella congregazione del Signore, e se ci sono devono pertanto esser rimosse dalla congregazione. Altrimenti un poco di lievito fa fermentare tutta la pasta.

  • Giustezza della disassociazione
    La Torre di Guardia 1952 | 15 agosto
    • Giustezza della disassociazione

      1. È giusto disassociare, e che cosa dice Tito 3:10, 11?

      È GIUSTO disassociare? Sì, come abbiamo appena visto nel precedente articolo, Dio cacciò dalla sua congregazione quelli che si opponevano a lui e che erano corrotti. Egli li disassociò. Si sbarazzò di loro, e ci consiglia di far così con tali persone. In Tito 3:10, 11 (NM) leggiamo: In quanto all’uomo che promuove una setta, allontanalo dopo una prima e una seconda ammonizione, sapendo che un tal uomo è stato sviato e pecca, essendo condannato da se stesso”. Quindi viene conferita autorità dalle Scritture Greche perché chiunque origina sette o divisioni sia allontanato dopo essere stato ammonito una prima e una seconda volta non mutando ancora la sua condotta.

      2. (a) Quale autorità ne abbiamo in Romani 16:17, 18? (b) Secondo Apocalisse 3:16, per che cosa disassocia Gesù?

      2 Abbiamo anche un’altra autorità in Romani 16:17, 18 (NM): “Ora vi esorto, fratelli, di tenere d’occhio quelli che creano divisioni e cause d’inciampo contrarie all’insegnamento che avete imparato, ed evitateli. Poiché gli uomini di questa specie sono schiavi, non del nostro Signore Cristo, ma delle loro proprie pance, e con parlar dolce e discorso lusinghevole seducono i cuori dei semplici”. Qui abbiamo una chiara dichiarazione della Parola di Dio che dovremmo sbarazzarci di queste persone che causano offesa e divisioni entro la Sua congregazione. Noi abbiamo l’autorità, abbiamo il diritto, ed è giusto sbarazzarci di loro. Essi non hanno posto nella congregazione di Dio. Cristo Gesù disassocia persino per ragioni che probabilmente riterremmo inferiori a tutte le cose descritte sopra. Soltanto perché una persona è tiepida, e non è né calda né fredda, Cristo Gesù la vomita. Egli dichiara inoltre, in Apocalisse 3:16 (NM): “Perciò, perché sei tiepido, e non sei né caldo né freddo, io sto per vomitarti dalla mia bocca”. Ebbene, questa è disassociazione. Cristo Gesù non avrà nessuna persona tiepida permanentemente nella sua organizzazione. O siete per lui o contro di lui. O verrete nella congregazione del Signore Dio e sarete suoi ministri o infine ve ne uscirete per andare nell’organizzazione del Diavolo. Non potete tergiversare. Non potete essere tiepidi. Non potete esser passivi. Voi dovete esser positivi per il Signore Iddio.

      3. Come Iddio disassociò Gerusalemme e l’Israele naturale?

      3 Iddio disassocia, anche. Abbiamo visto questo negli esempi fatti sopra, ma ricordiamo che in Matteo 23:38 (NM) Gesù, parlando a Gerusalemme, dice: “Ecco! la vostra casa vi è abbandonata”. Egli aveva trattato coi Giudei per un lungo periodo di tempo, e ora il tempo era venuto di abbandonare loro e la loro casa o tempio. Perché? Perché li aveva nutriti e aveva avuto cura di loro come una gallina con i suoi pulcini, ma essi non prestavano attenzione alcuna al suo Padre celeste, e ora il tempo era venuto perché Dio abbandonasse tutto poiché essi fornivano solo un fedele rimanente ed egli era costretto a trarre dalle nazioni dei Gentili un popolo per il suo nome.

      4. Per avere associazione con Dio, quale azione deve compiere il suo popolo verso il mondo e verso quelli che lo compongono i quali si volgono alle tenebre?

