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  • Repubblica Dominicana
    Annuario dei Testimoni di Geova del 2015
    • Illustrazione a tutta pagina a pagina 80

      Repubblica Dominicana

      NEL 1492 Cristoforo Colombo salpò per il Nuovo Mondo: terre inesplorate che promettevano ricchezze e avventura. Una delle isole a cui approdò fu quella che chiamò La Isla Española, o Hispaniola, due terzi della quale sono oggi occupati dalla Repubblica Dominicana. In tempi recenti, migliaia di abitanti della Repubblica Dominicana hanno fatto una scoperta ben diversa: un nuovo mondo dove grazie al Regno di Dio ci sarà giustizia per sempre (2 Piet. 3:13). Nelle pagine che seguono leggerete l’avvincente storia di persone sincere che hanno fatto una scoperta di inestimabile valore.

  • Informazioni generali sulla Repubblica Dominicana
    Annuario dei Testimoni di Geova del 2015
    • Illustrazione a pagina 82

      REPUBBLICA DOMINICANA

      Informazioni generali sulla Repubblica Dominicana

      Cartina a pagina 83

      Paese La Repubblica Dominicana occupa circa due terzi dell’isola di Hispaniola, la restante parte è occupata da Haiti. La conformazione geografica del paese è molto varia: ci sono foreste pluviali tropicali, imponenti montagne, paludi di mangrovie e deserti. La vetta più alta della Repubblica Dominicana, Pico Duarte, si trova a 3.175 metri sul livello del mare. Gran parte della costa è caratterizzata da bellissime spiagge di sabbia bianca, mentre nell’entroterra ci sono fertili valli come la produttiva Valle del Cibao.

      Popolazione Gli abitanti sono prevalentemente di origine mista europea e africana. Ci sono diversi gruppi minoritari, il più numeroso dei quali è costituito dagli haitiani.

      Lingua La lingua ufficiale è lo spagnolo.

      Illustrazione alle pagine 84 e 85

      Fratelli e sorelle che trascorrono piacevolmente del tempo insieme

      Risorse economiche L’industria mineraria e la lavorazione di zucchero, caffè e tabacco costituiscono da tempo la principale fonte di reddito. Negli ultimi anni la crescita economica del paese è stata determinata dal turismo e dall’attività manifatturiera.

      Clima L’isola gode di un mite clima tropicale, con una temperatura media annuale di 25°C. La media annuale delle precipitazioni è di oltre 2.000 millimetri nella parte montuosa a nord-est e di circa 700 millimetri nelle regioni più aride. Di tanto in tanto sull’isola si abbattono tempeste tropicali e uragani.

      Cultura Tra gli alimenti base ci sono riso, fagioli e verdure. I dominicani amano anche frutti di mare, frutti tropicali, peperoni e platani fritti. Alcuni di questi cibi sono utilizzati per la popolarissima specialità gastronomica conosciuta come la bandera dominicana (la bandiera dominicana). Gli abitanti dell’isola sono appassionati di baseball, musica e ballo, specialmente il merengue. La chitarra è uno strumento molto popolare insieme al tamburo, al flauto e alla marimba.

      SUPERFICIE

      48.671 km2

      POPOLAZIONE

      10.404.000

      PROCLAMATORI NEL 2014

      38.161

      1 PROCLAMATORE SU

      273

      PRESENTI ALLA COMMEMORAZIONE NEL 2014

      132.760

  • Inizia la scoperta
    Annuario dei Testimoni di Geova del 2015
    • Illustrazione a pagina 86

      REPUBBLICA DOMINICANA

      Inizia la scoperta

      Inizia la scoperta

      Domenica 1º aprile 1945 i diplomati della Scuola di Galaad Lennart e Virginia Johnson arrivarono a Ciudad Trujillo (ora Santo Domingo), capitale della Repubblica Dominicana. Erano i primi Testimoni a mettere piede in quel paese la cui storia era segnata da conflitti e lotte.a “Si tratta di un vero e proprio territorio per pionieri”, diceva l’Annuario del 1946, “e questi galaaditi hanno dovuto cominciare da zero”. Provate a immaginare: non c’era una filiale, non c’erano Sale del Regno e non c’erano congregazioni. I missionari non conoscevano nessuno, parlavano pochissimo spagnolo e non avevano né casa né mobili. Cosa avrebbero fatto?

      Grafico a pagina 86

      “Trovammo una sistemazione presso l’Hotel Victoria pagando cinque dollari al giorno per tutti e due, pasti inclusi”, ricordò Lennart. “Quello stesso pomeriggio iniziammo il nostro primo studio biblico a domicilio. Andò così: due donne dominicane con cui avevamo studiato la Bibbia a Brooklyn ci avevano dato il nome di alcuni parenti e conoscenti, uno dei quali era un certo dottor Green. Quando andammo a trovarlo incontrammo anche un suo vicino, Moses Rollins. Dopo aver capito come avevamo ottenuto il loro nome e indirizzo, entrambi ascoltarono attentamente il messaggio del Regno e accettarono uno studio biblico. Ben presto Moses divenne il primo proclamatore locale”.

      All’inizio di giugno del 1945 arrivarono altri quattro missionari che nel giro di poco tempo distribuirono un considerevole numero di pubblicazioni e iniziarono molti studi biblici. A ottobre fu evidente che c’era bisogno di un posto in cui tenere le adunanze, così i missionari improvvisarono una Sala del Regno apportando delle modifiche al soggiorno e alla sala da pranzo della casa missionaria. Alle adunanze arrivavano a esserci anche 40 presenti.

      Illustrazione a pagina 90

      Uno dei primi ad accettare la verità fu Pablo Bruzaud, noto a tutti come Palé. Gestiva una linea di autobus che effettuava viaggi tra Santiago e Ciudad Trujillo, per cui andava spesso nella capitale. Un giorno mentre si trovava a Ciudad Trujillo, Palé parlò con alcuni Testimoni che gli diedero il libro “La verità vi farà liberi”. Cominciò a studiare la Bibbia ogni giorno e presto iniziò a predicare con i missionari provvedendo anche ai loro spostamenti. In seguito incontrò Lennart Johnson e insieme viaggiarono da Ciudad Trujillo a Santiago, oltrepassando le montagne fino a raggiungere la città costiera di Puerto Plata. Lì avrebbero dovuto visitare un gruppo di persone interessate che aveva scritto alla sede mondiale di Brooklyn richiedendo informazioni.

      Visita dei fratelli Knorr e Franz

      Nel marzo del 1946 Nathan Knorr e Frederick Franz, della sede mondiale, visitarono la Repubblica Dominicana. Il loro arrivo era atteso con ansia. Il fratello Knorr pronunciò un discorso al quale assisterono, oltre ai fratelli, 75 persone interessate. Durante la visita il fratello Knorr pose le basi per l’apertura di una filiale nella Repubblica Dominicana.

      Illustrazione a pagina 89

      Il fratello Knorr e il fratello Franz nella prima Sala del Regno della Repubblica Dominicana (Ciudad Trujillo)

      Arrivarono altri missionari e alla fine dell’anno di servizio 1946 nel paese c’erano 28 proclamatori. Dato che in quel territorio si predicava da poco la buona notizia, i missionari dedicarono molte sere a organizzare meticolosamente il territorio perché si predicasse in modo ordinato e capillare.

      L’opera di predicazione si intensifica

      Nel 1947 erano oltre 59 i proclamatori che prendevano parte alla predicazione. Nello stesso anno, alcuni missionari che avevano servito a Cuba furono mandati nella Repubblica Dominicana. Tra loro c’erano Roy e Juanita Brandt. Il fratello Brandt venne nominato servitore di filiale, incarico che continuò a svolgere nei successivi dieci anni.

      Alla fine dell’anno di servizio 1948 c’erano circa 110 proclamatori che predicavano la buona notizia insieme agli instancabili missionari. Quegli zelanti predicatori non potevano di certo immaginare che sarebbero arrivati tempi estremamente difficili.

      a Nella Repubblica Dominicana le pubblicazioni della Watch Tower venivano distribuite già nel 1932, ma l’opera di insegnamento individuale a favore di coloro che mostravano interesse cominciò solo nel 1945 con l’arrivo dei Johnson.

  • “Un giorno li troveremo”
    Annuario dei Testimoni di Geova del 2015
    • REPUBBLICA DOMINICANA

      “Un giorno li troveremo”

      “Un giorno li troveremo”

      Illustrazione a pagina 91

      Intorno al 1935, in una regione del paese chiamata Valle del Cibao, Pablo González cominciò a leggere la Bibbia. Per un breve periodo fece parte di un gruppo protestante, ma lo abbandonò non appena si rese conto che il modo di vivere dei suoi aderenti non era in linea con quanto aveva letto nella Bibbia. Ciò nonostante continuò a studiare la Bibbia per conto proprio e iniziò a parlare ad altri di quello che stava imparando, prima a familiari e vicini, poi ad altri della zona. Per finanziare il suo ministero itinerante vendette la fattoria e il bestiame di sua proprietà.

      Nel 1942 Pablo faceva visita ad almeno 200 famiglie nelle zone limitrofe e teneva regolarmente delle riunioni, sebbene non avesse mai avuto alcun contatto con i Testimoni di Geova. Esortava le persone a studiare la Bibbia e a vivere in armonia con essa. Molti capirono l’importanza di quello che diceva e smisero di fare uso di tabacco e di praticare la poligamia.

      Illustrazioni alle pagine 90 e 91

      Tra coloro che ascoltarono il messaggio biblico presentato da Pablo c’era Celeste Rosario. “Quando avevo 17 anni”, disse, “un cugino di mia madre, Negro Jiménez, apparteneva a uno dei gruppi guidati da Pablo González. Venne a trovare la mia famiglia e ci lesse dalla Bibbia alcuni versetti che mi spinsero a lasciare immediatamente la Chiesa Cattolica. Quello che ci leggevano in chiesa era in latino, che noi non capivamo. Dopo non molto, Pablo González venne a trovarci e ci incoraggiò. Disse: ‘Noi non apparteniamo a nessuna delle tante religioni che conosciamo, ma abbiamo fratelli in tutto il mondo. Non sappiamo ancora chi sono e come si chiamano, ma un giorno li troveremo’”.

      Pablo aveva formato gruppi di studenti della Bibbia a Los Cacaos Salcedo, Monte Adentro, Salcedo e Villa Tenares. Nel 1948, mentre faceva tappa a Santiago per cambiare autobus, vide alcuni Testimoni che predicavano per strada, i quali gli diedero una Torre di Guardia. In un altro viaggio, una sorella gli diede due libri e lo invitò alla Commemorazione della morte di Cristo che si sarebbe tenuta a Santiago. Rimase molto colpito da quanto sentì alla Commemorazione e giunse alla conclusione che aveva finalmente trovato la verità e che i presenti a quell’adunanza fossero le persone che aveva a lungo cercato.

      I missionari fecero visita a coloro che avevano studiato con Pablo. In uno dei luoghi in cui Pablo teneva le riunioni, ad attenderli c’erano 27 persone sorridenti. Alcune di loro avevano percorso 25 chilometri a piedi, altre perfino 50 a cavallo. In un altro luogo erano presenti ben 78 persone, e in un altro ancora 69.

      Pablo diede ai missionari un elenco con i nomi di circa 150 persone interessate alla verità. Si trattava di gente umile e dalla mentalità spirituale che stava già studiando la Bibbia e ne applicava i princìpi; aveva solo bisogno di organizzazione e di guida. “I missionari ci fecero visita e tenemmo un’adunanza”, ricordò Celeste. “Venne organizzato un battesimo. Io fui la prima della mia famiglia a battezzarmi. Successivamente, a un’altra adunanza, si battezzarono anche mia madre, Fidelia Jiménez, e mia sorella Carmen”.

      La prima assemblea di circoscrizione della Repubblica Dominicana, che si tenne a Santiago dal 23 al 25 settembre 1949, diede ulteriore slancio all’opera di predicazione. Vi assisterono molti che erano desiderosi di imparare, e la domenica al discorso pubblico si arrivò a 260 presenti. Ci furono 28 battezzati. Alla fine dei tre giorni tanti si convinsero che quella era l’organizzazione impiegata da Dio per compiere la sua volontà.

