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  • Globalizzazione: le speranze e i timori
    Svegliatevi! 2002 | 22 maggio
    • Secondo alcuni analisti l’integrazione economica comporterebbe un altro vantaggio: scoraggerebbe le guerre fra nazioni. Thomas L. Friedman, nel suo libro Le radici del futuro — La sfida tra la Lexus e l’ulivo: che cos’è la globalizzazione e quanto conta la tradizione, afferma che la globalizzazione fa questo “accrescendo gli incentivi a evitare i conflitti e dilatando i costi della guerra in un modo molto più dissuasivo che in qualsiasi altra epoca storica”. — Trad. di P. Canton, Mondadori, Milano, 2001, p. 259.

  • Globalizzazione: le speranze e i timori
    Svegliatevi! 2002 | 22 maggio
    • Timori di un mondo più diviso

      Probabilmente l’aspetto più preoccupante della globalizzazione è il modo in cui ha allargato il divario tra ricchi e poveri. Se è fuori discussione che la ricchezza globale è aumentata, è anche vero che si è concentrata nelle mani di un numero più ristretto di persone e in meno paesi. Attualmente il patrimonio netto delle 200 persone più ricche della terra supera il reddito complessivo del 40 per cento degli abitanti del pianeta, ovvero quello che guadagnano circa 2 miliardi e 400 milioni di persone. E mentre nei paesi ricchi gli stipendi continuano ad aumentare, negli ultimi dieci anni 80 paesi poveri hanno visto un’effettiva diminuzione del reddito medio.

      Un altro aspetto molto preoccupante è quello ambientale. La globalizzazione economica è avvenuta dietro la spinta di leggi di mercato che badano molto di più ai profitti che alla difesa del pianeta. Agus Purnomo, presidente del WWF in Indonesia, spiega i termini del problema: “Siamo in gara costante con lo sviluppo. . . . La mia paura è che fra dieci anni saremo tutti ambientalisti, ma non sarà rimasto più niente da proteggere”. — Le radici del futuro, cit., pp. 288-9.

      La gente è preoccupata anche per il lavoro. Sia i posti di lavoro che gli stipendi sono diventati più precari, dal momento che le aziende si vedono costrette a operare dei tagli a motivo delle fusioni internazionali e della competizione spietata. Assumere e licenziare dipendenti a seconda delle esigenze del mercato ha senso per un’azienda che mira ad aumentare i suoi profitti, ma sconvolge la vita dei singoli.

      La globalizzazione dei mercati valutari ha introdotto un altro fattore destabilizzante. Gli investitori internazionali possono riversare enormi capitali in paesi in via di sviluppo ma possono poi ritirarli all’improvviso quando le prospettive economiche peggiorano. Tali massicci prelievi di capitale possono far precipitare un paese dopo l’altro in una crisi economica. Nel 1998 la crisi finanziaria dell’Est asiatico ha fatto perdere il lavoro a 13 milioni di persone. In Indonesia, anche i lavoratori che non hanno perso il lavoro si sono visti dimezzare lo stipendio reale.

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