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  • Ho cent’anni e mi sento in forma

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  • Ho cent’anni e mi sento in forma
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1995
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  • Una felice vita familiare: Come la conseguimmo
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1976
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1969
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1995
w95 1/12 pp. 20-23

Ho cent’anni e mi sento in forma

NARRATO DA RALPH MITCHELL

Mio padre, un uomo di media statura, era un predicatore metodista. Ogni due o tre anni veniva trasferito in una chiesa diversa, quasi sempre da un paesino all’altro. Uno di questi era Asheville, nella Carolina del Nord (USA), dove nel febbraio 1895 nacqui io. Crebbi dunque in un tipico ambiente della cristianità.

RICORDO che da piccolo mi facevano sedere al “banco dei lamentatori” durante le adunanze di risveglio religioso perché ricevessi lo spirito santo e ottenessi la “conversione”, come la chiamavano loro. Mi fu detto di confessare i miei peccati, osservare i Dieci Comandamenti ed essere buono. Così alla morte sarei andato in cielo. ‘Beh’, pensai, ‘credo proprio che andrò all’inferno, perché non sarò mai così buono da andare in cielo’. Pensavo che solo gli adulti — in particolare i predicatori — vivessero all’altezza delle norme bibliche.

Ma prima ancora di diventare adolescente cominciai a notare l’ipocrisia religiosa. Per esempio, mio padre sacrificava economicamente la famiglia per dare una grossa somma di denaro al fondo del vescovo in occasione della conferenza generale. Sperava così di essere mandato in una chiesa più grande. Ricordo un predicatore locale che era anche coltivatore di cotone. Ambiva a una posizione preminente, per cui vendette un centinaio di balle di cotone e andò alla conferenza con un bel gruzzolo. Quando sembrò che tutto il denaro che si poteva spremere dall’uditorio — formato prevalentemente da predicatori — era stato ottenuto, il coltivatore di cotone si alzò in piedi e gridò: “Questo è tutto quello che date al vostro vescovo? Per ogni predicatore che offre cinque dollari, io ne offrirò dieci!” Vennero così raccolti più di mille dollari e il vescovo nominò questo predicatore superiore gerarchico di mio padre. Non potevo credere che una nomina del genere fosse venuta da Dio. Da quel momento divenni scettico verso tutto ciò che aveva a che fare con la religione.

Quando gli Stati Uniti furono coinvolti nella prima guerra mondiale venni arruolato. Ricordo bene che i cappellani militari nelle prediche dicevano a noi soldati di combattere lealmente per la patria, e questo non fece che accrescere la mia antipatia per la religione. Le mie mete erano sopravvivere, terminare gli studi e poi sposarmi. Non c’era posto per la religione nei miei progetti per il futuro.

Un cambiamento di opinione

Nel 1922 mi innamorai di una ragazza di nome Louise. Scoprii che era una cattolica devota e quando decidemmo di sposarci mi chiese che le nozze venissero celebrate secondo il rito cattolico. Io però non volevo nessuna cerimonia religiosa, così lei acconsentì che il matrimonio venisse celebrato al comune di New York.

Inizialmente fra noi non ci furono contrasti religiosi. Le dissi semplicemente che non avevo nessuna fiducia nella religione e che saremmo andati d’amore e d’accordo finché non se ne fosse discusso. Poi, fra il 1924 e il 1937, nacquero uno dopo l’altro i figli, finché avemmo cinque maschi e cinque femmine! Louise voleva che i nostri figli frequentassero una scuola cattolica. Io non volevo che ricevessero nessun tipo di istruzione religiosa e quindi ne nacquero delle discussioni.

All’inizio del 1939 accadde qualcosa che avrebbe cambiato completamente la mia opinione sulla religione. Henry Webber e Harry Piatt, due testimoni di Geova, vennero a casa mia a Roselle, nel New Jersey. Fu subito evidente che volevano parlarmi dell’unico argomento che non mi interessava: la religione. La mia fede era ancora scossa da ciò che avevo udito dire dai cappellani militari — ‘Combatti per la patria’ — mentre gli ecclesiastici a casa dicevano: ‘Non uccidere’. Che ipocrisia! Pensai che avrei sistemato subito quei due Testimoni. “Lasciate che vi dica una cosa”, dissi. “Se la vostra religione è vera, allora tutte le altre sono false. E anche se solo una delle altre è vera, allora tutte le altre, inclusa la vostra, sono false. Può esistere una sola vera religione”. Con mia sorpresa mi diedero ragione!