      Cenni storici

      1. 1945

        Arrivano i missionari Lennart e Virginia Johnson

        Illustrazione a pagina 92
      2. 1946

        Visita del fratello Knorr e del fratello Franz

        Illustrazione a pagina 92
      3. 1949

        Prima assemblea di circoscrizione

        28 persone si battezzano nel fiume Yaque del Norte

        Illustrazione a pagina 93
      4. 1950

        L’opera dei Testimoni di Geova viene vietata

        Illustrazione a pagina 93
  • Imprigionati i Testimoni e vietata l’opera
    Annuario dei Testimoni di Geova del 2015
    • REPUBBLICA DOMINICANA

      Imprigionati i Testimoni e vietata l’opera

      Imprigionati per la loro neutralità

      Illustrazioni a pagina 95

      Enrique Glass e la cella sotterranea dove fu recluso per due settimane

      Il 19 giugno del 1949, un gruppo di esiliati dominicani tornò nella Repubblica Dominicana con l’intento di rovesciare il regime dittatoriale di Rafael Trujillo. Anche se l’invasione fu subito respinta, il governo di Trujillo mise in prigione chi si rifiutava di prestare servizio militare e chiunque altro considerasse nemico. Tra i primi Testimoni a essere imprigionati per aver rifiutato di prestare servizio militare c’erano León, Enrique e Rafael Glass e alcuni colleghi di lavoro di León.

      León spiegò cosa accadde a lui e ai fratelli con cui lavorava: “Fummo arrestati e interrogati dai servizi segreti militari. Dopo averci minacciato, ci rilasciarono, solo per chiamarci alle armi alcuni giorni dopo senza seguire la normale procedura. Al nostro rifiuto di prestare servizio militare, ci misero in prigione. Lì incontrammo altri quattro Testimoni, due dei quali erano miei fratelli carnali. Dopo essere stati scarcerati, fummo nuovamente condannati. Questo accadde tre volte, con brevi intervalli di qualche giorno tra una pena e l’altra. Passammo in prigione quasi sette anni, di cui cinque per scontare l’ultima pena”.

      “Anche quando ci frustavano o ci percuotevano con bastoni e fucili riuscivamo a sopportarlo perché Geova ci dava la forza di perseverare”

      La vita di prigione metteva i fratelli costantemente alla prova; giorno e notte erano oggetto di scherni da parte degli altri detenuti e degli agenti. Il comandante della Fortezza Ozama, dove furono inizialmente reclusi, disse: “Quando voi testimoni di Geova diventerete testimoni del Diavolo, fatemelo sapere, così vi faccio uscire”. Ad ogni modo, gli oppositori non riuscirono a intaccare l’integrità di quei fratelli fedeli. León ne spiegò la ragione: “Geova ci dava sempre la forza di perseverare. Vedevamo il suo intervento anche nelle piccole cose. Anche quando ci frustavano o ci percuotevano con bastoni e fucili riuscivamo a sopportarlo perché Geova ci dava la forza di perseverare”.

      L’opera dei Testimoni di Geova viene vietata

      La persecuzione da parte dei nemici della vera adorazione si fece più intensa in tutta la Repubblica Dominicana. Nonostante ciò, nel maggio del 1950 nel paese oltre ai missionari c’erano 238 proclamatori, 21 dei quali erano pionieri a tempo pieno.

      Illustrazione a pagina 97

      Un giornale riporta la notizia dei nostri fratelli condannati al carcere per la loro neutralità

      In quel periodo un agente dei servizi segreti scrisse al Segretario della Presidenza: “I membri della setta religiosa dei Testimoni di Geova continuano a svolgere con entusiasmo le loro attività in tutta la città [Ciudad Trujillo]”. Disse inoltre: “Insisto che si faccia particolare attenzione ai Testimoni di Geova perché la loro predicazione e le loro attività stanno fuorviando la coscienza di alcuni settori dell’opinione pubblica e in particolar modo delle masse popolari”.

      Il ministro dell’Interno e della Polizia, J. Antonio Hungría, chiese al fratello Brandt di presentare una lettera che spiegasse la posizione dei Testimoni circa il servizio militare, il saluto alla bandiera e il pagamento delle tasse. Per scrivere la lettera, il fratello Brandt usò informazioni tratte dal libro “Sia Dio riconosciuto verace”. Tuttavia, il 21 giugno 1950, Hungría emanò un decreto che vietava l’attività dei Testimoni di Geova nella Repubblica Dominicana. Il fratello Brandt fu convocato nell’ufficio di Hungría per ascoltare di persona la lettura del decreto. Poi il fratello Brandt chiese se i missionari avrebbero dovuto lasciare il paese. Hungría gli assicurò che potevano restare fino a quando avrebbero ubbidito alla legge non parlando ad altri della loro religione.a

      a Nelle settimane che avevano preceduto il decreto, i preti cattolici avevano scritto lunghi articoli di giornale in cui denunciavano i Testimoni di Geova e li associavano falsamente al comunismo.

  • La predicazione continua
    Annuario dei Testimoni di Geova del 2015
    • REPUBBLICA DOMINICANA

      La predicazione continua

      I missionari portano avanti l’opera in segreto

      Il divieto di predicare segnò l’inizio di un periodo particolarmente difficile per i fratelli. “Le nostre Sale del Regno furono chiuse e l’opera fu vietata”, spiegò la missionaria Alma Parson. “Erano molte le prove e le sofferenze che i fratelli dovevano affrontare”. Tra queste c’erano anche la perdita del lavoro e l’imprigionamento. Tuttavia, ricordò con piacere: “La guida e la protezione di Geova furono evidenti tante, tantissime volte”. Riponendo fiducia nella guida di Geova, i fratelli continuarono a svolgere l’opera in segreto.

      Parlando del periodo in cui era vietato tenere le adunanze, Lennart Johnson disse: “Per non dare nell’occhio, cominciammo a riunirci in piccoli gruppi in case private. Lì studiavamo gli articoli della Torre di Guardia che venivano ciclostilati. Tutti i fratelli leali consideravano preziosa la forza spirituale che continuavano a ricevere da Geova in quei piccoli gruppi di studio”.

      Illustrazione a pagina 98

      Roy e Juanita Brandt furono tra coloro che rimasero nella Repubblica Dominicana nel periodo in cui l’opera era vietata

      Nel frattempo, la sorveglianza e la persecuzione da parte del governo si intensificarono. I fratelli e le sorelle, però, non si lasciarono intimidire. Il 15 settembre 1950, in un comunicato al Presidente della Repubblica, il ministro Hungría scrisse: “Il signor Lee Roy Brandt e altri responsabili del gruppo dei Testimoni di Geova sono stati più volte convocati presso questo ufficio ed è stato loro intimato di interrompere qualsiasi forma di propaganda relativa a questa società che è stata legalmente sciolta nella Repubblica; ma sembra che non si curino di quest’ordine. Ogni giorno riceviamo rapporti da diverse parti del paese secondo i quali continuano in segreto a fare propaganda, prendendosi gioco delle disposizioni governative”. Concluse raccomandando l’espulsione dei “responsabili stranieri” dei Testimoni di Geova.

      “Infondono forza”

      Verso la fine del 1950, il fratello Knorr e il fratello Henschel andarono in visita nella Repubblica Dominicana. Di lì a poco, alcuni dei missionari furono assegnati in Argentina, Guatemala e Puerto Rico. Altri si procurarono un lavoro in modo da poter restare nel paese. Ad esempio, il fratello Brandt trovò impiego nella società elettrica, altri trovarono lavoro come insegnanti d’inglese. In relazione a quei missionari, un rapporto dell’Annuario del 1951 diceva: “Rimanendo nel paese anziché scappare, i missionari infondono forza ai fedeli servitori del Signore che hanno conosciuto la verità grazie a loro. Il coraggio che manifestano rimanendo attaccati all’opera che compiono ha generato grande entusiasmo”.

      Infusero forza ai fedeli servitori del Signore

      Dorothy Lawrence era tra quei missionari che davano lezioni di inglese. Oltre a insegnare inglese, Dorothy continuava a insegnare la Bibbia a chi desiderasse studiarla. In questo modo aiutò molti a conoscere la verità.

      I leali adoratori di Geova adottarono altri metodi per continuare a predicare malgrado la costante sorveglianza. A volte, staccavano le pagine dai libri, le piegavano e le portavano nella tasca della camicia o nella busta della spesa per predicare senza attirare l’attenzione. I foglietti del rapporto del servizio di campo venivano camuffati da lista della spesa. Al posto di libri, opuscoli, riviste, visite ulteriori e ore, sul rapporto comparivano le voci papaia, fagioli, uova, cavoli e spinaci. Le copie ciclostilate della Torre di Guardia venivano chiamate yuca, nome di una pianta tipica del paese chiamata anche manioca.

      “Lista della spesa”

      • Illustrazione a pagina 100

        Lechosas (papaia) = libri

      • Frijoles (fagioli) = opuscoli

      • Huevos (uova) = riviste

      • Repollos (cavoli) = visite ulteriori

      • Espinacas (spinaci) = ore

      L’opera di fare discepoli prosegue

      Il 16 giugno 1954, Rafael Trujillo firmò con il Vaticano un concordato che garantiva speciali privilegi al clero cattolico nella Repubblica Dominicana. A quel tempo la proscrizione dei Testimoni di Geova era in vigore da circa quattro anni. Tuttavia, nel 1955 nella Repubblica Dominicana c’erano 478 proclamatori. A cosa era dovuta quella crescita nonostante le difficili circostanze? “Il segreto della nostra forza risiede nello spirito di Geova”, diceva un rapporto dell’Annuario del 1956. “I fratelli sono uniti e forti nella fede. Vanno avanti con coraggio”.

      Nel luglio del 1955, la sede mondiale inviò a Trujillo una lettera ufficiale autenticata. La lettera spiegava dettagliatamente la posizione neutrale dei Testimoni di Geova e chiedeva a Trujillo di “revocare la proscrizione dei Testimoni di Geova e della Watch Tower Bible and Tract Society”. Quale fu il risultato?

  • Libertà, poi di nuovo la proscrizione
    Annuario dei Testimoni di Geova del 2015
    • REPUBBLICA DOMINICANA

      Libertà, poi di nuovo la proscrizione

      Una libertà inaspettata

      Illustrazione a pagina 101

      Manuel Hierrezuelo fu ucciso durante un interrogatorio

      Durante i difficili anni in cui l’opera era vietata, Lennart e Virginia Johnson e Roy e Juanita Brandt rimasero nel territorio al quale erano stati assegnati. “Io e Roy Brandt fummo chiamati per un interrogatorio ufficiale”, disse Lennart. “Qualche tempo prima, funzionari del governo di Trujillo avevano convocato il fratello Manuel Hierrezuelo”. Triste a dirsi, durante l’interrogatorio Manuel era stato ucciso, rimanendo fedele fino alla morte. Cosa sarebbe accaduto a Lennart e a Roy? Lennart aggiunse: “Quando arrivammo ci interrogarono separatamente e a quanto pare le nostre risposte vennero registrate. Lì per lì non ci fu un seguito, ma due mesi dopo i giornali diedero la notizia che il governo di Trujillo stava revocando il divieto imposto sull’opera dei Testimoni di Geova e che avremmo potuto riprendere le nostre attività”.

      Prima della proscrizione, nel 1950, nella Repubblica Dominicana erano 261 i proclamatori impegnati nell’opera di predicazione. Quando la proscrizione venne revocata, nell’agosto del 1956, i proclamatori erano 522. Fu emozionante per i fratelli sapere che sarebbero stati liberi di predicare pubblicamente dopo sei anni di imprigionamenti, restrizioni e costante sorveglianza.

      Come reagirono i servitori di Geova a quell’incredibile svolta nel corso degli eventi? Cominciarono subito a riorganizzare l’opera. Cercarono dei luoghi in cui radunarsi e fecero nuove piantine dei territori e archivi per le congregazioni. I fratelli erano felicissimi di poter ordinare e ricevere pubblicazioni. Con zelo sfruttarono la libertà appena ottenuta per predicare. Dopo soli tre mesi, nel novembre del 1956, c’erano 612 proclamatori attivi nell’opera di predicazione.

