BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • Artrite, malattia invalidante
    Svegliatevi! 2001 | 8 dicembre
    • Artrite, malattia invalidante

      “CHI NON CI È PASSATO NON PUÒ IMMAGINARE IL DOLORE CHE SI PROVA. PENSAVO CHE L’UNICO MODO PER AVERE SOLLIEVO FOSSE MORIRE”. — SETSUKO, GIAPPONE.

      “NE SOFFRO SIN DA QUANDO AVEVO 16 ANNI: QUESTA MALATTIA MI HA RUBATO LA GIOVINEZZA”. — DARREN, GRAN BRETAGNA.

      “HO PERSO DUE ANNI DELLA MIA VITA PASSANDOLI QUASI SEMPRE A LETTO”. — KATIA, ITALIA.

      “QUANDO IL DOLORE SI DIFFUSE A TUTTE LE GIUNTURE NON EBBI PIÙ TREGUA”. — JOYCE, REPUBBLICA SUDAFRICANA.

      QUESTE sono le tristi parole di persone affette dalla malattia nota come artrite. L’artrite spinge ogni anno milioni di pazienti a rivolgersi al proprio medico per cercare sollievo dal dolore, dall’immobilità e dalla deformità che può provocare.

      Solo negli Stati Uniti le persone che soffrono di artrite sono più di 42 milioni; di esse, 1 su 6 diventa invalida. Non a caso in quella nazione l’artrite è la principale causa di invalidità. Il costo di questa malattia in termini economici “equivale grosso modo a una moderata recessione”, affermano i Centri americani per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie: ogni anno gli americani ci rimettono oltre 64 miliardi di dollari tra spese mediche e mancata produttività. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, da sondaggi effettuati in paesi in via di sviluppo come Brasile, Cile, Cina, Filippine, India, Indonesia, Malaysia, Messico, Pakistan e Thailandia risulta che anche lì il problema dell’artrite e di altre malattie reumatiche incide in misura quasi “uguale a quanto avviene nei paesi industrializzati”.

      L’idea che l’artrite colpisca solo le persone anziane è sbagliata. È vero che con l’età la malattia si aggrava. È anche vero, però, che una delle forme più comuni di questa malattia, l’artrite reumatoide, colpisce spesso persone tra i 25 e i 50 anni. Negli Stati Uniti quasi 3 malati di artrite su 5 hanno meno di 65 anni. Analogamente in Gran Bretagna, su 8 milioni di persone affette da artrite, 1.200.000 hanno meno di 45 anni. Più di 14.500 sono bambini.

      Ogni anno il numero delle persone affette da artrite aumenta rapidamente. In Canada, nel giro di un decennio, i malati di artrite aumenteranno di un milione. Pur essendo più diffusa in Europa che in Africa o in Asia, l’artrite è in aumento anche in questi due continenti. L’aumento delle malattie artritiche ha perciò indotto l’Organizzazione Mondiale della Sanità a dichiarare il 2000-2010 “Decennio delle malattie osteoarticolari”. In questo arco di tempo medici e operatori sanitari di tutto il mondo collaboreranno per migliorare la qualità della vita di chi soffre di malattie muscoloscheletriche come l’artrite.

      Cosa si sa di questa dolorosa malattia? Chi sono i soggetti a rischio? Cosa può fare chi ne è affetto per sopportarne gli effetti invalidanti? Ci sarà un giorno una cura per l’artrite? Gli articoli che seguono prenderanno in esame questi argomenti.

      [Fonte dell’immagine a pagina 3]

      Radiografia: Usata per gentile concessione dell’Arthritis Research Campaign, Regno Unito (www.arc.org.uk)

  • Capire l’artrite
    Svegliatevi! 2001 | 8 dicembre
    • Capire l’artrite

      “LA SERA MI GUARDO I PIEDI E LE MANI, ORMAI DEFORMI, E PIANGO”. — MIDORI, GIAPPONE.

      L’ARTRITE piaga gli esseri umani da secoli. Le mummie egizie dimostrano che la malattia esisteva già molti secoli fa. A quanto pare anche Cristoforo Colombo ne era affetto. Oggi ne soffrono milioni di persone. In che consiste questa malattia invalidante?

