BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • g88 8/8 pp. 5-7
  • Il cristianesimo primitivo: Non un fatto casuale

Nessun video disponibile.

Siamo spiacenti, c’è stato un errore nel caricamento del video.

  • Il cristianesimo primitivo: Non un fatto casuale
  • Svegliatevi! 1988
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • Predicazione ai “poveri in spirito”
  • La fede cristiana non è lasciata al caso
  • I primi cristiani e il mondo
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1993
  • Il ministero cristiano
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1965
  • Cristianesimo: Era Gesù la via di Dio?
    L’uomo alla ricerca di Dio
  • Nessun compromesso!
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1993
Altro
Svegliatevi! 1988
g88 8/8 pp. 5-7

Il cristianesimo primitivo: Non un fatto casuale

NEL primo secolo c’erano dèi a bizzeffe e dèi per tutti i gusti. Dalla culla alla tomba i cittadini dell’impero romano facevano assegnamento sull’aiuto e sulla protezione di dèi e dee.

Cuba si prendeva cura del neonato e Ossipagus induriva le ossa del bambino che cominciava a camminare. Adeona lo guidava nei primi passi e Fabulinus gli insegnava a parlare. In battaglia era protetto da Marte. Quando si ammalava, Esculapio si prendeva cura di lui. Quando moriva, su di lui vigilava Orco, dio dell’oltretomba.

Ogni importante città e tribù poteva vantare il suo dio patrono, e quotidianamente si offriva incenso all’imperatore romano, considerato lui stesso un dio personificato. Erano di moda le divinità orientali e venivano eretti templi in onore di Mithra, Iside e Osiride. Perfino gli ebrei, che professavano di adorare l’invisibile Dio Onnipotente, erano irreparabilmente divisi in numerose sette religiose.

In quel momento della storia, in mezzo a tutta quella confusione religiosa, apparve Gesù Cristo. Egli insegnò qualcosa di nuovo: una religione universale, che trascendeva le distinzioni razziali e nazionali, una religione basata sulla verità in merito all’Onnipotente Dio, la verità che poteva liberare gli uomini che erano schiavi della superstizione e della falsità. (Giovanni 8:32) A Pilato egli spiegò: “Per questo sono nato e per questo son venuto nel mondo, per rendere testimonianza alla verità”. (Giovanni 18:37) Come portò a termine questo enorme compito?

Predicazione ai “poveri in spirito”

Si è notato che ci sono basilarmente due metodi per fare proseliti su larga scala. Uno è quello di evangelizzare la popolazione in generale e poi lavorare dal basso verso l’alto. Un altro è quello di rivolgersi all’élite, o anche a singoli individui che sono a capo dell’élite, e poi lavorare dall’alto verso il basso, usando l’autorità o la forza. Quest’ultimo metodo, il preferito dalle chiese cattoliche, protestanti e ortodosse, non fu neppure preso in considerazione da Gesù e dai suoi seguaci.

Sin dagli inizi del suo ministero pubblico, Gesù spiegò che avrebbe rivolto la sua attenzione ai “poveri in spirito” o, letteralmente, a “quelli che mendicano lo spirito”. Erano quelle persone umili, assetate di giustizia, che si ‘rendevano conto del loro bisogno spirituale’. — Matteo 5:3, CEI; Traduzione del Nuovo Mondo con riferimenti, nota in calce.

Perciò, dopo che gli apostoli di Gesù erano tornati da una campagna di predicazione, Cristo disse: “Ti lodo pubblicamente, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai saggi e agli intellettuali e le hai rivelate ai bambini”. (Matteo 11:25) Egli svolse la maggior parte della sua opera di predicazione in Galilea, patria di umili pescatori e contadini, anziché in Giudea, roccaforte dei farisei e dei giudei aristocratici.