      La campagna d’odio del clero

      Illustrazione a pagina 103

      Il memorandum di Toledano descriveva il piano per vietare le nostre pubblicazioni nella Repubblica Dominicana

      Il clero cattolico, però, iniziò subito a escogitare dei modi per diffamare i Testimoni di Geova. Forte del concordato che Trujillo aveva firmato con il Vaticano, il clero intensificò i propri sforzi per indurre il governo a eliminare i Testimoni. Il prete cattolico Oscar Robles Toledano inviò un memorandum al ministro dell’Interno Virgilio Álvarez Pina. Nel documento chiedeva il sostegno del governo per “risvegliare le coscienze del popolo dominicano di fronte al grave pericolo rappresentato dalla setta dei ‘Testimoni di Geova’”.

      Toledano spiegò che il suo obiettivo principale era quello di “vanificare la campagna di proselitismo dei Testimoni di Geova”. Il memorandum di Toledano proponeva anche di vietare le nostre pubblicazioni, “in particolare il libro ‘La verità vi farà liberi’ e la rivista La Torre di Guardia”.

      L’opera viene nuovamente vietata

      I leader religiosi e i loro complici all’interno del governo di Trujillo si unirono nell’attacco contro i Testimoni. Nel giugno del 1957 Francisco Prats-Ramírez, presidente del partito dominicano, scrisse un memorandum a Trujillo in cui spiegava: “Sto organizzando una serie di incontri per contrastare le pericolose tendenze antipatriottiche dei Testimoni di Geova”.

      Questa campagna diffamatoria sortì subito dei risultati. Un libro spiega: “Nei mesi estivi del 1957 la stampa dominicana pubblicò una serie di accuse da parte di funzionari del governo che bollavano le attività dei Testimoni di Geova come ‘sediziose e pericolose’. La reazione a catena fu innescata il giorno in cui un prete gesuita di nome Mariano Vásquez Sanz, parlando alla radio di Trujillo, La Voz Dominicana [La Voce Dominicana], disse che i componenti della setta erano servi del comunismo, e li definì addirittura ‘nemici infidi, perversi, astuti e criminali’. In seguito, una lettera pastorale degli arcivescovi Ricardo Pittini e Octavio Antonio Beras invitò i preti a proteggere i loro parrocchiani da questa ‘terribile eresia’” (Trujillo: Little Caesar of the Caribbean).

      Gli sforzi congiunti di Chiesa e Stato raggiunsero il loro obiettivo. A luglio, il Congresso della Repubblica Dominicana approvò una legge che vietava l’opera dei Testimoni di Geova. Presto i nostri fratelli divennero oggetto di maltrattamenti e di violenza da parte della polizia. Circa 150 fratelli e sorelle furono arrestati.

  • La Chiesa Cattolica e Trujillo
    Annuario dei Testimoni di Geova del 2015
    • Illustrazione a pagina 104

      REPUBBLICA DOMINICANA

      La Chiesa Cattolica e Trujillo

      CHE tipo di legame c’era tra Trujillo e la Chiesa Cattolica? Un analista politico ha affermato: “Durante il lungo regime di Trujillo, dal 1930 al 1961, nella Repubblica Dominicana la Chiesa e lo Stato si sostenevano a vicenda; il dittatore favoriva la Chiesa, e la Chiesa a sua volta favoriva il regime”.

      Nel 1954 Trujillo si recò a Roma per firmare un concordato con il papa. Germán Ornes, un tempo molto vicino a Trujillo, scrisse: “Essendo estremamente favorevole al governo di Trujillo, la Chiesa fornisce il suo pieno appoggio ‘al Capo’ [Trujillo]. Il clero, guidato dagli arcivescovi Ricardo Pittini e Octavio Beras, è tra i principali sostenitori del regime”.

      “Il papa”, proseguì Ornes, “coglie ogni occasione per inviare a Trujillo i suoi cordiali saluti. [...] Nel 1956, al congresso della cultura cattolica tenutosi con il sostegno [di Trujillo] a Ciudad Trujillo, il cardinale Francis Spellman, in veste di rappresentante speciale del papa, trasmise un sentito messaggio. Il cardinale Spellman partì da New York per essere ricevuto trionfalmente dal generalissimo [Trujillo] in persona. Il giorno seguente, il loro caloroso abbraccio era su tutte le prime pagine delle testate dominicane”.

      Nel 1960 la rivista Time riportava: “Fino ad ora Trujillo e la Chiesa sono andati d’accordo. L’arcivescovo Ricardo Pittini, primate delle Americhe, adesso ha 83 anni ed è cieco, ma quattro anni fa ha scritto di suo pugno al New York Times una lettera che elogia Trujillo e afferma che ‘questo “dittatore” è amato e onorato dalla sua gente’”.

      Tuttavia, dopo aver lealmente sostenuto per tre decenni la brutale dittatura di Trujillo, la Chiesa Cattolica iniziò ad assumere una posizione diversa in funzione del cambiamento del clima politico. L’analista menzionato sopra spiega: “Quando l’opposizione alla dittatura aumentò e in seguito ci fu un tentativo di instaurare la democrazia nel paese, la Chiesa, che era sempre andata a braccetto con Trujillo, fu costretta a cambiare atteggiamento”.

      Infine, nel 2011 la Chiesa ha dovuto porgere le sue scuse al popolo dominicano. Una lettera pastorale citata nel giornale Dominican Today affermava: “Ammettiamo di aver commesso degli errori e di non essere sempre stati coerenti con la nostra fede, la nostra vocazione e le nostre responsabilità. Per questo motivo chiediamo il perdono del popolo dominicano e imploriamo la sua comprensione e indulgenza”.

  • Feroce attacco
    Annuario dei Testimoni di Geova del 2015
    • REPUBBLICA DOMINICANA

      Feroce attacco

      “Saranno sterminati”

      Borbonio Aybar si battezzò il 19 gennaio 1955, quando l’opera dei Testimoni era ancora vietata. Dopo essersi battezzato studiò la Bibbia con molte persone a Monte Adentro e a Santiago. Dopo che nel 1956 il divieto fu revocato, alcuni dei suoi studenti, inclusa la moglie, si battezzarono.

      Verso metà luglio del 1957 alcuni funzionari del governo si incontrarono a Salcedo per presentare un piano contro i Testimoni di Geova. “Francisco Prats-Ramírez era l’oratore principale”, spiega il fratello Aybar. “Prats-Ramírez disse: ‘Solo pochi giorni e saranno sterminati’”. Alcuni giorni dopo, il 19 luglio 1957, la polizia arrestò tutti i Testimoni a Blanco Arriba, El Jobo, Los Cacaos e Monte Adentro.

      “Anche io ero tra gli arrestati”, racconta il fratello Aybar. “Fummo portati al distretto militare di Salcedo. Al nostro arrivo, un colonnello di nome Saladín mi picchiò. Aveva gli occhi fuori dalle orbite per la rabbia mentre ci minacciava. Poi fummo divisi in due file, una per gli uomini e una per le donne. Gli agenti iniziarono a percuotere gli uomini prendendoli a calci e a colpire le donne con i manganelli mentre ripetevano: ‘Io sono cattolico e uccido’”.

      “Ho letto la Bibbia e so che Geova è Dio”

      Il fratello Aybar fu multato e condannato a tre mesi di prigione. Lui stesso racconta: “Durante la reclusione venne a trovarci un generale dell’esercito, Santos Mélido Marte. Ci disse: ‘Ho letto la Bibbia e so che Geova è Dio. Voi non avete fatto nulla per meritare il carcere, ma non posso aiutarvi perché dietro al vostro imprigionamento ci sono i vescovi cattolici. Gli unici che possono ridurre la vostra pena sono proprio quei vescovi o lo jefe (“il capo”, Trujillo)’”.

      “Sei tu il capo?”

      Tra coloro che furono arrestati c’erano la figlia e le nipoti di Fidelia Jiménez, che avevano studiato con lei. Fidelia, che non era ancora stata arrestata, si presentò spontaneamente alle autorità per farsi mettere in carcere in modo da poter incoraggiare gli altri che erano già lì. In quel periodo il famigerato comandante militare Ludovino Fernández, noto per la sua arroganza e la sua crudeltà, andò in visita ufficiale al carcere. Fece chiamare Fidelia, e le chiese: “Sei tu il capo?”

      “No”, rispose Fidelia. “I capi siete voi”.

      “Allora sei il pastore”, replicò Fernández.

      “No”, disse Fidelia. “Gesù è il pastore”.

      “Non dipende forse da te se tutte queste persone sono in carcere?” chiese Fernández. “Non sei stata tu la loro insegnante?”

      “No”, disse Fidelia. “Dipende dalla Bibbia se queste persone sono in carcere. Mettono in pratica quello che hanno imparato dalla Bibbia”.

      Proprio in quel momento passarono dal corridoio due fratelli, Pedro Germán e Negro Jiménez, cugino di Fidelia. Li stavano trasferendo in una cella ordinaria dopo averli tenuti in isolamento. Sulla camicia di Negro c’era del sangue secco e Pedro aveva un occhio tumefatto. Vedendo che erano stati brutalmente picchiati, Fidelia chiese al comandante: “È questo il trattamento che riservate alle brave persone, alle persone oneste che temono Dio?” Rendendosi conto di non poterla intimidire, Fernández ordinò che Fidelia fosse riportata in cella.

      I leali servitori di Geova dovevano essere coraggiosi di fronte alla violenta persecuzione. E lo furono davvero. Anche i funzionari del governo lo riconobbero. Ad esempio, il 31 luglio 1957 Luis Arzeno Colón, funzionario per la sicurezza nazionale, scrisse al segretario di Stato per manifestare il proprio disappunto: “Sebbene la legge recentemente approvata dal Congresso Nazionale dichiari illecita l’attività religiosa della setta nota come Testimoni di Geova, la maggioranza dei suoi aderenti continua a mostrarsi risoluta”.

  • Chi è il capo?
    Annuario dei Testimoni di Geova del 2015
    • REPUBBLICA DOMINICANA

      Chi è il capo?

      “Rimarranno senza capo”

      Il 13 luglio 1957 Colón scrisse al segretario di Stato: “Un vecchio detto popolare dice che ‘un serpente va colpito alla testa’. Per eliminare definitivamente la setta dei Testimoni di Geova dal paese bisogna trovare un modo per mandar via i loro missionari. Così rimarranno senza capo, e senza un capo le loro idee non avranno successo”.

      Poco dopo, il segretario della Sicurezza Arturo Espaillat diede ordine che i dieci missionari rimasti lasciassero la Repubblica Dominicana. Il 21 luglio 1957 Roy Brandt scrisse a Trujillo per richiedere un incontro chiarificatore. In parte la sua lettera diceva: “La campagna d’odio che alcuni nel paese hanno intrapreso contro il nome di Geova Dio è la stessa campagna che persone malinformate avevano intrapreso contro gli apostoli di Gesù”. Il fratello Brandt esortò poi Trujillo a leggere i capitoli da 2 a 6 di Atti e aggiunse: “Il consiglio saggio e schietto che il giudice Gamaliele diede a quel tempo è tuttora valido”. Poi, scrivendo in lettere maiuscole, il fratello Brandt fece riferimento ad Atti 5:38, 39: “LASCIATE STARE QUESTI UOMINI PERCHÉ SE L’OPERA CHE STANNO COMPIENDO È DA DIO, POTRESTE UN GIORNO SCOPRIRE DI AVER COMBATTUTO CONTRO DIO”. Fu come parlare al vento. Il 3 agosto 1957 i missionari vennero accompagnati all’aeroporto ed espulsi.

