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    Annuario dei Testimoni di Geova del 2010
    • Quando fu diramato il preallarme, Cecilia Pratt, che serviva come pioniera speciale a Cay Caulker, preparò una borsa nel caso avesse dovuto cercare rifugio all’arrivo dell’uragano. Proprio quel giorno aveva raccolto i rapporti del servizio di campo di 12 sorelle e aveva deciso di prendere il battello del pomeriggio per andare a consegnarli alla filiale. Cecilia avvolse con cura i rapporti nel cellofan e li mise nella borsa preparata per l’emergenza. Quella notte Cecilia e alcune sorelle dovettero rifugiarsi in un edificio scolastico, mentre il resto del gruppo trovò riparo nel centro sociale.

      “Il vento strappò via il tetto di lamiera della prima aula in cui ci eravamo riparate”, narra Cecilia. “Afferrammo le nostre cose e ci precipitammo in un’altra stanza. Sembrava che l’intero edificio, pur essendo in muratura, fosse in balia del vento. Sbirciando all’esterno, avemmo l’impressione di essere in mezzo al mare, non sulla terraferma. Io e le altre sorelle rimanemmo insieme pregando intensamente. In quell’aula c’erano 40 persone, di varie religioni, tutte terrorizzate. Alcune dicevano: ‘L’ha mandato Dio’. Un predicatore cattolico laico mi si avvicinò e mi chiese: ‘Direbbe una preghiera per noi, signora Pratt?’ Risposi: ‘Non posso; sono una donna e non ho un copricapo’. L’uomo replicò: ‘Prenda il mio berretto’. Non ero sicura di poter pregare per tutti loro, ma volevo che sapessero che non era Geova il responsabile dell’uragano. Perciò pregai con il nostro gruppetto a voce abbastanza alta da essere udita da tutti. Non appena terminai la preghiera e tutti dissero Amen, il vento si placò! In quel momento ci trovammo nell’occhio del ciclone. Il predicatore cattolico disse: ‘Ha pregato bene. Il vostro è proprio il vero Dio’. Dopo ciò non vollero che noi cinque Testimoni lasciassimo il rifugio, e per i successivi tre giorni ci diedero cibo e caffè.

      “Io però ero preoccupata per le altre proclamatrici. La mattina dopo, quando il vento cessò, uscii dal rifugio e andai a cercarle. Dappertutto si vedevano alberi divelti e distruzione. Alcune case erano state spostate dal vento anche di 10 o 15 metri. Il primo posto in cui andai fu il centro sociale; vi trovai due sorelle con le loro bambine. La casa di un’altra sorella era andata distrutta, ma lei era viva”.

      Nel periodo immediatamente successivo all’uragano, la filiale ebbe qualche difficoltà a raccogliere i rapporti del servizio di campo delle congregazioni colpite. Ma i rapporti di Cay Caulker furono i primi ad arrivare. Cecilia li aveva tenuti al sicuro nella borsa che aveva preparato per l’emergenza e li aveva consegnati personalmente ai fratelli della filiale che si erano recati lì per sincerarsi delle loro condizioni.

  • Belize
    Annuario dei Testimoni di Geova del 2010
    • [Immagine a pagina 246]

      Cecilia Pratt

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