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  • Il piacere della droga: Perché dire di no?
    Svegliatevi! 1990 | 8 novembre
    • “LA COCAINA . . . è forse lo stupefacente più innocuo di cui si fa attualmente un uso diffuso . . . e che procura intenso piacere”.

      Così affermò nel 1974 il dott. Peter Bourne. Quattro anni dopo, in qualità di consigliere del presidente Jimmy Carter in materia di politica sanitaria presso la Casa Bianca, il dott. Bourne fu costretto a rassegnare le dimissioni perché accusato di uso illecito di droga. Come molti altri, forse pensava di poter giustificare l’uso voluttuario di droghe.

      Un tempo la cocaina era facilmente accessibile a chiunque quasi ovunque: in America, ad esempio, la si poteva trovare nelle drogherie, nei saloon e presso le ditte di vendita per corrispondenza. Negli anni ’80 e ’90 del secolo scorso la si poteva fumare sotto forma di sigarette di foglie di coca. Si usava come ingrediente nella preparazione di bevande alcoliche e analcoliche. Persino del famoso Sherlock Holmes, l’investigatore inglese protagonista di storie poliziesche, si narra che fece uso di cocaina “tre volte al giorno per diversi mesi”. — Sir Arthur Conan Doyle, The Sign of Four (Il segno dei quattro).

      La cocaina era apprezzata per le sue proprietà ricostituenti e ritenuta un rimedio contro mal di testa, asma, febbre da fieno e mal di denti. Divenne l’elisir delle masse. Ad esempio, nel 1884 il giovane Sigmund Freud scrisse: “Ho sperimentato su me stesso una dozzina di volte questo effetto della coca, che allontana la fame, il sonno e la fatica e tempra la persona allo sforzo intellettuale . . . Una prima dose o anche ripetute dosi di coca non producono nessun desiderio irrefrenabile di fare ulteriore uso di questo stimolante”. — Über Coca.

  • Il piacere della droga: Perché dire di no?
    Svegliatevi! 1990 | 8 novembre
    • La cocaina e il suo derivato, il crack, sono stati messi in relazione con la paranoia e altri sintomi schizofrenici, depressione grave, insonnia, perdita dell’appetito, impotenza sessuale, forte irritabilità, accessi epilettici, attacchi cardiaci, colpi apoplettici, lesioni cutanee o grosse vescicole, danni agli arti e alle dita, difetti genetici, infezioni delle vie aeree superiori, perdita dell’odorato e morte. Secondo uno scrittore di soggetti scientifici, “se l’uso di cocaina durante la gravidanza fosse una malattia, la sua incidenza sui neonati sarebbe considerata un’emergenza sanitaria a carattere nazionale”.

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