      4 In 2 Corinzi 6:14-18 (NM) l’apostolo Paolo disse: “Quale comunione ha la luce con le tenebre? . . . E quale accordo ha il tempio di Dio con gl’idoli? Poiché noi siamo il tempio del Dio vivente; come Iddio disse: ‘Io risiederò fra loro e camminerò fra loro, e io sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo.’ ‘“Perciò uscite di mezzo a loro, e separatevene,” dice Geova, “e cessate di toccare la cosa immonda,”’ ‘“e io vi accoglierò”’. ‘“E io sarò per voi un padre, e voi sarete figli e figlie per me,” dice Geova l’Onnipotente’”. Sì, Geova disassocerà quelli che diverranno illegali, si volgeranno alle tenebre e innalzeranno idoli. Egli espellerà tali persone dalla sua organizzazione. Se voi volete essere dell’organizzazione del Signore, tenetevi puri dal mondo del Diavolo. Se non volete, uscitevene. Quelli che sono impuri, immorali, non sono spiritualmente adatti per l’organizzazione di Dio. Se tali tiepidi compromettenti o apostati non se ne vanno volontariamente dalla sua organizzazione, sotto la sua direzione l’organizzazione stessa li caccerà allora via.

      PROCEDURA

      5. Quale è la giusta procedura per la disassociazione, e come illustrò Paolo questa procedura?

      5 C’è un’appropriata procedura da seguire a questo riguardo. Dev’essere un atto ufficiale. Qualcuno che ha autorità deve prendere la decisione, e la persona viene quindi rimossa. In 1 Timoteo 1:19, 20 (NM) è un esempio di autorità usata da Paolo, poiché egli dice: “Ritenendo la fede e una buona coscienza, la quale alcuni han messa da parte facendo naufragio in quanto alla loro fede. Imeneo e Alessandro appartengono a questi, e io li ho consegnati a Satana perché imparino per disciplina a non bestemmiare”. Essi furono cacciati dalla congregazione da un servitore autorizzato. Paolo fece la stessa cosa nel caso narrato in 1 Corinzi 5:1-13, quando si sbarazzò di quel Cristiano professo che aveva rapporti sessuali con la moglie di suo padre. Paolo agì quivi perché quelli che erano incaricati della congregazione eran venuti meno. Egli aveva l’autorità. Un servitore di Geova agì. Nel nostro attuale giorno abbiamo congregazioni o gruppi di testimoni di Geova e abbiamo servitori nei nostri gruppi. Questi servitori devono adempiere la responsabilità che comporta l’incarico di servitore di mantenere la congregazione pura e devono agire. Essi devono essere buoni pastori e pascere il gregge.

      6. Quindi che cosa si deve fare contro la persona implicata, e prima che venga accettata che cosa dev’essere fatto?

      6 Quindi prima di tutto deve essere fatta un’accusa, da qualcuno della congregazione o da qualche fratello maturo interessato, riguardo a una persona che ha agito male. Ma semplicemente perché è stata fatta un’accusa non significa che possiamo disassociarla. Le Scritture mostrano che si devono produrre i testimoni. Nessuna accusa può essere accettata a meno che non ci siano due o tre testimoni per stabilire il fatto. Questo significa un’investigazione. Il servitore di gruppo, l’assistente servitore di gruppo, e il servitore degli studi biblici, e forse alcuni altri fratelli maturi del gruppo dovrebbero essere invitati a radunarsi insieme per ascoltare quello che succede, e quelli che sono accusati e i testimoni devono essere chiamati e la questione dev’esser discussa. Essi non possono venire alla conclusione che questa persona dovrebbe esser cacciata dalla congregazione per sole chiacchiere o pettegolezzi. Ci devono essere due o tre testimoni oculari i quali sappiano che la tale e la tal cosa è successa o è stata detta. Una decisione non può essere fatta secondo un’ipotesi. Potrebbe darsi che a causa di un sentimento che noi abbiamo crediamo che la persona non sia buona, ma non saremmo in grado di darne la prova. Finché non possiamo darne la prova dalla bocca di due o tre testimoni, quella persona non può giustamente esser rigettata. Altrimenti potreste fare a quella persona un gran male.