      Il termine “artrite” deriva dal greco e significa “infiammazione delle articolazioni”: è una definizione generica in cui rientrano oltre un centinaio di malattie e disturbi di natura reumatica.a Queste malattie possono colpire non solo le articolazioni ma anche i muscoli, le ossa, i tendini e i legamenti che le sostengono. Alcune forme artritiche possono colpire la pelle, gli organi interni e persino gli occhi. Concentriamoci ora su due malattie legate all’artrite: l’artrite reumatoide (AR) e l’osteoartrite (OA).

      Struttura delle articolazioni

      L’articolazione è la struttura che fa da giunzione tra due ossa. Un’articolazione sinoviale è circondata da una capsula resistente che la protegge e la sostiene. (Vedi la figura a pagina 4). La capsula articolare è rivestita dalla membrana sinoviale, che produce un liquido lubrificante. All’interno di questa capsula le estremità delle due ossa sono rivestite di un tessuto elastico liscio: la cartilagine. In questo modo si evita il contatto diretto e lo sfregamento fra le ossa. La cartilagine funge anche da ammortizzatore, proteggendo le estremità delle ossa e facendo sì che gli sforzi si distribuiscano in maniera uniforme.

      Ad esempio, quando si cammina, si corre o si salta le anche e le ginocchia sono sottoposte a una pressione che può essere da quattro a otto volte superiore al peso corporeo! Anche se la maggior parte della pressione viene assorbita dai muscoli e dai tendini che circondano le ossa, la cartilagine aiuta queste ultime a sopportare questo carico comprimendosi come una spugna.

      L’artrite reumatoide

      Nel caso dell’artrite reumatoide il sistema immunitario comincia ad aggredire le articolazioni dell’organismo stesso. Per qualche ragione sconosciuta, nelle cavità articolari affluiscono moltissime cellule del sangue, tra cui i linfociti T, che hanno un ruolo fondamentale nel sistema immunitario. Questo scatena una serie di reazioni chimiche che portano infine all’infiammazione dell’articolazione. Le cellule sinoviali possono cominciare a proliferare in maniera incontrollata, formando una massa di tessuto simile a un tumore, detta “panno”. Il panno, a sua volta, produce enzimi che erodono la cartilagine. A questo punto le superfici ossee possono entrare in contatto, il che limita i movimenti e provoca dolori lancinanti. Questo processo degenerativo inoltre indebolisce i legamenti, i tendini e i muscoli, così che l’articolazione diventa instabile e parzialmente slogata dando luogo spesso a deformità visibili. Di solito l’artrite reumatoide colpisce le articolazioni in maniera simmetrica, e interessa polsi, ginocchia e piedi. Più del 50 per cento degli individui a cui viene diagnosticata presentano anche noduli sotto la pelle. Alcuni diventano anemici e accusano secchezza e dolore agli occhi e alla gola. Il quadro clinico include anche spossatezza e sintomi che assomigliano a quelli influenzali, tra cui febbre e dolori muscolari.

      L’artrite reumatoide è estremamente variabile in quanto a effetti, esordio e durata. In una persona il dolore e la rigidità articolare possono manifestarsi lentamente nel giro di varie settimane o addirittura anni. In un’altra l’esordio può essere alquanto improvviso. In alcuni la malattia dura qualche mese e poi regredisce senza lasciare danni osservabili. Altri possono attraversare periodi di riacutizzazione, in cui i sintomi peggiorano, seguiti da periodi di remissione in cui si sentono meglio. E certi pazienti continuano per anni a subire gli effetti invalidanti della malattia, senza avere mai tregua.

      Chi è più a rischio? L’artrite reumatoide “è diffusa soprattutto tra le donne di mezza età”, osserva il dott. Michael Schiff, aggiungendo però che “può colpire chiunque a qualsiasi età, bambini e uomini inclusi”. Per chi ha parenti affetti da artrite reumatoide il rischio è maggiore. Vari studi, inoltre, fanno pensare che fumo, obesità e una storia di emotrasfusioni siano tutti fattori di rischio significativi.

