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Studio numero 4: La Bibbia e il suo canone“Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”
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19. (a) Quale notevole documento fu rinvenuto in Italia, e a quando risale? (b) In che modo esso definisce qual era il canone accettato a quel tempo?
19 Uno dei più interessanti cataloghi antichi è il frammento scoperto da Ludovico Antonio Muratori nella Biblioteca Ambrosiana di Milano, e da lui pubblicato nel 1740. Sebbene manchi la parte iniziale, dal fatto che il frammento definisce quello di Luca il terzo Vangelo si desume che Matteo e Marco erano stati menzionati in precedenza. Il Frammento Muratoriano, che è in latino, risale all’ultima parte del II secolo E.V. È un documento interessantissimo, come mostra la seguente traduzione parziale: “Poi il terzo libro del vangelo è secondo Luca. Questo Luca, medico, dopo l’ascensione di Cristo scrisse il vangelo che ha lui per autore . . . Il quarto vangelo è di Giovanni, uno dei discepoli. . . . Sebbene nei singoli vangeli i punti di partenza siano diversi, tale differenza non compromette affatto la fede dei credenti, poiché nei singoli, unico è lo spirito direttivo che anima l’esposizione dei fatti riguardanti la nascita, la passione, la risurrezione, la vita che dopo di essa trascorse con i suoi discepoli, nonché la duplice venuta: la prima ha già avuto luogo, in modo semplice, nella volontaria umiliazione; la seconda si verificherà fulgida, con regale maestà. Non c’è dunque da stupirsi, se Giovanni, anche nelle sue epistole esprime senza ambagi quanto è stato un singolare frutto della sua esperienza, asserendo egli stesso: ‘Ciò che abbiamo visto con i nostri occhi e udito con le nostre orecchie, ciò che le nostre mani hanno palpato, questo noi vi abbiamo scritto’. Dichiara così di essere non solo testimone oculare e direttamente auriculare, ma anche lo scrittore dei fatti meravigliosi del Signore narrati secondo il loro ordine. Le gesta poi di tutti gli apostoli sono state scritte in un libro: con una dedica all’eccellentissimo Teofilo, Luca vi ha raccolto tutti i vari eventi . . . Le epistole di Paolo dichiarano da sole quali siano . . . , da quale luogo e per quale motivo furono scritte. La prima di tutte è quella ai Corinzi, per sopprimere sette scismatiche; viene poi quella ai Galati, per sopprimere la circoncisione; con maggiore ampiezza scrive ai Romani, per dimostrare che Cristo è la norma delle Scritture e poi il loro termine principio. Su ognuna di queste epistole è necessario che ci soffermiamo, giacché lo stesso beato Paolo, seguendo la norma di Giovanni, suo predecessore, scrive nominatamente soltanto a sette chiese, in quest’ordine: la prima ai Corinzi, la seconda agli Efesini, la terza ai Filippesi, la quarta ai Colossesi, la quinta ai Galati, la sesta ai Tessalonicesi, la settima ai Romani; sebbene, a scopo esortativo, abbia scritto una seconda epistola tanto ai Corinzi quanto ai Tessalonicesi, tuttavia la Chiesa sparsa in tutto il mondo la considera come una sola. Infatti, anche Giovanni, nell’apocalisse, sebbene scriva a sette chiese, intende tuttavia parlare a tutte. Ma ve n’è pure una a Filemone, una a Tito e due a Timoteo, che, seppure dettate in momenti di affetto e amorevolezza, sono state riconosciute sacre per l’onore della Chiesa . . . Sono invece considerate sacre l’epistola di Giuda e le due del succitato Giovanni; . . . Accogliamo anche le apocalissi, ma solo quelle di Giovanni e di Pietro; quest’ultima però qualcuno di noi, non vuole che sia letta in chiesa”.c
20. (a) Come si spiega l’omissione di una lettera di Giovanni e di una di Pietro? (b) Fino a che punto quindi questo catalogo corrisponde a quello attuale?
