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  • Buddismo: Ricerca di illuminazione senza Dio
    L’uomo alla ricerca di Dio
    • Il problema di una fonte attendibile

      3. Quale materiale documentario è disponibile sulla vita del Budda?

      3 “Quel che sappiamo della vita del Budda si basa principalmente sulle testimonianze dei testi canonici, dei quali i più esaurienti e completi sono quelli scritti in pali, antica lingua indiana”, dice un libro di storia delle religioni. (World Religions—From Ancient History to the Present) Ciò significa che non esiste materiale documentario dell’epoca da cui ricavare dati precisi su Siddhārtha Gautama, il fondatore di questa religione, vissuto nell’India settentrionale nel VI secolo a.E.V. Questo naturalmente presenta un problema. Più serio, comunque, è il problema relativo a quando e come furono redatti i “testi canonici”.

      4. Come fu preservata dapprima l’autentica dottrina del Budda?

      4 La tradizione buddista sostiene che subito dopo la morte di Gautama fu convocato un concilio di 500 monaci per decidere quale fosse l’autentica dottrina del Maestro. Se questo concilio ebbe veramente luogo o no è un argomento molto dibattuto fra gli studiosi e gli storici buddisti. Ad ogni modo, il punto importante che dovremmo notare è che persino i testi buddistici riconoscono che la dottrina autentica per la quale si optò non fu affidata alla scrittura, ma alla memoria dei discepoli. L’effettiva redazione dei testi sacri doveva ancora attendere parecchio.

      5. Quando furono messi per iscritto i testi in lingua pali?

      5 Secondo certe cronache di Ceylon (Srī Lanka) dei secoli IV e VI E.V., i più antichi di questi “testi canonici” pali furono messi per iscritto durante il regno del re Vattagamani Abhaya nel I secolo a.E.V. Altre narrazioni della vita del Budda non comparvero per iscritto che forse nel I o addirittura nel V secolo E.V., quasi mille anni dopo la sua epoca.

      6. Quali critiche sono state espresse in merito ai “testi canonici”? (Confronta 2 Timoteo 3:16, 17).

      6 Pertanto, osserva un dizionario delle religioni, “le ‘biografie’ sono sia di origine tarda che piene zeppe di materiale mitico e leggendario, e i testi canonici più antichi sono il prodotto di un lungo processo di trasmissione orale che dovette includere revisioni e molte aggiunte”. (Abingdon Dictionary of Living Religions) Addirittura uno studioso “sostenne che nemmeno una parola della dottrina fissata per iscritto si può attribuire con assoluta certezza a Gautama in persona”. Sono giustificate queste critiche?

      Il concepimento e la nascita del Budda

      7. Secondo certi testi buddisti, in quali circostanze fu concepito il Budda da sua madre?

      7 Considerate i seguenti brani tratti dai Jataka, parte del canone pali, e dal Buddhacarita, un testo sanscrito del II secolo E.V. sulla vita del Budda. Ecco innanzi tutto il racconto di come sua madre, la regina Maha-Maya, lo concepì in sogno.

      “I quattro angeli guardiani vennero e, sollevatala insieme al suo letto, la trasportarono sui monti dell’Himalaya. . . . Poi vennero le mogli degli angeli guardiani e la portarono al lago Anotatta, e la immersero per togliere ogni macchia umana. . . . Poco distante c’era il Monte d’Argento, e in esso un castello d’oro. Lì essi prepararono un letto divino con la testata rivolta a oriente, e ve la adagiarono. A questo punto il futuro Budda era divenuto un superbo elefante bianco . . . Egli ascese il Monte d’Argento, poi . . . girò tre volte da destra intorno al letto di sua madre, e colpendola sul fianco destro parve penetrare nel suo grembo. In tal modo avvenne il concepimento, nel fantastico spettacolo di mezza estate”.