      7. Come viene fatta poi una decisione, che cosa si fa con essa, e che cosa spetta al gruppo di fare al riguardo?

      7 Or dunque quando abbiamo i nostri testimoni, teniamo la nostra adunanza con queste persone che sono indisciplinate o agiscono male o non vivono conforme alla legge di Dio. Diamo loro una buona opportunità di ascoltare, discutiamo la questione, cerchiamo di aiutarli. Ma ci devono essere prove di impurità, morale o spirituale, prima che alcuna cosa possa esser fatta loro in quanto al cacciarli dalla congregazione. I servitori certo dovrebbero essere fratelli maturi e dovrebbero esser desiderosi di assumere la piena responsabilità nel prendere la loro decisione. La loro decisione viene presentata quindi al gruppo. Non perché il gruppo voti al riguardo. No, ma il servitore di gruppo, l’assistente servitore di gruppo e il servitore degli studi biblici devono assumere tutta la responsabilità della condotta di azione che si deve prendere. Se essi sono del tutto convinti nelle loro menti che quella persona ha torto e dovrebbe essere cacciata dal gruppo e la persona non ha fatto nessun passo verso il pentimento, allora dicono al gruppo, nella forma di una risoluzione, ciò che hanno fatto. Essi non chiedono al gruppo di votare quella risoluzione e di dire: “Approviamo la vostra azione”. No, i servitori del gruppo hanno l’incarico della responsabilità di pascere il gregge e di mantenere la congregazione pura. Perciò i servitori dicono al gruppo quale azione è stata compiuta e che l’offensore non è più un membro di questa congregazione. Indi la congregazione dovrebbe cooperare al massimo grado conforme ai consigli dati da quelli che hanno cura dei loro interessi, i servitori dell’organizzazione.

      8. Chi deve ammonire il disordinato, e che cosa deve aver luogo se egli non dà ascolto all’ammonizione?

      8 In 1 Tessalonicesi 5:14 (NM) Paolo dice: “Vi esortiamo, fratelli: ammonite i disordinati, parlate confortevolmente alle anime abbattute, sostenete i deboli, siate longanimi verso tutti”. È la responsabilità dei servitori di Dio aver cura degli interessi della congregazione. Essi ammoniscono il disordinato, ma questo disordinato non accetta l’ammonizione. Egli vuole ancora camminare a modo suo. Quando non si pente, non cambia la sua condotta, allora dev’essere separato, deve essere evitato.

      9. Da chi dev’essere determinata la separazione, e come Paolo illustrò questo a Efeso?

      9 Atti 19:9 (NM) dice riguardo a Paolo in Efeso nell’Asia Minore: “Ma quando alcuni s’induravano e non credevano, parlando oltraggiosamente della Via davanti alla moltitudine, egli si ritrasse da loro e separò da loro i discepoli, pronunziando giornalmente discorsi nell’aula scolastica di Tiranno”. Paolo era interessato in coloro ai quali insegnava nella sinagoga giudaica, e quando vide che un gruppo di frequentatori della sinagoga cercavano di portar via i discepoli che aveva fatti, condusse via dalla loro compagnia i suoi veri seguaci. Egli non permetteva loro di contaminarsi associandosi con quelli che insegnavano false dottrine e abusavano della verità. Così, oggi i servitori che adempiono la responsabilità per il gruppo stabiliscono la condotta da tenere secondo la Parola di Dio. La congregazione accetta tale condotta stabilita dai servitori.

      10. Che cosa Paolo istruì di fare in 1 Corinzi 5:11, e come la congregazione sostiene i suoi servitori a questo riguardo?

      10 In 1 Corinzi 5:11 (NM) Paolo disse alla congregazione cristiana: “Ma ora io vi scrivo di cessar di mischiarvi in compagnia di chiunque è chiamato fratello che sia fornicatore o avido o idolatra od oltraggiatore o ubriacone o ricattatore, e di non mangiare neppure con un tal uomo”. Nessuna comunione con queste persone che sono disassociate o cacciate dalla congregazione. Perché? Perché questa congregazione di Dio deve rimanere pura, incontaminata, preservata per la pura adorazione dell’Altissimo. Conseguentemente quando questa azione di disassociazione viene compiuta essa realmente rimuove una persona. La persona è cacciata. Perciò tutta la congregazione, tutti quelli che hanno dedicato la loro vita a Dio, dovrebbero attenersi alla raccomandazione o risoluzione dei servitori. Essi dovrebbero sostenerli.

