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“I morti saranno destati”La Torre di Guardia 1998 | 1° luglio
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Difesa la speranza della risurrezione
6. Perché a Corinto la credenza nella risurrezione era contestata, e come rispose l’apostolo Paolo?
6 La risurrezione fa parte della “dottrina primaria” del cristianesimo. (Ebrei 6:1, 2) Eppure a Corinto questa dottrina veniva contestata. Nella congregazione alcuni, influenzati sembra dalla filosofia greca, dicevano: “Non c’è risurrezione dei morti”. (1 Corinti 15:12) Quando l’apostolo Paolo venne a saperlo, intervenne in difesa della speranza della risurrezione, specialmente della speranza dei cristiani unti. Esaminiamo le parole di Paolo contenute nel capitolo 15 di 1 Corinti. Vi sarà utile aver letto il capitolo per intero, come raccomandava l’articolo precedente.
7. (a) Su quale aspetto fondamentale si concentrò Paolo? (b) Chi aveva visto Gesù risuscitato?
7 Nei primi due versetti di 1 Corinti 15, Paolo espone il tema della sua trattazione: “Vi faccio conoscere, fratelli, la buona notizia che vi ho dichiarato, che voi avete anche ricevuto, e nella quale state saldi, per mezzo della quale siete anche salvati, . . . a meno che, in realtà, non abbiate creduto senza scopo”. Se i corinti non fossero rimasti saldi nella buona notizia, avrebbero accettato la verità invano. Paolo proseguì: “Vi ho trasmesso, fra le prime cose, ciò che anch’io ho ricevuto, che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture; e che fu sepolto, sì, che è stato destato il terzo giorno secondo le Scritture; e che apparve a Cefa, quindi ai dodici. Apparve poi a più di cinquecento fratelli in una volta, la maggioranza dei quali rimangono fino al presente, mentre alcuni si sono addormentati nella morte. Apparve poi a Giacomo, quindi a tutti gli apostoli; ma, ultimo di tutti, apparve anche a me come a uno nato prematuramente”. — 1 Corinti 15:3-8.
8, 9. (a) Che importanza ha credere nella risurrezione? (b) Probabilmente in quale occasione Gesù apparve “a più di cinquecento fratelli”?
8 Per coloro che avevano accettato la buona notizia, credere nella risurrezione di Gesù non era facoltativo. C’erano molti testimoni oculari che potevano confermare che ‘Cristo era morto per i nostri peccati’ e che era stato destato. Uno era Cefa, meglio conosciuto come Pietro. Dopo aver negato di conoscere Gesù la notte in cui questi fu tradito e arrestato, Pietro sarà stato grandemente confortato dall’apparizione di Gesù. Il risuscitato Gesù apparve anche ai “dodici”, agli apostoli come gruppo, e questo di sicuro li aiutò a vincere il timore e a diventare intrepidi testimoni della sua risurrezione. — Giovanni 20:19-23; Atti 2:32.
9 Cristo apparve anche a un gruppo più numeroso, “a più di cinquecento fratelli”. Dato che soltanto in Galilea Gesù aveva un numero così alto di seguaci, potrebbe trattarsi della stessa circostanza descritta in Matteo 28:16-20, nella quale Gesù diede il comando di fare discepoli. Che potente testimonianza poterono dare! Diversi erano ancora in vita nel 55 E.V., quando Paolo scrisse la prima lettera ai Corinti. Si noti comunque che di quelli che erano morti viene detto che si erano “addormentati nella morte”. Non erano ancora stati risuscitati per ricevere la ricompensa celeste.
10. (a) Quale fu il risultato dell’ultima adunanza che Gesù tenne con i discepoli? (b) In che senso Gesù apparve a Paolo “come a uno nato prematuramente”?
