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  • La competizione è la chiave del successo?
    La Torre di Guardia 1994 | 1° marzo
    • La competizione è la chiave del successo?

      “VINCERE non è tutto; è l’unica cosa”. Oggi queste parole, spesso attribuite a Vince Lombardi, allenatore di una squadra americana di football, sono il motto di molti. Anche gli ex paesi comunisti ora esaltano il principio della competitività. Quel che ci vuole per raggiungere il benessere, dicono, è introdurre la competizione nel loro mercato. In Oriente molti genitori spingono i figli a rivaleggiare con gli altri e li mandano in scuole private dove seguono corsi intensivi di studio che insegnano il segreto per superare gli esami di ammissione. I genitori ossessionati sono convinti che l’ammissione a una scuola prestigiosa sia la chiave della prosperità futura.

      Molti credono fermamente che la competizione sia la chiave del successo. Sono convinti che gli esseri umani abbiano progredito competendo gli uni con gli altri. “Competere per avere la promozione è la fonte della vitalità delle società giapponesi”, ha detto il 65,9 per cento dei dirigenti delle maggiori società consultati dalla Federazione giapponese delle Società Finanziarie. E sembra che per un po’ le ditte giapponesi abbiano avuto successo. Ma la competizione è davvero la chiave del successo?

      Ne vale veramente la pena?

      Coloro che competono con gli altri manifestano la tendenza egoistica del prima io. Sono felici quando altri se la passano male, supponendo che questo favorirà il loro successo. Per il proprio guadagno egoistico possono ricorrere a tattiche che nuocciono ad altri. A cosa porta la ricerca del successo tramite la competizione? Yasuo, che si era gettato a capofitto nella mischia per essere qualcuno nella sua ditta, ricorda la sua condotta di un tempo e dice: “Pieno di spirito competitivo e di idee tutte volte a ottenere promozioni, mi paragonavo agli altri e mi sentivo superiore. Quando questi raggiungevano una posizione superiore alla mia, mi mangiavo il fegato e ogni giorno mi lamentavo con la direzione del personale. Non avevo amici nel vero senso della parola”.

      Lo spirito competitivo può anche causare morte prematura. In che modo? Un giornale giapponese (Mainichi Daily News) ricollega la karoshi, o morte da superlavoro, a un comportamento di tipo-A. Questo è un tipo di comportamento che reagisce allo stress con efficientismo, competitività e aggressività. I cardiologi americani Friedman e Rosenman collegano il comportamento di tipo-A con i disturbi delle coronarie. Sì, lo spirito competitivo può essere fatale.

      La competizione sul posto di lavoro può causare anche altri disturbi fisici e mentali. Ne è un esempio Keinosuke, il miglior addetto alle vendite di uno dei principali autosaloni del Giappone. Egli stabilì un record vendendo in totale 1.250 auto. La sua foto venne incorniciata e appesa nel locale della sede centrale della ditta in cui si riuniva il consiglio direttivo. Nonostante gli ripugnasse calpestare i colleghi per ottenere promozioni, la ditta lo spinse a competere. Il risultato fu che in un anno fu colpito da ulcera sia gastrica che duodenale. Quell’anno 15 dirigenti della sua ditta finirono all’ospedale e uno si suicidò.

      A casa, per non essere da meno dei vicini, la gente fa vistosa ostentazione dei propri mezzi in una rivalità senza fine. (1 Giovanni 2:16) Ne beneficiano solo ‘i commercianti della terra’, nelle cui mani finisce il denaro. — Confronta Rivelazione (Apocalisse) 18:11.

      Anche se rivalità e spirito competitivo possono aumentare il rendimento sul lavoro, a ragione il re Salomone osservò: “Io stesso ho visto tutto il duro lavoro e tutta l’abilità nell’opera, che significa rivalità dell’uno verso l’altro; anche questo è vanità e un correr dietro al vento”. (Ecclesiaste 4:4) Come possiamo dunque conservare la pace mentale pur vivendo in una società competitiva? Per saperlo, vediamo prima dove ebbe origine l’idea della competitività.

