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La risurrezione: una certezza!La Torre di Guardia (per lo studio) 2020 | Dicembre
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Il capitolo 15 della prima lettera che Paolo scrisse ai corinti si incentra proprio su questo argomento. Quello che Paolo scrisse avrà incoraggiato molto i cristiani del I secolo. E può incoraggiare anche noi, rafforzando quella speranza che forse abbiamo da tanti anni.
4. Da cosa dipende la nostra speranza nella risurrezione dei morti?
4 La speranza che i nostri cari che sono morti risorgeranno dipende dal fatto che Gesù Cristo è stato risuscitato. La risurrezione di Gesù faceva parte della “buona notizia” che Paolo aveva annunciato ai corinti (1 Cor. 15:1, 2). Infatti Paolo disse che se un cristiano non credeva in quella risurrezione, la sua fede era senza valore (1 Cor. 15:17). Quindi si può credere nella risurrezione dei morti solo se si crede nella risurrezione di Gesù.
5-6. Che significato hanno per noi le parole di 1 Corinti 15:3, 4?
5 All’inizio della sua argomentazione, Paolo fece riferimento a tre fatti: “Cristo è morto per i nostri peccati [...]; è stato sepolto ed è stato risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture”. (Leggi 1 Corinti 15:3, 4.)
6 Che significato hanno per noi la morte, la sepoltura e la risurrezione di Gesù? Il profeta Isaia predisse che il Messia sarebbe stato “strappato dalla terra dei viventi” e che gli sarebbe stata data “sepoltura con i malvagi”. Oltre a questo, Isaia disse che il Messia avrebbe “portato il peccato di molti”, cosa che Gesù fece dando la sua vita come riscatto (Isa. 53:8, 9, 12; Matt. 20:28; Rom. 5:8). Quindi la morte, la sepoltura e la risurrezione di Gesù costituiscono la base per la speranza che abbiamo di essere liberati dal peccato e dalla morte e di riabbracciare i nostri cari che non ci sono più.
MOLTI TESTIMONI OCULARI
7-8. Quali prove abbiamo che Gesù è stato risuscitato?
7 Visto che la speranza nella risurrezione dei morti è legata alla risurrezione di Gesù, è necessario avere la certezza che Gesù è stato risuscitato. Come possiamo esserne sicuri?
8 Furono molti i testimoni oculari del fatto che Gesù era stato risuscitato (1 Cor. 15:5-7). Il primo menzionato da Paolo è l’apostolo Pietro, o Cefa. Un gruppo di discepoli confermò che Pietro aveva visto Gesù risorto (Luca 24:33, 34). Inoltre Gesù, dopo essere risorto, apparve “ai Dodici”, cioè agli apostoli, e in seguito “a più di 500 fratelli in una sola volta”, forse quando si trovavano in Galilea, nella felice occasione menzionata in Matteo 28:16-20. Gesù apparve anche “a Giacomo”, evidentemente uno dei suoi fratellastri, che in precedenza non aveva creduto che lui fosse il Messia (Giov. 7:5). Dopo averlo visto, Giacomo se ne convinse. È da notare che intorno al 55 E.V., quando Paolo scrisse la sua lettera, molti testimoni oculari del fatto che Gesù era stato risuscitato erano ancora vivi. Quindi chiunque avesse avuto dubbi avrebbe potuto rivolgersi a loro.
9. Come leggiamo in Atti 9:3-5, quale ulteriore prova della risurrezione di Gesù poté fornire Paolo?
9 Gesù apparve poi a Paolo stesso (1 Cor. 15:8). Paolo, che era chiamato Saulo, si trovava in viaggio verso Damasco quando ebbe una visione di Gesù nella sua gloria celeste e sentì la sua voce. (Leggi Atti 9:3-5.) La testimonianza di Paolo fu un’ulteriore prova che la risurrezione di Gesù non era una storia inventata (Atti 26:12-15).
10. Cosa fece Paolo spinto dalla certezza che Gesù era risorto?
10 Per alcuni la testimonianza di Paolo sarà stata particolarmente convincente, dato che lui prima perseguitava i cristiani. Una volta avuta la certezza che Gesù era stato risuscitato, Paolo si impegnò per trasmettere ad altri quella stessa certezza. Per parlare ad altri della morte e della risurrezione di Gesù, fu disposto ad affrontare percosse, prigionia e naufragi (1 Cor. 15:9-11; 2 Cor. 11:23-27). Paolo era talmente sicuro che Gesù era risorto da essere disposto a morire pur di difendere la propria fede. Non è forse vero che la testimonianza di quei primi cristiani ci convince che Gesù è stato risuscitato e rafforza la nostra fede nella speranza della risurrezione?
