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Arrivarono a una “decisione unanime”Rendiamo “completa testimonianza in merito al Regno di Dio”
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CAPITOLO 14
Arrivarono a una “decisione unanime”
Il corpo direttivo giunge a una decisione che ha l’effetto di unificare le congregazioni
Basato su Atti 15:13-35
1, 2. (a) A quali importanti domande deve rispondere il corpo direttivo della congregazione cristiana del I secolo? (b) Cosa aiuterà quei cristiani a giungere alla giusta conclusione?
C’È grande attesa. Gli apostoli e gli anziani riuniti in una stanza a Gerusalemme si guardano l’un l’altro con la sensazione di essere giunti a un momento cruciale. La questione della circoncisione ha sollevato domande importanti. I cristiani sono sotto la Legge mosaica? Dovrebbero esserci differenze tra cristiani ebrei e cristiani non ebrei?
2 Quegli uomini hanno soppesato molte prove. Hanno in mente la profetica Parola di Dio nonché le convincenti testimonianze dirette che attestano la benedizione divina. Ognuno si è espresso in modo esauriente. Le prove raccolte sono lampanti. Lo spirito di Geova sta chiaramente indicando la via. Quegli uomini si lasceranno guidare?
3. Perché ci è utile esaminare il capitolo 15 degli Atti?
3 Ci vorranno vera fede e coraggio per accettare in questo caso la guida dello spirito. C’è il rischio che l’ostilità dei capi religiosi ebrei aumenti. Inoltre quei cristiani si trovano ad affrontare le resistenze di coloro che nella congregazione vogliono riportare il popolo di Dio sotto la Legge mosaica. Cosa farà il corpo direttivo? Vediamolo insieme. Capiremo anche in che modo quegli uomini lasciarono un modello che viene seguito dall’odierno Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova. Si tratta di un modello che anche noi dobbiamo seguire quando prendiamo decisioni o affrontiamo problemi nella nostra vita cristiana.
“Con questo concordano le parole dei Profeti” (Atti 15:13-21)
4, 5. Quale parte della profetica Parola di Dio fu portata all’attenzione dei presenti da Giacomo?
4 Il discepolo Giacomo, fratellastro di Gesù, prese la parola.a Pare che in quella occasione fosse lui a presiedere l’adunanza. Le sue parole riassunsero la conclusione unanime a cui il gruppo sembrava essere giunto. Giacomo disse ai presenti: “Simeone ha riferito nei dettagli come Dio per la prima volta ha rivolto l’attenzione alle nazioni per trarne un popolo per il suo nome. E con questo concordano le parole dei Profeti” (Atti 15:14, 15).
5 Il discorso di Simeone, cioè Simon Pietro, e le prove presentate da Barnaba e Paolo probabilmente ricordarono a Giacomo passi biblici pertinenti che facevano luce sull’argomento (Giov. 14:26). Dopo aver detto “con questo concordano le parole dei Profeti”, Giacomo citò Amos 9:11, 12. Il libro di Amos era incluso in quella parte delle Scritture Ebraiche chiamata comunemente “i Profeti” (Matt. 22:40; Atti 15:16-18). Noterete che le parole citate da Giacomo sono un po’ diverse da quelle che oggi si trovano nel libro di Amos. È probabile che Giacomo avesse in mente la Settanta, traduzione greca delle Scritture Ebraiche.
6. In che modo le Scritture fecero luce sull’argomento in questione?
6 Tramite il profeta Amos, Geova aveva predetto che un giorno avrebbe eretto “la capanna di Davide”, ovvero ristabilito l’autorità regale nella linea di discendenza di Davide; questo sarebbe avvenuto mediante il Regno messianico (Ezec. 21:26, 27). Geova avrebbe trattato di nuovo esclusivamente con l’Israele carnale? No. La profezia aggiunge che “persone di tutte le nazioni” sarebbero state radunate come “persone che sono chiamate con il [Suo] nome”. Ricordate che Pietro aveva appena detto: “[Dio] non fece nessuna distinzione fra noi [i cristiani ebrei] e loro [i cristiani non ebrei], ma purificò i loro cuori mediante la fede” (Atti 15:9). In altre parole, era volontà di Dio che sia ebrei sia non ebrei diventassero eredi del Regno (Rom. 8:17; Efes. 2:17-19). Nulla in quelle profezie ispirate lasciava intendere che i cristiani non ebrei dovessero prima circoncidersi o diventare proseliti.