Poi mi chiesero di prendere la mia Bibbia (la King James Version) e di aprirla in 1 Corinti 1:10. Vi lessi: “Ora, fratelli, vi esorto, per il nome del nostro Signore Gesù Cristo, ad avere tutti un medesimo parlare, e che non vi siano fra voi divisioni; anzi che siate uniti insieme in una medesima mente e in un medesimo giudizio”. Questo versetto mi colpì. Nello stesso tempo temevo che quei due uomini stessero cercando di coinvolgermi in qualche religione strana. Comunque avevo imparato qualcosa: che fra i cristiani non dovrebbero esserci divisioni. Mi vennero in mente molte altre domande. Per esempio: Che accade all’anima quando si muore? Avrei tanto voluto parlarne con loro! Ma pensai che questo avrebbe agitato troppo le acque in casa, religiosamente parlando.

Poi uno dei due disse: “Ci piacerebbe tornare la prossima settimana per continuare la conversazione”. Cercai con tatto di dire di no, ma si intromise mia moglie. “Ralph”, disse, “vogliono sapere quando possono ritornare”. Rimasi sorpreso, perché era una fervente cattolica! Tuttavia pensai: ‘Vuoi vedere che alla fine troviamo qualche punto su cui siamo d’accordo in fatto di religione?’ Quindi accettai che Henry Webber e Harry Piatt tornassero il venerdì successivo.

Fu così che cominciai a studiare la Bibbia con i testimoni di Geova. Non molto tempo dopo mi invitarono ad assistere a un’assemblea al Madison Square Garden di New York. Ricordo come fosse ieri il discorso “Governo e pace”, pronunciato da Joseph F. Rutherford il 25 giugno 1939. Ero uno dei 18.000 presenti. In realtà la conferenza fu udita da 75.000 persone, se si includono coloro che beneficiarono di un collegamento internazionale fra varie stazioni radio.

Non andò tutto liscio, però. I seguaci del sacerdote cattolico Charles Coughlin avevano minacciato di interrompere l’assemblea e infatti, quando la conferenza del fratello Rutherford era circa a metà, centinaia di energumeni cominciarono a fischiare e a urlare slogan come “Heil Hitler!” e “Viva Franco!” Ne venne fuori un tale putiferio che gli schiamazzi si udirono in trasmissione! Ci volle un buon quarto d’ora prima che gli uscieri riuscissero a sedare il tumulto. Frattanto il fratello Rutherford, indomito, continuava a parlare, sostenuto dai ripetuti applausi dell’uditorio.

Ora ero davvero curioso. Perché un prete cattolico aveva deciso di fomentare tutto quell’odio contro i testimoni di Geova? Capii che doveva esserci qualcosa in ciò che Rutherford predicava, qualcosa che il clero non voleva che la gente come me udisse. Così continuai a studiare la Bibbia e a fare progresso. Alla fine, nell’ottobre 1939, simboleggiai la mia dedicazione a Geova mediante il battesimo in acqua. L’anno dopo si battezzarono alcuni miei figli, mentre mia moglie Louise si battezzò nel 1941.

Le prove

Poco dopo che avevo accettato la verità morì mia madre e dovetti tornare nella Carolina del Nord per il funerale. Ritenevo in coscienza di non poter assistere alla funzione che si sarebbe svolta nella chiesa metodista. Perciò prima di partire telefonai a mio padre e gli chiesi di trattenere la bara all’agenzia delle pompe funebri. Per telefono acconsentì, ma quando arrivai sul posto si erano già avviati verso la chiesa, convinti che ci sarei andato anch’io.

Non entrai in chiesa, e questo fu preso come un affronto dalla mia famiglia. Benché io e mia sorella Edna fossimo sempre stati molto uniti, dopo il funerale lei si rifiutò di rivolgermi la parola. Le scrissi, ma non rispose alle mie lettere. Ogni estate, quando Edna veniva a New York per frequentare dei corsi per insegnanti al City College, cercavo di incontrarla. Ma rifiutava di vedermi, dicendo che era occupata. Alla fine mi arresi, non volendo essere assillante. Passarono molti anni prima che avessi di nuovo sue notizie.

