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  • Le mie debolezze hanno esaltato la potenza di Dio
    La Torre di Guardia (per lo studio) 2024 | Aprile
    • Erkki Mäkelä da ragazzo.

      BIOGRAFIA

      Le mie debolezze hanno esaltato la potenza di Dio

      NARRATO DA ERKKI MÄKELÄ

      QUANDO nel 1985 io e mia moglie arrivammo in Colombia, il paese stava facendo fronte a una violenza senza precedenti. Il governo combatteva contro potenti cartelli della droga nelle città e contro bande di guerriglieri sulle montagne. Nella zona di Medellín, dove servimmo in seguito, le strade erano piene di ragazzi armati. Vendevano droga, gestivano organizzazioni criminali e uccidevano le persone in cambio di denaro. Nessuno di loro viveva a lungo. Avevamo l’impressione di essere in un altro mondo.

      Cosa ci facevano in Sudamerica due persone comuni che venivano dalla Finlandia, uno dei paesi più a nord del pianeta? Lasciate che vi racconti cosa ho imparato nel corso degli anni.

  • Le mie debolezze hanno esaltato la potenza di Dio
    La Torre di Guardia (per lo studio) 2024 | Aprile
    • IL NOSTRO PRIMO INCARICO DA MISSIONARI

      Al nostro arrivo in Colombia fummo assegnati alla Betel. Cercavo di svolgere al meglio il mio incarico, ma dopo un anno capii che avevamo bisogno di un cambiamento. Per la prima e unica volta nella mia vita chiesi di ricevere un incarico diverso. Fummo quindi mandati come missionari sul campo a Neiva, nella regione di Huila.

      Il ministero mi è sempre piaciuto. In Finlandia, quando facevo il pioniere da single, a volte predicavo dalla mattina presto fino alla sera tardi. Anche dopo esserci sposati, io e Sirkka trascorrevamo intere giornate in predicazione. Quando predicavamo in territori lontani, a volte dormivamo in macchina. Questo ci faceva risparmiare tempo e ci permetteva di iniziare presto il giorno dopo.

      Servendo come missionari tornammo a provare lo stesso entusiasmo che avevamo prima per il ministero. La nostra congregazione cresceva, e i fratelli e le sorelle erano amorevoli, ci apprezzavano e ci rispettavano.

      IL POTERE DELLA PREGHIERA

      Non lontano da Neiva c’erano delle città in cui non viveva nessun Testimone. Pensavo molto a come la buona notizia avrebbe raggiunto quelle zone. A causa della guerriglia quei posti non erano sicuri per chi veniva da fuori, quindi pregavo che in una di quelle città qualcuno diventasse Testimone. Pensavo che per conoscere la verità quella persona avrebbe dovuto vivere a Neiva, quindi pregavo anche che dopo il battesimo potesse fare progressi spirituali e poi tornare a predicare nella sua città. Avrei dovuto sapere che Geova aveva in mente una soluzione migliore della mia.

      Poco dopo iniziai uno studio biblico con un ragazzo di nome Fernando González. Lui viveva ad Algeciras, una delle città dove non c’erano Testimoni. Percorreva ogni settimana più di 50 chilometri per venire a Neiva a lavorare. Si preparava sempre molto bene per lo studio e iniziò subito a frequentare tutte le adunanze. Fin dalla prima settimana in cui iniziò a studiare, Fernando si mise a organizzare degli incontri nella sua città e a insegnare quello che imparava durante lo studio.

      Erkki e sua moglie, Sirkka, con Fernando González.

      Con Fernando, nel 1993

      Dopo aver studiato per sei mesi, nel gennaio 1990 Fernando si battezzò. Poi diventò pioniere regolare. Ora che ad Algeciras c’era un Testimone del posto, era diventato più sicuro mandare dei pionieri speciali in quella zona. Nel febbraio 1992 in quella città fu formata una congregazione.

      Ma Fernando non si limitò a predicare nella sua città. Dopo il matrimonio, lui e sua moglie si spostarono a San Vicente del Caguán, un’altra città dove non c’erano Testimoni. Lì contribuirono a formare una congregazione. Nel 2002 Fernando fu nominato sorvegliante di circoscrizione, e lui e sua moglie Olga svolgono ancora oggi questo servizio.

      Da tutto questo ho imparato quanto è importante che preghiamo in modo specifico per questioni legate al nostro incarico. Geova fa quello che noi non possiamo fare. Dopotutto la messe è sua, non nostra (Matt. 9:38).

      GEOVA CI DÀ “SIA IL DESIDERIO CHE LA FORZA DI AGIRE”

      Nel 1990 fui nominato sorvegliante viaggiante. La prima circoscrizione a cui fummo assegnati era nella capitale, Bogotá. Questo incarico ci spaventava. Io e mia moglie siamo persone semplici, non abbiamo talenti speciali e non eravamo abituati a vivere nel caos di una metropoli. Geova però mantenne la promessa riportata in Filippesi 2:13: “Dio infatti è colui che, secondo il proprio volere, agisce in voi dandovi sia il desiderio che la forza di agire”.

