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  • Bullismo: un problema mondiale
    Svegliatevi! 2003 | 22 agosto
    • Bullismo: un problema mondiale

      “Se domani vieni a scuola, ti ammazziamo”. — Kristen, una studentessa canadese, ha ricevuto questa minaccia per telefono da una voce femminile che non ha riconosciuto.a

      “Non sono un tipo emotivo, ma ero arrivata al punto di non voler andare a scuola. Avevo mal di stomaco e tutte le mattine dopo colazione vomitavo”. — Hiromi, un’adolescente giapponese, ricorda la sua esperienza col bullismo.

      HAI mai avuto a che fare con qualcuno che faceva il prepotente? In qualche momento della vita quasi tutti hanno avuto questa esperienza. Può essere stato a scuola o sul lavoro, oppure proprio in famiglia, dove oggi questa forma di abuso di potere viene perpetrata con frequenza allarmante. Secondo una notizia proveniente dalla Gran Bretagna, per esempio, il 53 per cento degli adulti subirebbe le violenze verbali del coniuge o del convivente. I bulli e le loro vittime sono sia maschi che femmine e provengono da qualunque ceto sociale in qualsiasi parte del mondo.b

      Che cos’è precisamente il bullismo? Non si tratta solo di una molestia o di un’aggressione. Il bullismo di solito non consiste in uno o in pochi episodi, ma in molti piccoli episodi che si sommano con il tempo. Lo psicologo Dan Olweus, uno dei primi ad aver studiato il fenomeno in maniera sistematica, identifica in questo comportamento elementi comuni, quali aggressività deliberata e marcata disparità di forza tra il bullo e la vittima.

      Anche se è praticamente impossibile racchiudere in un’unica definizione tutti gli aspetti, il bullismo è stato definito “intenzionale e consapevole volontà di ferire qualcuno e causargli stress”. Lo stress viene causato non solo da ciò che accade, ma anche dalla paura di ciò che potrebbe accadere. Fra le tattiche usate ci sono canzonature crudeli, critiche continue, insulti, pettegolezzo e richieste irragionevoli. — Vedi il riquadro a pagina 4.

      Kristen, l’adolescente menzionata all’inizio, è stata presa di mira per quasi tutto il tempo in cui è andata a scuola. Alle elementari i bulli le mettevano la gomma da masticare fra i capelli, la prendevano in giro per il suo aspetto e minacciavano di picchiarla. Alle superiori è andata anche peggio, al punto che è stata minacciata di morte per telefono. Ora che ha 18 anni dice con rammarico: “Si dovrebbe andare a scuola per imparare, non per ricevere minacce e intimidazioni”.

      Un’esperta di igiene mentale osserva: “È una triste ma comune realtà della psiche umana. Alcuni si sentono meglio quando buttano giù qualcun altro”. Questa escalation può sfociare in violente ritorsioni e addirittura in una tragedia. Per esempio, un dipendente di un’azienda di trasporti con un impedimento della parola fu preso in giro e tormentato così tanto che alla fine uccise quattro colleghi e poi si sparò.

      Il bullismo è un fenomeno mondiale

      Il bullismo fra ragazzi che vanno a scuola è un fenomeno diffuso in tutto il mondo. Da un sondaggio pubblicato in una rivista di pediatria emerge che in Norvegia il 14 per cento dei ragazzi sono o bulli o vittime. In Giappone il 15 per cento dei bambini delle elementari dice di subire prepotenze, mentre in Australia e Spagna il problema interessa il 17 per cento degli scolari. (Pediatrics in Review) In Gran Bretagna un esperto calcola che il bullismo riguarda 1,3 milioni di bambini.

      Amos Rolider, docente dell’Emek Yizre’el College, ha intervistato 2.972 alunni in 21 scuole. Stando al Jerusalem Post, il professore ha scoperto che “il 65 per cento si lamentava di ricevere schiaffi, calci, spintoni o di essere tormentato dai compagni”.

      Una nuova e insidiosa forma di prevaricazione è il cosiddetto “cyber-bullismo”, ovvero mandare messaggi intimidatori attraverso il cellulare o il computer. Alcuni ragazzi creano addirittura delle pagine Web al vetriolo contro le loro vittime, inserendoci informazioni personali. Secondo la dott. Wendy Craig, della Queen’s University, in Canada, questa forma di bullismo è “incredibilmente dannosa per chi ne è vittima”.