10 Un altro notevole testimone della risurrezione di Gesù fu Giacomo, figlio di Giuseppe e di Maria, madre di Gesù. Prima della risurrezione evidentemente Giacomo non era credente. (Giovanni 7:5) Ma dopo che Gesù gli apparve divenne credente e forse aiutò gli altri suoi fratelli a diventare cristiani. (Atti 1:13, 14) L’ultima volta che tenne un’adunanza con i discepoli, nella circostanza in cui ascese al cielo, Gesù diede loro l’incarico di ‘essergli testimoni fino alla più distante parte della terra’. (Atti 1:6-11) In seguito apparve a Saulo di Tarso, persecutore dei cristiani. (Atti 22:6-8) Gesù apparve a Saulo “come a uno nato prematuramente”. Era come se Saulo fosse già stato risuscitato alla vita spirituale e potesse vedere il glorificato Signore secoli prima che avesse luogo tale risurrezione. Quell’episodio pose bruscamente fine alla persecuzione omicida di Saulo nei confronti della congregazione cristiana e segnò una svolta nella sua vita. (Atti 9:3-9, 17-19) Saulo divenne l’apostolo Paolo, uno dei principali difensori della fede cristiana. — 1 Corinti 15:9, 10.
È essenziale avere fede nella risurrezione
11. Come evidenziò Paolo l’inconsistenza del ragionamento secondo cui “non c’è risurrezione”?
11 La risurrezione di Gesù fu perciò un fatto ben attestato. “Se ora si predica che Cristo è stato destato dai morti”, chiede Paolo, “come mai alcuni fra voi dicono che non c’è risurrezione dei morti?” (1 Corinti 15:12) Non solo costoro avevano dubbi o domande sulla risurrezione, ma dicevano apertamente che non ci credevano. Perciò Paolo evidenzia l’inconsistenza del loro ragionamento. Dice che se Cristo non è stato destato, il messaggio cristiano è una menzogna e coloro che testimoniano la risurrezione di Cristo sono “falsi testimoni di Dio”. Se Cristo non è stato destato, non è stato pagato a Dio nessun riscatto, e quindi i cristiani sono ‘ancora nei loro peccati’. (1 Corinti 15:13-19; Romani 3:23, 24; Ebrei 9:11-14) E i cristiani che “si sono addormentati nella morte”, subendo a volte il martirio, sono periti senza una vera speranza. In che stato miserevole si troverebbero i cristiani se questa vita fosse tutto quello che c’è! Le loro sofferenze sarebbero tutte inutili.
12. (a) Cosa lascia intendere la dichiarazione che Cristo è la “primizia di quelli che si sono addormentati nella morte”? (b) In che modo Cristo rese possibile la risurrezione?
12 Ma non è così. Paolo continua: “Cristo è stato ora destato dai morti”. Per di più, egli è la “primizia di quelli che si sono addormentati nella morte”. (1 Corinti 15:20) Quando gli israeliti offrivano ubbidientemente a Geova le primizie del loro prodotto, Geova li benediceva dando loro un raccolto abbondante. (Esodo 22:29, 30; 23:19; Proverbi 3:9, 10) Chiamando Cristo la “primizia”, Paolo lascia intendere che ci sarebbe stata un’ulteriore raccolta di persone che sarebbero state risuscitate alla vita celeste. “Siccome la morte è per mezzo di un uomo”, dice Paolo, “anche la risurrezione dei morti è per mezzo di un uomo. Poiché come in Adamo tutti muoiono, così anche nel Cristo tutti saranno resi viventi”. (1 Corinti 15:21, 22) Gesù rese possibile la risurrezione cedendo la sua perfetta vita umana come riscatto e aprendo così la via perché il genere umano fosse liberato dalla schiavitù del peccato e della morte. — Galati 1:4; 1 Pietro 1:18, 19.a
13. (a) Quando ha luogo la risurrezione celeste? (b) Come mai alcuni unti ‘non si addormentano nella morte’?