7, 8. (a) Quale fu la proposta di Giacomo? (b) Come vanno intese le parole di Giacomo?
7 In base a queste prove scritturali e alle convincenti testimonianze udite, Giacomo fece questa proposta: “Quindi ritengo che non si debbano creare difficoltà a quelli delle nazioni che si convertono a Dio. Piuttosto, scriviamo loro di astenersi dalle cose contaminate dagli idoli, dall’immoralità sessuale, da ciò che è strangolato e dal sangue. Sin dai tempi antichi, infatti, Mosè ha avuto quelli che lo predicano di città in città, perché viene letto ad alta voce ogni Sabato nelle sinagoghe” (Atti 15:19-21).
8 Giacomo stava forse facendo valere la sua autorità sugli altri, magari perché presiedeva l’adunanza? Stava decidendo arbitrariamente cosa si doveva fare? Niente affatto. Lungi dall’imporsi sugli altri, Giacomo stava sottoponendo al loro giudizio una linea di condotta basata sulle prove che erano state presentate e su quanto le Scritture dicevano in merito.
9. Quali benefìci sarebbero derivati dalla proposta di Giacomo?
9 Quella di Giacomo era una proposta valida? Certamente, visto che gli apostoli e gli anziani la accettarono. Con quali benefìci? Da un lato, la linea di condotta raccomandata non “[avrebbe creato] difficoltà” ai cristiani non ebrei obbligandoli a sottostare alla Legge mosaica (Atti 15:19). Dall’altro, quella decisione avrebbe rispettato la coscienza dei cristiani ebrei che per anni avevano sentito “Mosè [che veniva] letto ad alta voce ogni Sabato nelle sinagoghe” (Atti 15:21).b La linea di condotta raccomandata avrebbe sicuramente rafforzato il vincolo tra i cristiani ebrei e quelli non ebrei. Soprattutto avrebbe fatto piacere a Geova Dio, essendo in armonia con il suo proposito in continuo sviluppo. Era un’ottima soluzione per un problema che minacciava l’unità e il bene dell’intera congregazione del popolo di Dio. Ed è anche un eccellente esempio per la congregazione cristiana odierna.
Albert Schroeder mentre pronuncia un discorso a un congresso internazionale nel 1998
10. In che modo il Corpo Direttivo odierno segue il modello di quello del I secolo?
10 Come abbiamo visto nel capitolo precedente, l’odierno Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova, a somiglianza di quello del I secolo, si lascia guidare in ogni cosa da Geova, il Sovrano universale, e da Gesù Cristo, il Capo della congregazione (1 Cor. 11:3).c In che modo? Albert Schroeder, che prestò servizio nel Corpo Direttivo dal 1974 fino al termine della sua vita terrena nel marzo 2006, spiegò: “Il Corpo Direttivo si riunisce di mercoledì, iniziando con una preghiera per chiedere la guida dello spirito di Geova. Si compie un sincero sforzo affinché ogni argomento trattato e ogni decisione presa sia in armonia con la Parola di Dio, la Bibbia”. Sullo stesso tono Milton Henschel, membro del Corpo Direttivo per molti anni fino al termine della sua vita terrena nel marzo 2003, pose questa importante domanda ai diplomandi della 101ª classe della Scuola di Galaad: “C’è un’altra organizzazione sulla terra il cui Corpo Direttivo consulti la Parola di Dio, la Bibbia, prima di prendere decisioni importanti?” La risposta è ovvia.
“Decisero di mandare [...] uomini scelti” (Atti 15:22-29)
11. Come venne comunicata alle congregazioni la decisione del corpo direttivo?
11 Sulla questione della circoncisione il corpo direttivo di Gerusalemme era arrivato a una decisione unanime. Ma affinché i fratelli delle congregazioni potessero agire in unità, quella decisione doveva essere comunicata loro in maniera chiara e incoraggiante. Qual era il modo migliore per farlo? Il libro degli Atti spiega: “Gli apostoli e gli anziani, insieme a tutta la congregazione, decisero di mandare ad Antiochia con Paolo e Barnaba uomini scelti fra loro; mandarono Giuda, chiamato Barsabba, e Sila, uomini che avevano responsabilità tra i fratelli”. Inoltre fu scritta una lettera che venne affidata a quegli uomini perché fosse letta in tutte le congregazioni di Antiochia, della Siria e della Cilicia (Atti 15:22-26).