      Sul posto di lavoro

      Nell’ambiente di lavoro gli episodi di violenza che vengono denunciati ai responsabili aziendali hanno a che fare sempre più spesso con casi di bullismo. Anzi, in alcuni paesi il bullismo sarebbe più comune della discriminazione razziale o delle molestie sessuali. Negli Stati Uniti ogni anno circa un lavoratore su cinque deve affrontare il bullismo.

      Secondo un rapporto pubblicato nel 2000 in Gran Bretagna dall’Istituto di scienza e tecnologia dell’Università di Manchester, il 47 per cento dei 5.300 impiegati intervistati in 70 aziende affermava di aver assistito a episodi di bullismo negli ultimi cinque anni. Un sondaggio dell’Unione Europea basato su 15.800 interviste condotte nei 15 stati membri nel 1996 rivelava che l’8 per cento degli intervistati, circa 12 milioni di lavoratori, aveva subìto intimidazioni o soprusi.

      Che si verifichino nel cortile della scuola o sul posto di lavoro, tutti gli episodi di bullismo sembrano avere un denominatore comune: il potere viene usato per ferire o umiliare qualcuno. Ma perché alcuni fanno i prepotenti? Quali sono le conseguenze? E cosa si può fare al riguardo?

      [Note in calce]

      a Alcuni nomi sono stati cambiati.

      b Anche se in questi articoli si parla spesso dei bulli al maschile, in genere i princìpi valgono anche per le donne che si comportano allo stesso modo.

      [Riquadro a pagina 4]

      Tipi di bullismo

      ◼ Bullismo fisico: È il più semplice da riconoscere. Il bullo sfoga la sua rabbia dando calci, pugni o spintoni alla vittima prescelta, oppure danneggia le cose che le appartengono.

      ◼ Bullismo verbale: Il bullo ferisce e umilia la vittima con le parole, affibbiandole soprannomi, insultandola o schernendola continuamente.

      ◼ Bullismo indiretto: Il bullo diffonde dicerie malevole sul conto della vittima. Questo comportamento è adottato prevalentemente dalle donne.

      ◼ Vittime che reagiscono: Si tratta di chi è stato vittima del bullismo e diventa a sua volta bullo. Naturalmente, il fatto di aver subìto prepotenze non giustifica la sua condotta, aiuta semplicemente a capirla.

      [Fonte]

      Fonte: Take Action Against Bullying, di Gesele Lajoie, Alyson McLellan e Cindi Seddon

  • Bullismo: cause e conseguenze
    Svegliatevi! 2003 | 22 agosto
    • Bullismo: cause e conseguenze

      COSA spinge un bambino o un ragazzo a fare il prepotente? Se siete stati vittime di un bullo, potreste essere tentati di dire: “Non me ne importa! Non ci sono scuse per questo modo di comportarsi”. Probabilmente avete ragione. C’è una bella differenza, però, fra individuare una causa e accampare scuse. I motivi per cui un ragazzo diventa un bullo non giustificano il suo comportamento scorretto, ma forse aiutano a capirlo. E questo può essere veramente importante. Perché?

      Un antico proverbio dice: “La perspicacia di un uomo certamente rallenta la sua ira”. (Proverbi 19:11) Di fronte alla condotta prepotente del bullo si può essere accecati dalla rabbia e diventare pieni di amarezza e perfino di odio. Se comprendiamo il suo comportamento, però, la rabbia può attenuarsi. E questo ci permetterà di capire meglio come risolvere la situazione. Perciò, consideriamo alcuni fattori che sono alla base di questo comportamento inaccettabile.

      Quali sono le cause del bullismo?

      In molti casi il bullo ha avuto dei genitori che durante gli anni formativi non gli hanno dato il buon esempio o l’hanno completamente trascurato. Molti bulli provengono da famiglie in cui i genitori sono freddi o distaccati oppure, di fatto, hanno insegnato ai figli a risolvere i problemi ricorrendo alla rabbia e alla violenza. I figli cresciuti in un ambiente del genere potrebbero non considerare i loro attacchi verbali e le loro aggressioni fisiche delle prepotenze; potrebbero addirittura pensare che il loro comportamento sia normale e accettabile.