      8. Cosa fu predetto riguardo al futuro del Budda?

      8 Quando la regina narrò il sogno al re suo consorte, questi radunò 64 eminenti sacerdoti indù, diede loro cibo e abiti e chiese un’interpretazione. Ecco cosa risposero:

      “Non essere ansioso, o nobile sovrano! . . . Avrai un figlio. Ed egli, se continuerà a vivere in famiglia, diventerà un monarca dell’universo; ma se lascerà la famiglia e rinuncerà al mondo, diventerà un Budda, ed eliminerà da questo mondo le nubi del peccato e della follia”.

      9. Quali fatti straordinari si dice che seguirono la dichiarazione riguardante il futuro del Budda?

      9 Dopo ciò, si dice, ebbero luogo 32 miracoli:

      “Tutti i diecimila mondi d’un tratto tremarono, fremettero e sobbalzarono. . . . Le fiamme si spensero in tutti gli inferni; . . . fra gli uomini cessarono i malanni; . . . tutti gli strumenti musicali emisero le loro note senza che alcuno li suonasse; . . . nell’immenso oceano l’acqua divenne dolce; . . . tutti i diecimila mondi divennero un insieme di magnifiche ghirlande, le più belle che ci fossero”.

      10. Com’è descritta la nascita del Budda nei testi sacri buddisti?

      10 Quindi ebbe luogo l’insolita nascita del Budda in un boschetto di alberi sal chiamato parco di Lumbini. Quando la regina desiderò afferrare un ramoscello dell’albero più alto che ci fosse nel boschetto, l’albero la favorì chinandosi alla portata della sua mano. Tenendosi al ramo e stando in piedi, essa partorì.

      “Egli venne fuori dal grembo materno come un predicatore che scende dal suo seggio, o come un uomo che scende una scala, le mani e i piedi stesi, per niente macchiato da impurità derivante dal seno di sua madre. . . .”

      “Appena vista la luce, il [futuro Budda] pianta fermamente i piedi a terra, fa sette lunghi passi verso il nord, un bianco baldacchino ripara il suo capo, ed esclama con voce impareggiabile dopo essersi rivolto ai quattro punti dell’orizzonte: In tutto il mondo sono il primo, il migliore e il più importante; questa è la mia ultima nascita, non nascerò mai più”. — Splendori delle antiche religioni, di J. Finegan, pagina 257.

      11. A quale conclusione sono giunti alcuni studiosi per quanto riguarda i racconti della vita del Budda contenuti nei testi sacri?

      11 Vi sono anche storie altrettanto elaborate che riguardano la sua infanzia, i suoi incontri con giovani ammiratrici, le sue peregrinazioni, e praticamente ogni episodio della sua vita. Forse non sorprende che per la maggioranza degli studiosi tutti questi racconti altro non sono che miti e leggende. Un funzionario del British Museum afferma persino che, vista la “grande quantità di leggende e miracoli, . . . è impossibile ricostruire l’esistenza storica del Budda”.

      12, 13. (a) Qual è il racconto tradizionale della vita del Budda? (b) In quale tempo è generalmente fissata la data di nascita del Budda? (Confronta Luca 1:1-4).

      12 Malgrado questi miti, è largamente diffuso un racconto tradizionale della vita del Budda. Un testo moderno pubblicato a Colombo (Srī Lanka) fa questa narrazione semplificata:

      “Nel giorno della luna piena di maggio del 623 a.C. nacque nel distretto del Nepal un principe indiano dei Sakya di nome Siddhattha Gotama.a Suo padre fu il re Suddhodana e sua madre la regina Mahā Māyā, che morì pochi giorni dopo averlo dato alla luce. Il bambino fu affidato alla matrigna, Mahā Pajāpati Gotamī.

      “A sedici anni sposò sua cugina, la bella principessa Yasodharā.

      “Per tredici anni circa dopo il suo felice matrimonio visse a corte nel lusso e nella beata ignoranza delle traversie della vita all’esterno del suo palazzo.