  • Pace mentale in una società competitiva
    La Torre di Guardia 1994 | 1° marzo
    • Pace mentale in una società competitiva

      “SE QUALCUNO vuol essere il primo”, Gesù Cristo consigliò agli apostoli, “dev’essere l’ultimo di tutti e ministro di tutti”. Gli apostoli stavano discutendo su chi fosse il più grande fra loro. Sapevano che Gesù detestava uno spirito del genere. Egli non spinse mai i discepoli a rivaleggiare gli uni con gli altri per stimolare il progresso spirituale. — Marco 9:33-37.

      Prima di venire sulla terra, Gesù Cristo aveva preso parte alla creazione della prima coppia e sapeva come erano fatti gli esseri umani. (Colossesi 1:15, 16) I primi esseri umani furono creati con la capacità di progredire senza competere inesorabilmente con gli altri. Non avevano bisogno di lottare fra loro per determinare chi era il capo, né di competere con gli animali in una lotta per la sopravvivenza. — Genesi 1:26; 2:20-24; 1 Corinti 11:3.

      L’origine dello spirito competitivo

      Come mai, allora, uno spietato spirito competitivo diventò una simile forza dominante nella società umana? Il primo assassinio della storia umana ci fornisce un’indicazione. Lo spirito competitivo di Caino, il figlio maggiore della prima coppia umana, portò alla tragedia. Caino assassinò suo fratello Abele, perché il sacrificio di Abele era gradito a Dio mentre il suo no. E la Bibbia dice che Caino “ebbe origine dal malvagio e scannò il suo fratello”. — 1 Giovanni 3:12; Genesi 4:4-8.

      Sì, il malvagio, Satana il Diavolo, diede origine allo spirito competitivo e lo promosse. Pur essendo un angelico figlio di Dio con grandi privilegi, voleva di più. (Confronta Ezechiele 28:14, 15). Quando sviò Eva, manifestò il proprio desiderio. Disse che mangiando il frutto proibito sarebbe diventata ‘davvero simile a Dio’. (Genesi 3:4, 5) In realtà era Satana che voleva essere simile a Geova Dio, rivaleggiando con Lui. Il desiderio di competere con Dio lo spinse alla ribellione. — Giacomo 1:14, 15.

      Questo spirito è contagioso. Sotto l’influenza di Satana, la pace data da Dio all’originale istituzione familiare fu perduta. (Genesi 3:6, 16) Sin da quando si ribellò a Dio, Satana il Diavolo ha dominato sul genere umano, favorendo uno spirito competitivo, al punto da indurre uomini e donne a credere che la competizione spietata sia la chiave del successo. La Bibbia però spiega: “Dove sono gelosia e contenzione, là sono disordine e ogni cosa vile”. (Giacomo 3:14-16) Così Satana ha privato l’uomo della felicità e della pace mentale.

      Successo senza competizione

      In contrasto con la convinzione di Satana, la Bibbia fornisce esempi di successo senza competizione. Il principale è quello di Gesù Cristo. Benché esistesse nella forma di Dio, non pensò mai a essere uguale a Dio, ma assunse la forma di uno schiavo e venne sulla terra. Inoltre si umiliò e divenne ubbidiente fino alla morte su un palo di tortura. Per la sua ubbidienza, scevra di qualsiasi spirito di rivalità, ottenne il favore di Dio. “Per questa stessa ragione Dio lo ha esaltato a una posizione superiore e gli ha benignamente dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome”. (Filippesi 2:5-9) Quale successo più grande avrebbe potuto conseguire una creatura? Fece piacere al Padre come nessun’altra creatura avrebbe potuto fare, e questo senza alcuno spirito di rivalità o competizione. — Proverbi 27:11.

      I numerosi angeli fedeli nel cielo hanno questo stesso atteggiamento. Benché Gesù, che era il capo degli angeli, fosse diventato un po’ inferiore a loro quando venne sulla terra, essi furono lieti di aiutarlo. Certo non pensarono affatto di approfittare della situazione per prendere il suo posto di Arcangelo. — Matteo 4:11; 1 Tessalonicesi 4:16; Ebrei 2:7.