      Una ragazza che oggi ha 16 anni aveva subìto prepotenze a casa dal patrigno e a scuola dai compagni, e qualche anno fa cominciò a comportarsi allo stesso modo a scuola. Ammette: “Ribollivo di rabbia; me la prendevo con tutti. Il dolore ti segna profondamente. Quando provi dolore, desideri riversarlo sugli altri”. Le aggressioni fisiche forse non sono tipiche del bullismo fra ragazze, ma la rabbia che vi sta dietro sì.a

      Molte scuole mettono insieme un gran numero di studenti che provengono da ambienti diversi e sono stati allevati nei modi più disparati. Purtroppo alcuni ragazzi sono aggressivi perché a casa è stato insegnato loro che il modo migliore per ottenere ciò che si vuole sono le intimidazioni e gli insulti.

      Disgraziatamente, questi metodi spesso sembrano funzionare. Shelley Hymel, una rettrice dell’Università della Columbia Britannica, in Canada, che studia il comportamento dei bambini da vent’anni dice: “Abbiamo dei ragazzi che studiano bene le regole del gioco e, sfortunatamente, il bullismo funziona. Ottengono ciò che vogliono: potere, prestigio e attenzione”.

      Un altro fattore che incoraggia il bullismo è la mancanza di sorveglianza. Molte vittime pensano di non avere nessuno a cui rivolgersi per ricevere aiuto, e la cosa tragica è che nella maggioranza dei casi hanno ragione. Debra Pepler, che alla York University di Toronto dirige il Centro di ricerche LaMarsh sulla violenza e la soluzione dei conflitti, ha studiato il comportamento degli studenti nei cortili scolastici e ha riscontrato che gli insegnanti scoprono e risolvono solo il 4 per cento degli episodi di bullismo.

      Eppure, la Pepler ritiene che sia fondamentale intervenire. Spiega: “I ragazzi non sono in grado di risolvere il problema perché ha a che fare col potere, e ogni volta che un bullo maltratta qualcuno il suo potere si rafforza”.

      Allora perché non vengono denunciati un maggior numero di casi di bullismo? Perché le vittime sono convinte che se lo facessero peggiorerebbero solo le cose. Pertanto, in certa misura, molti ragazzi trascorrono gli anni della scuola in uno stato costante di ansia e insicurezza. Quali sono le conseguenze di una vita vissuta così?

      Conseguenze fisiche ed emotive

      Un rapporto dell’Associazione Nazionale degli Psicologi delle Scuole negli Stati Uniti dice che ogni giorno oltre 160.000 ragazzi saltano le lezioni per paura di subire soprusi. Può darsi che chi è vittima del bullismo smetta di parlare della scuola o di una determinata materia o attività scolastica. Oppure che cerchi ogni giorno di arrivare a scuola in ritardo o di saltare qualche lezione, o addirittura che si inventi mille scuse per non andare proprio a scuola.

      Come si fa a capire se un ragazzo è vittima del bullismo? Potrebbe diventare lunatico, irritabile, frustrato, sembrare stanco, o magari isolarsi. Potrebbe diventare aggressivo con i familiari o con i compagni e gli amici. Anche chi assiste semplicemente ad atti di bullismo subisce delle conseguenze. La situazione che si crea lo spaventa parecchio, e questo ostacola la sua capacità di apprendimento.

      Comunque il periodico Pediatrics in Review dice: “La conseguenza più grave del bullismo, per le vittime e per la società, è la violenza, che può arrivare al suicidio e all’omicidio. Il senso di impotenza che pervade il ragazzo caduto vittima del bullismo può essere così devastante da scatenare in lui una reazione autodistruttiva o una fatale sete di vendetta”.

      Ed Adlaf, ricercatore e docente di scienza della salute all’Università di Toronto, esprime preoccupazione perché “chi è coinvolto nel bullismo ha molte più probabilità di trovarsi ad affrontare problemi emotivi ora e in futuro”. Nel corso dell’anno scolastico 2001 sono stati intervistati oltre 225.000 studenti dell’Ontario, ed è emerso che da un quarto a un terzo di loro era coinvolto in qualche forma di bullismo, nel ruolo di vittima o di persecutore. Nello stesso gruppo, 1 su 10 aveva pensato seriamente al suicidio.

      Le continue prevaricazioni possono minare l’autostima, causare gravi problemi di salute e rovinare addirittura la carriera a chi le subisce. Alcuni soffrono di emicrania, insonnia, ansia e depressione. Altri sono colpiti da stress postraumatico. A differenza delle aggressioni fisiche, che magari suscitano solidarietà e comprensione per la vittima, quelle emotive potrebbero non suscitare la stessa reazione. Il danno è molto meno evidente. Così, anziché mostrare comprensione, amici e familiari potrebbero stancarsi di sentire continue lamentele.