      Osteoartrite

      “L’osteoartrite”, afferma una rivista medica, “è sotto molti aspetti come il tempo meteorologico: è onnipresente, spesso non ci si fa caso, ma può scatenarsi in maniera drammatica”. (Western Journal of Medicine) A differenza dell’artrite reumatoide, l’osteoartrite difficilmente si diffonde ad altre parti del corpo, ma colpisce solo una o alcune articolazioni. La cartilagine viene lentamente erosa, per cui un osso comincia a sfregare contro l’altro. A questo fenomeno si accompagna la formazione di escrescenze di tessuto osseo dette osteofiti. Si possono formare delle cisti, con ingrossamento e deformazione dell’osso sottostante. Tra gli altri sintomi vi sono nocche nodose, crepitio delle articolazioni colpite e spasmi muscolari, oltre a dolore, rigidità e perdita della motilità.

      Un tempo si credeva che l’osteoartrite fosse semplicemente una conseguenza della vecchiaia. Gli esperti, però, hanno abbandonato questa idea radicata. Una rivista specializzata afferma: “Non c’è nulla che faccia pensare che un’articolazione normale, soggetta alle comuni sollecitazioni, si debba deteriorare nel corso della vita”. (The American Journal of Medicine) Cosa provoca allora l’osteoartrite? Gli studi volti a determinarne con esattezza la causa sono “oggetto di costanti controversie”, dice la rivista inglese The Lancet. Alcuni ricercatori ipotizzano che per prima cosa si verifichino delle lesioni ossee, ad esempio delle microfratture. Queste a loro volta provocherebbero la formazione di escrescenze ossee e il deterioramento della cartilagine. Altri ritengono che il problema nasca nella cartilagine stessa. Man mano che questa degenera e si sfalda, dicono, aumentano le sollecitazioni a cui è sottoposto l’osso sottostante. L’organismo tenta di riparare la cartilagine danneggiata e questo provoca delle modificazioni patologiche.

      Chi è più esposto al rischio di sviluppare l’osteoartrite? Se è vero che l’età da sola non provoca questa malattia, è anche vero che la perdita della cartilagine nelle articolazioni si verifica più spesso quando l’età è più avanzata. È a rischio anche chi presenta delle anomalie nelle superfici articolari, che non combaciano bene, oppure ha muscoli deboli nelle gambe e nelle cosce, una gamba più corta dell’altra o qualche difetto di allineamento della colonna vertebrale. L’osteoartrite può insorgere più facilmente anche nelle articolazioni che hanno subìto dei traumi o sono state logorate dai movimenti ripetitivi tipici di certi mestieri. Una volta iniziato il processo di deterioramento, essere in sovrappeso può esacerbare l’osteoartrite.

      Il dott. Tim Spector afferma: “L’osteoartrite è una patologia complessa per cui esistono specifici fattori di rischio di carattere ambientale ma che ha anche una forte componente genetica”. Una categoria particolarmente a rischio sono le donne di mezza età o di età avanzata nella cui famiglia ci sono stati casi di osteoartrite. A differenza di quanto accade nel caso dell’osteoporosi, prima dell’insorgere dell’osteoartrite la densità ossea ha livelli elevati anziché bassi. Secondo alcuni ricercatori, tra i fattori che predispongono alla malattia ci sarebbero anche i danni provocati dai radicali liberi e la carenza di vitamina C o di vitamina D.

      Terapia

      In genere la terapia per l’artrite prevede una combinazione di farmaci, esercizio fisico e cambiamento di abitudini. Un fisioterapista può avviare un programma di ginnastica terapeutica che può includere esercizi di mobilità, isometrici, aerobici e isotonici (con i pesi). È stato dimostrato che questi esercizi migliorano diversi sintomi, tra cui dolore e gonfiore alle articolazioni, spossatezza, senso di malessere e depressione. I benefìci si notano anche in pazienti molto anziani. La ginnastica può anche limitare la perdita di densità ossea. Alcuni dicono anche di aver provato un certo sollievo ricorrendo a varie terapie che implicano l’uso del caldo o del freddo o all’agopuntura.b