13 Paolo continua: “Ma ciascuno nel proprio ordine: Cristo la primizia, poi quelli che appartengono al Cristo durante la sua presenza”. (1 Corinti 15:23) Cristo fu risuscitato nel 33 E.V. Tuttavia i suoi seguaci unti — “quelli che appartengono al Cristo” — avrebbero dovuto aspettare fino a poco dopo l’inizio della sua presenza regale, che secondo la profezia biblica cominciò nel 1914. (1 Tessalonicesi 4:14-16; Rivelazione 11:18) Che dire di quelli che sarebbero stati in vita durante la sua presenza? Paolo dice: “Ecco, vi dico un sacro segreto: Non tutti ci addormenteremo nella morte, ma tutti saremo mutati, in un momento, in un batter d’occhio, durante l’ultima tromba. Poiché la tromba suonerà, e i morti saranno destati incorruttibili, e noi saremo mutati”. (1 Corinti 15:51, 52) Chiaramente, non tutti i cristiani unti dormono nella tomba in attesa della risurrezione. Quelli che muoiono durante la presenza di Cristo vengono trasformati istantaneamente. — Rivelazione 14:13.
14. In che senso gli unti vengono ‘battezzati allo scopo di essere dei morti’?
14 “Altrimenti”, chiede Paolo, “che faranno quelli che si battezzano allo scopo di essere dei morti? Se i morti non devono affatto essere destati, perché sono anche battezzati allo scopo di esser tali? E perché noi siamo ogni ora in pericolo?” (1 Corinti 15:29, 30) Paolo non voleva dire che persone vive fossero battezzate a favore di persone morte, come fanno pensare certe traduzioni bibliche. Dopo tutto il battesimo ha relazione con il divenire discepoli di Cristo, e le anime morte non possono essere discepoli. (Giovanni 4:1) Piuttosto, Paolo parlava di cristiani viventi, molti dei quali, come lui stesso, erano “ogni ora in pericolo”. I cristiani unti erano ‘battezzati nella morte di Cristo’. (Romani 6:3) Dal momento della loro unzione venivano per così dire “battezzati” in un modo di vivere che li avrebbe condotti a una morte simile a quella di Cristo. (Marco 10:35-40) Sarebbero morti con la speranza di una gloriosa risurrezione celeste. — 1 Corinti 6:14; Filippesi 3:10, 11.
15. Quali pericoli aveva forse affrontato Paolo, e in che modo la fede nella risurrezione lo aiutò ad affrontarli?
15 Ora Paolo spiega che lui stesso aveva affrontato pericoli tali da poter dire: “Ogni giorno mi espongo alla morte”. Affinché nessuno lo accusasse di esagerare, aggiunge: “Questo affermo per l’esultanza a motivo di voi, fratelli, che ho in Cristo Gesù nostro Signore”. La versione della CEI rende il versetto in questo modo: “Ogni giorno io affronto la morte, come è vero che voi siete il mio vanto, fratelli, in Cristo Gesù nostro Signore!” Come esempio dei pericoli che affrontava, nel versetto 32 Paolo dice di aver “combattuto a Efeso con le bestie selvagge”. Spesso i romani giustiziavano i criminali gettandoli in pasto alle belve nelle arene. Se Paolo aveva combattuto con bestie selvagge letterali, era sopravvissuto solo grazie all’aiuto di Geova. Senza la speranza della risurrezione, sarebbe stata una vera e propria follia scegliere un modo di vivere che esponeva a tali pericoli. Senza la speranza di una vita futura, sopportare le difficoltà e i sacrifici necessari per servire Dio non avrebbe avuto molto senso. “Se i morti non sono destati”, dice Paolo, “mangiamo e beviamo, poiché domani moriremo”. — 1 Corinti 15:31, 32; vedi 2 Corinti 1:8, 9; 11:23-27.
16. (a) Da dove può aver avuto origine l’espressione “mangiamo e beviamo poiché domani moriremo”? (b) Perché è pericoloso assumere questo atteggiamento?