      La loro avversione per lo spirito competitivo è ancora più evidente se consideriamo come accolsero il proposito di Dio di esaltare degli esseri umani imperfetti alla vita spirituale immortale, condizione nella quale questi ‘giudicheranno gli angeli’. (1 Corinti 6:3) Gli angeli hanno un’enorme esperienza nel servire Geova e sono molto più capaci di fare il bene di quanto non lo siano gli esseri umani imperfetti. Eppure sono felici di aiutare gli unti sulla terra, e non sono affatto gelosi di ciò che questi riceveranno. (Ebrei 1:14) Grazie al loro ottimo atteggiamento non competitivo possono continuare a servire davanti al trono del Sovrano Signore Geova.

      E poi, pensate agli antichi fedeli servitori di Dio che saranno risuscitati sulla terra. Abraamo fu uno straordinario esempio di fede e fu chiamato “il padre di tutti quelli che hanno fede”. (Romani 4:9, 11) Giobbe diede uno splendido esempio di perseveranza. (Giacomo 5:11) Mosè, “di gran lunga il più mansueto di tutti gli uomini che erano sulla superficie del suolo”, guidò la nazione di Israele verso la libertà. (Numeri 12:3) Chi fra gli esseri umani imperfetti ha dato un migliore esempio di fede, perseveranza e mansuetudine di questi uomini? Eppure essi erediteranno il reame terrestre del Regno di Dio. (Matteo 25:34; Ebrei 11:13-16) Come Giovanni il Battezzatore, saranno inferiori al “minore nel regno dei cieli”. (Matteo 11:11) Penseranno mai di lamentarsi, insistendo che per fede, perseveranza o mansuetudine uguagliarono o in certi casi superarono quelli a cui sarà concessa la vita in cielo? Certamente no! Saranno felici sudditi terreni del Regno di Dio.

      Anche oggi è piacevole trovarsi in mezzo a persone che non hanno un atteggiamento competitivo. Yasuo, menzionato nel primo articolo, si coprì di debiti speculando sull’oro e perse tutto quello che aveva. Gli “amici” lo abbandonarono. Poiché la moglie aveva cominciato a studiare la Bibbia con i testimoni di Geova, egli andò alle loro adunanze provando rimorso per le sofferenze che aveva causato alla famiglia. Alla fine si liberò dello spirito competitivo e diventò un testimone di Geova. Ora è felice di essere circondato da amici cristiani, pronti ad aiutarlo nei momenti di bisogno.

      Come conservare la pace mentale

      Non è sempre facile conservare la pace mentale in una società competitiva e spietata. Facciamo bene a notare che la Bibbia condanna “inimicizie, contesa, gelosia, accessi d’ira, contenzioni, divisioni, sette, invidie”, in quanto “opere della carne” che impediscono di ereditare il Regno di Dio. Tutte queste opere sono strettamente legate allo spirito competitivo. Non c’è da meravigliarsi che l’apostolo Paolo abbia incoraggiato i galati dicendo: “Non diveniamo egotisti, suscitando competizione gli uni con gli altri, invidiandoci gli uni gli altri”. — Galati 5:19-21, 26.

      In questo contesto Paolo indicò la chiave per far fronte alla competizione egotistica. Egli disse: “Il frutto dello spirito è amore, gioia, pace, longanimità, benignità, bontà, fede, mitezza, padronanza di sé. Contro tali cose non c’è legge”. (Galati 5:22, 23) Il frutto dello spirito ci aiuta a eliminare dalla mente ogni rivalità. Prendete, per esempio, la qualità dell’amore. “L’amore non è geloso”, spiega Paolo. “Non si vanta, non si gonfia, non si comporta indecentemente, non cerca i propri interessi, non si irrita”. (1 Corinti 13:4-7) Coltivando l’amore possiamo sradicare la gelosia, che ha un ruolo determinante nello spirito di competizione. Anche gli altri frutti dello spirito ci aiutano a eliminare dal cuore e dalla mente qualsiasi persistente traccia di spietato spirito competitivo. Certo con la padronanza di sé qualunque desiderio sorga di competere con altri per vincere ad ogni costo può essere subito eliminato! — Proverbi 17:27.