      Visto che dimagrendo si può ridurre in maniera significativa il dolore articolare, la giusta alimentazione è importante per chi soffre di artrite. Secondo alcuni, inoltre, una dieta che includa cibi ricchi di calcio come ortaggi dalle foglie verde scuro, frutta fresca e pesce proveniente dai mari freddi ricco di acidi grassi omega-3 — e che limiti il consumo di cibi conservati e grassi saturi — può aiutare non solo a dimagrire, ma anche a ridurre il dolore. In che modo? Secondo alcuni, una dieta di questo tipo inibirebbe il processo infiammatorio. Alcuni avrebbero inoltre tratto giovamento eliminando dalla loro dieta carne, latticini, grano e solanacee (come pomodori, patate, peperoni e melanzane).

      In certi casi viene raccomandata una procedura chirurgica detta artroscopia. Questa consiste nell’inserire una sonda direttamente nell’articolazione, permettendo al chirurgo di eliminare il tessuto sinoviale che produce gli enzimi distruttivi. Questo intervento però non è risolutivo, in quanto spesso l’infiammazione si ripresenta. Una procedura ancora più drastica è l’artroplastica, in cui l’intera articolazione (in genere un’anca o un ginocchio) viene sostituita con una protesi. L’intervento risolve il problema per 10-15 anni, e spesso è molto efficace nell’eliminare il dolore.

      Più di recente i medici hanno sperimentato sistemi meno invasivi, come la “viscosupplementazione”, che consiste nell’iniettare acido ialuronico direttamente nell’articolazione. Questo tipo di intervento si effettua soprattutto sul ginocchio. Stando ad alcuni studi condotti in Europa, anche l’iniezione di sostanze in grado di stimolare la riparazione della cartilagine (condroprotettori) ha dato qualche buon risultato.

      Anche se nessun farmaco è risultato efficace per guarire l’artrite, ce ne sono molti in grado di alleviare il dolore e l’infiammazione, e alcuni sembrano promettenti per quanto riguarda il rallentare il decorso della malattia. Per alleviare i sintomi debilitanti dell’artrite si ricorre, tra l’altro, ad antidolorifici, corticosteroidi, farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), farmaci antireumatici che modificano l’evolvere della malattia (DMARD), immunosoppressori, modificatori della risposta biologica e farmaci prodotti con l’ingegneria genetica per interferire con la risposta immunitaria. Per avere tale sollievo, però, a volte c’è un caro prezzo da pagare, perché tutti questi medicinali possono avere gravi effetti collaterali. Soppesare i potenziali rischi e benefìci non è facile, né per il paziente né per il medico.

      Come fanno alcuni che soffrono di artrite a convivere con questa malattia dolorosa?

      [Note in calce]

      a Tra queste vi sono osteoartrite, artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico, artrite reumatoide giovanile, gotta, borsite, febbre reumatica, malattia di Lyme, sindrome del tunnel carpale, fibromialgia, sindrome di Reiter e spondilite anchilosante.

      b Svegliatevi! non raccomanda nessuna terapia e nessun farmaco o intervento chirurgico in particolare. Ogni paziente ha la responsabilità di informarsi e valutare con attenzione qualsiasi terapia alla luce dei fatti.

      [Testo in evidenza a pagina 6]

      OBESITÀ, FUMO E UNA STORIA DI EMOTRASFUSIONI POSSONO FAR AUMENTARE IL RISCHIO DI SVILUPPARE L’ARTRITE REUMATOIDE

      [Riquadro/Immagine a pagina 8]

      TERAPIE ALTERNATIVE

      Esistono certe forme di terapia che a detta di alcuni sarebbero più sicure e presenterebbero meno effetti collaterali delle terapie convenzionali. Fra queste vi è l’assunzione per via orale di collagene di tipo II, che secondo alcuni ricercatori avrebbe dato risultati positivi riducendo il gonfiore delle articolazioni e il dolore nell’artrite reumatoide. In che modo? Inibendo le citochine a effetto proinfiammatorio e distruttivo, in particolare l’interleuchina 1 e il fattore di necrosi tumorale. Anche alcuni fattori nutritivi naturali sarebbero risultati efficaci in qualche misura nell’inibire questi stessi agenti distruttivi. Tra questi vi sono vitamina E, vitamina C, niacinammide, oli di pesce ricchi di acido eicosapentenoico e acido gamma-linolenico, olio di semi di borragine e olio di enotera. In Cina è in uso da anni un rimedio erboristico a base di Tripterygium wilfordii, un rampicante. Si dice che abbia una certa efficacia nel ridurre le conseguenze dell’artrite reumatoide.