16 Forse Paolo stava citando Isaia 22:13, che descrive l’atteggiamento fatalistico degli abitanti disubbidienti di Gerusalemme. O forse aveva in mente le idee degli epicurei, che rifiutavano qualsiasi speranza di una vita dopo la morte e credevano che il bene supremo consistesse nei piaceri della carne. In ogni caso la filosofia del “mangiamo e beviamo” era empia. Perciò Paolo avverte: “Non siate sviati. Le cattive compagnie corrompono le utili abitudini”. (1 Corinti 15:33) Frequentare chi negava la risurrezione poteva essere fatale. Quel tipo di compagnie poteva essere una delle cause dei problemi della congregazione di Corinto che Paolo dovette affrontare: immoralità sessuale, divisioni, processi e mancanza di rispetto per il Pasto Serale del Signore. — 1 Corinti 1:11; 5:1; 6:1; 11:20-22.
17. (a) Che esortazione diede Paolo ai corinti? (b) A quali domande si deve ancora rispondere?
17 Paolo dà quindi ai corinti questa positiva esortazione: “Destatevi alla sobrietà in modo giusto e non praticate il peccato, poiché alcuni sono senza conoscenza di Dio. Parlo per farvi provare vergogna”. (1 Corinti 15:34) Un concetto negativo della risurrezione aveva fatto sprofondare alcuni nel torpore spirituale, come se fossero stati ebbri. Dovevano destarsi e rimanere sobri. Anche oggi i cristiani unti devono essere spiritualmente svegli, non lasciandosi influenzare dallo scetticismo del mondo. Devono attenersi fermamente alla loro speranza della risurrezione celeste. Ma rimanevano ancora delle domande, sia per i corinti di quel tempo che per noi. Per esempio, in che forma vengono risuscitati i 144.000 alla vita celeste? E che dire dei milioni di persone che sono ancora nella tomba e che non hanno una speranza celeste? Cosa significherà per loro la risurrezione? Nel prossimo articolo esamineremo il resto dell’argomentazione di Paolo sulla risurrezione.
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‘La morte sarà ridotta a nulla’La Torre di Guardia 1998 | 1° luglio
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‘La morte sarà ridotta a nulla’
“Come ultimo nemico, sarà ridotta a nulla la morte”. — 1 CORINTI 15:26.
1, 2. (a) Che speranza aveva l’apostolo Paolo per quanto riguarda i morti? (b) Quale domanda sulla risurrezione prende in esame Paolo?
“CREDO . . . la risurrezione della carne, la vita eterna”. Così recita il Credo o Simbolo Apostolico. Cattolici e protestanti lo ripetono devotamente, senza rendersi conto che le loro credenze assomigliano più alla filosofia greca che a ciò che credevano gli apostoli. Da parte sua l’apostolo Paolo rifiutava la filosofia greca e non credeva nell’immortalità dell’anima. Tuttavia credeva fermamente in una vita futura, e sotto ispirazione scrisse: “Come ultimo nemico, sarà ridotta a nulla la morte”. (1 Corinti 15:26) Cosa significa esattamente questo per la moritura umanità?
2 Per rispondere, torniamo alla trattazione della risurrezione che Paolo fa nel capitolo 15 di 1 Corinti. Ricorderete che nei versetti iniziali Paolo ribadì che la risurrezione è una dottrina cristiana fondamentale. Ora prende in esame una domanda specifica: “Tuttavia, qualcuno dirà: ‘Come saranno destati i morti? Sì, con quale sorta di corpo verranno?’” — 1 Corinti 15:35.
Con quale sorta di corpo?
3. Perché alcuni negavano la risurrezione?
3 Paolo può aver sollevato questa domanda per combattere l’influenza della filosofia platonica. Platone insegnava che l’uomo ha un’anima immortale che sopravvive alla morte del corpo. A chi era cresciuto con una mentalità del genere, l’insegnamento cristiano pareva indubbiamente superfluo. Se l’anima sopravvive alla morte, a che serve la risurrezione? Per di più è probabile che la risurrezione sembrasse illogica. Una volta che il corpo si è dissolto ed è diventato polvere, come può esserci una risurrezione? Heinrich Meyer, commentatore biblico, dice che l’ostilità di alcuni corinti era forse basata “sul ragionamento filosofico secondo cui era impossibile ricostituire la materia di cui era fatto il corpo”.