PUNTI DI VISTA SBAGLIATI
11. Cosa potrebbe aver portato alcuni ad avere punti di vista sbagliati sulla risurrezione?
11 Nella città greca di Corinto alcuni cristiani avevano dei punti di vista sbagliati sulla risurrezione, tanto da arrivare a dire “che non c’è risurrezione dei morti” (1 Cor. 15:12). Perché la pensavano così? Dei filosofi di un’altra città greca, Atene, avevano ridicolizzato l’idea che Gesù fosse stato risuscitato e forse a Corinto alcuni la pensavano in modo simile (Atti 17:18, 31, 32). Altri forse pensavano che la risurrezione fosse simbolica, cioè che una persona che era considerata morta a causa del peccato venisse alla vita diventando cristiana. Indipendentemente da quale fosse il loro ragionamento, negare la risurrezione significava rendere la propria fede senza valore. Se Dio non aveva risuscitato Gesù, allora nessun riscatto era stato pagato, e tutti erano ancora peccatori. Quindi quelli che si rifiutavano di credere nella risurrezione non avevano una vera speranza (1 Cor. 15:13-19; Ebr. 9:12, 14).
12. In base a 1 Pietro 3:18, 22, in che senso la risurrezione di Gesù fu diversa dalle precedenti?
12 Paolo poteva testimoniare che “Cristo [era] stato risuscitato dai morti”. Si era trattato di una risurrezione superiore a quella di chi precedentemente era stato riportato in vita per continuare a vivere sulla terra e poi morire di nuovo. Paolo definì Gesù la “primizia di quelli che si sono addormentati nella morte”. Perché usò il termine “primizia”? Perché Gesù fu il primo a essere risuscitato come creatura spirituale e il primo degli esseri umani a essere risuscitato per andare a vivere in cielo (1 Cor. 15:20; Atti 26:23; leggi 1 Pietro 3:18, 22).
“RICEVERANNO LA VITA”
13. Cosa spiegò Paolo mettendo in contrapposizione Adamo e Gesù?
13 Come poteva la morte di un solo uomo dare la vita a milioni di persone? Paolo rispose a questa domanda con un ragionamento logico. Mise in contrapposizione le conseguenze che il peccato di Adamo aveva avuto sull’umanità con quello che invece il sacrificio di Cristo aveva reso possibile. Riferendosi ad Adamo, Paolo scrisse: “La morte è venuta per mezzo di un uomo”. Il peccato di Adamo infatti aveva avuto conseguenze tragiche sia per lui stesso che per i suoi discendenti. Ancora oggi continuiamo a soffrire a causa della sua disubbidienza. Ma, risuscitando Gesù, Dio ci ha dato la possibilità di avere un futuro completamente diverso! Paolo disse: “La risurrezione dei morti viene per mezzo di un uomo [Gesù]; e come in Adamo tutti muoiono, così nel Cristo tutti riceveranno la vita” (1 Cor. 15:21, 22).
14. Adamo verrà risuscitato? Spiegate.
14 A chi si riferiva Paolo quando disse: “In Adamo tutti muoiono”? Si riferiva ai discendenti di Adamo, che muoiono per aver ereditato da lui il peccato e l’imperfezione (Rom. 5:12). Adamo non è tra quelli che “riceveranno la vita”. Lui non può beneficiare del sacrificio di riscatto di Cristo, perché era un uomo perfetto che disubbidì volontariamente a Dio. Gli è stata riservata la stessa fine che faranno coloro che verranno giudicati “capri” dal “Figlio dell’uomo”, cioè lo “stroncamento eterno” (Matt. 25:31-33, 46; Ebr. 5:9).