      In seguito fummo mandati in una circoscrizione nella zona di Medellín, la città di cui parlavo all’inizio. Lì le persone erano così abituate alla violenza per le strade che questa non li spaventava più. Ricordo che una volta, mentre stavo conducendo uno studio, iniziò una sparatoria fuori dalla casa in cui mi trovavo. Stavo quasi per gettarmi a terra, ma l’uomo che studiava con me continuò tranquillo a leggere il paragrafo. Quando finì di leggere si scusò e uscì. Nel giro di poco tornò in casa insieme a due bambini e disse con calma: “Chiedo scusa, dovevo far entrare i miei figli”.

      Quella non fu l’unica volta in cui ci trovammo in pericolo. In un’occasione, mentre stavamo predicando di casa in casa, vidi mia moglie corrermi incontro. Era pallidissima. Disse che qualcuno aveva sparato verso di lei. Rimasi scioccato. Poi però capimmo che non era a lei che stavano puntando, ma all’uomo che in quel momento le stava passando vicino.

      Col tempo abbiamo imparato a convivere con queste situazioni difficili. Ci ha incoraggiato molto la forza dimostrata dai fratelli del posto, che affrontavano situazioni come queste e anche peggiori. Siamo arrivati alla conclusione che, così come stava aiutando loro, Geova avrebbe aiutato anche noi. Seguivamo sempre i consigli degli anziani del posto, cercavamo di essere cauti e lasciavamo il resto nelle mani di Geova.

      Certo, alcune situazioni non erano così pericolose come pensavamo. Una volta, mentre facevo una visita ulteriore, sentii quella che sembrava una lite tra due donne: si insultavano e gridavano fuori dalla casa in cui mi trovavo. Io non ero interessato ad assistere alla loro discussione, ma il padrone di casa mi fece uscire nel cortile. Alla fine scoprii che in realtà la “lite” era tra due pappagalli che stavano imitando i vicini.

      ULTERIORI PRIVILEGI E DIFFICOLTÀ

      Nel 1997 fui nominato insegnante della Scuola di Addestramento per il Ministero.b Ho sempre apprezzato l’opportunità di partecipare a delle scuole teocratiche, ma non avrei mai immaginato di ricevere il meraviglioso privilegio di insegnare a una di queste.

      In seguito servii come sorvegliante di distretto. Quando la figura del sorvegliante di distretto fu eliminata, tornai a servire nella circoscrizione. Quindi per più di 30 anni ho avuto il privilegio di servire come insegnante e come sorvegliante viaggiante. Questi incarichi mi hanno permesso di ricevere tante benedizioni, ma non è sempre stato tutto rose e fiori. Lasciate che vi spieghi.

      Ho una personalità forte, e questo mi ha aiutato ad affrontare situazioni difficili. A volte, però, ho esagerato un po’ mentre cercavo di correggere certe questioni nelle congregazioni. Mi è capitato di incoraggiare in modo energico qualcuno a essere amorevole e ragionevole, ma paradossalmente in quel momento ero proprio io che non stavo mostrando quelle qualità (Rom. 7:21-23).

      A volte mi sono sentito molto scoraggiato a causa dei miei errori (Rom. 7:24). Una volta arrivai al punto di dire a Geova in preghiera che avrei fatto meglio a lasciare il servizio missionario e a tornare in Finlandia. Quella sera c’era l’adunanza. Quello che sentii lì mi convinse che avrei dovuto continuare a svolgere il mio incarico e a lavorare sui miei difetti. Quando ci ripenso, mi commuove ancora il modo in cui Geova rispose chiaramente alla mia preghiera. Inoltre apprezzo tanto il fatto che lui sia stato così buono con me e mi abbia aiutato a vincere le mie debolezze.

      GUARDO AL FUTURO CON FIDUCIA

      Erkki e Sirkka in tempi recenti.

      Io e Sirkka ci sentiamo davvero in debito con Geova per averci dato il privilegio di trascorrere la maggior parte della nostra vita nel servizio a tempo pieno. Gli sono anche molto grato per avermi dato per tutti questi anni una moglie tanto amorevole e fedele.

      Presto compirò 70 anni e non potrò più servire come insegnante sul campo e sorvegliante viaggiante, ma questo non mi rattrista. Sono fermamente convinto che il modo migliore per onorare Geova è servirlo con modestia e lodarlo spinti da un cuore pieno di amore e gratitudine (Mic. 6:8; Mar. 12:32-34). Per onorare Geova non abbiamo bisogno di stare sotto i riflettori.

      Quando ripenso a tutti gli incarichi che ho svolto, mi rendo conto che non li ho ricevuti perché valgo più di altri, e nemmeno a motivo di qualche capacità straordinaria. Tutt’altro! Geova mi ha affidato questi incarichi a motivo della sua immeritata bontà. Si è servito di me nonostante le mie debolezze. So che sono stato in grado di svolgere questi compiti soltanto con il suo aiuto. Posso dire che le mie debolezze hanno esaltato la potenza di Dio (2 Cor. 12:9).

  • Le mie debolezze hanno esaltato la potenza di Dio
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