      11. Che cosa fa il gruppo che disassocia a favore della Società e di altri gruppi, e perché?

      11 Ebbene, ora, che dire di questa persona disassociata? Innanzi tutto il gruppo dovrebbe far rapporto della questione alla Società, dichiarando brevemente i fatti, dicendo alla Società chi egli era e perché è stato disassociato e appartato, in modo che sia informata. Ora se questo individuo che è stato disassociato lascia la comunità e va in qualche altro gruppo e il gruppo che lo ha disassociato viene a saperlo, dalla bontà del loro cuore e per la protezione dell’altro gruppo, esso dovrebbe essere informato dell’azione che hanno compiuta. Non che l’altro gruppo ora debba disassociarlo. Questo è stato già fatto dalla prima congregazione a favore e per la protezione di tutto il popolo di Geova. La disassociazione ha luogo nel gruppo dove è stato fatto il torto, ed egli è disassociato da quel gruppo e da tutti gli altri gruppi. Essi sanno che questo po’ di lievito stando in qualsiasi posto nel pane corromperà l’intero pane. Necessariamente dunque un avvertimento dovrebbe essere dato all’altro gruppo dove questo individuo è andato, come Paolo avvisò Timoteo di Figello ed Ermogene e di Imeneo e Fileto. (2 Tim. 1:15; 2:17, NM) Ecco perché essi avvisano la Società, in modo che abbia conoscenza del fatto.

      12. Contro chi Giuda avverte i gruppi, e perché dobbiamo stare attenti in quanto allo scrivere lettere?

      12 Giuda parla di uomini che s’infiltravano nell’organizzazione per corromperla moralmente. Di tali uomini certo si doveva riportare a qualsiasi gruppo dove se ne andavano vagando, perché questi s’infiltravano solo per lo scopo di condotta dissoluta. Per la sicurezza di tutti i nostri fratelli e sorelle nelle vicinanze essi dovrebbero essere riportati. Questo non significa che voi individualmente dobbiate scrivere un mucchio di lettere e dire molte cose cattive sul loro conto, di ciò che hanno fatto. Si deve riportare il fatto che quest’uomo una volta era con noi, ma a causa della sua condotta è stato disassociato, e le ragioni dovrebbero essere dichiarate brevissimamente. Altrimenti, potrebbe darsi che in questo giorno voi sareste accusati di libello o diffamazione e potreste trovarvi in difficoltà. Ma i nostri fratelli potrebbero essere avvertiti di tale individuo. Non gli è più permesso, di essere uno di noi, perché vogliamo proteggere l’organizzazione, la congregazione del Signore Iddio.

      RESTRIZIONE DI PRIVILEGI

      13. Quale condotta tengono alcuni disassociati riguardo al servizio di campo, ma quale fatto non si deve permettere che questo nasconda?

      13 Ora alcune persone pensano che possono stare nella verità, ma non vogliono operare secondo le esigenze di Dio. Quindi continuano ad andare nel servizio di campo, vanno di casa in casa, distribuiscono libri, hanno studi biblici, eppure sono disassociate dalla congregazione. Persino dopo che sono state disassociate, qualche volta dedicano molte ore in più di quando erano con la congregazione. Che cosa farà la congregazione con un tale individuo? Dobbiamo tener presente che questa persona è stata disassociata e non è un membro del nostro gruppo. Noi vogliamo evitarlo, non vogliamo avere niente a che fare con lui.

      14, 15. (a) Quali sono i privilegi della persona disassociata riguardo alle adunanze? (b) Che dire dei suoi privilegi di attività di campo?

      14 Ora alle adunanze che sono aperte al pubblico può partecipare fino a che si comporta e agisce ordinatamente. Se tale individuo viene a un’adunanza pubblica, vale a dire, una conferenza pubblica in una sala pubblica, o nella Sala del Regno, o in un giardino pubblico, o allo studio Torre di Guardia o ad una adunanza di servizio, è pubblica, le porte sono aperte, ed egli potrebbe essere ammesso. Se viene a tale adunanza e si mette a sedere, finché è ordinato, pensa ai fatti suoi, non abbiamo niente da dirgli. Quelli che conoscono la situazione della congregazione non gli dovrebbero dire mai “Salve” oppure “Arrivederci”. Egli non è benvenuto in mezzo a noi, lo evitiamo. Se costui si mettesse a sedere allo studio Torre di Guardia e alzasse la mano, chi presiede non lo dovrebbe mai approvare o invitare a fare un commento. Non è uno di noi. Non è un riconosciuto membro della congregazione di Dio. Quelli che sono informati e conoscono l’individuo certo dovrebbero evitarlo, non aver nulla da dirgli. Egli non ha privilegi di servizio di alcuna sorta nella congregazione. Potrebbe andare al tavolo dei libri e prendere letteratura ai regolari prezzi per il pubblico, ma il gruppo non dovrebbe mai dargli libri o riviste a prezzi per gruppo, perché non è uno di noi. Ciò che faremmo per il pubblico, per quelli dell’organizzazione del Diavolo, potremmo fare per costui.