      Gesù è il capo

      Illustrazione a pagina 110

      Donald Nowills curò le attività della filiale quando aveva solo 20 anni

      Cosa sarebbe accaduto ai fratelli e alle sorelle del posto adesso che i missionari erano andati via? Sarebbero rimasti “senza capo” come aveva previsto Colón? Assolutamente no, perché Gesù è “il capo del corpo, la congregazione” (Col. 1:18). Quindi i servitori di Dio nella Repubblica Dominicana non rimasero “senza capo”, anzi continuarono a essere oggetto della cura di Geova e della sua organizzazione.

      Dopo l’espulsione dei missionari, Donald Nowills, un fratello ventenne battezzato da soli quattro anni, venne incaricato di soprintendere alle attività della filiale. Aveva servito per alcuni mesi come sorvegliante di circoscrizione, ma il lavoro della filiale era del tutto nuovo per lui. Il fratello Nowills lavorava in un piccolo e modesto ufficio in casa sua, una struttura in legno e ferro zincato con il pavimento di terra battuta. Abitava a Gualey, zona molto pericolosa di Ciudad Trujillo. Con l’aiuto di Félix Marte, Donald fece copie della Torre di Guardia per tutta la nazione.

      Illustrazione a pagina 111

      Una Torre di Guardia ciclostilata del 1958

      Mary Glass, il cui marito Enrique in quel periodo era in carcere, dava una mano al fratello Nowills. “Finivo di lavorare alle cinque del pomeriggio”, spiega, “e andavo nell’ufficio del fratello Nowills per battere a macchina La Torre di Guardia. Poi il fratello Nowills ne faceva delle copie col ciclostile. Una sorella di Santiago, che aveva il nome in codice ‘l’angelo’, riponeva le riviste ciclostilate in fondo a un contenitore per olio vegetale da cinque galloni (circa 20 litri), poi le copriva con un panno e riempiva il contenitore con tuberi come manioca, patate o taro. Infine metteva sopra della tela di iuta. La sorella si dirigeva poi a nord del paese con un mezzo pubblico e consegnava una copia della rivista a ciascuna congregazione. Ogni famiglia, dopo averla studiata, la passava a un’altra famiglia”.

      “Dovevamo essere molto cauti”, aggiunge Mary, “perché le strade erano piene di agenti del governo che cercavano di scoprire dove si stampasse La Torre di Guardia. Ma non lo scoprirono mai. Geova ci ha sempre protetti”.

      Riquadro alle pagine 112 e 113
  • Rischiano di essere arrestati
    Annuario dei Testimoni di Geova del 2015
    • REPUBBLICA DOMINICANA

      Rischiano di essere arrestati

      “Cauti come serpenti e innocenti come colombe”

      Era estremamente importante che nel periodo in cui l’opera era vietata i fedeli servitori di Geova continuassero a ricevere cibo spirituale. Tuttavia questo comportava dei rischi. In quegli anni molti fratelli vennero arrestati e condannati a diverse pene detentive.

      “Quando conobbi la verità nel 1953”, spiega Juanita Borges, “sapevo bene che come testimone di Geova correvo il rischio di essere arrestata, e questo è proprio ciò che accadde. Nel novembre del 1958, mentre mi trovavo dalla sorella Eneida Suárez, arrivò la polizia segreta che ci accusò sostenendo che stessimo tenendo un’adunanza. Fummo condannate a tre mesi di carcere, ed entrambe dovemmo pagare una multa di 100 pesos, allora equivalenti a 100 dollari”.

      Illustrazione a pagina 115

      La polizia segreta conservava elenchi dettagliati dei nostri fratelli.

      Il governo faceva di tutto per impedire ai Testimoni di radunarsi, ma i fratelli non si lasciarono intimidire. Ciò nonostante dovevano essere “cauti come serpenti e innocenti come colombe” (Matt. 10:16). La sorella Andrea Almánzar ricorda: “Alle adunanze dovevamo arrivare in orari diversi, e spesso la sera si faceva molto tardi perché dovevamo andare via un po’ alla volta in modo da non creare sospetti”.

      Jeremías Glass, nato nel periodo in cui suo padre León era in prigione, divenne proclamatore nel 1957 all’età di sette anni. Ricorda ancora le adunanze segrete che si tenevano in casa sua e le precauzioni che venivano prese per non essere scoperti. “Tutti i presenti ricevevano un cartoncino con un numero che indicava l’ordine in cui uscire di casa”, spiega Jeremías. “Quando finiva l’adunanza, mio padre mi faceva stare vicino alla porta per controllare i numeri sui cartoncini e indicare ai fratelli di allontanarsi a due a due seguendo percorsi diversi”.

      Un altro accorgimento era quello di programmare le adunanze in orari in cui c’erano meno probabilità di essere scoperti, e l’esperienza di Mercedes García ne è un esempio. Mercedes conobbe la verità dallo zio Pablo González. Quando aveva soltanto sette anni, sua madre morì e suo padre era in carcere, quindi sia lei che i suoi nove fratelli e sorelle si ritrovarono da soli. Mercedes si battezzò nel 1959 all’età di nove anni. Per evitare di essere scoperti, i fratelli tennero il discorso del battesimo alle tre e mezza del mattino a casa di un fratello, e l’immersione si fece nel fiume Ozama, che attraversa la capitale. Mercedes racconta: “Eravamo di ritorno a casa verso le cinque e mezza del mattino mentre il resto del vicinato si stava ancora svegliando”.

      Crescita nonostante la persecuzione

      Nonostante l’intensa persecuzione e la propaganda contro i Testimoni, il numero dei proclamatori si è quasi raddoppiato.

      • 1950 - 292

      • 1960 - 495

  • La perseveranza porta a buoni risultati
    Annuario dei Testimoni di Geova del 2015
    • REPUBBLICA DOMINICANA

      La perseveranza porta a buoni risultati

      Predicano con discrezione

      Rafael Pared, che serve alla Betel insieme alla moglie Francia, divenne proclamatore nel 1957 all’età di 18 anni. Ricorda che, quando andava a predicare, agenti della polizia in borghese lo seguivano in cerca dell’occasione giusta per arrestare lui e quelli che erano con lui. “A volte”, dice Rafael, “per non essere arrestati scavalcavamo le staccionate e usavamo stradine e vicoletti come rapide vie di fuga”. Andrea Almánzar spiega cosa facevano per evitare l’arresto: “Dovevamo agire con discrezione. Anziché predicare casa dopo casa, visitavamo una famiglia e poi ci spostavamo dieci case più in là”.

      Finalmente liberi!

      Dopo 30 anni di dominio incontrastato da parte di Trujillo, nel 1959 il clima politico cominciò a cambiare. Il 14 giugno 1959, esiliati dominicani invasero la Repubblica Dominicana tentando nuovamente di rovesciare il governo di Trujillo. Anche se l’attacco fu sventato e i cospiratori furono catturati o uccisi, un numero sempre maggiore di nemici di Trujillo smise di considerare invincibile il suo governo e intensificò l’opposizione.

      Il 25 gennaio 1960, dopo anni di collaborazione col governo di Trujillo, la gerarchia ecclesiastica emanò una lettera pastorale in cui denunciava il mancato rispetto dei diritti umani. Lo storico dominicano Bernardo Vega spiega: “Le invasioni che ebbero luogo nel giugno del 1959 e la repressione scatenata contro i ribelli, e successivamente contro il movimento clandestino di resistenza, spinsero la Chiesa ad adottare, per la prima volta, una posizione di ostilità nei confronti di Trujillo”.

      Fu degno di nota che nel maggio del 1960 il governo tolse il divieto che aveva imposto sull’opera dei Testimoni di Geova. Inaspettatamente, dopo anni di proscrizione, la soluzione arrivò da Trujillo stesso che non era più in buoni rapporti con la Chiesa Cattolica.

  • Liberi di predicare
    Annuario dei Testimoni di Geova del 2015
    • Illustrazione a pagina 124

      REPUBBLICA DOMINICANA

      Liberi di predicare

      Trujillo viene assassinato

      Nel 1960 l’opposizione interna e le critiche internazionali contro la dittatura di Trujillo si intensificarono. Fu in quel clima di tensione politica che nel gennaio del 1961 Milton Henschel, della sede mondiale, andò in visita nella Repubblica Dominicana e partecipò a un’assemblea di tre giorni. I battezzati furono 27 e all’adunanza pubblica di quell’assemblea ci furono 957 presenti. Durante la visita, il fratello Henschel diede una mano a riorganizzare l’opera e ridefinire il territorio.

      Grafico a pagina 124

      Due sorveglianti di circoscrizione, Enrique Glass e Julián López, ricevettero l’incarico di visitare le congregazioni. “La mia circoscrizione”, spiegò Julián, “includeva due congregazioni nella zona est del paese e tutte le congregazioni del nord. Quella di Enrique abbracciava la restante parte della zona est e tutto il sud”. Grazie a quelle visite vennero ripristinati i contatti tra le congregazioni e l’organizzazione e venne rafforzata la spiritualità dei fratelli.

      Illustrazione a pagina 127

      Salvino ed Helen Ferrari in viaggio verso la Repubblica Dominicana (1961)

      Nel 1961 arrivarono Salvino ed Helen Ferrari, diplomati della seconda classe della Scuola di Galaad. L’esperienza che avevano acquisito servendo come missionari a Cuba si rivelò preziosa per la grande raccolta spirituale che si stava verificando nella Repubblica Dominicana. Salvino ha servito nel Comitato di Filiale fino alla sua morte avvenuta nel 1997 ed Helen, ad oggi, ha dedicato al servizio a tempo pieno 79 anni, la maggior parte dei quali come missionaria.

      Poco dopo l’arrivo dei coniugi Ferrari, la notte del 30 maggio 1961 il regno del terrore di Trujillo fu violentemente interrotto quando degli assassini crivellarono la sua auto di proiettili. La morte di Trujillo, tuttavia, non portò a stabilità politica. Per diversi anni continuarono a esserci sconvolgimenti civili e politici.

      L’opera di predicazione va avanti

      Nel frattempo arrivarono altri missionari. Appena due giorni dopo l’assassinio di Trujillo, William Dingman, della prima classe della Scuola di Galaad, e sua moglie Estelle, insieme a Thelma Critz e Flossie Coroneos furono trasferiti da Puerto Rico alla Repubblica Dominicana. “Quando arrivammo il paese era in subbuglio”, spiegò William, “e c’era un bel po’ di attività militare. Si temeva una rivoluzione e in autostrada i soldati effettuavano controlli su tutti. Ci fermarono più volte e a ogni posto di blocco controllarono i bagagli tirando fuori tutto, anche gli oggetti più piccoli”. Era davvero una sfida predicare in quel clima di instabilità politica.

      Illustrazione a pagina 127

      Thelma Critz ed Estelle e William Dingman sono ancora nella Repubblica Dominicana dopo 67 anni di zelante servizio missionario

      “Sotto la dittatura di Trujillo”, raccontò William, “alla gente veniva detto che i Testimoni di Geova erano comunisti e che erano persone della peggiore specie. [...] A poco a poco, però, riuscimmo ad abbattere il pregiudizio”. Grazie al rinnovamento dell’opera, sempre più persone sincere reagirono positivamente al messaggio del Regno. Alla fine dell’anno di servizio 1961 nella Repubblica Dominicana c’erano 33 pionieri speciali.

  • Affermano la loro presenza
    Annuario dei Testimoni di Geova del 2015
    • Illustrazione a pagina 128

      REPUBBLICA DOMINICANA

      Affermano la loro presenza

      Trovarono la verità

      Juana Ventura iniziò a studiare la Bibbia nel periodo in cui l’opera era vietata e si battezzò nel 1960 nel fiume Ozama. Una volta un pastore evangelico di Santo Domingo disse che avrebbe voluto che Juana venisse imprigionata perché gli stava “portando via i parrocchiani”. Per dimostrare che i Testimoni di Geova erano dei bugiardi e screditare Juana, il pastore la invitò a un incontro, che si sarebbe tenuto in chiesa davanti ai parrocchiani, per farle alcune domande sulle sue nuove convinzioni.

      “Mi fece tre domande”, racconta Juana, “‘Perché non votate? Perché non andate in guerra? Perché vi chiamate Testimoni di Geova?’ Mentre rispondevo con la Bibbia a ciascuna domanda, tutti i parrocchiani cercavano i versetti e rimanevano sorpresi da quanto leggevano. Molti capirono di aver trovato la verità. Tutto il gruppo cominciò a studiare e alla fine 25 di loro si dedicarono a Geova”. Questo sensazionale avvenimento diede impulso all’opera a Santo Domingo.