Gesù fu il primo di quelli che sarebbero stati risuscitati per vivere in cielo (Vedi i paragrafi 15 e 16)b
15. Chi è incluso nell’espressione “tutti riceveranno la vita”?
15 Paolo disse: “Nel Cristo tutti riceveranno la vita” (1 Cor. 15:22). La sua lettera era indirizzata a cristiani unti che avevano la speranza di essere risuscitati per vivere in cielo. Quei cristiani erano stati “santificati come discepoli di Cristo Gesù, chiamati a essere santi”. Paolo parlò anche di “quelli che si [erano] addormentati nella morte uniti a Cristo” (1 Cor. 1:2; 15:18; 2 Cor. 5:17). In un’altra lettera ispirata Paolo scrisse che quelli “uniti a [Gesù] in una morte simile alla sua” sarebbero stati “anche uniti a lui in una risurrezione simile alla sua” (Rom. 6:3-5). Gesù fu risuscitato come creatura spirituale e andò in cielo, e la stessa speranza era riservata a tutti quelli “uniti a Cristo”, cioè a tutti i cristiani unti con lo spirito.
16. Cosa sottintese Paolo utilizzando il termine “primizia” riferito a Gesù?
16 Paolo scrisse: “Cristo è stato risuscitato dai morti, primizia di quelli che si sono addormentati nella morte”. È vero che altri, come ad esempio Lazzaro, erano già stati risuscitati, ma Gesù era stato il primo a essere risuscitato come creatura spirituale e a ricevere la vita eterna. Poteva essere paragonato alle primizie del raccolto che gli israeliti offrivano a Dio. Inoltre, utilizzando il termine “primizia” Paolo sottintese che anche altri, dopo Gesù, sarebbero stati risuscitati e sarebbero andati a vivere in cielo. Al tempo stabilito, gli apostoli e altri “uniti a Cristo” avrebbero beneficiato di una risurrezione simile a quella di Gesù.
17. Quando avrebbero ricevuto gli unti la loro ricompensa celeste?
17 Quando Paolo scrisse ai corinti, la risurrezione celeste di quelli “uniti a Cristo” non era ancora cominciata. Paolo spiegò che sarebbe avvenuta in futuro. Infatti scrisse: “Ciascuno nell’ordine dovuto: Cristo la primizia, dopodiché quelli che appartengono al Cristo, durante la sua presenza” (1 Cor. 15:23; 1 Tess. 4:15, 16). Per ricevere la loro ricompensa celeste ed essere “uniti a [Gesù] in una risurrezione simile alla sua”, gli apostoli e gli altri cristiani unti avrebbero dovuto aspettare l’inizio di quella “presenza”, durante la quale viviamo noi oggi.
LA NOSTRA SPERANZA È UNA CERTEZZA!
18. (a) Perché possiamo concludere che ci sarà un’altra risurrezione dopo quella celeste? (b) In base a 1 Corinti 15:24-26, cosa succederà in cielo?
18 Quale speranza c’è per tutti i cristiani leali che non hanno la prospettiva di andare a vivere in cielo con Cristo? Anche loro hanno la speranza della risurrezione. La Bibbia parla della risurrezione di Paolo e degli altri unti come della “risurrezione dai morti che avrà luogo prima” (Filip. 3:11). Questo fa capire che ci sarà una risurrezione successiva. E conferma quello che disse Giobbe riguardo a ciò che lo attendeva (Giob. 14:15). “Quelli che appartengono al Cristo” e che vengono risuscitati “durante la sua presenza” saranno in cielo con lui quando “[ridurrà] a nulla ogni governo e ogni autorità e potenza”. E “l’ultimo nemico a essere ridotto a nulla sarà la morte”. Quelli che vengono risuscitati alla vita in cielo non moriranno mai più. Ma che dire degli altri esseri umani? (Leggi 1 Corinti 15:24-26.)
19. Cosa può aspettarsi chi non ha la speranza di andare in cielo?
19 Quelli che non hanno la speranza di andare a vivere in cielo possono trarre conforto da queste parole di Paolo: “Ho in Dio la speranza [...] che ci sarà una risurrezione sia dei giusti che degli ingiusti” (Atti 24:15). Ovviamente nessun ingiusto potrà mai andare in cielo, per cui queste parole devono necessariamente riferirsi a una futura risurrezione sulla terra.