      15 Se costui va nel campo di servizio, forse ottenendo i libri al tavolo per i prezzi regolari invece che per i prezzi di gruppo o di pioniere, e va di casa in casa, noi non possiamo fermarlo. Egli ha tanto diritto di andare di casa in casa quanto chiunque altro se vuole, ma questa congregazione non gli assegnerà nessun territorio. Essi non accetteranno i suoi rapporti. Quando vengono egli non sarà uno di quelli che sono elencati come proclamatori di questo gruppo. Potrebbe mettere il suo rapporto nella cassetta dei rapporti, ma noi lo strappiamo e lo gettiamo via. Non è uno di noi. È un rappresentante dell’organizzazione del Diavolo che cerca di corrompere, disturbare. Egli non è puro, e finché questo individuo non si pente e cambia la sua condotta non può mai ritornare ed essere uno del popolo del Signore.

      16. In che modo il gruppo lo tratta come un proclamatore non riconosciuto?

      16 Per questo il gruppo sta attento riguardo a lui. Esso toglie la sua cartolina dallo schedario dei riconosciuti proclamatori del Regno. Non gli viene mai dato alcuno dei mensili Informatori stampati. Potrebbe tenersi l’opuscolo Consigli se lo desidera, perché questo, se lo legge, potrebbe mostrargli la condotta che dovrebbe seguire. Se legge La Torre di Guardia, se legge i libri della Società, essi gli mostrano la condotta che deve tenere; ma fino a che non tiene tale condotta non è benvenuto nella congregazione.

      17. In quale condizione potrebbe esser presente ad adunanze pubbliche, e perché?

      17 Se questo individuo diventa clamoroso o turbolento dovrebbe essere tenuto fuori della Sala del Regno e delle adunanze pubbliche. Questo è il perfetto diritto del gruppo. Altrimenti, potrebbe darsi, se viene alle adunanze pubbliche e ascolta quietamente l’ammonizione e i consigli che si danno agli studi, che si svegli, provi vergogna, e si penta.

      18. Che dire in quanto al permettergli di partecipare ad adunanze private a casa, e perché?

      18 Ora che dire riguardo alle adunanze private a casa? In nessuna circostanza egli dovrebbe essere accolto o lasciato entrare in una casa privata, perché le Scritture sono chiarissime su questo punto. Quindi nei nostri studi biblici a domicilio, o in quelli che noi chiamiamo “studi di zona”, la persona della casa, essendo una della congregazione di Dio, dovrebbe tenerlo fuori. Poiché 2 Giovanni 9, 10 (NM) dichiara: “Ognuno che tira avanti e non rimane nell’insegnamento del Cristo non ha Dio. Chi rimane in tale insegnamento è colui che ha entrambi il Padre e il Figlio. Se qualcuno viene da voi e non porta questo insegnamento, non lo ricevete in casa vostra e non gli dite di star bene”. Nelle vostre case private dunque non gli aprireste mai la porta permettendogli di entrare. Non dareste mai la mano in associazione a un tale individuo. Ricordate, quell’individuo una volta lasciò l’organizzazione del Diavolo. Fu purificato col lavacro del sangue di Cristo, si dedicò a Dio e Dio lo consacrò per il servizio. Era un ministro. Ora è divenuto corrotto perché ha scelto di fare così. Egli pecca contro lo spirito santo. Combatte contro Dio. Noi non possiamo avere nulla a che fare con lui. Iddio è colui che lo giudica, ed egli si serve dei suoi servitori sulla terra per indicare costui per la protezione del resto della congregazione.

      RISTABILIMENTO

      19. Mediante quale condotta personale una persona disassociata potrebbe essere ristabilita?

      19 Può una persona disassociata essere ristabilita, tornare nell’organizzazione? Sì, essa può se si pente. Ma deve fare più di questo. Deve convertirsi. Deve cambiare tutta la sua condotta. Non si tratta soltanto di dire: “Mi dispiace di aver fatto questo; ho torto”. Essa deve dimostrare che è desiderosa di tenere una condotta di vita completamente diversa da quella che ha tenuta. Dovrebbe fare un’aperta confessione dei suoi peccati e chiedere perdono al comitato che fece la risoluzione di disassociarlo. Dovrebbe andare dalle persone alle quali riguarda, ammettere il suo torto, e mostrare loro ciò che sta facendo e ciò che farà per essere ristabilito.