      I Testimoni di Geova affermano la loro presenza

      L’assassinio di Trujillo ebbe molte ripercussioni negative sulla politica. L’Annuario del 1963 spiegava: “Le strade erano piene di soldati e le giornate caratterizzate da scioperi e violenza”. Nonostante il caos politico, l’opera di predicare e fare discepoli andava avanti e alla fine dell’anno di servizio 1963 era stato raggiunto un massimo di 1.155 proclamatori.

      Nel 1962 Nathan Knorr, della sede mondiale, andò in visita nella Repubblica Dominicana e dispose che venisse acquistato un terreno su cui costruire locali più grandi. Questo avrebbe permesso di coordinare adeguatamente l’opera di predicazione che era in rapida crescita. Furono costruiti un edificio a due piani e una Sala del Regno. Sabato 12 ottobre 1963 Frederick Franz, anche lui della sede mondiale, pronunciò il discorso di dedicazione dei nuovi edifici della filiale. Era chiaro che i Testimoni di Geova erano intenzionati a portare avanti la loro opera nella Repubblica Dominicana. Poco dopo la dedicazione arrivarono Harry e Paquita Duffield, gli ultimi missionari espulsi da Cuba.

      Crescita nonostante la rivoluzione

      Il 24 aprile 1965 il paese fu sconvolto da una rivoluzione. Durante i difficili giorni che seguirono, il popolo di Geova continuò a prosperare dal punto di vista spirituale. Nel 1970 c’erano 3.378 proclamatori in 63 congregazioni. Più della metà di loro erano entrati a far parte dell’organizzazione nei precedenti cinque anni. L’Annuario del 1972 riportava: “Erano di diversa estrazione sociale: meccanici, contadini, autisti, contabili, muratori, carpentieri, avvocati, dentisti e persino ex politici; tutti uniti dall’amore per la verità e per Geova”.

  • Servono più proclamatori
    Annuario dei Testimoni di Geova del 2015
    • Illustrazione a pagina 133

      REPUBBLICA DOMINICANA

      Servono più proclamatori

      La buona notizia raggiunge zone remote

      Col tempo arrivarono altri missionari, tra i quali Pete Paschal, Amos e Barbara Parker, Richard e Belva Stoddard, che avevano servito in Bolivia, e Jesse e Lynn Cantwell dalla Colombia. I missionari diedero ulteriore impulso alla fiorente opera di predicazione. Nel 1973 nelle piccole e grandi città della Repubblica Dominicana si assisteva a un’intensa attività d’istruzione biblica, ma la buona notizia non aveva ancora raggiunto chi viveva in zone remote del paese. Ci si organizzò quindi per provvedere aiuto spirituale alle popolazioni rurali. Quando fu chiesto se ci fossero volontari disponibili a predicare per un periodo di due mesi nelle zone di campagna, si fecero avanti 19 pionieri regolari. Tra dicembre 1973 e gennaio 1977, diversi gruppi di pionieri furono mandati in luoghi in cui fino ad allora si era predicato poco o non si era predicato per niente.

      “In cambio delle pubblicazioni ci davano polli, uova e frutta”

      Un pioniere che prese parte a questa speciale attività raccontò: “Dedicavamo un giorno a presentare il messaggio biblico e a lasciare pubblicazioni alle persone poi un altro giorno a rivisitare chi aveva mostrato interesse. Dato che le persone di campagna avevano pochi soldi, in cambio delle pubblicazioni ci davano polli, uova e frutta. Grazie a Geova non abbiamo mai patito la fame”. Molti sentirono leggere la Bibbia per la prima volta nella loro vita. In alcuni casi i leader religiosi avevano detto alle persone che Geova era il Diavolo. Restarono quindi sorprese nel leggere versetti come Salmo 83:18: “Tu, il cui nome è Geova, tu solo sei l’Altissimo su tutta la terra”. In alcuni posti l’interesse era così grande che vennero organizzate adunanze pubbliche.

      Altri missionari e una nuova filiale

      Nel settembre del 1979 Abigail Pérez e sua moglie Georgina arrivarono come missionari e svolsero il servizio nella circoscrizione. Nel 1987 agli altri missionari si aggiunsero Tom e Shirley Dean, diplomati di Galaad. Anche la presenza di servitori speciali a tempo pieno venuti da Puerto Rico ebbe un effetto positivo sul territorio. Nell’agosto del 1988 arrivarono nella Repubblica Dominicana anche Reiner e Jeanne Thompson, che avevano ricevuto la loro quinta assegnazione come missionari.

      Nel 1989 la media dei proclamatori era salita a 11.081, e il rapporto di 20.494 studi biblici indicava che c’erano tutti i presupposti per un’ulteriore crescita. Questa rapida crescita, però, comportava anche delle sfide. Ad esempio la filiale, che fino ad allora era stata adatta alle necessità, alla fine degli anni ’80 non lo era più. “Era sovraffollata”, dice Reiner Thompson, “e fu necessario cercare altri alloggi e usare depositi in diverse parti della città”.

      “Trovare un posto adatto in cui costruire una nuova filiale non fu facile”, spiega Reiner. “Poi un imprenditore che era a conoscenza della nostra necessità ci contattò. Disse che aveva un ottimo terreno e che voleva venderlo soltanto a testimoni di Geova. In passato possedeva un’azienda di confezioni sartoriali in cui la segretaria e diversi altri dipendenti erano testimoni di Geova. Negli anni la loro straordinaria onestà e il loro comportamento rispettoso l’avevano profondamente colpito. Dato che aveva grande stima dei Testimoni, offrì il terreno a un prezzo molto basso”. Nel dicembre del 1988 si procedette con l’acquisto e successivamente vennero acquisite tre porzioni di terra adiacenti. In totale la filiale e l’attigua Sala delle Assemblee si estendevano su una superficie di circa nove ettari.

      Centinaia di volontari locali e internazionali diedero una mano nei lavori di costruzione della nuova filiale e della Sala delle Assemblee. Gli edifici vennero dedicati nel novembre del 1996. Per l’occasione i membri del Corpo Direttivo Carey Barber, Theodore Jaracz e Gerrit Lösch si recarono nella Repubblica Dominicana e parteciparono al programma di dedicazione del sabato. Il giorno seguente fu presentato un programma speciale nei due più grandi stadi del paese e oltre 10.000 persone visitarono i nuovi edifici della filiale.

      Passano in Macedonia

      La storia del popolo di Geova nella Repubblica Dominicana sarebbe incompleta se non si parlasse del folto numero di Testimoni che vi si sono trasferiti per servire dove c’è maggior bisogno di proclamatori. Incoraggiati da racconti di un territorio fertile in senso spirituale dove si possono iniziare tanti studi biblici, alla fine degli anni ’80 molti cominciarono a trasferirsi nella Repubblica Dominicana passando, per così dire, “in Macedonia” (Atti 16:9). Questi volontari parlarono ad altri della gioia che provavano nell’opera di raccolta che era in corso nel paese. Il risultato fu che negli anni ’90 molti altri decisero di trasferirsi nella Repubblica Dominicana.

      Ne sono un esempio Stevan e Miriam Norager, della Danimarca, che servono nella Repubblica Dominicana dal 2001. Miriam aveva già servito nel paese insieme a sua sorella per un anno e mezzo. Cosa ha spinto questa coppia a spostarsi in un paese lontano e così diverso per lingua e cultura? “Entrambi abbiamo alle spalle famiglie spiritualmente forti con genitori che da giovani hanno servito come pionieri speciali e dopo la nascita dei figli hanno continuato come pionieri regolari”, dice Miriam. “I nostri genitori ci hanno sempre incoraggiato a spenderci completamente per Geova nel servizio a tempo pieno”.

      Stevan e Miriam sono pionieri speciali dal 2006 e hanno aiutato molte persone a conoscere la verità. “Le benedizioni sono infinite”, dice Stevan. “Qualsiasi difficoltà o problema di salute è nulla in confronto alle stupende esperienze che abbiamo avuto e alla gioia che si prova aiutando persone sincere a conoscere e ad amare Geova. Abbiamo anche trovato una grande famiglia di buoni amici. Servire nella Repubblica Dominicana ci ha insegnato a essere umili e pazienti. Inoltre condurre una vita semplice ha rafforzato la nostra fede e la nostra fiducia in Geova”.

      Illustrazione a pagina 134

      Jennifer Joy serve nella Repubblica Dominicana da più di 20 anni, dando una mano nel campo di lingua dei segni

      Jennifer Joy è una delle tante sorelle single che si sono trasferite nella Repubblica Dominicana per predicare. Quando nel 1992 Jennifer andò a trovare sua zia Edith White, missionaria di vecchia data, ottenne buoni risultati nel ministero. Poi incontrò altre sorelle straniere che si erano trasferite per servire dove il bisogno è maggiore. “Ero timida e avevo poca fiducia in me stessa”, dice Jennifer. “Ma mi sono detta: ‘Se ce la fanno loro, forse posso farcela anch’io’”.

      All’inizio Jennifer aveva deciso di rimanere soltanto un anno, invece ora è da più di 20 anni che serve nella Repubblica Dominicana. Ha aiutato molti a divenire servitori di Geova. Jennifer è stata felice di contribuire alla crescita nel campo di lingua dei segni, dando anche una mano nella preparazione del programma dei corsi di lingua.

      “Geova si è preso cura di me anno dopo anno, quindi perché mai dovrei dubitare che continui a farlo anche il prossimo anno?”

      Cosa fa Jennifer per mantenersi? “Ogni anno torno in Canada per lavorare alcuni mesi”, spiega. “Ho lavorato in diversi campi: fotografia, tinteggiatura, pulizia uffici, assemblaggio fanali e tappezzeria. Ho fatto anche la guida turistica, l’agente di viaggi, l’insegnante d’inglese e l’interprete”. Jennifer paragona la sua situazione a quella degli antichi israeliti nel deserto. “Vivevano di ogni parola della bocca di Geova”, dice. “Infatti Geova aveva dato la sua parola che si sarebbe preso cura di loro, ed è proprio quello che fece. Ogni giorno provvedeva loro il cibo necessario e faceva in modo che i loro vestiti e i loro sandali non si consumassero (Deut. 8:3, 4). Geova promette di prendersi cura anche di noi (Matt. 6:33). Finora Geova si è preso cura di me anno dopo anno, quindi perché mai dovrei dubitare che continui a farlo anche il prossimo anno?”

      Sono circa 1.000 gli evangelizzatori altruisti arrivati da posti diversi come Austria, Giappone, Polonia, Puerto Rico, Russia, Spagna, Stati Uniti, Svezia e Taiwan. Questi volontari disposti a servire dove c’è grande bisogno di proclamatori sono di 30 nazionalità diverse e servono in congregazioni di varie lingue: cinese, creolo di Haiti, inglese, italiano, lingua dei segni americana, russo e spagnolo. Proprio come l’apostolo Pietro, hanno detto: “Ecco, noi abbiamo lasciato ogni cosa e ti abbiamo seguito” (Mar. 10:28).

      La messe è grande (Matt. 9:37)

      CIRCA 1.000 volontari da 30 paesi diversi hanno accolto l’invito ad andare nella Repubblica Dominicana per dare una mano nella predicazione in varie lingue. Potreste farlo anche voi?

      Prospetto a pagina 136
      Grafico a pagina 137
  • Amano i loro fratelli
    Annuario dei Testimoni di Geova del 2015
    • Illustrazione alle pagine 138 e 139

      REPUBBLICA DOMINICANA

      Amano i loro fratelli

      Una nuova scuola per soddisfare un crescente bisogno

      Geova ha benedetto i tanti sforzi compiuti dai suoi servitori nella Repubblica Dominicana. Nel 1994 c’era una media di 16.354 proclamatori del Regno in 259 congregazioni. Quella entusiasmante crescita portò a un maggior bisogno di anziani e servitori di ministero capaci. Lo stesso anno, il Corpo Direttivo dispose che anche nella Repubblica Dominicana si tenesse la Scuola di Addestramento per il Ministero, sostituita ora dalla Scuola per evangelizzatori del Regno.