Nel 1941 sei dei miei figli furono espulsi da scuola per non aver salutato la bandiera, e come loro furono espulsi molti altri ragazzi negli Stati Uniti e nel Canada. Affinché i loro figli potessero frequentare la scuola dell’obbligo, i Testimoni istituirono le loro proprie scuole, che vennero chiamate Scuole del Regno. Quella dove cominciarono ad andare i miei figli aveva sede in un ex albergo di Lakewood, nel New Jersey. Al pianterreno c’erano la Sala del Regno, l’aula, la cucina e la mensa. Le ragazze dormivano al primo piano, i ragazzi al secondo. Era una bella scuola. Quasi tutti i ragazzi ospiti andavano a casa solo nel fine settimana. Quelli che abitavano più lontano andavano a casa una settimana sì e una no.

Fin dai miei primi anni nella verità provai l’ardente desiderio di fare il pioniere, come sono chiamati gli evangelizzatori a tempo pieno dei testimoni di Geova. All’assemblea tenuta nel 1941 a St. Louis, nel Missouri, un fratello spiegò come riusciva a fare il pioniere pur avendo 12 figli da mantenere. Pensai: ‘Se lui può fare il pioniere con 12 figli, posso farlo anch’io con 10’. Comunque le circostanze non mi permisero di cominciare a fare il pioniere se non 19 anni dopo. Alla fine, il 1º ottobre 1960, potei iniziare a servire Geova come pioniere regolare.

Una visita inaspettata

Nel 1975 ricevetti una telefonata da mia sorella Edna. Avevo già 80 anni e non la vedevo e non la sentivo da circa 20 anni. Lei e il marito stavano telefonando dall’aeroporto, chiedendomi di andarli a prendere. Fu bello rivedere Edna, ma la sorpresa più grande doveva ancora venire. Strada facendo, il marito disse: “Hai fatto una proselita”. Non capii cosa volesse dire. Quando arrivammo a casa ripeté: “Hai fatto una proselita”. Mia moglie capì subito. Rivolgendosi a mia sorella le chiese: “Edna, sei diventata Testimone?” “Proprio così”, rispose Edna.

Come aveva fatto Edna ad accettare la verità? Ebbene, nel 1972 avevo fatto un tentativo di riconciliazione mandandole un abbonamento dono alla Torre di Guardia. Circa un anno dopo, Edna si ammalò e fu costretta a stare in casa. Le riviste erano ancora sulla sua scrivania avvolte nella fascetta. Spinta dalla curiosità Edna ne aprì una e cominciò a leggere. Quando finì di leggerla, disse fra sé: ‘Questa è la verità!’ Quando i testimoni di Geova bussarono alla sua porta, aveva letto tutto il mucchio di riviste Torre di Guardia. Accettò uno studio biblico e a tempo debito divenne testimone di Geova.

Una grave perdita

Mia moglie Louise si ammalò di diabete, e le sue condizioni peggiorarono finché nel 1979 morì, all’età di 82 anni. Con Louise morì anche una parte di me. Tutto il mio mondo si fermò. Non sapevo cosa fare. Non avevo progetti per il futuro e avevo disperato bisogno di incoraggiamento. Un sorvegliante viaggiante, Richard Smith, mi incoraggiò a continuare il servizio di pioniere. Riscontrai che la cosa che più mi dava conforto era il confortare altri che avevano perso una persona cara.

Nel 1979 la Società (Watch Tower) organizzò un viaggio in Israele e vi andai. Quel viaggio mi fu di grande stimolo così che quando tornai a casa ripresi immediatamente la mia attività di pioniere. Da allora ogni anno mi sono prefisso di dare una mano a percorrere il territorio poco lavorato o non assegnato in qualche altra parte del paese. Nonostante l’età avanzata, riesco ancora a rendermi disponibile per questo privilegio.

Nel corso degli anni ho avuto la gioia di aiutare una cinquantina di persone a incamminarsi sulla via della vita. La maggioranza dei miei figli sono nella verità. Due figlie sono pioniere regolari. Un’altra, Louise Blanton, presta servizio col marito George alla sede mondiale dei testimoni di Geova a Brooklyn, New York, mentre uno dei miei figli serve come anziano da molti anni.

Naturalmente, a causa dell’imperfezione ereditata dai nostri primogenitori, tutti noi siamo soggetti alle malattie e alla morte. (Romani 5:12) La mia vita non è stata esente da sofferenze e dispiaceri. Attualmente soffro di artrite alla gamba sinistra. A volte mi fa molto male, ma finora non mi ha impedito di essere attivo. E prego che non succeda. Voglio continuare ad andare avanti. Il mio più grande desiderio è quello di continuare a svolgere il servizio di pioniere sino alla fine, facendo tutto il possibile per far conoscere il nome e i propositi di Geova.

[Immagine a pagina 23]

Con mia figlia Rita

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