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“Egli, benché morto, parla ancora”Imitiamo la loro fede
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Successivamente, quando Eva partorì il secondo figlio, non ebbero per lui parole simili a quelle usate per il fratello. Lo chiamarono Abele, che potrebbe significare “esalazione” o “vanità” (Gen. 4:2). La scelta di questo nome si deve forse al fatto che non riponessero in Abele grandi speranze, come avevano fatto invece con Caino? Non possiamo dirlo con certezza.
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“Egli, benché morto, parla ancora”Imitiamo la loro fede
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10, 11. Che lavoro iniziarono a svolgere Caino e Abele, e quale qualità imparò ad avere Abele?
10 Man mano che i ragazzi crescevano, Adamo avrà insegnato loro a lavorare per provvedere alla famiglia. Caino diventò agricoltore, Abele pastore.
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“Egli, benché morto, parla ancora”Imitiamo la loro fede
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13 Sicuramente Abele si sarà preso il tempo per meditare su questioni di natura spirituale. Provate a immaginarvelo mentre portava al pascolo le sue pecore. Un pastore percorreva a piedi lunghe distanze per condurre quelle docili creature tra colline, fiumi e valli, sempre in cerca dei pascoli più verdi, delle acque più cristalline, dei ripari più sicuri. Di tutte le creature di Dio, le pecore sembravano essere le più indifese, come se fossero state concepite con il bisogno di essere guidate e protette dall’uomo. È possibile che anche Abele avvertisse il bisogno di guida, protezione e cura da parte di Qualcuno di gran lunga più saggio e più forte di qualunque essere umano. Senz’altro avrà espresso in preghiera molti di questi pensieri, cosa che avrà continuato a rafforzare la sua fede.
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