Lo stesso Gesù veniva da Nazaret, un oscuro villaggio da cui non era mai venuta nessuna persona importante. “Può qualcosa di buono venire da Nazaret?”, chiese Natanaele. (Giovanni 1:46) Ma ciò che vide e udì gli permise di vincere questo pregiudizio regionale perché era di mente aperta. D’altro canto, i superbi farisei si vantavano dicendo: “Nessuno dei governanti o dei farisei ha riposto fede in lui, non è così?” — Giovanni 7:48.

La fede cristiana non è lasciata al caso

L’obiettivo di Gesù era di toccare il cuore e convincere la mente. Egli insegnò ai suoi discepoli a cercare i meritevoli e a restare abbastanza a lungo nelle loro case perché divenissero credenti sinceri, se lo desideravano. Alcuni abitanti di un villaggio samaritano che avevano ascoltato l’insegnamento di Cristo dissero: “Abbiamo udito da noi stessi e sappiamo che quest’uomo è veramente il salvatore del mondo”. — Giovanni 4:42.

Ciascun convertito al cristianesimo dovette fare una scelta razionale dopo aver ascoltato e meditato su ciò che aveva udito. Doveva avere una ferma convinzione a motivo dell’opposizione che avrebbe incontrato. Tutti i primi discepoli furono espulsi dalla sinagoga, il che voleva dire essere banditi dalla comunità locale.

Inoltre, ciascun discepolo si sentì obbligato a difendere la sua nuova fede e a parlarne ad altri. Celso, critico del cristianesimo vissuto nel secondo secolo, rideva del fatto che “manovali, calzolai, contadini, gli uomini più incolti e inesperti, [fossero] zelanti predicatori del Vangelo”. — Confronta Giovanni 9:24-34.

Questo metodo di conversione, insieme allo zelo dei convertiti nel fare proseliti, portò alla rapida diffusione del cristianesimo. Ben presto divenne una religione internazionale anziché regionale. Gesù aveva detto specificamente ai suoi seguaci di predicare “fino alla più distante parte della terra”. — Atti 1:8.

È vero, i primi discepoli erano ebrei, e le conversioni iniziali furono fatte tra ebrei, secondo il proposito di Dio. Gerusalemme divenne il centro dove gli apostoli si riunivano per dirigere la chiesa ancora inesperta. Fu per questo che nel primo secolo venne spesso applicato ai cristiani, erroneamente e a scopo denigratorio, l’appellativo di giudei, anche se i giudei erano i più accaniti persecutori dei cristiani. E uno storico romano definì il cristianesimo una funesta superstizione.

Pietro, prima di battezzare il primo non giudeo, dichiarò: “Per certo comprendo che Dio non è parziale, ma in ogni nazione l’uomo che lo teme e opera giustizia gli è accetto”. (Atti 10:34, 35) Pertanto lo zelo dei cristiani, infiammato da una fede incrollabile, portò il messaggio di Cristo in tutto l’impero romano. La persecuzione non riuscì a distruggere questi cristiani e molti morirono perché non vollero rinnegare questa religione di loro scelta. Il loro entusiasmo e la loro devozione sono ben lontani dall’apatia della cristianità del XX secolo.

È possibile che questo spirito manchi perché relativamente pochi hanno fatto una scelta consapevole in materia di fede? Se la religione conta ancora per voi, perché non esaminate seriamente l’articolo che segue?

[Immagini a pagina 6]

Nell’antica Roma si adoravano molti dèi tra cui Marte, il dio della guerra, Giove, il principale dio romano, ed Esculapio, il dio della medicina

Marte

[Fonte]

Disegno basato sulla Collezione Mansell

Giove

[Fonte]

Disegno basato su un’opera esposta al British Museum

Esculapio

[Fonte]

Disegno basato su un’opera esposta al Museo Archeologico Nazionale di Atene

    Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
    Disconnetti
    Accedi
    • Italiano
    • Condividi
    • Impostazioni
    • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
    • Condizioni d’uso
    • Informativa sulla privacy
    • Impostazioni privacy
    • JW.ORG
    • Accedi
    Condividi