12, 13. Quale risultato fu conseguito con l’invio (a) di Giuda e Sila? (b) di una lettera da parte del corpo direttivo?
12 Giuda e Sila “avevano responsabilità tra i fratelli”, ed erano quindi pienamente qualificati per rappresentare il corpo direttivo. Questa delegazione di quattro uomini avrebbe reso evidente che il messaggio che dovevano portare non rispondeva semplicemente alla domanda iniziale, ma comunicava le nuove istruzioni del corpo direttivo. La presenza di quegli “uomini scelti” avrebbe creato un forte legame tra i cristiani ebrei di Gerusalemme e i cristiani non ebrei delle varie congregazioni. Era davvero una disposizione saggia e amorevole che promuoveva la pace e l’armonia tra i servitori di Dio.
13 La lettera forniva chiare istruzioni per i cristiani non ebrei non solo sulla circoncisione, ma anche su quello che dovevano fare per avere il favore e la benedizione di Geova. Il punto chiave della lettera diceva: “Allo spirito santo e a noi è sembrato bene di non aggiungervi nessun altro peso, all’infuori di queste cose necessarie: astenersi dalle cose sacrificate agli idoli, dal sangue, da ciò che è strangolato e dall’immoralità sessuale. Se vi asterrete attentamente da queste cose, prospererete. Vi salutiamo!” (Atti 15:28, 29).
14. Com’è possibile che in un mondo così diviso i servitori di Geova operino in unità?
14 Oggi fra gli oltre 8.000.000 di testimoni di Geova, nelle oltre 100.000 congregazioni in tutta la terra, regnano sintonia di pensiero e unità di azione. Cosa rende possibile questa unità, soprattutto in un mondo caratterizzato dal caos e dalla discordia come quello di oggi? L’unità è dovuta principalmente alle chiare ed esplicite istruzioni che Gesù Cristo, il Capo della congregazione cristiana, fornisce tramite “lo schiavo fedele e saggio”, cioè il Corpo Direttivo (Matt. 24:45-47). Dipende anche dal fatto che la famiglia mondiale dei fratelli coopera di buon grado seguendo le istruzioni del Corpo Direttivo.
“Si rallegrarono dell’incoraggiamento” (Atti 15:30-35)
15, 16. Quale fu l’esito della questione della circoncisione, e cosa vi contribuì?
15 Il libro degli Atti prosegue dicendo che i fratelli venuti da Gerusalemme giunsero ad Antiochia e lì, “riuniti tutti i discepoli, consegnarono loro la lettera”. Quale fu la reazione dei fratelli locali alla lettera di istruzioni del corpo direttivo? “Dopo averla letta, questi si rallegrarono dell’incoraggiamento” (Atti 15:30, 31). Inoltre Giuda e Sila “incoraggiarono i fratelli con molti discorsi e li rafforzarono”. In questo senso si può dire che erano “profeti”, come anche Barnaba, Paolo e altri furono chiamati profeti, termine che designa coloro che annunciavano o facevano conoscere la volontà di Dio (Atti 13:1; 15:32; Eso. 7:1, 2).
16 È chiaro che Geova benedisse il modo in cui la questione fu affrontata e fece sì che venisse risolta nel migliore dei modi. A cosa fu dovuto l’esito positivo? Indubbiamente alle chiare e tempestive istruzioni del corpo direttivo, basate sulla Parola di Dio e sulla guida dello spirito santo, e in più al modo amorevole e diretto in cui le disposizioni furono comunicate alle congregazioni.