La speranza della risurrezione ci permette di guardare al futuro con fiducia (Vedi il paragrafo 20)c
20. Come si è rafforzata la vostra speranza nella risurrezione?
20 Abbiamo la certezza “che ci sarà una risurrezione”! Quelli che verranno riportati in vita sulla terra avranno la prospettiva di viverci per sempre. Non c’è dubbio che questa speranza si realizzerà. E questo può darci conforto quando perdiamo una persona a cui vogliamo bene, perché sappiamo che potrà essere risuscitata quando Cristo e gli unti “regneranno [...] per i 1.000 anni” (Riv. 20:6). E possiamo essere sicuri che, se dovessimo morire prima dell’inizio del Millennio, anche noi potremo essere riportati in vita. Questa speranza “non porta alla delusione” (Rom. 5:5). Può darci forza e farci provare più gioia mentre serviamo Geova. Ma ci sono altre cose che possiamo imparare dal capitolo 15 di 1 Corinti. Le vedremo nel prossimo articolo.
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“Come saranno risuscitati i morti?”La Torre di Guardia (per lo studio) 2020 | Dicembre
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La Bibbia non rivela tutti i dettagli relativi alla risurrezione celeste, ma l’apostolo Paolo fornì alcune informazioni al riguardo. Gli unti saranno con Cristo quando “[ridurrà] a nulla ogni governo e ogni autorità e potenza”, compreso “l’ultimo nemico”, la morte. Infine Gesù, insieme a coloro che avranno regnato con lui, sottoporrà sé stesso e ogni cosa a Geova (1 Cor. 15:24-28). Che momento splendido sarà quello!b
3. Come si comprende da 1 Corinti 15:30-32, di che aiuto fu per Paolo credere nella risurrezione?
3 Credere nella risurrezione aiutò Paolo ad affrontare molte prove. (Leggi 1 Corinti 15:30-32.) Ai corinti disse: “Ogni giorno affronto la morte”. E aggiunse: “Ho combattuto a Efeso con le bestie feroci”. Queste parole potrebbero indicare che a Efeso Paolo si fosse trovato ad affrontare degli animali feroci in un’arena (2 Cor. 1:8; 4:10; 11:23). Oppure forse Paolo si riferiva a giudei e ad altri che, come “bestie feroci”, gli avevano fatto opposizione (Atti 19:26-34; 1 Cor. 16:9). In ogni caso Paolo affrontò seri pericoli, eppure continuò a guardare al futuro con positività (2 Cor. 4:16-18).
In un paese dove la nostra opera è vietata, i componenti di una famiglia continuano ad adorare Geova, sicuri che lui ha in serbo cose meravigliose per loro (Vedi il paragrafo 4)
4. In che modo la speranza della risurrezione rafforza i cristiani oggi? (Vedi l’immagine di copertina.)
4 I tempi in cui viviamo oggi sono difficili. Alcuni nostri fratelli sono vittime di reati. Altri vivono in zone di guerra dove rischiano costantemente la vita. Altri ancora si trovano in paesi dove l’opera di predicazione è soggetta a restrizioni o è vietata, e per servire Geova mettono a rischio la loro vita o la loro libertà. Eppure tutti loro continuano a servire Geova e ci danno un grande esempio. Hanno la certezza che, anche se dovessero perdere la vita, Geova ha in mente qualcosa di molto migliore per il loro futuro.
5. Quale modo di pensare potrebbe indebolire la nostra fede nella risurrezione?
5 Paolo mise in guardia i suoi fratelli contro il modo di pensare di alcuni. Disse: “Se i morti non vengono risuscitati, ‘mangiamo e beviamo, perché domani moriremo’”. Già prima del tempo di Paolo alcuni la pensavano così. È probabile infatti che lui stesse citando Isaia 22:13, dove viene descritto l’atteggiamento degli israeliti, che invece di avvicinarsi di più a Dio vivevano una vita dedita ai piaceri. Quegli israeliti, come molti oggi, pensavano che, visto che la vita poteva finire in qualsiasi momento, bisognava godersela. Comunque sappiamo bene a quali conseguenze andarono incontro a causa del loro atteggiamento (2 Cron. 36:15-20).
6. In che modo la speranza della risurrezione dovrebbe influire sulla nostra scelta delle amicizie?
6 Il fatto che Geova può ridare la vita a chi muore dovrebbe influire sulla nostra scelta delle amicizie. I cristiani di Corinto dovevano evitare di stare in compagnia di coloro che negavano la risurrezione. Questo ci insegna una cosa importante: scegliere di passare regolarmente del tempo con chi vive solo per il presente non ci fa bene, perché questo tipo di compagnie influirebbe negativamente sul nostro modo di pensare e sulla nostra condotta, e potrebbe portarci a fare cose che Geova odia. Per questo motivo Paolo diede questa energica esortazione: “Tornate in voi, facendo ciò che è giusto, e non praticate il peccato” (1 Cor. 15:33, 34).