      [Diagrammi alle pagine 4 e 5]

      (Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

      ARTICOLAZIONE SANA

      BORSA SINOVIALE

      MUSCOLO

      CARTILAGINE

      TENDINE

      CAPSULA ARTICOLARE

      MEMBRANA SINOVIALE

      LIQUIDO SINOVIALE

      OSSO

      ARTICOLAZIONE AFFETTA DA ARTRITE REUMATOIDE

      RIDUZIONE DELLO SPAZIO ALL’INTERNO DELL’ARTICOLAZIONE

      DISTRUZIONE DELL’OSSO E DELLA CARTILAGINE

      MEMBRANA SINOVIALE INFIAMMATA

      ARTICOLAZIONE AFFETTA DA OSTEOARTRITE

      FRAMMENTI DI CARTILAGINE

      DISTRUZIONE DELLA CARTILAGINE

      SPERONE OSSEO

      [Fonte]

      Fonte: Arthritis Foundation

      [Immagini a pagina 7]

      L’artrite può colpire persone di qualsiasi età

      [Immagini a pagina 8]

      Fare ginnastica e seguire una dieta equilibrata può recare un certo sollievo

  • Speranza per chi soffre di artrite
    Svegliatevi! 2001 | 8 dicembre
    • Speranza per chi soffre di artrite

      “L’ARTRITE non fa tanti morti quanto le malattie cardiache o il cancro”, afferma la dott. Fatima Mili, “tuttavia influisce moltissimo sulla qualità della vita”. Questa malattia può influire su ogni aspetto della vita. Quali sono alcuni problemi che affliggono chi soffre di artrite? È possibile farvi fronte?

      Katia,a che ha 28 anni e vive in Italia, dice: “A 20 anni mi è stata diagnosticata l’artrite, e da allora la mia vita è cambiata completamente. A motivo del dolore ho dovuto lasciare il lavoro e rinunciare anche alla mia carriera nel ministero a tempo pieno”. Il dolore è un problema comune a tutti coloro che soffrono di artrite. Alan, che ha 63 anni e vive in Inghilterra, dice: “C’è sempre una parte del corpo che duole, anche se non in maniera acuta”. Un altro problema è la spossatezza. “Anche se si riuscissero a sopportare il dolore e il gonfiore”, dice Sarah, che ha 21 anni, “la stanchezza è insopportabile”.

      Sofferenza emotiva

      Setsuko, che ha 61 anni e vive in Giappone, dice che lottare ogni giorno con il dolore cronico può anche “logorare sul piano emotivo e psicologico”. Può essere difficile anche solo cercare di afferrare una matita o il telefono! Kazumi, una donna di 47 anni, dice: “Non riesco più a fare nemmeno cose banali, alla portata di qualsiasi bambino”. Janice, che ha 60 anni e non può più rimanere in piedi a lungo, dice: “È scoraggiante, perché non riesco più a fare quello che facevo”.

      Queste limitazioni possono dar luogo a frustrazione e autocommiserazione. Gaku, un testimone di Geova ventisettenne, dice: “Non potendo partecipare pienamente all’opera di evangelizzazione né svolgere mansioni in congregazione mi sento completamente inutile”. Francesca, che lotta con l’artrite da quando aveva due anni, dice di essere “crollata in uno stato di sconforto”, al punto che le “sembrava di essere in un vortice e finire sempre più giù”. Tale sconforto può essere nocivo sul piano spirituale. Joyce, una Testimone sudafricana, ammette di aver cominciato a isolarsi e a non andare alle adunanze cristiane. “Non volevo vedere nessuno”, spiega.