      20. In 2 Corinzi 2:6-11 che cosa dice Paolo riguardo al ristabilimento, e che cosa mostrò che deve precederlo?

      20 In 2 Corinzi 2:6-11 (NM) abbiamo un racconto del modo in cui Paolo ricondusse un peccatore nella congregazione. Egli disse: “Questo rimprovero fatto dalla maggioranza è sufficiente per quel tale, per cui, al contrario ora, dovreste benevolmente perdonarlo e confortarlo, perché in qualche modo un tal uomo non sia inghiottito dal suo esser eccessivamente triste. Perciò vi esorto di confermare il vostro amore per lui. Poiché a questo scopo anche io scrivo per accertare la vostra prova, se siete ubbidienti in tutte le cose. Qualsiasi cosa che voi benevolmente perdonate a chiunque, io pure perdono. Infatti, in quanto a me, qualsiasi cosa abbia benevolmente perdonato, se ho benevolmente perdonato qualche cosa, è stato per amor vostro in vista di Cristo, onde non siamo sopraffatti da Satana, poiché non siamo ignoranti dei suoi disegni” Questo racconto potrebbe riferirsi all’uomo che prese la moglie di suo padre e commise fornicazione e ora si pentiva. Se è così, Paolo dice: ‘Ebbene, fatelo tornare; non c’è nessuna ragione per cui dovrebbe essere eccessivamente triste pensando che non potrebbe mai tornare nell’organizzazione di Dio e ottenere la vita nel nuovo mondo.’ In quale altro luogo andrebbe una persona se avesse peccato contro Dio e si fosse realmente pentita? Non intendiamo che egli potrebbe sfrontatamente tornare e dire: “Ebbene, mi dispiace di quello che è successo. Rimettetemi su, ragazzi, io voglio tornare nella congregazione”. No, ci dev’essere una divisione del cuore. Ci dev’essere una ferita della mente. Egli deve mostrare ravvedimento. Deve esserne triste e cambiare la sua condotta.

      21. A che cosa egli dev’esser messo per un certo tempo prima che sia ristabilito, e perché?

      21 Il suo ristabilimento nella congregazione di Dio è una questione serissima, per lui e per la congregazione. I servitori nominati potrebbero metterlo alla prova se vogliono. Dovrà dimostrare ai servitori che nel futuro si comporterà e agirà dovutamente come un servitore di Geova. Essi possono provare la sua sincerità. Non dovrebbero ristabilirlo troppo presto, anche dopo che si pente e dice loro ciò che farà, e fa un’aperta confessione. Perché no? A causa dell’opinione pubblica. (2 Piet. 2:2, NM) La sua condotta potrebbe essere stata quella dell’adulterio e potrebbe aver avuto larga pubblicità nei giornali. Forse fu messo in carcere per furto. Forse fu molto ribelle. Forse se ne andò e cominciò una nuova organizzazione e ora cerca di tornare. Ebbene, tutto il popolo nei pressi del luogo sanno che quella persona era una persona ostinata, disordinata, e non una buona compagnia. Pertanto dovremmo stare attenti al modo in cui facciamo tornare prestamente una tale persona nella congregazione, a causa di ciò che le “persone di fuori” diranno. (1 Tim. 3:7, NM) Se una persona commette adulterio e se ne va in giro con uomini e donne che sono di condotta dissoluta, e tutti lo sanno, e noi diciamo: “Oh, ritorna, tu sei benvenuto,” persone di fuori diranno: “Ebbene, tutta la vostra congregazione è di quel tipo”. Quindi essa deve mettersi alla prova. La sua sincerità dev’essere dimostrata prima che noi apertamente e pienamente accettiamo il suo ravvedimento.

      22, 23. Quale risultato porta la violazione della limitazione come fu mostrato da Scimei?