CON QUALE CORPO?
7. Come riportato in 1 Corinti 15:35-38, quale domanda avrebbero potuto fare alcuni riguardo alla risurrezione?
7 Leggi 1 Corinti 15:35-38. Qualcuno che avesse voluto seminare dubbi sulla risurrezione avrebbe potuto chiedere: “Come saranno risuscitati i morti?” La risposta che Paolo diede a questa domanda interessa anche a noi, visto che oggi esistono punti di vista diversi riguardo a cosa succede dopo la morte. Cosa insegna la Bibbia?
Usando l’esempio di un seme e di una pianta, Paolo spiegò che Dio può dare un corpo adatto a quelli che vengono risuscitati (Vedi il paragrafo 8)
8. Quale esempio fece Paolo riguardo alla risurrezione celeste?
8 Quando una persona muore, il suo corpo si decompone, ma Colui che dal nulla ha creato l’intero universo può risuscitare quella persona dandole un corpo adatto (Gen. 1:1; 2:7). Quando riporta in vita una persona, Dio non ha bisogno di ridarle il corpo che quella persona aveva prima di morire. Paolo lo spiegò con un esempio: parlò di un “seme”, “un semplice granello”, che una volta piantato nel terreno germoglia e diventa una pianta; quella pianta è qualcosa di totalmente diverso da quel piccolo seme. Quindi, riferendosi a quello che il nostro Creatore fa quando riporta in vita qualcuno, Paolo disse: “Dio gli dà un corpo come ha deciso”.
9. Cosa dice 1 Corinti 15:39-41 riguardo ai diversi tipi di corpi che esistono?
9 Leggi 1 Corinti 15:39-41. Paolo disse che nella creazione c’è grande varietà. Per esempio ci sono diversi tipi di corpi carnali, come quelli del bestiame, degli uccelli e dei pesci. Paolo disse che anche il Sole e la Luna sono diversi, e che “lo splendore di una stella è diverso da quello di un’altra”. Anche se non possiamo vedere questa differenza a occhio nudo, ci sono vari tipi di stelle, come le giganti rosse, le nane bianche e le stelle gialle, tra cui il Sole. Inoltre Paolo disse che “ci sono corpi celesti e corpi terrestri”. Cosa voleva dire? Sulla terra ci sono corpi carnali, mentre in cielo ci sono corpi spirituali, come ad esempio quelli degli angeli.
10. Con quale tipo di corpo viene risuscitato chi va in cielo? Spiegate.
10 Proseguendo il ragionamento riguardo alla risurrezione dei morti, Paolo disse: “È seminato nella corruzione, è risuscitato nell’incorruzione”. Chiaramente, dopo la morte il corpo umano si decompone e torna a essere polvere (Gen. 3:19). Com’è possibile quindi che un corpo venga “risuscitato nell’incorruzione”? Paolo non stava parlando di esseri umani riportati in vita sulla terra, come ad esempio quelli risuscitati da Elia, Eliseo e Gesù. Si stava riferendo piuttosto a chi viene risuscitato con un “corpo spirituale”, o celeste (1 Cor. 15:42-44).
11-12. Quale cambiamento avvenne per Gesù quando fu risuscitato, e in che senso succede una cosa simile ai cristiani unti?
11 Quando era sulla terra Gesù aveva un corpo carnale, ma quando fu risuscitato diventò “uno spirito che dà vita” e tornò in cielo. In modo simile i cristiani unti vengono risuscitati con un corpo spirituale. Paolo spiegò: “Come abbiamo avuto l’aspetto di quello fatto dalla polvere, così avremo anche l’aspetto del celeste” (1 Cor. 15:45-49).