      Il bullismo ha conseguenze negative anche per il bullo. Se non smette, probabilmente quando sarà adulto continuerà a fare il prevaricatore sul posto di lavoro. In effetti alcuni studi rivelano che chi faceva il prepotente da bambino aveva sviluppato modelli di comportamento che portava avanti da adulto. Inoltre, aveva più probabilità di sporcarsi la fedina penale.

      L’effetto sulla famiglia

      Le prevaricazioni sul posto di lavoro compromettono la stabilità e la pace familiare. Possono generare nella vittima un inspiegabile bisogno di ferire una persona cara in famiglia. Inoltre, possono indurre il coniuge o un altro familiare a mostrare comprensione alla vittima nel modo sbagliato andando a litigare col bullo. Viceversa, il coniuge potrebbe incolparla di essere la causa del problema. Quando le prevaricazioni si protraggono nel tempo, anche mogli o mariti solitamente comprensivi perdono la pazienza. Col passare degli anni potrebbe aumentare il rischio che la famiglia si disgreghi.

      In certi casi le conseguenze del bullismo sono la fine di una carriera, la perdita dei mezzi di sostentamento, la separazione o il divorzio, o addirittura il suicidio. In Australia un numero compreso fra la metà e i due terzi delle vittime di soprusi sul posto di lavoro ha detto che questo problema ha avuto ripercussioni negative sui loro rapporti con le persone più care, come il proprio partner, il coniuge o la famiglia.

      Il prezzo del bullismo

      Le prevaricazioni sul posto di lavoro hanno anche un prezzo per i datori di lavoro. Il prevaricatore potrebbe essere un capoufficio caustico o un collega che trama nell’ombra, un uomo o una donna. Queste persone sono asfissianti, vogliono gestire ogni minimo dettaglio e mortificano altri con osservazioni negative e continue critiche, spesso umiliando la loro vittima davanti agli altri. È raro che si rendano conto di quanto sono scortesi o si scusino per il loro comportamento. Spesso prendono di mira lavoratori capaci, leali e benvoluti dai colleghi.

      La vittima tende a lavorare peggio. Ne risente anche il rendimento dei colleghi che assistono passivamente. Le prevaricazioni possono portare i dipendenti a sentirsi meno leali verso il datore di lavoro e a lavorare con minore dedizione. Secondo un rapporto queste sopraffazioni costerebbero all’industria del Regno Unito qualcosa come tre miliardi di euro l’anno. E si dice che questo comportamento causi oltre il 30 per cento delle malattie legate allo stress.

      È evidente che il bullismo influisce sulla società a livello mondiale. La domanda è: Si può fare qualcosa per arginare il problema ed eliminarlo?

      [Nota in calce]

      a Le ragazze usano più spesso tattiche come l’isolamento sociale e la diffusione di dicerie. Tuttavia pare che siano in aumento le ragazze che ricorrono anche alla violenza fisica.

      [Immagine a pagina 7]

      Chi subisce continue prevaricazioni può sentirsi solo e demoralizzato

      [Immagine a pagina 7]

      Le prevaricazioni sul posto di lavoro sono fin troppo comuni

  • Vincere il bullismo
    Svegliatevi! 2003 | 22 agosto
    • Vincere il bullismo

      ‘Il bullismo è un comportamento che si impara, e qualunque cosa imparata si può disimparare’. — Dott. C. Sally Murphy.

      IL BULLO e la vittima hanno entrambi bisogno di aiuto. Il bullo deve imparare a relazionarsi con gli altri senza ricorrere all’abuso di potere. La vittima ha bisogno di alcuni strumenti pratici per affrontare il problema.

      Spesso il bullo è incapace di relazionarsi con gli altri e non riesce a capire i sentimenti delle sue vittime. Deve essere seguito da vicino e gli si deve insegnare a comunicare in modo adeguato. Un libro sul bullismo dice: “A meno che non impari nuovi modelli di comportamento, il bullo continuerà a fare il prepotente per tutta la vita. Farà il prepotente con il coniuge, con i figli e forse con i subalterni sul lavoro”. — Take Action Against Bullying.