      Chi soffre di artrite può anche essere molto preoccupato per il futuro: può aver paura di non potersi più muovere e di dipendere dagli altri, paura di rimanere senza qualcuno che l’assista, paura di cadere e rompersi qualche osso, paura di non riuscire a mantenere la famiglia. Yoko, che ha 52 anni, ammette: “Quando vedevo che un’articolazione si deformava, temevo che la deformità aumentasse”.

      Anche i familiari possono soffrire, essendo a contatto ogni giorno con le sofferenze del loro caro. Alcune coppie possono anche andare incontro a grossi problemi coniugali. Denise, che vive in Inghilterra, spiega: “Dopo 15 anni di matrimonio mio marito mi ha detto: ‘Sono stufo della tua artrite!’ Se n’è andato lasciando me e nostra figlia, che all’epoca aveva 5 anni”.

      L’artrite, perciò, crea grossi problemi sia a coloro che ne sono affetti che alle loro famiglie. Eppure molti la stanno affrontando con successo! Vediamo come fanno alcuni.

      Non superate i vostri limiti

      Se soffrite di artrite è essenziale che vi concediate il giusto riposo; in questo modo potete ridurre al minimo la spossatezza. Questo non significa, comunque, che dobbiate smettere di vivere la vostra vita. Timothy spiega: “Bisogna rimanere attivi per non darla vinta all’artrite, altrimenti non si fa altro che starsene seduti in un angolo a soffrire”. William Ginsburg, reumatologo presso una prestigiosa clinica della Florida, osserva: “Il confine tra lo strafare e il fare troppo poco è sottile. A volte bisogna ricordare alla gente di rallentare e tenere in considerazione la propria malattia”.

      Per far questo forse è necessario vedere i propri limiti in una luce diversa. Daphne, che vive in Sudafrica, racconta: “Ho dovuto essere realista e capire che non è che non sono più in grado di fare certe cose; è solo che le devo fare molto più lentamente. Anziché farmi prendere dall’ansia o dalla frustrazione, faccio le cose un po’ per volta”.

      Un’altra buona idea è acquistare familiarità con vari dispositivi che possono essere d’aiuto, magari parlandone con il proprio medico o fisioterapista. Keiko racconta: “Abbiamo installato un montascale. Girare le maniglie mi procura dolore ai polsi, per cui le abbiamo modificate. Ora posso aprire tutte le porte spingendo con la testa. Su tutti i rubinetti abbiamo montato delle leve così che posso fare almeno alcuni lavori domestici”. Un’altra malata di artrite di nome Gail dice: “Alle chiavi di casa e della macchina abbiamo attaccato un’impugnatura molto grande, così le posso girare con più facilità. Sia il pettine che la spazzola hanno una prolunga ad angolo regolabile”.

      La famiglia, una fonte a cui attingere forza

      Carla, una brasiliana, dice: “Per me è stato fondamentale il sostegno di mio marito. Accompagnandomi alle visite mediche mi ha dato coraggio. Abbiamo appreso insieme in che modo la malattia influisce sul mio organismo, quali sono i sintomi e quali le terapie. Mi sono sentita meglio sapendo che capiva cosa stavo passando”. Sì, i mariti o le mogli che accettano i limiti del coniuge e sono disposti a informarsi sulla sua malattia possono essere un’importantissima fonte di forza e sostegno.

      Bette, ad esempio, cominciò a lavorare facendo pulizie quando il marito, che lavorava nell’edilizia, dovette ridurre di molto il lavoro a causa dell’artrite. Il marito di Kazumi non solo l’ha assistita, ma ha fatto anche i lavori di casa che lei non riusciva a fare. Inoltre, ha insegnato ai figli a rendersi utili. Kazumi dice: “Mio marito mi ha dato una gran forza. Se non fosse per lui sarei messa molto peggio”.

      Un’australiana di nome Carol avverte: “State attenti a non voler fare troppe cose. Quando non riesco a stare al passo con il resto della famiglia mi prende facilmente lo sconforto”. Chi soffre di artrite può trarre molta forza ricevendo il sostegno di familiari comprensivi e pieni di considerazione.