      22 Ricordate il caso di Scimei, che fu messo alla prova. Una volta maledisse Davide, e quando Salomone divenne re come successore di Davide gli furono imposte alcune restrizioni. Salomone gli disse; ‘Tu dovevi essere ucciso molto tempo fa. Ora dunque devi rimanere nella città di Gerusalemme. Ma appena vai fuori di questa città e attraversi il torrente Kidron sarai messo a morte.’ Ora, Scimei avrebbe potuto godersi la vita e il favore che gli veniva mostrato stando proprio lì nella città di Gerusalemme. Egli aveva i suoi schiavi, servitori, e casa. Tre anni dopo che fu dato questo ordine due dei suoi schiavi se ne fuggirono. Scimei disse: ‘Oh, io vado soltanto a prendere quegli uomini e ricondurli.’ Quindi si mise ad inseguirli, attraversò il Kidron, prese i suoi schiavi e li ricondusse. Allora fu riportato a Salomone che egli aveva lasciato la città, e Salomone lo fece uccidere. Semplicemente per riprendere due schiavi quest’uomo era pronto a perdere la sua vita.

      23 Se, ora, una persona disassociata vuole vivere nel nuovo mondo e se i fratelli responsabili nel gruppo gli impongono certi legami o restrizioni, non è molto meglio tenersi in quei limiti e vivere anziché uscir fuori da quei limiti e mostrare di essere ribelle e di agire contro la legge di Dio? Scimei perdette la sua vita perché non fu ubbidiente a una misericordiosissima disposizione del re Salomone.

      24. Chi decide di compiere il ristabilimento, chi coopera, e perché?

      24 I servitori devono dunque fare la decisione di accogliere quel fratello di nuovo infine. I servitori che lo disassociarono devono fare l’annunzio alla congregazione, dicendo che, poiché costui si è ravveduto ed essi sono ora del tutto soddisfatti in quanto al suo mutato modo di agire, “lo accogliamo di nuovo”. La congregazione deve adunque attenersi alla decisione dei servitori che sono nominati nel gruppo. Ancora il gruppo non vota se essi lo accetteranno di nuovo, perché hanno fiducia nei loro servitori che questi hanno fatto la giusta investigazione e la giusta decisione.

      25. Che cosa deve fare colui che sarà ristabilito secondo Colossesi 3:5-10, e perché?

      25 In Colossesi 3:5-10 (NM) esso dice: “Fate dunque morire le membra del vostro corpo che sono sulla terra rispetto a fornicazione, impurità, appetito sessuale, desiderio dannoso, e concupiscenza, che è idolatria. A motivo di queste cose viene l’ira di Dio. In queste stesse cose voi, pure, camminaste un tempo quando vivevate in loro. Ma ora effettivamente mettetele tutte via da voi, ira, rancore, ingiuria, discorso offensivo, e non parlate con la vostra bocca oscenamente. Non mentite l’uno all’altro. Svestitevi della vecchia personalità con le sue pratiche, e rivestitevi della nuova personalità che mediante accurata conoscenza si va rinnovando”. Naturalmente, queste istruzioni si applicano a quelli che originalmente vennero fuori dall’organizzazione del Diavolo e sono divenuti popolo di Geova, quindi devono applicarsi anche a una persona disassociata che si ravvede e torna. Essa deve ora rivestire questa nuova personalità, deve rinnovare la sua mente, deve pensare i pensieri di Dio e metterli in pratica se mai otterrà la vita nel nuovo mondo.

      26. Che si deve fare se un fratello si pente e lo rende noto prima che avvenga alcuna azione di disassociazione?

      26 Ebbene, che dire se un fratello si pente prima che sia disassociato? Egli potrebbe rendersi conto che ha agito male e sa che la notizia della sua condotta viene portata ai servitori. Oppure potrebbe sentire la sua propria vergogna mentre nessuno ancora conosce ciò che gli è successo, ed egli va da uno dei fratelli maturi nel gruppo, forse il servitore di gruppo, e confessa tutto il suo peccato. Dovrebbe costui esser quindi smascherato alla congregazione e disassociato perché il servitore di gruppo conosce la sua condotta? No se quella persona si è veramente pentita. Se ha chiesto perdono, e ha confessato il suo torto, e sta mutando la sua condotta, non c’è nessuna ragione per cui il fratello al quale si è parlato debba rivelare il segreto di quel fratello a un altro. La condizione del suo cuore è giusta, e perciò misericordia, amore e benignità dovrebbero essere mostrati a quella persona.

      27. Mentre non opera una disassociazione, che cosa potrebbe fare o aver fatto la Società riguardo a un tale peccatore pentito?