17. Quali aspetti delle visite dei sorveglianti di circoscrizione si rifanno al modello stabilito nel I secolo?
17 Seguendo quel modello, l’odierno Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova provvede istruzioni tempestive alla famiglia mondiale dei fratelli. Le decisioni prese vengono comunicate alle congregazioni in maniera chiara e diretta, ad esempio tramite le visite dei sorveglianti di circoscrizione. Questi fratelli altruisti si spostano da una congregazione all’altra, fornendo chiare direttive e caloroso incoraggiamento. Come Paolo e Barnaba, dedicano parecchio tempo al ministero, “insegnando e dichiarando, insieme a molti altri, la buona notizia della parola di Geova” (Atti 15:35). E come Giuda e Sila, ‘incoraggiano i fratelli con molti discorsi e li rafforzano’.
18. Cosa permetterà al popolo di Dio di continuare ad avere la sua benedizione?
18 Che dire delle congregazioni in tutta la terra? Cosa permetterà loro di rimanere in pace e armonia nel mondo diviso di oggi? Ricordate che proprio il discepolo Giacomo in seguito scrisse: “La sapienza che viene dall’alto è prima di tutto pura, poi pacifica, ragionevole, pronta a ubbidire [...]. Inoltre il frutto della giustizia viene seminato in condizioni pacifiche per quelli che promuovono la pace” (Giac. 3:17, 18). Non sappiamo se Giacomo avesse in mente quell’adunanza tenuta a Gerusalemme, ma dagli eventi riportati nel capitolo 15 degli Atti è chiaro che la benedizione di Geova può esserci solo quando esistono unità e cooperazione.
19, 20. (a) Da cosa era evidente che ora nella congregazione di Antiochia c’erano pace e unità? (b) Cosa potevano fare ora Paolo e Barnaba?
19 Era evidente che ora nella congregazione di Antiochia c’erano pace e unità. Anziché disputare con i fratelli di Gerusalemme, quelli di Antiochia apprezzarono molto la visita di Giuda e Sila. Il racconto dice che Giuda e Sila “si trattennero lì per un po’ di tempo, poi i fratelli augurarono loro pace e li lasciarono tornare da quelli che li avevano mandati”, cioè li lasciarono tornare a Gerusalemme (Atti 15:33).d Di sicuro anche i fratelli di Gerusalemme si rallegrarono sentendo i due uomini raccontare del loro viaggio. Grazie all’immeritata bontà di Geova la loro missione era andata a buon fine.
20 Paolo e Barnaba, che rimasero ad Antiochia, potevano ora concentrarsi sull’opera di evangelizzazione, impegnandosi in prima linea proprio come fanno oggi i sorveglianti di circoscrizione quando visitano le congregazioni (Atti 13:2, 3). Che benedizione per il popolo di Geova! Ma in che modo Geova continuò a impiegare e benedire quei due zelanti evangelizzatori? Lo vedremo nel prossimo capitolo.
I cristiani odierni beneficiano dei doni spirituali provveduti tramite il Corpo Direttivo e i suoi rappresentanti
a Vedi il riquadro “Giacomo: ‘il fratello del Signore’”.
b Giacomo fece saggiamente riferimento agli scritti di Mosè, che includevano non solo il codice della Legge ma anche una narrazione dell’operato di Dio e indicazioni della sua volontà antecedenti alla Legge. Per esempio, da Genesi è evidente il punto di vista di Dio sul sangue, l’adulterio e l’idolatria (Gen. 9:3, 4; 20:2-9; 35:2, 4). Geova rivelò così dei princìpi vincolanti per tutti gli esseri umani, sia ebrei che non ebrei.
c Vedi il riquadro “Com’è organizzato oggi il Corpo Direttivo”.
d Nel versetto 34 alcune traduzioni bibliche, come la Ricciotti, aggiungono che Sila decise di rimanere ad Antiochia. Tuttavia si tratta probabilmente di un’interpolazione successiva comparsa in alcuni manoscritti.
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“Non erano d’accordo”Rendiamo “completa testimonianza in merito al Regno di Dio”
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CAPITOLO 13
“Non erano d’accordo”
La questione della circoncisione viene presentata al corpo direttivo
Basato su Atti 15:1-12
1-3. (a) Quali sviluppi rischiano di dividere la primitiva congregazione cristiana? (b) Perché ci sarà utile approfondire questa porzione del libro degli Atti?