      Fino a ottobre del 2011 erano state organizzate 25 classi e si erano diplomati circa 600 fratelli. Attualmente più della metà dei diplomati è impegnata in qualche forma di servizio a tempo pieno, 71 sono stati assegnati come pionieri speciali e 5 come sorveglianti di circoscrizione. La filiale ha ospitato le prime dieci classi della scuola, dall’undicesima invece la sede è stata spostata a Villa González.

      “I Testimoni di Geova si prendono cura dei loro fratelli”

      Il 22 settembre 1998 l’uragano George si è abbattuto violentemente sulla Repubblica Dominicana con venti di 190 chilometri orari, causando danni di notevole entità. Migliaia di persone sono rimaste senza tetto e più di 300 hanno perso la vita. Un comitato di soccorso, con l’aiuto di un Comitato Regionale di Costruzione, ha allestito in una Sala del Regno di La Romana un centro per i soccorsi. Alle operazioni hanno partecipato circa 300 Testimoni, alcuni dei quali provenienti da 16 nazioni diverse.

      In totale c’è stato bisogno di ricostruire o riparare 23 Sale del Regno e oltre 800 case di fratelli e sorelle. Carmen, una pioniera regolare avanti negli anni, rimase sconvolta dopo che l’uragano aveva distrutto la casa in cui era vissuta per 38 anni. Ma quando una squadra di 15 fratelli arrivò per gettare le fondamenta della sua nuova casa, Carmen non riuscì a contenere la gioia. Disse: “Geova non ci dimentica mai e si prende cura di noi. Guarda che bella casa stanno costruendo per me i fratelli. I miei vicini hanno detto: ‘I Testimoni di Geova si prendono cura dei loro fratelli; si amano davvero’”. Commenti simili si udivano in tutto il paese mentre i soccorritori davano assistenza alle sorelle e ai fratelli traumatizzati dalla catastrofe.

      Sebbene l’uragano George sia stato devastante, gli amorevoli sforzi compiuti dal popolo di Geova hanno recato sollievo dal punto di vista fisico e spirituale ai fratelli colpiti da quella violenta tempesta. Ma ciò che più conta, gli sforzi altruistici dei volontari hanno recato lode a Geova, la fonte del vero conforto.

      Si costruiscono più Sale del Regno

      Il rapido afflusso di nuovi discepoli ha fatto crescere il bisogno di Sale del Regno. Di conseguenza, a novembre del 2000 i fratelli della Repubblica Dominicana hanno cominciato a costruire Sale del Regno avvalendosi del programma per i paesi con risorse limitate. In questo modo le congregazioni sono riuscite a costruire Sale del Regno belle e funzionali in circa otto settimane. A settembre del 2011, due squadre di costruzione avevano già costruito o ristrutturato circa 145 Sale del Regno.

      Grazie a questi edifici e ai volontari che hanno partecipato ai lavori di costruzione, si è data una potente testimonianza. Ad esempio, in una piccola città nella zona nord-ovest della Repubblica Dominicana, i fratelli avevano individuato un terreno su cui costruire una nuova Sala del Regno. Un pioniere speciale parlò con il proprietario in merito all’acquisto, ma la risposta che ricevette fu: “Non sprecate il vostro tempo; non ho alcuna intenzione di vendervi il terreno, specialmente se volete costruirci una chiesa”.

      Poco dopo quella conversazione, il proprietario del terreno andò a Puerto Plata per far visita a suo fratello che è un testimone di Geova avanti negli anni. Al suo arrivo scoprì che una famiglia di Testimoni aveva accolto in casa il fratello malato per prendersi cura di lui. Lo accompagnavano dal medico, alle adunanze e in predicazione. L’uomo chiese a suo fratello quanto pagasse per quell’assistenza. Lui gli rispose: “Non pago niente. Questi sono miei fratelli”.

      “Queste sono le persone più unite e gentili che io abbia mai visto”

      Il proprietario del terreno fu così toccato dalla straordinaria bontà dei Testimoni che chiamò il pioniere speciale con cui aveva parlato in precedenza per dirgli che aveva cambiato idea e che era disposto a vendere il terreno. I fratelli acquistarono il terreno e diedero il via ai lavori di costruzione della sala. In precedenza anche la moglie dell’uomo aveva un’opinione molto negativa dei Testimoni di Geova, ma quando vide il modo in cui i fratelli lavoravano insieme nel cantiere disse: “Queste sono le persone più unite e gentili che io abbia mai visto”.

  • Si fa fronte alla crescita
    Annuario dei Testimoni di Geova del 2015
    • Illustrazione a pagina 144

      REPUBBLICA DOMINICANA

      Si fa fronte alla crescita

      “Ogni sorta di uomini siano salvati”

      È volontà di Geova che “ogni sorta di uomini siano salvati e vengano all’accurata conoscenza della verità” (1 Tim. 2:4). In armonia con questo pensiero divino, i Testimoni di Geova della Repubblica Dominicana si sono sforzati coscienziosamente di predicare in ogni angolo del loro territorio, raggiungendo anche chi è recluso negli istituti penitenziari.

      Nel 1997, durante una delle visite settimanali nel carcere di Najayo a San Cristóbal, una coppia di pionieri speciali incontrò Gloria, una ragazza colombiana di 23 anni che era finita in prigione per traffico di droga. Gloria aveva già parlato con una sorella che era stata imprigionata ingiustamente. Per aiutarla a trovare la risposta alle sue domande sulla Bibbia, la coppia le portò il libro Ragioniamo facendo uso delle Scritture e altre pubblicazioni. Il suo entusiasmo e la sua voglia di imparare contagiarono altre detenute, così il gruppo che ogni settimana veniva visitato diventava sempre più numeroso.

      Grazie alla verità, Gloria fece straordinari cambiamenti e nel 1999 diventò proclamatrice non battezzata. Nel suo territorio, il carcere, dedicava ogni mese più di 70 ore alla predicazione e conduceva sei studi biblici con altre detenute che progredivano spiritualmente. Poi nel 2000 chiese e le fu concessa la grazia per buona condotta, fu quindi rilasciata e fatta rientrare in Colombia. Nel 2001, subito dopo essere tornata nel suo paese d’origine, si battezzò nonostante la sua famiglia si fosse opposta con forza.

      Illustrazione a pagina 142

      Gloria Cardona conobbe la verità mentre era in carcere. Adesso lei e il marito sono pionieri

      Dopo il battesimo Gloria ha iniziato a fare la pioniera. Ha sposato un fratello che serve come anziano ed entrambi sono pionieri regolari. Attualmente servono in una zona della Colombia dove il bisogno è maggiore. Gloria ha aiutato diversi dei suoi studenti a dedicare la propria vita a Geova e a battezzarsi. Si sente in debito verso Geova e pensa che il modo migliore per ripagarlo sia quello di dare agli altri ciò che lei stessa ha ricevuto: aiuto per conoscere la verità.

      Come mostra l’esperienza di Gloria, le sbarre di una prigione non hanno impedito ai detenuti di conoscere verità che possono salvare la vita. Rappresentanti della filiale si sono incontrati con alcuni funzionari del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria per richiedere un’autorizzazione che consenta ai fratelli di accedere a più carceri e tenere studi biblici. In seguito a quell’incontro, a 43 fratelli e a 6 sorelle è stato rilasciato un permesso per svolgere l’opera di insegnamento biblico all’interno di 13 carceri.

      “Allunga le corde della tua tenda”

      Alla fine del XX secolo, nella Repubblica Dominicana c’erano 21.684 proclamatori della buona notizia in 342 congregazioni e si conducevano 34.380 studi biblici. I presenti alla Commemorazione del 1999 furono 72.679. A seguito di quella crescita, il popolo di Geova accolse con senso di urgenza l’invito di Isaia: “Rendi più spazioso il luogo della tua tenda. E stendano i teli di tenda del tuo grande tabernacolo. Non ti trattenere. Allunga le corde della tua tenda” (Isa. 54:2).

      Adesso si presentava la sfida di realizzare una Sala delle Assemblee sufficientemente grande per il crescente numero di proclamatori. Nel 1996 fu completata la Sala delle Assemblee adiacente alla filiale di Santo Domingo. Questa struttura era adeguata per le congregazioni della capitale e delle zone limitrofe. Per contro, la Sala delle Assemblee di Villa González, utilizzata dalle altre congregazioni della Repubblica Dominicana, doveva essere urgentemente ristrutturata o sostituita.

      Nel 2001 il Corpo Direttivo approvò la costruzione, sul terreno di Villa González, di una nuova Sala delle Assemblee con 2.500 posti a sedere. I fratelli furono entusiasti di sapere che sarebbe nata anche una struttura dedicata alla Scuola di Addestramento per il Ministero (ora sostituita dalla Scuola per evangelizzatori del Regno). Sarebbe sorta accanto alla Sala delle Assemblee e avrebbe avuto alloggi, un’aula, una biblioteca, una cucina e una sala da pranzo. Nel 2004 Theodore Jaracz, del Corpo Direttivo, pronunciò il discorso di dedicazione dei nuovi edifici. Da allora, si sono diplomati studenti di 15 classi.

  • Il creolo di Haiti
    Annuario dei Testimoni di Geova del 2015
    • Illustrazione a pagina 148

      REPUBBLICA DOMINICANA

      Il creolo di Haiti

      Si comincia a predicare in creolo di Haiti

      Il campo di lingua spagnola è stato molto produttivo, ma col passare del tempo persone che parlano lingue diverse si sono trasferite nella Repubblica Dominicana e anche loro hanno accettato il nostro messaggio di speranza. Nella vicina Haiti, il creolo di Haiti è la lingua principale. Sebbene i rapporti tra Haiti e Repubblica Dominicana non siano sempre stati dei migliori, una fetta consistente della forza lavoro nella Repubblica Dominicana è composta da migliaia di haitiani la cui presenza negli ultimi anni è aumentata in modo esponenziale.

      Per anni le persone interessate alla verità che parlavano creolo di Haiti furono indirizzate alle congregazioni spagnole. Tuttavia, per dare loro maggior aiuto spirituale, nel 1993 il Corpo Direttivo chiese alla filiale della Guadalupa di invitare alcuni pionieri speciali a predicare in creolo di Haiti nella Repubblica Dominicana. Barnabé e Germaine Biabiany furono una della tre coppie che si offrirono di trasferirsi. “All’inizio avevamo solo due opuscoli in creolo di Haiti”, dice Barnabé. “Le altre pubblicazioni erano in francese, quindi dovevamo tradurre tutto dal francese al creolo di Haiti”.

      Nel gennaio del 1996 c’erano nove proclamatori a Higüey e dieci proclamatori a Santo Domingo disposti a dare una mano in questo nuovo campo linguistico. Così in entrambe le città venne formato un gruppo; col tempo i due gruppi divennero congregazioni. Successivamente però le congregazioni furono sciolte perché sembrava che molti haitiani, volendo imparare lo spagnolo, preferissero assistere alle adunanze in lingua spagnola. “Ci incontrammo con i fratelli del Reparto Servizio”, spiega Barnabé, “e sembrò opportuno interrompere temporaneamente le attività che si svolgevano in creolo di Haiti”.

      Nuovi sviluppi nella predicazione in creolo di Haiti

      Nel 2003 il Corpo Direttivo incaricò una coppia di missionari, Dong e Gladys Bark, di predicare nella Repubblica Dominicana a chi parlava creolo di Haiti. Per due anni si concentrarono sul territorio di Higüey e iniziarono a vedere buoni risultati. Il 1º giugno 2005 si arrivò alla formazione di una congregazione. Dong Bark, Barnabé Biabiany e un altro missionario, Steven Rogers, viaggiarono instancabilmente per tutto il paese predicando in creolo di Haiti.