4, 5. (a) Perché le obiezioni di chi non aveva fede erano irragionevoli? (b) Spiegate l’esempio del “nudo granello” che fa Paolo. (c) Che tipo di corpo Dio dà agli unti risuscitati?
4 Paolo sottolinea l’inconsistenza del loro ragionamento dicendo: “Irragionevole! Ciò che semini non è reso vivente se prima non muore; e in quanto a ciò che semini, non semini il corpo che nascerà, ma un nudo granello, forse di grano o di qualcuno degli altri semi; ma Dio gli dà un corpo come gli è piaciuto, e a ciascuno dei semi il proprio corpo”. (1 Corinti 15:36-38) Dio non avrebbe risuscitato i corpi che le persone avevano quando erano sulla terra. Ci sarebbe stata una trasformazione.
5 Paolo paragona la risurrezione alla germinazione di un seme. Un minuscolo seme di grano non somiglia per niente alla pianta che nascerà da esso. Un’enciclopedia dice: “Quando comincia a germogliare, il seme assorbe grandi quantità d’acqua. L’acqua produce numerosi cambiamenti chimici all’interno del seme. Ne fa anche gonfiare i tessuti interni, che si aprono un varco nel rivestimento esterno”. (The World Book Encyclopedia) In effetti il seme muore in quanto tale e diviene una pianta. “Dio gli dà un corpo” nel senso che ha stabilito le leggi scientifiche che ne determinano lo sviluppo, e ciascun seme riceve un corpo secondo la sua specie. (Genesi 1:11) Similmente i cristiani unti devono prima morire quali esseri umani. Poi, al tempo da lui stabilito, Dio li riporta in vita con un corpo completamente nuovo. Come disse Paolo ai filippesi, “Gesù Cristo . . . rimodellerà il nostro corpo umiliato affinché sia conforme al suo corpo glorioso”. (Filippesi 3:20, 21; 2 Corinti 5:1, 2) Vengono risuscitati con corpi spirituali per vivere nel reame spirituale. — 1 Giovanni 3:2.
6. Perché è ragionevole credere che Dio possa dotare i risuscitati di corpi spirituali idonei?
6 È troppo difficile da credere? No. Paolo fa l’esempio degli animali che hanno corpi molto diversi tra loro. Fa anche un paragone fra gli angeli celesti e gli uomini di carne e sangue, dicendo: “Ci sono corpi celesti, e corpi terrestri”. C’è una grande diversità anche nella creazione inanimata. “Una stella differisce da un’altra stella in gloria”, disse Paolo, molto tempo prima che la scienza scoprisse corpi celesti come le stelle azzurre, le giganti rosse e le nane bianche. Alla luce di ciò, non è ragionevole credere che Dio possa dotare gli unti risuscitati di corpi spirituali idonei? — 1 Corinti 15:39-41.
7. Qual è il significato di incorruzione e di immortalità?
7 Quindi Paolo dice: “Così è anche la risurrezione dei morti. È seminato nella corruzione, è destato nell’incorruzione”. (1 Corinti 15:42) Un corpo umano, anche se perfetto, è pur sempre corruttibile. Può essere ucciso. Per esempio, parlando del risuscitato Gesù, Paolo disse che “non [era] più destinato a tornare nella corruzione”. (Atti 13:34) Non sarebbe più tornato a vivere con un corpo umano corruttibile, anche se perfetto. Il corpo che Dio dà agli unti risuscitati è incorruttibile: non può morire né decomporsi. Paolo continua: “È seminato nel disonore, è destato nella gloria. È seminato nella debolezza, è destato nella potenza. È seminato corpo fisico, è destato corpo spirituale”. (1 Corinti 15:43, 44) Inoltre Paolo dice: “Questo che è mortale deve rivestire l’immortalità”. Immortalità significa vita indistruttibile, senza fine. (1 Corinti 15:53; Ebrei 7:16) In questo modo i risuscitati portano “l’immagine del celeste”, Gesù, che ha reso possibile la loro risurrezione. — 1 Corinti 15:45-49.