PAOLO e Barnaba, esultanti, sono appena tornati ad Antiochia di Siria dal loro primo viaggio missionario. Sono entusiasti del fatto che Geova ha “aperto alle nazioni la porta della fede” (Atti 14:26, 27). Ad Antiochia non si fa che parlare della buona notizia e “un gran numero” di non ebrei si sta unendo alla congregazione locale (Atti 11:20-26).
2 L’elettrizzante notizia di questa crescita giunge presto in Giudea. Ma, anziché essere fonte di gioia per tutti, ripropone sempre più acceso il dibattito sulla circoncisione. Che rapporti dovrebbero esserci tra cristiani ebrei e non ebrei, e questi ultimi come dovrebbero considerare la Legge mosaica? La questione causa una divergenza così profonda che rischia di dividere la congregazione cristiana. Come verrà risolto il problema?
3 Analizzando questa porzione del libro degli Atti trarremo molte lezioni preziose, che potranno aiutarci ad agire saggiamente qualora sorgessero problemi potenzialmente divisivi nei nostri giorni.
“Se non siete circoncisi” (Atti 15:1)
4. Quale idea sbagliata sostenevano alcuni cristiani, e quale domanda si pone?
4 Il discepolo Luca scrive: “Arrivarono [ad Antiochia] dalla Giudea alcuni uomini che si misero a insegnare ai fratelli, dicendo: ‘Se non siete circoncisi secondo l’usanza di Mosè, non potete essere salvati’” (Atti 15:1). Non è specificato se prima di convertirsi al cristianesimo quegli uomini arrivati dalla Giudea erano stati farisei. In ogni caso sembravano influenzati dalla mentalità legalistica di quella setta ebraica. Inoltre, forse pretendevano a torto di parlare a nome degli apostoli e degli anziani di Gerusalemme (Atti 15:23, 24). Ma visto che erano già passati circa 13 anni da che l’apostolo Pietro, guidato da Dio, aveva accolto dei non ebrei incirconcisi nella congregazione cristiana, perché mai dei cristiani ebrei continuavano a insistere sulla circoncisione? (Atti 10:24-29, 44-48).a
5, 6. (a) Quale potrebbe essere una ragione per cui alcuni cristiani ebrei tenevano tanto alla circoncisione? (b) Il patto della circoncisione faceva parte del patto abraamico? Spiegate. (Vedi la nota in calce.)
5 Le ragioni possono essere molte. Ad esempio, la circoncisione era stata istituita da Geova stesso, ed era segno di una speciale relazione con lui. La circoncisione risaliva al tempo di Abraamo e della sua famiglia; era quindi anteriore al patto della Legge e fu poi incorporata in esso (Lev. 12:2, 3).b Sotto la Legge mosaica persino gli stranieri dovevano circoncidersi per poter godere di certi privilegi, come quello di mangiare la cena pasquale (Eso. 12:43, 44, 48, 49). Quindi nella mentalità ebraica un uomo incirconciso era impuro, spregevole (Isa. 52:1).
6 Pertanto ci volevano fede e umiltà da parte dei cristiani ebrei per adeguarsi al cambiamento. Il patto della Legge era stato sostituito dal nuovo patto, perciò nascere ebrei non significava più appartenere automaticamente al popolo di Dio. E per i cristiani ebrei che come quelli della Giudea vivevano in comunità ebraiche ci voleva coraggio per professarsi cristiani e accettare quali compagni di fede dei non ebrei incirconcisi (Ger. 31:31-33; Luca 22:20).
7. Quali verità sfuggivano ad alcuni cristiani ebrei?
7 Naturalmente le norme di Dio non erano cambiate. A riprova di questo, il nuovo patto rispecchiava lo spirito della Legge mosaica (Matt. 22:36-40). A proposito della circoncisione, per esempio, Paolo in seguito scrisse: “È giudeo chi lo è interiormente, e la sua circoncisione è quella del cuore mediante lo spirito, e non mediante un codice scritto” (Rom. 2:29; Deut. 10:16). Quei cristiani arrivati dalla Giudea non avevano afferrato queste verità e asserivano che Dio non aveva mai abrogato la legge della circoncisione. Si sarebbero arresi all’evidenza?