      Aiutateli a non fare i prepotenti

      Un modo per impedire che i figli diventino dei bulli è quello di cominciare presto a insegnare loro a mostrare empatia. In alcuni paesi gli insegnanti stanno sperimentando un nuovo metodo didattico che promuove l’empatia. Lo scopo è insegnare ad alunni di anche solo cinque anni a mettersi nei panni degli altri e a trattare gli altri con gentilezza. Anche se i dati statistici sugli effetti a lungo termine sono ancora pochi, dai primi risultati si direbbe che chi ha ricevuto questo tipo di formazione è meno aggressivo di chi non l’ha ricevuta.

      Se siete genitori, non lasciate che sia solo la scuola a insegnare queste cose ai vostri figli. Se non volete che vostro figlio diventi un prepotente, dovete insegnargli a parole e con l’esempio a trattare gli altri con rispetto e dignità. Cosa può aiutarvi? Probabilmente avete a disposizione una risorsa didattica eccellente, anche se sottovalutata: la Parola di Dio, la Bibbia. In che modo può esservi utile?

      Innanzi tutto insegna chiaramente cosa pensa Dio del bullismo. Lo detesta! Riferendosi a Dio, la Bibbia dice: “La Sua anima certamente odia chiunque ama la violenza”. (Salmo 11:5) Inoltre, Dio non è cieco a ciò che accade. La Bibbia dice che Dio provò rammarico o dispiacere per gli israeliti che soffrivano “a causa di quelli che li opprimevano e li angariavano”. (Giudici 2:18) In molte occasioni Dio punì coloro che abusavano del loro potere e maltrattavano i deboli e gli indifesi. — Esodo 22:22-24.

      La Bibbia contiene anche quello che probabilmente è il più famoso insegnamento sull’empatia che sia mai stato dato. Gesù disse: “Tutte le cose dunque che volete che gli uomini vi facciano, anche voi dovete similmente farle loro”. (Matteo 7:12) Insegnare ai figli a seguire la regola aurea, cioè ad amarla e a metterla in pratica, non è facile. Bisogna dare il buon esempio, perseverare e impegnarsi molto, soprattutto perché i bambini piccoli sono egocentrici per natura. Ma questi sforzi saranno senz’altro ricompensati. Se i vostri figli impareranno a essere gentili e comprensivi, detesteranno anche il solo pensiero di fare i prepotenti.

      Aiuto per le vittime

      Le vittime del bullismo, soprattutto se giovani, devono affrontare un’impresa ardua: mantenere l’equilibrio sotto pressione. Quando un bullo attacca, probabilmente desidera far perdere alla vittima l’equilibrio emotivo. Spera che la vittima si faccia prendere dalla rabbia o dal terrore. Se si perdono le staffe o si dimostra sofferenza o paura scoppiando in lacrime, il bullo ottiene ciò che vuole. Di conseguenza potrebbe cercare di suscitare la stessa reazione più volte.

      Che fare? Consideriamo i suggerimenti che seguono. Sono rivolti principalmente a un ragazzo, ma i princìpi implicati possono valere anche per un adulto che subisce prevaricazioni.

      ◼ Rimani calmo, non farti prendere dalla rabbia. La Bibbia dà questo saggio consiglio: “Lascia stare l’ira e abbandona il furore”. (Salmo 37:8) Se perdi le staffe permetterai al bullo di controllare la tua vita e con tutta probabilità farai qualcosa di cui poi ti pentirai. — Proverbi 25:28.

      ◼ Scaccia il pensiero di vendicarti. Le rivalse spesso si ritorcono contro chi le mette in atto e in ogni caso non danno vera soddisfazione. Una ragazza che quando aveva 16 anni fu picchiata da cinque ragazzi ricorda: “Giurai a me stessa che gliela avrei fatta pagare. E con l’aiuto di alcuni amici mi vendicai su due dei miei aggressori”. Quale fu il risultato? “Provai un senso di vuoto”, dice. Non solo, ma in seguito il suo modo di comportarsi peggiorò. Ricorda le sagge parole della Bibbia: “Non rendete a nessuno male per male”. — Romani 12:17.

      ◼ Se pare che la situazione stia diventando incandescente, allontanati alla svelta. La Bibbia dice: “Vattene, dunque, prima che la lite sia scoppiata”. (Proverbi 17:14) In linea di principio, stai alla larga da chi tende a fare il prepotente. Proverbi 22:3 dice: “Accorto è chi ha visto la calamità e va a nascondersi, ma gli inesperti son passati oltre e devono subire la pena”.

      ◼ Se il bullo continua a infastidirti, dovresti parlargli con franchezza. Scegli il momento adatto, quando sei calmo, guardalo dritto negli occhi e parla con tono sicuro e pacato. Digli che il suo comportamento non ti piace: non è divertente e ti dà fastidio. Non insultarlo e non sfidarlo. — Proverbi 15:1.