8. (a) Come sappiamo che i risuscitati sono gli stessi individui che erano quando vivevano sulla terra? (b) Quali profezie si adempiono quando ha luogo la risurrezione?
8 Nonostante questa trasformazione, i risuscitati sono gli stessi individui che erano prima di morire. Saranno destati con i medesimi ricordi e le medesime elevate qualità cristiane. (Malachia 3:3; Rivelazione [Apocalisse] 21:10, 18) Sotto questo aspetto somigliano a Gesù Cristo. Cambiò forma, da spirituale a umana. Poi morì e fu risuscitato come spirito. Tuttavia “Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi, e per sempre”. (Ebrei 13:8) Che splendido privilegio hanno gli unti! Paolo dice: “Ma quando questo che è corruttibile avrà rivestito l’incorruzione e questo che è mortale avrà rivestito l’immortalità, allora si adempirà la parola che è scritta: ‘La morte è inghiottita per sempre’. ‘Morte, dov’è la tua vittoria? Morte, dov’è il tuo pungiglione?’” — 1 Corinti 15:54, 55; Isaia 25:8; Osea 13:14.
Una risurrezione terrena?
9, 10. (a) Nel contesto di 1 Corinti 15:24, cos’è “la fine”, e quali avvenimenti hanno luogo in relazione con essa? (b) Cosa deve avvenire perché la morte sia ridotta a nulla?
9 C’è un futuro per i milioni di persone che non hanno la speranza della vita immortale in spirito nei cieli? Sì! Dopo aver spiegato che la risurrezione celeste ha luogo durante la presenza di Cristo, Paolo descrive a grandi linee gli avvenimenti che seguiranno, dicendo: “Poi, la fine, quando avrà consegnato il regno al suo Dio e Padre, quando avrà ridotto a nulla ogni governo e ogni autorità e potenza”. — 1 Corinti 15:23, 24.
10 “La fine” è la fine del Regno millenario di Cristo, quando Gesù consegnerà umilmente e lealmente il Regno al suo Dio e Padre. (Rivelazione 20:4) Il proposito di Dio di “radunare di nuovo tutte le cose nel Cristo” sarà stato adempiuto. (Efesini 1:9, 10) Prima, però, Cristo avrà distrutto “ogni governo e ogni autorità e potenza” che si oppongono alla sovrana volontà di Dio. Questo va oltre la distruzione che ci sarà ad Armaghedon. (Rivelazione 16:16; 19:11-21) Paolo dice: “[Cristo] deve regnare finché Dio non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. Come ultimo nemico, sarà ridotta a nulla la morte”. (1 Corinti 15:25, 26) Sì, ogni traccia del peccato adamico e della morte sarà stata eliminata. Necessariamente, quindi, Dio avrà svuotato le “tombe commemorative” riportando in vita i morti. — Giovanni 5:28.
11. (a) Come sappiamo che Dio può ricreare le anime morte? (b) Che tipo di corpo riceveranno i risuscitati sulla terra?
11 Questo significa ricreare delle anime umane. Impossibile? No, perché Salmo 104:29, 30 ci assicura che Dio può farlo: “Se togli il loro spirito, spirano, e tornano alla loro polvere. Se mandi il tuo spirito, sono creati”. Pur essendo gli stessi individui che erano prima di morire, non sarà necessario che i risuscitati abbiano il medesimo corpo. Come per quelli risuscitati alla vita celeste, Dio darà loro un corpo come piace a lui. Senza dubbio i nuovi corpi saranno fisicamente sani e ragionevolmente simili al corpo originale, così che i risuscitati possano essere riconosciuti dai loro cari.