      Aiuto spirituale

      Katia dice: “Quando si soffre di malattie come queste, si è convinti che nessuno possa capire cosa si sta provando. Per questo è di grande conforto rivolgersi a Geova Dio sapendo che egli capisce davvero il nostro stato fisico ed emotivo. (Salmo 31:7) Avere una buona relazione con lui mi dà la pace mentale per convivere quasi serenamente con la malattia”. Appropriatamente, la Bibbia chiama Geova “l’Iddio di ogni conforto, che ci conforta in tutta la nostra tribolazione”. — 2 Corinti 1:3, 4.

      La preghiera può quindi essere fonte di grande conforto per chi soffre di dolore cronico. Kazumi racconta: “Durante le lunghe notti in cui il dolore non mi fa dormire apro il cuore a Geova e in lacrime gli chiedo la forza di sopportare il dolore e la sapienza necessaria per affrontare tutti i miei problemi. Geova ha esaudito senz’altro le mie preghiere”. Anche Francesca ha sperimentato l’amorevole sostegno di Dio. Racconta: “Ho visto adempiersi su di me le parole di Filippesi 4:13: ‘Per ogni cosa ho forza in virtù di colui che mi impartisce potenza’”.

      Spesso Geova Dio provvede sostegno attraverso la congregazione cristiana. Gail, ad esempio, parla dell’aiuto che ha ricevuto dai fratelli e dalle sorelle della locale congregazione di testimoni di Geova. “Il loro amore mi ha aiutata a non cadere in depressione”, dice. In maniera analoga, quando a Keiko fu chiesto “Riesci a pensare a qualcosa di piacevole nella tua vita?” la sua risposta fu: “Sì, tutto l’amore e il sostegno che mi danno tutti i membri della congregazione!”

      Nelle congregazioni dei testimoni di Geova i sorveglianti sono i primi a dare questo tipo di sostegno. Setsuko dice: “Non ho parole per spiegare cosa significa, per una persona che lotta contro una malattia, avere anziani che l’ascoltano e le danno conforto”. Tuttavia, come osserva giustamente un malato di artrite di nome Daniel, “i nostri fratelli e le nostre sorelle spirituali ci possono aiutare solo se permettiamo loro di farlo”. Perciò è importante che i malati rimangano in contatto con i compagni di fede e facciano del loro meglio per essere presenti alle adunanze di congregazione. (Ebrei 10:24, 25) Lì possono ricevere l’incoraggiamento spirituale necessario per perseverare.

      Le sofferenze finiranno

      Chi soffre di artrite è grato alla classe medica per i progressi che sono stati fatti finora. Nondimeno, anche le migliori terapie sono ben lontane dal risolvere il problema. A lungo andare, quello che può dare il più grande conforto ai malati sono le promesse che Dio ha fatto di portare un nuovo mondo.b (Isaia 33:24; Rivelazione [Apocalisse] 21:3, 4) In quel mondo “lo zoppo salterà proprio come fa il cervo”. (Isaia 35:6) L’artrite e tutte le altre malattie che affliggono l’umanità saranno sparite per sempre! Peter, che soffre di artrite alla colonna vertebrale, dice perciò: “Vedo una luce in fondo a questo tunnel buio in cui mi trovo”. Sullo stesso tono, una cristiana di nome Giuliana afferma: “Penso che ogni giorno che passa è una battaglia vinta e un giorno in meno da sopportare prima che venga la fine!” Sì, è vicina la fine non solo dell’artrite, ma di tutte le sofferenze!

      [Note in calce]

      a Alcuni nomi sono stati cambiati.

      b Se desiderate che un testimone di Geova vi faccia visita per parlarvi di ciò che promette la Bibbia mettetevi in contatto con la locale congregazione dei testimoni di Geova oppure scrivete agli editori di questa rivista.

      [Immagini a pagina 10]

      Ci sono molti strumenti che aiutano chi soffre di artrite ad avere una vita produttiva

      [Immagine a pagina 12]

      Le adunanze cristiane possono essere fonte di amorevole sostegno

Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
Disconnetti
Accedi
  • Italiano
  • Condividi
  • Impostazioni
  • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
  • Condizioni d’uso
  • Informativa sulla privacy
  • Impostazioni privacy
  • JW.ORG
  • Accedi
Condividi