“Non erano d’accordo e discussero” (Atti 15:2)
8. Perché la questione della circoncisione fu sottoposta al corpo direttivo di Gerusalemme?
8 Luca continua: “Paolo e Barnaba non erano d’accordo e discussero parecchio con loro [gli uomini arrivati dalla Giudea]; così si stabilì che Paolo, Barnaba e alcuni altri andassero a Gerusalemme per presentare la questione agli apostoli e agli anziani” (Atti 15:2).c Le espressioni “non erano d’accordo e discussero” denotavano opinioni forti e ferma convinzione da entrambe le parti, e la congregazione di Antiochia non sapeva come risolvere la cosa. Per preservare la pace e l’unità, la congregazione dispose saggiamente che la questione venisse presentata agli apostoli e agli anziani di Gerusalemme, che componevano il corpo direttivo. Cosa possiamo imparare dagli anziani della congregazione di Antiochia?
Alcuni dicevano con insistenza: “È necessario [...] ordinare [ai non ebrei] di osservare la Legge di Mosè”
9, 10. In che modo sia i fratelli di Antiochia che Paolo e Barnaba ci hanno lasciato un ottimo esempio?
9 Una cosa importante che impariamo è la necessità di confidare nell’organizzazione di Dio. Riflettete: i fratelli di Antiochia sapevano che il corpo direttivo era composto esclusivamente da cristiani di estrazione ebraica. Eppure erano sicuri che quei cristiani avrebbero risolto la questione della circoncisione in armonia con le Scritture. Perché? La congregazione aveva fiducia nel fatto che Geova avrebbe guidato le cose mediante il suo spirito santo e il Capo della congregazione cristiana, Gesù Cristo (Matt. 28:18, 20; Efes. 1:22, 23). Quando oggi sorgono questioni serie dobbiamo imitare l’ottimo esempio dei fratelli di Antiochia, confidando nell’organizzazione di Dio e nel suo Corpo Direttivo composto da cristiani unti.
10 Ci viene anche ricordata l’importanza dell’umiltà e della pazienza. Paolo e Barnaba erano stati specificamente incaricati dallo spirito santo di rivolgersi alle nazioni, eppure non si fecero forti di quell’autorità per risolvere lì per lì ad Antiochia la questione della circoncisione (Atti 13:2, 3). Inoltre Paolo, spiegando che Dio aveva guidato la faccenda, qualche anno dopo scrisse: “Andai [a Gerusalemme] in seguito a una rivelazione” (Gal. 2:2). Gli anziani odierni si sforzano di manifestare la stessa umiltà e pazienza quando sorgono questioni che potrebbero causare divisioni. Invece di insistere ognuno sulle proprie opinioni, si rivolgono a Geova rifacendosi alle Scritture nonché alle direttive e alla guida dello schiavo fedele (Filip. 2:2, 3).
11, 12. Perché è importante aspettare Geova?
11 In alcuni casi potremmo dover aspettare che Geova faccia luce su una determinata questione. Teniamo presente che, prima che Geova indicasse come risolvere il problema della circoncisione nel caso dei non ebrei, i fratelli del tempo di Paolo dovettero aspettare fin verso il 49 E.V., ovvero 13 anni circa dall’unzione di Cornelio nel 36. Perché tanto a lungo? Forse Dio voleva concedere agli ebrei sinceri abbastanza tempo perché si adeguassero a un cambiamento così drastico. Dopotutto, la fine del patto della circoncisione, stipulato ben 1.900 anni prima con il loro antenato Abraamo, non era cosa da poco! (Giov. 16:12).
12 Che privilegio essere istruiti e plasmati dal nostro paziente e benigno Padre celeste! I risultati sono sempre positivi e per il nostro bene (Isa. 48:17, 18; 64:8). Quindi, non dovremmo mai insistere orgogliosamente sulle nostre idee, né reagire negativamente a cambiamenti organizzativi o a nuove spiegazioni di certi passi biblici (Eccl. 7:8). Se scorgiamo in noi anche solo l’ombra di una tendenza del genere, perché non meditare devotamente sugli appropriati princìpi che troviamo nel capitolo 15 degli Atti?d
13. Nel nostro ministero come possiamo imitare la pazienza di Geova?
13 Può essere necessario avere pazienza quando studiamo la Bibbia con qualcuno che trova difficile abbandonare credenze sbagliate o usanze non scritturali a lui care. In casi simili potremmo dover lasciar passare un ragionevole periodo di tempo perché lo spirito di Dio agisca sul suo cuore (1 Cor. 3:6, 7). Inoltre dovremmo pregare al riguardo. In un modo o nell’altro, a suo tempo Dio ci aiuterà a capire cosa è giusto fare (1 Giov. 5:14).