12. Quando ha luogo la risurrezione terrena?
12 Quando avverrà la risurrezione terrena? Parlando di Lazzaro, suo fratello morto, Marta disse: “So che sorgerà nella risurrezione, nell’ultimo giorno”. (Giovanni 11:24) Come lo sapeva? Ai suoi giorni la risurrezione era un argomento molto dibattuto, perché i farisei ci credevano e i sadducei no. (Atti 23:8) Comunque Marta doveva senz’altro sapere che dei testimoni precristiani speravano nella risurrezione. (Ebrei 11:35) Inoltre poteva aver capito da Daniele 12:13 che la risurrezione sarebbe avvenuta nell’ultimo giorno. Forse lo aveva addirittura appreso da Gesù stesso. (Giovanni 6:39) Quell’“ultimo giorno” coincide con il Regno millenario di Cristo. (Rivelazione 20:6) Immaginate l’emozione che ci sarà durante quel “giorno” quando avrà inizio quell’evento grandioso! — Confronta Luca 24:41.
Chi tornerà in vita?
13. Che visione della risurrezione è descritta in Rivelazione 20:12-14?
13 In Rivelazione 20:12-14 è descritta la visione di Giovanni circa la risurrezione terrena: “Vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono, e dei rotoli furono aperti. Ma fu aperto un altro rotolo; è il rotolo della vita. E i morti furono giudicati dalle cose scritte nei rotoli secondo le loro opere. E il mare diede i morti che erano in esso, e la morte e l’Ades diedero i morti che erano in essi, e furono giudicati individualmente secondo le loro opere. E la morte e l’Ades furono scagliati nel lago di fuoco. Questo significa la seconda morte, il lago di fuoco”.
14. Chi sarà incluso fra i risuscitati?
14 La risurrezione includerà “grandi e piccoli”, uomini preminenti e persone comuni, che sono vissuti e morti. Fra loro ci saranno anche bambini! (Geremia 31:15, 16) In Atti 24:15 è rivelato un altro particolare importante: “Ci sarà una risurrezione sia dei giusti che degli ingiusti”. Fra i “giusti” spiccheranno uomini e donne fedeli dell’antichità come Abele, Enoc, Noè, Abraamo, Sara e Raab. (Ebrei 11:1-40) Pensate: poter parlare con loro e farsi raccontare i particolari degli avvenimenti biblici di cui furono testimoni oculari tanto tempo fa! I “giusti” includeranno anche le migliaia di persone timorate di Dio che sono morte più di recente e che non avevano la speranza celeste. Fra loro c’è qualche vostro familiare o amico? Com’è confortante sapere che potrete rivederli! Ma chi sono gli “ingiusti” che saranno pure riportati in vita? Includono i milioni, forse miliardi, di persone che sono morte senza aver avuto l’opportunità di apprendere e di mettere in pratica la verità biblica.
15. Cosa significa che i risuscitati saranno “giudicati dalle cose scritte nei rotoli”?
15 In che senso quelli che torneranno in vita saranno “giudicati dalle cose scritte nei rotoli secondo le loro opere”? Questi rotoli non contengono la registrazione delle loro opere passate: quando morirono, furono assolti dai peccati commessi durante la loro vita. (Romani 6:7, 23) Nondimeno gli esseri umani risuscitati saranno ancora sotto il peccato adamico. Questi rotoli devono pertanto contenere le istruzioni divine che tutti dovranno seguire per beneficiare pienamente del sacrificio di Gesù Cristo. Quando l’ultima traccia del peccato adamico sarà stata eliminata, ‘la morte sarà ridotta a nulla’ nel senso più pieno. Per la fine dei mille anni Dio ‘sarà ogni cosa a tutti’. (1 Corinti 15:28) L’uomo non avrà più bisogno dei servigi di un Sommo Sacerdote o di un Redentore. Tutto il genere umano sarà stato riportato alla perfezione di cui godeva Adamo in origine.
Una risurrezione ordinata
16. (a) Perché è ragionevole credere che la risurrezione avverrà in maniera graduale? (b) Probabilmente chi sarà fra i primi a tornare dai morti?