      “Nel corso del tempo gli si rivelò gradualmente la verità. All’età di 29 anni, quando ci fu la svolta decisiva della sua vita, ebbe un figlio, Rāhula. Egli considerò questo figliolo un ostacolo, perché si rese conto che tutti senza eccezione erano soggetti a nascita, infermità e morte. Comprendendo così l’universalità del dolore, decise di trovare una panacea per questo malessere comune a tutta l’umanità.

      “Quindi rinunciò ai piaceri di corte, una notte abbandonò il palazzo . . . si tagliò i capelli, indossò il semplice abito dell’asceta e si mise in cerca della Verità”. — A Manual of Buddhism.

      13 Questo schema biografico essenziale, come si può notare, è in netto contrasto con i racconti fantastici contenuti nei “testi canonici”. E, a parte l’anno di nascita, viene generalmente accettato.

      L’illuminazione: come avvenne

      14. Quale svolta ci fu nella vita di Gautama?

      14 In che consisté la summenzionata “svolta decisiva della sua vita”? Ebbe luogo quando per la prima volta in vita sua vide un malato, un vecchio e un morto. Questa esperienza lo indusse a riflettere tormentosamente sul significato della vita: Perché gli uomini nascevano solo per soffrire, invecchiare e morire? Si narra che dopo ciò vide un santone che aveva rinunciato al mondo per andare alla ricerca della verità. Questo spinse Gautama ad abbandonare la famiglia, i beni e il proprio casato principesco e a trascorrere i successivi sei anni nella ricerca della risposta presso maestri e guru indù, ma inutilmente. Dai racconti apprendiamo che praticò la meditazione, il digiuno, lo yoga e si sottopose a straordinarie privazioni, eppure non raggiunse nessuna pace spirituale o illuminazione.

      15. Come conseguì infine Gautama la sua presunta illuminazione?

      15 Infine si avvide che questa vita di estreme rinunce era inutile quanto la vita dissipata che aveva condotto in precedenza. Adottò a questo punto ciò che chiamò la Via Media, evitando i due estremi della sua condotta. Avendo deciso che la risposta doveva trovarsi nella sua propria coscienza, sedette in meditazione sotto un pipal, o fico delle pagode. Resistendo agli assalti e alle tentazioni del diavolo Mara, proseguì risoluto la sua meditazione per quattro settimane (alcuni dicono per sette settimane) finché, come si crede, non trascese ogni conoscenza e non ottenne l’illuminazione.

      16. (a) Cosa divenne Gautama? (b) Quali diverse concezioni esistono del Budda?

      16 Fu in tal modo che, secondo la terminologia buddista, Gautama divenne il Budda, ovvero lo Svegliato, l’Illuminato. Aveva raggiunto la meta suprema, il Nirvana, la condizione di perfetta pace e di illuminazione, libero dal desiderio e dalla sofferenza. È denominato anche Sakyamuni (saggio della tribù sakya), e più volte egli parlò di sé come del Tathagata (colui che è giunto [a insegnare]). A questo riguardo però vi sono concezioni diverse a seconda della setta buddista. Alcuni lo considerano esclusivamente un uomo che trovò il sentiero dell’illuminazione per se stesso e lo insegnò ai suoi adepti. Altri lo ritengono l’ultimo di una serie di Budda venuti nel mondo a predicare o ravvivare il dharma (pali: Dhamma), la dottrina o via del Budda. Altri ancora lo considerano un bodhisattva, uno che aveva ottenuto l’illuminazione ma aveva rimandato a entrare nel Nirvana per poter aiutare altri nella loro ricerca dell’illuminazione. In ogni caso questo stadio, l’Illuminazione, è di capitale importanza per tutte le scuole buddistiche.

      L’Illuminazione: che cos’è?

      17. (a) Dove e a chi fece il Budda la sua prima predica? (b) Esponete in breve le Quattro Nobili Verità.

      17 Avendo ottenuto l’illuminazione, e superata qualche esitazione iniziale, il Budda cominciò a insegnare ad altri la sua nuova verità, il suo dharma. Fece la sua prima predica, e forse la più importante, a cinque bhikku — discepoli o monaci — presso la città di Benares, in un parco di cervi. In quella predica insegnò che per essere salvati bisogna evitare sia la dedizione ai piaceri che l’ascetismo e seguire la Via Media. Bisogna poi capire e osservare le Quattro Nobili Verità (vedi pagina accanto), che in sintesi sono:

      (1) La vita è dolore.