      Ma per coltivare queste qualità dobbiamo lasciare che lo spirito di Dio operi in noi. Possiamo favorire questo salutare operato dello spirito santo perseverando nella preghiera e chiedendo l’aiuto dello spirito di Dio. (Luca 11:13) Cosa ci assicura Dio, in risposta alla nostra preghiera? La Bibbia risponde: “Non siate ansiosi di nulla, ma in ogni cosa le vostre richieste siano rese note a Dio con preghiera e supplicazione insieme a rendimento di grazie; e la pace di Dio che sorpassa ogni pensiero custodirà i vostri cuori e le vostre facoltà mentali mediante Cristo Gesù”. — Filippesi 4:6, 7.

      Questo fu evidente nel caso degli apostoli di Gesù. Perfino l’ultima sera che Gesù trascorse con loro, dopo che era iniziato il Pasto Serale del Signore, gli apostoli bisticciavano ancora su chi di loro sembrava essere il più grande. (Luca 22:24-27) In altre occasioni Gesù aveva cercato di aiutarli a correggere il loro modo di pensare, ma questo atteggiamento competitivo era profondamente radicato in loro. (Marco 9:34-37; 10:35-45; Giovanni 13:12-17) Tuttavia, una volta che ebbero ricevuto lo spirito santo circa 50 giorni dopo quella disputa, il loro atteggiamento cambiò. Non ci furono discussioni su chi dovesse rappresentarli nel parlare alla folla di curiosi che si era radunata quel giorno di Pentecoste. — Atti 2:14-21.

      Nessun essere umano doveva avere la preminenza nella congregazione cristiana. Quando si dovette risolvere un problema relativo alla circoncisione, Giacomo, che non era neanche un discepolo al tempo della morte di Gesù, presiedette quell’importante adunanza. Nulla indica che ci sia stata una disputa su chi dovesse dirigere quell’adunanza del corpo direttivo della congregazione cristiana. Che cambiamento dal tempo in cui gli apostoli avevano manifestato uno spirito competitivo! Con l’aiuto dello spirito santo, ricordarono gli insegnamenti di Gesù e cominciarono ad afferrare il senso delle sue lezioni. — Giovanni 14:26.

      Lo stesso può accadere a noi. Con l’aiuto dello spirito santo possiamo vincere qualsiasi persistente desiderio di competere con altri per farci strada a spese loro. Possiamo invece acquistare la pace mentale che supera ogni pensiero. La Bibbia ci assicura che Satana il Diavolo, la fonte della competizione spietata, presto sarà inabissato, reso inattivo. (Rivelazione 20:1-3) La rivalità fra vicini non esisterà più. Il risultato sarà forse una società senza progresso? Niente affatto! Gli esseri umani perverranno alla perfezione, non competendo fra loro, ma grazie all’applicazione del sacrificio di riscatto di Gesù nei loro confronti. — 1 Giovanni 2:1, 2.

      Keinosuke, già menzionato, che aveva provato l’ebbrezza del successo mondano vendendo un numero eccezionale di auto, si esaurì sia mentalmente che fisicamente, ma infine lasciò il suo lavoro. “Ora la mia vita è colma di vera gioia”, dice. Ha compreso perché la vita di Gesù fu un vero successo. Ora prova ristoro in qualunque cosa possa fare nella congregazione mondiale di Dio. Così si prepara per il nuovo mondo, in cui non esisterà competizione. Anche voi potete avere un’anteprima di questa società del nuovo mondo recandovi in una Sala del Regno della vostra zona e frequentando i testimoni di Geova.

      [Immagine a pagina 7]

      Nel nuovo mondo di Dio la società umana godrà pace e cooperazione

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