Raccontarono “nei particolari” esperienze incoraggianti (Atti 15:3-5)
14, 15. In che modo la congregazione di Antiochia onorò Paolo, Barnaba e i loro compagni di viaggio, e in che modo questi si rivelarono una benedizione per gli altri cristiani?
14 Luca prosegue: “Dopo essere stati accompagnati per un tratto dalla congregazione, questi uomini proseguirono attraverso la Fenicia e la Samaria, raccontando nei particolari la conversione di persone delle nazioni e procurando grande gioia a tutti i fratelli” (Atti 15:3). Il fatto di accompagnare per un tratto Paolo, Barnaba e gli altri che viaggiavano con loro fu una dimostrazione di amore da parte della congregazione, un modo per onorarli e augurare loro la benedizione di Dio. Ancora una volta i fratelli di Antiochia sono un ottimo esempio per noi. Mostriamo onore ai nostri fratelli spirituali, ‘soprattutto agli anziani che faticano nel parlare e nell’insegnare’? (1 Tim. 5:17).
15 Quei viaggiatori si rivelarono una benedizione per i compagni di fede della Fenicia e della Samaria, narrando loro “nei particolari” esperienze relative all’opera fra i non ebrei. Forse tra gli ascoltatori c’erano cristiani ebrei che si erano rifugiati in quelle regioni dopo il martirio di Stefano. Anche oggi i resoconti della benedizione di Geova sull’opera di fare discepoli sono fonte di incoraggiamento, specie per i fratelli che stanno affrontando delle prove. Traiamo beneficio da questi resoconti assistendo alle adunanze e alle assemblee e leggendo le esperienze e le biografie sulle nostre pubblicazioni stampate o su jw.org?
16. Cosa indica che quello della circoncisione era diventato un grosso problema?
16 Dopo aver percorso circa 550 chilometri verso sud, la delegazione partita da Antiochia giunse finalmente a destinazione. Luca scrive: “Arrivati a Gerusalemme, furono ben accolti dalla congregazione, dagli apostoli e dagli anziani, e riferirono tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro” (Atti 15:4). In risposta però “alcuni di quelli della setta dei farisei che erano diventati credenti si alzarono e dissero: ‘È necessario circonciderli e ordinare loro di osservare la Legge di Mosè’” (Atti 15:5). Chiaramente, la questione della circoncisione dei cristiani non ebrei era diventata un grosso problema, e andava risolta.
“Gli apostoli e gli anziani si riunirono” (Atti 15:6-12)
17. Chi componeva il corpo direttivo di Gerusalemme, e quale potrebbe essere una ragione per cui furono inclusi “gli anziani”?
17 “La sapienza appartiene a chi chiede consigli”, dice Proverbi 13:10. In armonia con questo saggio principio, “gli apostoli e gli anziani si riunirono per esaminare la faccenda” della circoncisione (Atti 15:6). “Gli apostoli e gli anziani” prendevano decisioni per l’intera congregazione cristiana, come fa oggi il Corpo Direttivo. Perché insieme agli apostoli c’erano anche “gli anziani”? Ricordate che l’apostolo Giacomo era stato giustiziato e, almeno per un periodo, l’apostolo Pietro era stato in prigione. Non poteva accadere qualcosa di simile anche ad altri apostoli? La presenza di altri unti qualificati avrebbe assicurato che ci fosse continuità nelle attività di sorveglianza.
18, 19. Quali parole vigorose pronunciò Pietro, e a quale conclusione saranno giunti i presenti?
