BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • “Armero è scomparsa dalla carta geografica!”
    Svegliatevi! 1986 | 8 maggio
    • “Ora moriremo davvero!”

      Obdulia Arce Murillo, una donna con nove figli che frequentava i testimoni di Geova di Armero, fu completamente sommersa dalla valanga ma è sopravvissuta per raccontarlo. La donna narra: “Corsi in strada con i miei figli e cercai di salire su un’autocisterna. Poi sopraggiunse la piena. Mi gettai a terra. Le acque erano paurosamente alte . . . e ruggivano e mugghiavano. Gridai: ‘Geova! Geova! Ora moriremo davvero! È la fine!’ L’acqua trascinava pali e pezzi di legno. Uno di questi mi colpì al fianco sinistro, e fu allora che la mia bambina mi sfuggì.

      “Rimasi impigliata in un palo e in alcuni cavi elettrici. Poi una delle mie figlie, che si era arrampicata su dei sacchi di caffè, gridò: ‘Immergiti!’ Quando mi immersi sentii come se un treno mi passasse sopra. Era il fango. Non ci vedevo più perché ero sepolta sotto il fango. Ero completamente coperta.

      “Sentii che il fango mi trascinava via con forza. Cercai di gridare, ma la bocca mi si riempì di fango. Mi sentivo soffocare . . . Nuotai e lottai finché riuscii a tirar fuori la faccia dalla melma. Con una mano mi tolsi il fango dalla bocca con una forza tale che pensai di essermi lacerata il viso. Credevo proprio di affogare, ma alla fine potei respirare e urlare. Che sollievo avere la faccia fuori dal fango!” Ma sarebbero passate ancora molte ore prima che venisse soccorsa.

      Un’altra Testimone, Elena de Valdez, e la sua famiglia riuscirono a raggiungere un punto più alto dietro la città. Essa narra: “Eravamo appena arrivati ai piedi del colle quando sentimmo dietro di noi le grida e le urla di coloro che erano stati raggiunti dalla piena. Subito dopo cominciarono ad arrivare altri, interamente coperti di fango. Si udiva il rumore terrificante che quella ‘cosa’ produceva. Era orribile! E le grida della gente: ‘Aiuto! Aiuto! Salvateci! Non lasciateci morire!’”

      Poi tutto finì. Restavano solo uno strano silenzio e tenebre assolute. Jorge Castilla, in salvo in un podere alla periferia di Armero, disse che si poteva palpare “un’atmosfera di morte nella notte”. E aggiunse: “Giungevano i superstiti, vecchi, giovani, coperti di fango, e molti di essi feriti. Sembravano degli zombie, dei sonnambuli. Ti fissavano con lo sguardo vacuo. Chiedevano acqua, nient’altro. Era orribile!”

      Intanto Obdulia Arce stava ancora lottando per tenere la testa fuori del fango. Per lei e per migliaia di altri superstiti quella notte sarà sempre ricordata come la più lunga della loro vita.

  • “Armero è scomparsa dalla carta geografica!”
    Svegliatevi! 1986 | 8 maggio
    • Obdulia Arce apprezzò il calore del fango, perché la notte era fredda. Quando si appisolava, affondava la faccia nel fango solo per svegliarsi boccheggiando. Giunse il mattino, ma nessuno la vide.

  • “Armero è scomparsa dalla carta geografica!”
    Svegliatevi! 1986 | 8 maggio
    • Fra coloro che facevano cenni agli elicotteri ogni volta che passavano c’era Obdulia, con la testa incrostata di fango secco. Riusciva solo a fare deboli cenni con la mano, e per tutto il giorno tentò di richiamare la loro attenzione. Nessuno la notò. Disperava che la vedessero. Pregò di continuo. Si accinse a trascorrere un’altra interminabile notte di angoscia, intrappolata nel fango e con un dolore lancinante al fianco fratturato.

      All’alba del venerdì mattina fece appello a tutte le sue forze e gridò ripetutamente fin quando i soccorritori che perlustravano la zona finalmente la videro. Alle 11 fu liberata e issata su un elicottero mentre gemeva per gli atroci dolori. Fu portata d’urgenza a un centro di pronto soccorso e poi all’ospedale. Aveva trascorso 35 ore in quel fango.

      Che ne era stato dei suoi figli? Seppe più tardi che due erano periti, ma gli altri erano stati spinti all’estremità del pantano e infine tratti in salvo.

  • “Armero è scomparsa dalla carta geografica!”
    Svegliatevi! 1986 | 8 maggio
    • Molti a causa della furia della piena ebbero braccia e gambe maciullate che si dovettero amputare perché stavano andando in cancrena. Fra questi c’era Epifania Campos, una testimone di Geova, impiegata di banca ad Armero, che purtroppo morì a causa della cancrena.

      Delle 59 persone che frequentavano la Congregazione dei Testimoni di Geova di Armero, 40 che abitavano nelle zone più duramente colpite della città sono scomparse senza lasciare traccia. Di coloro che erano associati alla congregazione di Chinchiná tre hanno perso la vita, e altri 30 hanno perso casa e averi.

      Sei settimane dopo la tragedia visitai nuovamente la zona insieme a Gervasio Macea, che era vissuto otto anni ad Armero. Non riuscì a stabilire con precisione il punto dov’era situata la Sala del Regno, tanto la devastazione era stata totale. Dove un tempo sorgeva una città, ora c’è una distesa grigia, ampia, costellata di macigni e con la forma di un enorme ventaglio.

Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
Disconnetti
Accedi
  • Italiano
  • Condividi
  • Impostazioni
  • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
  • Condizioni d’uso
  • Informativa sulla privacy
  • Impostazioni privacy
  • JW.ORG
  • Accedi
Condividi