      27 Quelli che sono caparbi, di cuore duro, quelli che faranno tutte le cose che vogliono a modo loro, e questo oltre ad essere nella congregazione di Dio, questi son quelli che devono essere disassociati e appartati, perché essi fanno la congregazione impura. Ma uno che viene con cuore contrito e confessa a un fratello le sue cattive azioni, non c’è nessuna ragione di frustarlo ancora. Egli ha aperto il suo cuore, vi ci ha fatto guardare dentro e vuole aiuto. Se la Società rimuove un pioniere a causa di cattiva azione e la Società è l’ente che conosce la cattiva condotta della persona, non c’è nessuna ragione perché la Società avvisi il gruppo e faccia disassociare tale persona dal gruppo, non se questa persona ha confessato il suo peccato e ha chiesto perdono alla Società. Indi questa persona può andare per la sua strada. La Società metterebbe probabilmente restrizioni o limiti a quella persona a causa della condotta che ha tenuta. Per punizione potrebbe toglierla dall’elenco dei pionieri per sei mesi o forse un anno, secondo ciò che questo individuo fece che recherebbe biasimo sul nome di Dio. Ma quando quel tale ha confessato il suo peccato e ha chiesto perdono, la Società può aiutarlo a tornare sulla strada buona e continuare a essere un servitore del Signore. Se l’azione non influisce su un gruppo o su un’altra persona in esso, non c’è nessuna ragione di farne alcun annunzio pubblico.

      28. Fino a qual punto possiamo lasciare che il peccatore torni, e perché?

      28 Ciò che noi dobbiamo avere in mente è questo: noi possiamo mostrare misericordia a quelli che hanno il cuore contrito, e possiamo aiutarli se vogliamo. Ma fino a qual punto possiamo lasciare che questi individui tornino nell’organizzazione del Signore? Fino a qual punto possiamo dar loro libero passo? Noi non possiamo affatto dar libero passo a quelli che non si cambiano. Dobbiamo tener presente che l’organizzazione deve rimanere pura per l’incontaminata adorazione dell’Altissimo. Dobbiamo tener presente la rivendicazione della sovranità e del nome di Geova e la rivendicazione della sua Parola. Dobbiamo tener presente la vita di Cristo e che dobbiamo camminare nelle sue orme, e le esigenze che egli stabilisce. Dobbiamo tener presente la nostra posizione come testimoni di Geova. La persona disassociata non tenne presenti queste cose, ed ecco perché fu rimossa dalla congregazione. Ecco perché fu disassociata. Ma ora se comprende che la pura, incontaminata adorazione è la cosa importante, che la rivendicazione del nome di Dio è più importante che il fare le cose a modo suo, quando essa vede che tutto questo è necessario e deve vivere conformemente, allora possiamo accoglierla di nuovo nella congregazione.

  • Peccato che rende il ristabilimento impossibile
    La Torre di Guardia 1952 | 15 agosto
    • Peccato che rende il ristabilimento impossibile

      1. Che cosa mostra che ci sono peccati perdonabili, ma quali peccati non possono essere presi con leggerezza?

      CI SONO peccati che possono essere perdonati. Noi chiediamo perdono per loro ogni giorno se preghiamo nel modo insegnatoci da Gesù, poiché nella preghiera del Signore diciamo: “Perdonaci i nostri debiti, come anche noi abbiamo perdonato i nostri debitori”. (Matt. 6:12, NM) Possiamo perdonare certi peccati. Cioè, possiamo perdonare i peccati di un’altra persona contro di noi. Non possiamo cancellarli e renderla di nuovo pura. No, ma quando una persona chiede perdono noi possiamo accordarglielo. In Galati 6:1 (NM) esso dice: “Fratelli non ostante un uomo faccia qualche passo falso prima che se ne accorga, voi che avete i requisiti spirituali cercate di ristabilire tale uomo in uno spirito di gentilezza, mentre badi a te stesso, per tema che tu pure sia tentato”. Dunque abbiamo la responsabilità su di noi d’andare da questi peccatori individuali, oppure, quando vengono da noi, di aiutarli a restare nella via giusta anche prima che avvenga la disassociazione. Possiamo perdonarli. Possiamo aiutarli, se il loro cuore è giusto ed essi lo mostrano. Ma se non lo mostrano e il peccato influisce seriamente sulla congregazione, non c’è nessuna ragione per cui dovremmo passarci sopra e dire: “Ebbene, lo dimenticheremo

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