20 Come si può notare, il Frammento Muratoriano menziona verso la fine solo due epistole di Giovanni. Comunque, un’enciclopedia osserva che queste due epistole di Giovanni “non possono che essere la seconda e la terza, il cui scrittore si definisce semplicemente ‘l’anziano’. Avendo già accennato alla prima, sebbene solo incidentalmente in relazione al Quarto Vangelo, e avendo ivi dichiarato la propria assoluta convinzione che essa era di origine giovannea, l’autore si sentì qui giustificato a limitarsi alle due lettere minori”. In quanto all’apparente assenza di qualsiasi accenno alla prima lettera di Pietro, quest’opera aggiunge: “L’ipotesi più probabile è quella che manchino alcune parole, forse un rigo, in cui I Pietro e l’Apocalisse di Giovanni erano menzionati fra i libri riconosciuti”. Perciò, sempre parlando del Frammento Muratoriano, questa enciclopedia conclude: “Il Nuovo Testamento viene ritenuto inequivocabilmente costituito dai quattro Vangeli, dagli Atti, dalle tredici epistole di Paolo, dall’Apocalisse di Giovanni, probabilmente dalle sue tre epistole, da Giuda, e probabilmente da I Pietro, mentre l’opposizione a un altro scritto di Pietro non era ancora stata messa a tacere”. — The New Schaff-Herzog Encyclopedia of Religious Knowledge, 1956, vol. VIII, pp. 55-6.
21. (a) Perché i commenti di Origene sugli scritti ispirati sono interessanti? (b) Cosa accettarono scrittori successivi?
21 Origene, verso il 230 E.V., accettava fra le Scritture ispirate i libri di Ebrei e Giacomo, entrambi mancanti nel Frammento Muratoriano. Sebbene egli indichi che alcuni dubitavano della loro canonicità, questo in effetti conferma che a quel tempo la canonicità della maggior parte delle Scritture Greche era riconosciuta, e solo qualcuno dubitava delle epistole meno note. In seguito, Atanasio, Girolamo e Agostino accettarono le conclusioni degli elenchi precedenti, includendo nel canone gli stessi 27 libri che abbiamo ora.d
22, 23. (a) Come furono preparati gli elenchi dei cataloghi indicati nella tabella? (b) Perché a quanto pare non c’era nessun elenco del genere prima del Frammento Muratoriano?
22 La maggioranza dei cataloghi inclusi nella tabella sono elenchi specifici che mostrano quali libri erano ritenuti canonici. Quelli di Ireneo, Clemente Alessandrino, Tertulliano e Origene sono completati dalle loro citazioni, dalle quali si comprende come erano considerati gli scritti citati. Questi cataloghi sono ulteriormente integrati da ciò che scrive Eusebio, antico storico ecclesiastico. Comunque, il fatto che questi scrittori non menzionino certi scritti canonici non ne esclude la canonicità. Semplicemente nei loro scritti non vi fecero riferimento, o perché preferirono non farlo, o a motivo degli argomenti che stavano trattando. Ma perché non troviamo elenchi specifici anteriori al Frammento Muratoriano?
23 Solo quando, verso la metà del II secolo E.V., sorsero uomini come Marcione si pose il problema di quali libri i cristiani dovessero accettare. Marcione stabilì un canone a sostegno delle sue dottrine, prendendo solo certe lettere dell’apostolo Paolo e un testo espurgato del Vangelo di Luca. Questo, insieme alla massa di scritti apocrifi che si andava diffondendo in tutto il mondo, fu ciò che spinse i catalogatori a elencare i libri che ritenevano canonici.
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Studio numero 4: La Bibbia e il suo canone“Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”
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Importanti cataloghi antichi delle Scritture Greche Cristiane
A - Accettato senza riserve come biblico e canonico
D - Dubbio in certi luoghi
DA - Dubbio in certi luoghi, ma accettato come biblico e
canonico dal catalogatore
? - Gli studiosi sono incerti sulla lettura del testo o su
come è considerato il libro in questione
◻ - Lo spazio vuoto indica che quella fonte non usa o non
menziona il libro in questione
Nome e luogo
Frammento Ireneo, Clemente Tertulliano,
Muratoriano, Asia Minore Alessandrino Africa
Italia sett.
Data E.V.
approssimativa 170 180 190 207
Matteo A A A A
Marco A A A A
Luca A A A A
Giovanni A A A A
Atti A A A A
Romani A A A A
1 Corinti A A A A
2 Corinti A A A A
Galati A A A A
Efesini A A A A
Filippesi A A A A
Colossesi A A A A
1 Tessalonicesi A A A A
2 Tessalonicesi A A A A
1 Timoteo A A A A
2 Timoteo A A A A
Tito A A A A
Filemone A A
Ebrei D DA DA
Giacomo ?
1 Pietro A? A A A
2 Pietro D? A
1 Giovanni A A DA A
2 Giovanni A A DA
3 Giovanni A?
Giuda A DA A
Rivelazione A A A A
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