      (2) Il dolore nasce dal desiderio o brama.

      (3) L’estinzione del desiderio significa fine del dolore.

      (4) L’estinzione del desiderio si raggiunge seguendo l’Ottuplice Sentiero, esercitando il controllo sul proprio modo di agire, pensare e credere.

      18. Cosa disse il Budda circa la fonte della sua illuminazione? (Confronta Giobbe 28:20, 21, 28; Salmo 111:10).

      18 Questa predica sulla Via Media e sulle Quattro Nobili Verità racchiude l’essenza dell’Illuminazione ed è considerata l’epitome di tutta la dottrina del Budda. (Nota il contrasto con Matteo 6:25-34; 1 Timoteo 6:17-19; Giacomo 4:1-3; 1 Giovanni 2:15-17). Gautama non pretese che questa predica fosse ispirata, ma la attribuì a se stesso con le parole “scoperta dal Tathagata”. Si dice che in punto di morte il Budda abbia detto ai suoi discepoli: “Ricercate la salvezza solo nella verità; non cercare rifugio in altri che in te stesso”. Pertanto, secondo il Budda, l’illuminazione viene non da Dio, ma attraverso il proprio impegno personale nello sviluppare retto pensiero e rette azioni.

      19. Perché a quel tempo il messaggio del Budda fu bene accolto?

      19 Non è difficile capire perché questa dottrina fu bene accolta dalla società indiana dell’epoca. Essa condannava da un lato l’avidità e le corrotte pratiche religiose promosse dai brahmani indù, la casta sacerdotale, e dall’altro l’austero ascetismo dei giainisti nonché altri culti mistici. Sopprimeva anche i sacrifici e i riti, le miriadi di dèi e dee e l’opprimente sistema delle caste che dominava e asserviva sotto ogni aspetto l’esistenza degli individui. In breve, essa prometteva liberazione a chiunque fosse disposto a seguire la via del Budda.

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    • [Riquadro a pagina 139]

      Le Quattro Nobili Verità del Budda

      Il Budda espose il fondamento della sua dottrina in ciò che chiamò le Quattro Nobili Verità. Qui citiamo un brano del Dhamma-cakkha-pavattana-sutta (Il fondamento del regno di giustizia) riportato in Storia delle Religioni, I edizione, 1939, Volume 1, pagina 481:

      ▪ “E questa è, o monaci, la nobile verità circa il dolore: nascita è dolore, vecchiaia è dolore, malattia è dolore, morte è dolore; dolore è lo star insieme con persona non cara, dolore l’essere diviso da persona cara; dolore è non ottenere ciò che si desidera . . .

      ▪ “E questa è, o monaci, la nobile verità circa l’origine del dolore: essa è quella sete che è causa della rinascita, che è legata a piacere e a desiderio, e va in cerca qua e là del piacere che l’appaghi: la sete, cioè, del piacere dei sensi, la sete di esistenza, la sete di annientamento.

      ▪ “E questa è, o monaci, la nobile verità della soppressione del dolore: essa è la soppressione di questo desiderio per mezzo dell’assoluto distacco da passione: essa è l’abbandono, il ripudio, la cacciata, il non ricovero di questo desiderio.

      ▪ “E questa è, o monaci, la nobile verità della via che conduce alla soppressione del dolore: essa è appunto il nobile ottuplice sentiero: retta fede, retto proposito, retta parola, retta azione, retto contegno di vita, retto sforzo, retto pensiero, retta concezione di spirito”.

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    • [Immagine a pagina 133]

      Sogno di Maya, in un rilievo del Gandhara (Pakistan). Il futuro Budda è raffigurato come un elefante bianco circondato da un’aureola che penetra nel fianco destro della regina Maya per fecondarla

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