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IzebelPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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Quando seppe che Ieu aveva ucciso suo figlio, il re Ieoram, e che era diretto a Izreel, Izebel astutamente si truccò gli occhi, si acconciò i capelli e si affacciò a una finestra superiore del palazzo che dava sulla piazza. Di là salutò l’ingresso trionfale del vincitore dicendo: “È andato tutto bene a Zimri l’uccisore del suo signore?” Quel sarcastico saluto era probabilmente una velata minaccia, poiché Zimri, dopo aver ucciso il suo re e averne usurpato il trono, sentendosi minacciato si era suicidato sette giorni dopo. — 2Re 9:30, 31; 1Re 16:10, 15, 18.
La risposta di Ieu a quell’accoglienza ostile fu: “Chi è per me? Chi?” Due o tre cortigiani si affacciarono, ed egli ordinò: “Fatela cadere!” Per la violenta caduta, il sangue di Izebel imbrattò il muro e i cavalli, ed essa fu calpestata, presumibilmente dai cavalli. Poco dopo, quando alcuni uomini vennero per seppellirla poiché era “figlia di un re”, trovarono che i cani randagi l’avevano divorata, proprio come “la parola di Geova che egli pronunciò per mezzo del suo servitore Elia” aveva predetto, lasciando solo il teschio, i piedi e le palme delle mani a riprova che tutto ciò che Geova dice si avvera. — 2Re 9:32-37.
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IzreelPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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Ieu uccise il figlio di Acab, il re Ieoram, e ne fece gettare il cadavere nel campo di Nabot. Izebel, moglie di Acab, fu precipitata da una finestra per ordine di Ieu e venne divorata dai cani randagi di Izreel. Le teste dei 70 figli di Acab, messi a morte dai loro educatori a Samaria, furono ammassate in due mucchi alla porta di Izreel. Non scampò nessuno degli uomini preminenti, dei conoscenti e dei sacerdoti di Acab a Izreel. — 2Re 9:22-37; 10:5-11.
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