18 Luca continua: “Dopo un’animata discussione Pietro si alzò e disse [...]: ‘Uomini, fratelli, voi sapete bene che dall’inizio Dio mi scelse fra voi perché per bocca mia persone delle nazioni ascoltassero il messaggio della buona notizia e credessero. E Dio, che conosce i cuori, mostrò la sua approvazione dando lo spirito santo a loro proprio come a noi. Non fece nessuna distinzione fra noi e loro, ma purificò i loro cuori mediante la fede’” (Atti 15:7-9). Secondo un’opera di consultazione, il termine greco tradotto “animata discussione” nel versetto 7 dà anche l’idea di “ricerca”, “indagine”. A quanto pare i fratelli ebbero uno scambio di opinioni schietto e aperto.
19 Le vigorose parole di Pietro ricordarono a tutti che lui stesso era presente quando i primi non ebrei incirconcisi, Cornelio e la sua famiglia, erano stati unti con lo spirito santo nel 36. Quindi se Geova non faceva più distinzione fra ebrei e non ebrei, chi dava agli uomini l’autorità di fare diversamente? Inoltre è la fede in Cristo, e non l’osservanza della Legge mosaica, a purificare il cuore di un credente (Gal. 2:16).
20. In che senso i sostenitori della circoncisione ‘mettevano Dio alla prova’?
20 In base all’incontestabile testimonianza della parola di Dio e dello spirito santo, Pietro concluse: “Allora perché mettete Dio alla prova, ponendo sul collo dei discepoli un giogo che né i nostri antenati né noi siamo stati capaci di portare? Noi invece abbiamo fede che saremo salvati per mezzo dell’immeritata bontà del Signore Gesù esattamente come loro” (Atti 15:10, 11). I sostenitori della circoncisione ‘mettevano Dio alla prova’ nel senso che mettevano a dura prova la sua pazienza, come dice una versione inglese. Cercavano di imporre ai non ebrei un codice di leggi che gli ebrei stessi non riuscivano a osservare pienamente, e che perciò li condannava a morte (Gal. 3:10). Invece gli ebrei presenti al discorso di Pietro avrebbero dovuto essere riconoscenti per l’immeritata bontà di Dio espressa mediante Gesù.
21. Che contributo diedero Barnaba e Paolo?
21 Evidentemente le parole di Pietro furono recepite, visto che “tutto il gruppo tacque”. Allora Barnaba e Paolo riferirono “i molti segni e prodigi che Dio aveva fatto per mezzo loro fra le nazioni” (Atti 15:12). Finalmente gli apostoli e gli anziani erano in grado di valutare tutte le prove e di prendere una decisione che rispecchiasse chiaramente la volontà di Dio riguardo alla circoncisione.
22-24. (a) In che modo il Corpo Direttivo di oggi segue l’esempio di quello del I secolo? (b) In che modo tutti gli anziani possono mostrare rispetto per l’autorità teocratica?
22 Anche oggi, quando si riuniscono, i membri del Corpo Direttivo ricercano la guida della Parola di Dio e pregano fervidamente per avere lo spirito santo (Sal. 119:105; Matt. 7:7-11). Per questo ogni membro del Corpo Direttivo riceve in anticipo un ordine del giorno, così da poter riflettere e pregare sui soggetti che verranno trattati (Prov. 15:28). Durante l’adunanza, questi fratelli unti si esprimono liberamente e rispettosamente; inoltre consultano spesso la Bibbia.
23 Gli anziani di congregazione dovrebbero imitarne l’esempio. E se durante un’adunanza degli anziani un serio problema rimane insoluto, questi possono rivolgersi alla filiale locale o ai suoi rappresentanti nominati, come i sorveglianti di circoscrizione. Se necessario, la filiale può a sua volta scrivere al Corpo Direttivo.
24 Geova benedice coloro che rispettano le disposizioni teocratiche e che manifestano umiltà, lealtà e pazienza. E, come vedremo nel prossimo capitolo, concederà loro vera pace, prosperità spirituale e unità cristiana.
a Vedi il riquadro “Gli insegnamenti dei giudaizzanti”.
b Il patto della circoncisione non faceva parte del patto abraamico, tuttora vigente. Il patto abraamico entrò in vigore nel 1943 a.E.V., quando il settantacinquenne Abraamo (allora Abramo) attraversò l’Eufrate diretto in Canaan. Il patto della circoncisione è successivo: risale al 1919, quando Abraamo aveva 99 anni (Gen. 12:1-8; 17:1, 9-14; Gal. 3:17).
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