12 Come abbiamo visto, Gesù non fu risuscitato con un corpo umano. Infatti, verso la fine della sua argomentazione Paolo disse che “carne e sangue non possono ereditare il Regno di Dio” in cielo (1 Cor. 15:50). Quindi gli apostoli e gli altri cristiani unti non sarebbero andati in cielo con corpi corruttibili, fatti di carne e sangue. Quando sarebbero stati risuscitati? Paolo disse chiaramente che non sarebbero stati risuscitati subito dopo la loro morte, ma in seguito. Quando Paolo scrisse 1 Corinti, alcuni discepoli, come ad esempio l’apostolo Giacomo, si erano già “addormentati nella morte” (Atti 12:1, 2). Successivamente si sarebbero “addormentati nella morte” anche gli altri apostoli e altri cristiani unti (1 Cor. 15:6).
VITTORIA CONTRO LA MORTE
13. Da cosa sarebbe stata caratterizzata la presenza di Gesù?
13 Paolo parlò di un particolare periodo di tempo: la presenza di Cristo, di cui aveva parlato Gesù stesso. Quella presenza, iniziata nel 1914, sarebbe stata caratterizzata da guerre, terremoti, epidemie e altri avvenimenti che avrebbero coinvolto l’intero pianeta. Parlando del segno della sua presenza, Gesù disse che in quel periodo sarebbe successo qualcosa di molto importante: “Questa buona notizia del Regno sarà predicata in tutta la terra abitata, perché sia resa testimonianza a tutte le nazioni, e allora verrà la fine” (Matt. 24:3, 7-14). Paolo spiegò che “durante la presenza del Signore” ci sarebbe stata anche la risurrezione dei cristiani unti “che si [erano] addormentati nella morte” (1 Tess. 4:14-16; 1 Cor. 15:23).
14. Cosa succede ai cristiani unti che muoiono durante la presenza di Cristo?
14 Ai nostri giorni i cristiani unti che muoiono vengono risuscitati in cielo all’istante. Questo è confermato dalle parole di Paolo riportate in 1 Corinti 15:51, 52: “Non tutti ci addormenteremo nella morte, ma tutti saremo trasformati in un istante, in un batter d’occhio, durante l’ultima tromba”. Queste parole di Paolo si stanno adempiendo nei nostri giorni! Quando vengono risuscitati, gli unti fratelli di Cristo provano grande gioia: saranno “sempre con il Signore” (1 Tess. 4:17).
Quelli che vengono trasformati “in un batter d’occhio” distruggeranno insieme a Gesù le nazioni (Vedi il paragrafo 15)
15. Cosa faranno in cielo coloro che vengono trasformati “in un batter d’occhio”?
15 La Bibbia dice cosa faranno in cielo quelli che vengono trasformati “in un batter d’occhio”. Lo capiamo da queste parole di Gesù: “A chi vince e compie le mie opere sino alla fine darò autorità sulle nazioni, come io l’ho ricevuta dal Padre mio; le governerà con una verga di ferro così che andranno in frantumi come vasi d’argilla” (Riv. 2:26, 27). In cielo gli unti, guidati dal loro Comandante, governeranno le nazioni con una verga di ferro (Riv. 19:11-15).
16. In quali modi molti esseri umani vinceranno contro la morte?
16 Quando vengono risuscitati in cielo, gli unti riportano la vittoria contro la morte (1 Cor. 15:54-57). Potranno quindi partecipare alla guerra di Armaghedon e sconfiggere la malvagità sulla terra. Milioni di altri servitori di Geova sopravvivranno alla “grande tribolazione” ed entreranno nel nuovo mondo (Riv. 7:14). Saranno testimoni qui sulla terra di un’altra vittoria contro la morte: la risurrezione di miliardi di persone morte in epoche passate. Sarà meraviglioso assistere a quella vittoria! (Atti 24:15). Tutti quelli che si dimostreranno leali a Geova riporteranno anche la vittoria contro la morte ereditata a causa del peccato di Adamo e potranno vivere per sempre.
17. Pensando a 1 Corinti 15:58, cosa dovremmo fare?
17 Quello che Paolo scrisse ai corinti sulla risurrezione può incoraggiare tutti noi. Abbiamo ogni motivo di seguire l’esortazione di Paolo ad avere “sempre molto da fare nell’opera del Signore”. (Leggi 1 Corinti 15:58.) Se facciamo tutto quello che possiamo in quest’opera, abbiamo la certezza che potremo vivere felici per sempre. Le gioie che avremo andranno al di là di ogni nostra aspettativa. Avremo la conferma che la nostra “fatica nel Signore” non sarà stata inutile.
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