16 Dato che la risurrezione celeste avviene in maniera ordinata, “ciascuno nel proprio ordine”, dobbiamo ritenere che anche la risurrezione terrena non provocherà una caotica esplosione demografica. (1 Corinti 15:23) Comprensibilmente bisognerà prendersi cura dei nuovi risuscitati. (Confronta Luca 8:55). Avranno bisogno di nutrimento fisico e — quel che più conta — di assistenza spirituale per acquistare la vivificante conoscenza di Geova Dio e di Gesù Cristo. (Giovanni 17:3) Se tutti dovessero tornare in vita contemporaneamente, sarebbe impossibile prendersi debita cura di loro. È ragionevole supporre che la risurrezione avverrà in maniera graduale. Probabilmente i cristiani fedeli morti poco prima della fine del sistema di Satana saranno tra i primi a essere risuscitati. Possiamo anche aspettarci una risurrezione anticipata dei fedeli dell’antichità che presteranno servizio come “principi”. — Salmo 45:16.
17. Quali sono alcune questioni relative alla risurrezione su cui la Bibbia tace, e perché i cristiani non dovrebbero darsene troppo pensiero?
17 Tuttavia non dovremmo essere dogmatici su queste cose. Su molti aspetti la Bibbia tace. Non ci dice per filo e per segno come, quando o in che località avrà luogo la risurrezione dei singoli individui. Non ci dice come verranno alloggiati, sfamati e vestiti. Né possiamo dire con certezza in che modo Geova risolverà questioni come il prendersi cura dei bambini risuscitati o certe situazioni che potrebbero riguardare nostri amici o persone care. È vero che è naturale porsi queste domande, ma non sarebbe saggio impiegare del tempo per cercare di rispondere a domande che per il momento non hanno risposta. Dobbiamo concentrarci sul servire Geova fedelmente e ottenere la vita eterna. I cristiani unti ripongono la loro speranza in una gloriosa risurrezione celeste. (2 Pietro 1:10, 11) Le “altre pecore” sperano di ricevere un’eredità eterna nel reame terrestre del Regno di Dio. (Giovanni 10:16; Matteo 25:33, 34) In quanto ai numerosi dettagli della risurrezione che non si conoscono, dobbiamo semplicemente confidare in Geova. La nostra felicità futura è al sicuro nelle mani di Colui che può ‘saziare il desiderio di ogni vivente’. — Salmo 145:16; Geremia 17:7.
18. (a) Su quale vittoria pone l’accento Paolo? (b) Perché riponiamo fiducia nella speranza della risurrezione?
18 Paolo conclude il suo ragionamento con l’esclamazione: “Grazie a Dio, poiché egli ci dà la vittoria per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo!” (1 Corinti 15:57) Sì, la vittoria sulla morte adamica si ottiene grazie al sacrificio di riscatto di Gesù Cristo, e sia gli unti che le “altre pecore” partecipano a tale vittoria. Naturalmente le “altre pecore” oggi viventi hanno una speranza che solo questa generazione può avere. Quali appartenenti alla sempre più numerosa “grande folla”, possono sopravvivere alla veniente “grande tribolazione” e non subire mai la morte fisica! (Rivelazione 7:9, 14) Comunque, anche coloro che muoiono a causa del ‘tempo o dell’avvenimento imprevisto’ o per mano di agenti di Satana possono confidare nella speranza della risurrezione. — Ecclesiaste 9:11.
19. Che esortazione devono oggi prendere a cuore tutti i cristiani?
19 Pertanto attendiamo ansiosamente quel giorno meraviglioso in cui la morte sarà ridotta a nulla. La nostra incrollabile fiducia nella risurrezione promessa da Geova ci permette di vedere le cose in maniera realistica. Qualunque cosa ci accada in questa vita — compresa la morte — non può privarci della ricompensa che Geova ha promesso. Perciò l’esortazione finale che Paolo rivolge ai corinti è appropriata oggi come lo era duemila anni fa: “Quindi, miei diletti fratelli, divenite saldi, incrollabili, avendo sempre molto da fare nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana riguardo al Signore”. — 1 Corinti 15:58.
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