      Illustrazione a pagina 148

      Ci furono dei buoni sviluppi e il numero delle congregazioni aumentò. Il 1º settembre 2006 fu formata la prima circoscrizione di cui facevano parte sette congregazioni e due gruppi; il sorvegliante di circoscrizione era Barnabé Biabiany.

      Negli anni seguenti molti altri missionari furono mandati nella Repubblica Dominicana per predicare in creolo di Haiti. Arrivarono per dare una mano anche molti volontari da vari luoghi, tra cui Canada, Europa e Stati Uniti. Un gruppo di fratelli qualificati fu incaricato di organizzare un corso di creolo di Haiti per fratelli e sorelle sia stranieri che del posto.

      Quando sentono uno straniero parlare creolo di Haiti, molti pensano subito che sia un testimone di Geova

      Il fatto che molti dominicani si stiano sforzando di imparare il creolo di Haiti sta avendo un effetto positivo sulla gente di Haiti. Adesso quando un proclamatore dominicano spiega le verità della Bibbia in creolo di Haiti, si crea un’atmosfera priva di tensioni che favorisce la predicazione del messaggio del Regno. Sono così tanti i fratelli che hanno imparato questa lingua che molti, quando sentono uno straniero parlare creolo di Haiti, pensano subito che sia un testimone di Geova.

      L’esperienza di una pioniera dominicana che ha partecipato a un corso di creolo di Haiti dimostra quanto sia potente l’effetto del nostro interessamento verso persone di altre culture. Mentre predicava, la sorella incontrò una coppia haitiana che mostrò un certo interesse. Tornò a visitarla per iniziare uno studio biblico. “Al mio arrivo”, racconta, “salutai la moglie con un bacio sulla guancia, com’è consuetudine tra le donne dominicane. La donna cominciò a piangere. Le chiesi: ‘C’è qualcosa che non va?’ Lei rispose: ‘Sono diversi anni che vivo in questo paese ed è la prima volta che qualcuno mi saluta con un bacio’”.

      La benedizione di Geova su quanto è stato fatto in questo campo ha permesso di raggiungere livelli di crescita straordinari. Al 1º settembre 2009 c’erano 23 congregazioni e 20 gruppi, quindi fu formata una seconda circoscrizione. I risultati ottenuti alla Commemorazione del 2011 indicarono che c’era ancora un grande potenziale di crescita. Ad esempio, gli 11 proclamatori della cittadina di Río Limpio furono entusiasti di vedere alla loro Commemorazione 594 presenti. Inoltre, quando venne organizzata la Commemorazione nella città di Las Yayas de Viajama, dove non c’erano proclamatori, i presenti furono 170. A settembre del 2011 c’erano 33 congregazioni e 21 gruppi. Così nel 2012 fu formata un’altra circoscrizione.

      La filiale della Repubblica Dominicana e quella di Haiti hanno collaborato per addestrare fratelli di entrambi i paesi. In creolo di Haiti sono stati tenuti cinque corsi della Scuola biblica per fratelli non sposati e quattro della Scuola biblica per coppie cristiane.

      Illustrazioni a pagina 148

      Si insegna il creolo di Haiti

      Creolo di Haiti

      Crescita dal 2005 al 2014

      • 2005

        Congregazioni: 1

        Gruppi: 6

        Illustrazione a pagina 149
      • 2014

        Congregazioni: 57

        Gruppi: 29

        Illustrazione a pagina 149
  • Terremoto ad Haiti
    Annuario dei Testimoni di Geova del 2015
    • Illustrazione a pagina 151

      REPUBBLICA DOMINICANA

      Terremoto ad Haiti

      Crescita nel campo di lingua cinese

      Nel 2005 un betelita di madrelingua cinese, Tin Wa Ng, fu nominato pioniere speciale perché predicasse alla vasta comunità cinese. Si trattava di un fratello nato e cresciuto nella Repubblica Dominicana i cui genitori dalla Cina erano emigrati a Santo Domingo.

      Il 1º gennaio 2008 si formò una congregazione di lingua cinese mandarino a Santo Domingo e nel 2011 un gruppo a Santiago. I 70 proclamatori, inclusi 36 pionieri regolari e diversi pionieri ausiliari, conducono ogni mese una media di 76 studi biblici.

      Ricerca nel campo di lingua inglese

      Nel 2007 c’erano 27.466 proclamatori attivi in 376 congregazioni e si conducevano 49.795 studi biblici. Non esisteva però una congregazione per la folta popolazione anglofona. Quindi, ad aprile del 2008, la filiale mandò i missionari Donald e Jayne Elwell a Santo Domingo per formare un gruppo di lingua inglese. Alcuni proclamatori pieni di entusiasmo iniziarono facendo una ricerca per capire dove vivessero le persone di lingua inglese. Poi organizzarono il territorio con l’obiettivo di dare completa testimonianza.

      A seguito di quegli sforzi, il gruppo inglese di Santo Domingo continuò a crescere e a luglio del 2009 venne formata una congregazione di 39 proclamatori. Ci furono sviluppi simili anche in altre zone della Repubblica Dominicana. A novembre del 2011 c’erano un gruppo e sette congregazioni di lingua inglese.

      Una donna sordocieca si schiera dalla parte di Geova

      Illustrazione a pagina 152

      Una pioniera speciale comunica con Lorys tramite la lingua dei segni tattile

      Lorys, rimasta orfana da piccola, è affetta da sindrome di Usher. È nata sorda e all’età di 16 anni ha iniziato a perdere la vista. Di giorno vede parzialmente, invece di notte è completamente cieca. Dopo il tramonto riesce a comunicare solo tramite la lingua dei segni tattile.

      Una coppia di pionieri speciali incontrò Lorys quando aveva 23 anni. A quel tempo viveva con un uomo sordo e la loro figlia udente di un anno. Lorys accettò l’invito ad assistere a un’adunanza e fu molto toccata da quello che apprese.

      Lorys fece subito dei cambiamenti. Ad esempio, quando comprese che era sbagliato convivere senza essere legalmente sposata, affrontò la questione con il compagno mettendo in chiaro che non era disposta a ignorare i princìpi biblici sulla moralità. Sorpreso dalla sua franchezza, l’uomo acconsentì a sposarla.

      Dopo il matrimonio, Lorys divenne proclamatrice e in breve tempo si battezzò. Nel frattempo, studiando con i Testimoni, imparò la lingua dei segni americana. Da allora insegna anche alla figlia questa lingua, riuscendo così a trasmetterle la verità.

      Un terremoto devastante colpisce Haiti

      Quella di martedì 12 gennaio 2010 è una data che rimarrà a lungo impressa nella mente dei dominicani e degli haitiani. Quel giorno Haiti fu colpita da un terremoto devastante. Il Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova autorizzò immediatamente la filiale della Repubblica Dominicana a inviare denaro alla filiale di Haiti per le operazioni di soccorso. Dato che si trattava di una somma di denaro consistente, come corriere fu scelto il medico della Betel, Evan Batista, un omone di 127 chili, alto 1 metro e 90.

      La decisione di scegliere il fratello Batista si rivelò provvidenziale, infatti quando arrivò alla frontiera gli fu detto che c’era disperato bisogno di personale medico specializzato. I feriti gravi venivano portati nella Sala delle Assemblee adiacente alla filiale di Haiti perché ricevessero le necessarie cure mediche. Quando appresero che il fratello Batista era il medico della Betel, i fratelli haitiani chiamarono la filiale della Repubblica Dominicana per chiedere se sarebbe potuto rimanere ad Haiti. Ovviamente la filiale fu d’accordo. Così si diede inizio a una massiccia operazione di soccorso per assistere i nostri fratelli ad Haiti, e questo solo a poche ore dal terremoto.

      Illustrazioni a pagina 155

      I fratelli hanno unito le loro forze per prestare soccorso ad Haiti dopo il terremoto del 2010

      Il Reparto Acquisti della filiale della Repubblica Dominicana contattò immediatamente i suoi fornitori abituali di prodotti alimentari. Si riuscirono a ottenere circa sette tonnellate di riso, fagioli e altri generi alimentari di prima necessità. Alle 2:30 di giovedì 14 gennaio i viveri furono spediti ad Haiti. A quanto pare erano i primi soccorsi che dall’estero raggiungevano la frontiera. Più tardi quello stesso giorno, altri tre medici partirono dalla Repubblica Dominicana e fecero un viaggio di sette ore per raggiungere la filiale di Haiti. Arrivarono la sera tardi, ma anziché sistemarsi nei propri alloggi, andarono direttamente dai feriti lavorando senza posa fino a mezzanotte. Il giorno dopo dalla Repubblica Dominicana arrivarono altri quattro medici e quattro infermiere. Le varie procedure chirurgiche furono eseguite in condizioni estremamente difficili, in una sala operatoria improvvisata all’interno della Sala delle Assemblee. Nella settimana successiva questa équipe di 12 persone si prese cura di oltre 300 feriti.

      Ogni giorno i feriti più gravi venivano portati nella Repubblica Dominicana per ricevere le cure necessarie. A volte, gli stessi veicoli che avevano trasportato aiuti umanitari fino ad Haiti erano utilizzati per portare d’urgenza i feriti nelle varie strutture ospedaliere della Repubblica Dominicana. La filiale organizzò Gruppi di visita ai pazienti per incoraggiare i feriti e assicurarsi che ricevessero le medicine e le provviste di cui avevano bisogno. Le congregazioni locali provvidero cibo e ospitalità ai familiari che accompagnavano i feriti.

      I Testimoni di Geova hanno distribuito circa 500 tonnellate di beni donati, che includevano 400.000 pasti

      Gli sforzi instancabili e altruistici del popolo di Geova all’indomani di questo disastro dimostrano quanto siano vere le parole di Proverbi 17:17: “Il vero compagno ama in ogni tempo, ed è un fratello nato per quando c’è angustia”. Le esperienze legate a questa tragedia hanno chiaramente dimostrato che, tramite il suo spirito e i fratelli, Geova sostiene i suoi leali servitori anche quando è in gioco la loro vita. Le intense operazioni di soccorso sono andate avanti per mesi. I Testimoni di Geova hanno distribuito circa 500 tonnellate di beni donati, che includevano 400.000 pasti. Un gran numero di fratelli e sorelle, tra cui 78 professionisti in campo medico provenienti da diverse parti del mondo, hanno generosamente messo a disposizione il loro tempo e le loro capacità.a

      a Per un resoconto più completo vedi Svegliatevi! di dicembre 2010, pagine 14-19.

  • Prospettive entusiasmanti
    Annuario dei Testimoni di Geova del 2015
    • Illustrazione alle pagine 158 e 159

      REPUBBLICA DOMINICANA

      Prospettive entusiasmanti

      Una buona reputazione

      I Testimoni di Geova sono presenti nella Repubblica Dominicana da circa settant’anni. In quest’arco di tempo si sono fatti una buona reputazione. Spesso la gente avvicina i proclamatori mentre predicano e chiede delle pubblicazioni. Non è strano sentire commenti del tipo: “Questa religione mi piace” oppure “Voi fate davvero quello che dice la Bibbia”.

      Questo è confermato da un’esperienza accaduta mentre veniva costruita una Sala del Regno su un terreno donato da un fratello. Quando il fratello andò a registrare la proprietà, scoprì che qualcun altro l’aveva già registrata in modo fraudolento; questa persona accusava addirittura il fratello di volersi appropriare indebitamente del terreno. La questione fu portata in tribunale. Si trattava di un caso alquanto complicato perché quella persona aveva dei documenti che sembravano dimostrare che il terreno fosse suo.

      A un certo punto, il giudice chiese all’avvocato del fratello chi stesse rappresentando. Quando l’avvocato disse di rappresentare un’associazione impiegata dai Testimoni di Geova, il giudice replicò: “Se è così, non c’è alcun motivo di dubitare. Conosco i Testimoni di Geova e so bene che sono onesti. Non cercherebbero mai di derubare qualcuno e impossessarsi di qualcosa che non appartiene loro”.

      Quando in tribunale furono presentate le prove, divenne chiaro che la persona citata in giudizio aveva usato documenti falsi, quindi il giudice emise una sentenza in favore dei Testimoni. “Non si tratta di un caso isolato”, ha detto l’avvocato del fratello. “Nei tribunali di tutto il paese, quando si fa menzione dei Testimoni di Geova si nota sempre un grande rispetto nei loro confronti”.