      ◼ Parla di questo problema con un adulto responsabile e premuroso. Sii specifico e chiedigli di aiutarti. Fa la stessa cosa quando ti rivolgi a Dio in preghiera, e potrai contare su un’ottima fonte di aiuto e conforto. — 1 Tessalonicesi 5:17.

      ◼ Ricorda che tu vali. Forse il bullo vuole farti sentire inutile, vuole farti credere che meriti quel trattamento. Ma il tuo giudice non è lui, è Dio, e Dio cerca il bene che c’è in ognuno di noi. Comportandosi in quel modo, è il bullo a dimostrare di valere poco.

      Genitori, proteggete i vostri figli

      Anche i genitori possono fare la loro parte iniziando presto a preparare i figli per affrontare i bulli in maniera assennata. Per esempio, possono simulare situazioni in cui i bambini devono dimostrare una certa sicurezza.

      Addirittura la postura, il fatto di stare in piedi eretti, può lanciare un messaggio subliminale che potrebbe dissuadere il bullo. Un’altra cosa utile può essere guardare gli altri dritto negli occhi, tenere le mani e le braccia rilassate e parlare con un tono di voce deciso e fermo. I genitori dovrebbero insegnare ai figli ad allontanarsi dalle situazioni rischiose, a evitare i bulli e a chiedere aiuto a un adulto fidato, come un insegnante.

      Il primo passo per eliminare il bullismo è educare le famiglie. Essendo disponibili nei confronti dei figli, ascoltandoli pazientemente e cercando di capire ciò che li preoccupa, i genitori li fanno sentire desiderati, apprezzati e amati. Molti pedagogisti esortano i genitori ad aiutare i figli ad avere un’immagine positiva di sé. Questa opinione equilibrata li rende un bersaglio meno allettante.

      Parlare, però, non basta. Ciascun familiare deve imparare a trattare gli altri con rispetto e dignità e a coltivare empatia. Perciò, fra le pareti domestiche non va tollerata nessuna forma di prepotenza. Fate in modo che la casa sia un rifugio sicuro in cui regnano rispetto e amore.

      La fine del bullismo

      “L’uomo ha dominato l’uomo a suo danno”. (Ecclesiaste 8:9) La Bibbia riassume così la storia dell’umanità. In effetti sono migliaia di anni che il genere umano è piagato dal bullismo. Uno scrittore biblico disse: “Io stesso tornai a vedere tutti gli atti di oppressione che si compiono sotto il sole, ed ecco, le lacrime di quelli che erano oppressi, ma non avevano confortatore; e dalla parte dei loro oppressori c’era il potere, così che non avevano confortatore”. — Ecclesiaste 4:1.

      Senza dubbio, però, Dio vede tutte le prevaricazioni che si verificano nel mondo e prova compassione per gli oppressi. Ma farà mai qualcosa? La farà. Notate la promessa che si trova in Michea 4:4: “Realmente sederanno, ciascuno sotto la sua vite e sotto il suo fico, e non ci sarà nessuno che li faccia tremare; poiché la medesima bocca di Geova degli eserciti ha parlato”.

      Pensate a come sarà il mondo quando questa promessa diverrà realtà. Nessuno farà tremare altri di paura: niente più bullismo! Non è meraviglioso? Dio, però, non si è limitato a promettere un futuro del genere. Fin d’ora è in corso in tutto il mondo un programma di istruzione biblica estremamente efficace. Sta avendo risultati positivi. A chi vi partecipa viene insegnato a modificare i tratti più aggressivi della propria personalità, ad avere rapporti pacifici col prossimo e a trattare gli altri con rispetto e dignità. (Efesini 4:22-24) Molto presto gli effetti di questa istruzione superlativa si sentiranno in tutta la terra, e il problema del bullismo non esisterà più. Le promesse di Dio contenute nella Bibbia diverranno realtà. Tutti saranno felici di vivere in un mondo senza prepotenti.

      [Immagine a pagina 8]

      Non c’è nulla di cui vergognarsi quando ci si allontana da chi fa il prepotente

      [Immagine a pagina 9]

      Dove regna un’atmosfera familiare serena i bambini imparano ad affrontare qualunque forma di bullismo

      [Immagini a pagina 10]

      Insegnate ai vostri figli a esprimersi con franchezza, ma anche con tatto

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