      Prospettive per il futuro

      Solo il tempo dirà quante persone ancora decideranno di studiare la Bibbia e servire il vero Dio. Nel frattempo si fa ogni sforzo per raggiungere le persone dal cuore sensibile. Ad esempio, nel 2013 i Testimoni di Geova della Repubblica Dominicana hanno dedicato alla predicazione oltre 11 milioni di ore e hanno condotto 71.922 studi biblici. È stato anche molto incoraggiante vedere 9.776 fratelli e sorelle impegnati in qualche forma del servizio di pioniere. Ad agosto dello stesso anno, 35.331 proclamatori hanno svolto con zelo l’opera di predicazione. Inoltre, i 127.716 presenti alla Commemorazione indicano che ci sono ottime prospettive di crescita.

      L’opera di predicare e fare discepoli nella Repubblica Dominicana ha senza dubbio avuto notevoli sviluppi da quella domenica di aprile del 1945, quando Lennart e Virginia Johnson arrivarono nel paese e iniziarono a predicare la buona notizia del Regno. I Testimoni di Geova della Repubblica Dominicana considerano preziosa la loro eredità spirituale e apprezzano i coraggiosi sacrifici fatti dalle passate generazioni di veri adoratori. Ma, quel che più conta, stimano altamente il privilegio che ora hanno di rendere “completa testimonianza riguardo al regno di Dio” (Atti 28:23). Attendono con ansia il giorno in cui tutti gli abitanti di quest’isola insieme ai compagni di fede di tutto il mondo canteranno all’unisono: “Geova stesso è divenuto re! Gioisca la terra. Si rallegrino le molte isole” (Sal. 97:1).

      Lo stand JW.ORG riscuote successo

      Allestito in una locale fiera del libro, questo stand ha attirato 4.723 visitatori in soli 12 giorni.

      • Ogni giorno lo stand è stato visitato da quasi 400 persone.

      • Sono stati richiesti 265 studi biblici.

      • A 1.159 visitatori è stato mostrato come navigare sul sito jw.org.

  • Ventidue persone lasciarono la Chiesa
    Annuario dei Testimoni di Geova del 2015
    • REPUBBLICA DOMINICANA

      Ventidue persone lasciarono la Chiesa

      Illustrazione a pagina 162

      GERMAN GOMERA era il penultimo di 11 figli. Dopo la morte di suo padre e di due sue sorelle, sua madre Luisa decise di trasferirsi con la famiglia in città. Lì si associarono alla Chiesa Mennonita di cui facevano parte i fratelli di Luisa e le loro famiglie.

      “Nel 1962 nella nostra città arrivò una coppia di pionieri speciali”, racconta German. “Si diceva che stessero fuorviando la gente con ‘insegnamenti diabolici’. Tuttavia, quando si presentarono alla porta della famiglia Piña, i Testimoni furono accolti in casa. Era una famiglia numerosa. Furono tutti colpiti dai modi gentili e amichevoli dei pionieri, così ascoltarono con attenzione quello che avevano da dire. A seguito di quella visita, la famiglia Piña e tre delle mie sorelle maggiori cominciarono a studiare.

      “Un giorno, quando i pionieri andarono a trovare la famiglia Piña”, continua German, “anche mamma fu invitata a partecipare all’incontro. Lessero alcuni versetti della Bibbia che parlavano della speranza di vivere per sempre sulla terra. Mamma domandò: ‘Come mai allora nella mia chiesa insegnano che andremo in cielo?’ Il fratello le mostrò cosa dice la Bibbia circa la risurrezione sulla terra; mamma fu soddisfatta della spiegazione e cominciò a parlare ad altri di ciò che aveva imparato.

      “Quando i pastori della Chiesa Mennonita vennero a sapere che dei fedeli stavano studiando con i Testimoni di Geova, cercarono di convincerli a smettere, ma lo fecero in modo aggressivo e minaccioso. Maximina, la madre della famiglia Piña, disse loro: ‘Sono abbastanza grande per prendere da sola le mie decisioni!’

      “Alla fine”, dice German, “22 persone lasciarono la Chiesa Mennonita e cominciarono ad assistere alle adunanze, che si tenevano in una casa presa in affitto. Mamma si battezzò nel 1965, io quattro anni più tardi, nel 1969 quando avevo 13 anni”.

      Illustrazione a pagina 163

      German e le sue sorelle servono Geova fedelmente

  • “Ho lottato come un leone”
    Annuario dei Testimoni di Geova del 2015
    • REPUBBLICA DOMINICANA

      “Ho lottato come un leone”

      Luis Eduardo Montás

      • NATO 1906

      • BATTEZZATO 1947

      • PROFILO Ex funzionario del partito politico di Rafael Trujillo. Ha conosciuto la verità e ha servito Geova fedelmente fino alla sua morte avvenuta nel 2000.

      Illustrazione a pagina 118

      LUIS, parente di Trujillo, era tesoriere del partito politico al potere, il Partido Dominicano. Tuttavia, Luis era disgustato dalla macchina politica di Trujillo e aveva spesso cercato di lasciare il suo incarico, ma il dittatore non glielo aveva mai permesso.

      Trujillo fece uccidere due fratelli di Luis, il quale da quel momento cercò per ben due volte di assassinare il dittatore. Comunque quei tentativi non furono mai ricondotti a lui. Luis ricorse addirittura all’aiuto dei medium spiritici per uccidere quell’uomo del quale disse: “Si comportava come una bestia e si considerava superiore a tutti gli altri”. A casa di un medium vide sul tavolo il libro “La verità vi farà liberi” e cominciò a leggerlo. Trovò così interessante quel libro che lo portò a casa sua. Ben presto concluse di aver trovato la verità che stava cercando.

      Mentre si trovava a Ciudad Trujillo, Luis andò a un’adunanza dei Testimoni di Geova, dove prese diversi libri e riviste. Passò tutta la notte a leggere quelle pubblicazioni e successivamente chiese uno studio biblico. Col tempo, ciò che stava imparando lo spinse ad abbandonare il regime di Trujillo. Non appena il dittatore lo venne a sapere, offrì a Luis la prestigiosa carica di console dominicano a Puerto Rico. Tuttavia, pur essendo consapevole della persecuzione che ne sarebbe derivata, Luis rifiutò l’offerta.

      “Fui maltrattato in ogni modo”, ricordò Luis, “e il governo mi tese ogni trappola immaginabile. Ma ero risoluto a rinunciare ai piaceri di questo mondo”. Luis diventò un proclamatore della buona notizia così zelante che i preti cattolici del posto lo soprannominarono “il predicatore”. Il 5 ottobre 1947, sei mesi dopo aver assistito alla sua prima adunanza, Luis si battezzò.

      Dopo il battesimo, Luis fu ricercato, imprigionato e messo in isolamento. Furono fatti diversi attentati alla sua vita. Tuttavia, ogni volta che veniva arrestato e portato in tribunale coglieva l’occasione per dare testimonianza. “Ho lottato come un leone per difendere la mia fede”, disse Luis, “e lo ricordo con gioia”.

      La condotta di Luis in qualità di fedele servitore di Dio non passò inosservata alla comunità. Nel 1994 il giornale dominicano El Siglo affermò: “Luis Eduardo Montás è conosciuto a San Cristóbal per la sua serietà. È una persona squisita, benigna e dallo spirito mite. Tutto ciò che si sa sul suo conto a San Cristóbal è strettamente legato alla sua vocazione di uomo cristiano”.

  • La speranza del Regno non è un sogno
    Annuario dei Testimoni di Geova del 2015
    • REPUBBLICA DOMINICANA

      La speranza del Regno non è un sogno

      Efraín De La Cruz

      • NATO 1918

      • BATTEZZATO 1949

      • PROFILO Nonostante sia stato imprigionato e picchiato brutalmente in sette penitenziari diversi, non ha mai perso la determinazione di predicare la buona notizia del Regno di Dio.

      Illustrazione a pagina 120

      NEL 1948 cominciai ad assistere alle adunanze dei Testimoni di Geova a Blanco Arriba con mia moglie Paula e mia figlia. Dovevamo percorrere 40 chilometri a piedi tra andata e ritorno, ma non perdemmo mai un’adunanza. Il 3 gennaio del 1949 io e Paula ci battezzammo.

      Sei mesi dopo, io e altri della congregazione fummo arrestati e condannati a tre mesi di carcere. Dovevamo dormire sul pavimento e ricevevamo solo un pasto al giorno che consisteva in banane verdi e tè. Quando fummo rilasciati, i funzionari del governo ci minacciarono con la certezza che non avremmo più predicato. Tuttavia, tornati a casa, riprendemmo di nascosto a frequentare le adunanze e a predicare. Dal momento che gli agenti del governo ci sorvegliavano di continuo, ci riunivamo in case private, nelle piantagioni di caffè oppure in fattorie. Invece di incontrarci sempre nello stesso luogo, al termine di ogni adunanza annunciavamo dove si sarebbe tenuta quella successiva. Predicavamo da soli, in abiti da lavoro e senza le pubblicazioni o la Bibbia. Nonostante questo, tra il 1949 e il 1959, scontai in sette diverse prigioni pene detentive che andavano dai tre ai sei mesi.

      Dovevo essere molto cauto perché alcuni di quelli che mi perseguitavano erano i miei stessi parenti. Anche se di notte mi rifugiavo tra le montagne o in una fattoria per non essere trovato, a volte venivo preso. A seguito di uno dei miei arresti, fui mandato a Ciudad Trujillo nella prigione di La Victoria, dove in ogni cella venivano tenuti dai 50 ai 60 prigionieri. Lì ricevevamo due pasti al giorno: mais al mattino e una piccola razione di riso e fagioli a mezzogiorno. Naturalmente, noi Testimoni predicavamo agli altri detenuti e tenevamo regolarmente le adunanze, durante le quali recitavamo brani biblici a memoria e raccontavamo esperienze avute nel ministero.

      L’ultima volta che sono stato arrestato, un soldato mi ha colpito alla testa e alle costole con il calcio del fucile. Anche se tuttora risento fisicamente di quelle percosse e di altri maltrattamenti, le prove che ho affrontato hanno rafforzato la mia fede, la mia perseveranza e la mia determinazione di servire Geova.

      Oggi, all’età di 96 anni, sono un servitore di ministero. Non posso più percorrere lunghe distanze, ma mi siedo davanti a casa e predico a tutti i passanti. Per me la speranza del Regno non è un sogno, ma una realtà. Continuo a parlare di questa speranza da più di 60 anni. Il nuovo mondo è reale per me oggi proprio come lo era il primo giorno in cui sentii parlare del messaggio del Regno.a

      a Efraín De La Cruz è deceduto mentre era in corso la stesura di questo testo.

  • Continuerò a essere una testimone di Geova
    Annuario dei Testimoni di Geova del 2015
    • REPUBBLICA DOMINICANA

      Continuerò a essere una testimone di Geova

      Ana María (Mary) Glass

      • NATA 1935

      • BATTEZZATA 1956

      • PROFILO Giovane cattolica fervente che dopo aver appreso le verità bibliche ha affrontato con coraggio l’opposizione da parte della famiglia, della Chiesa e dello Stato.

      Illustrazione a pagina 122

      ERO molto religiosa e partecipavo attivamente alla vita della Chiesa Cattolica. Cantavo nel coro e accompagnavo i preti ai ritiri spirituali dove officiavano la messa. Nel 1955 mia sorella mi parlò del paradiso futuro. Mi diede una Bibbia, l’opuscolo “Questa buona notizia del regno” e il libro “Sia Dio riconosciuto verace”. Rimasi affascinata da ciò che lessi, e chiesi al prete se potevo leggere la Bibbia. Mi disse che sarei “diventata pazza”, ma decisi di leggerla lo stesso.

      Dopo essermi trasferita a casa dei miei nonni a Boca Chica, un prete mi domandò perché non andassi in chiesa. Spiegai di aver scoperto che molte dottrine della Chiesa non trovano riscontro nella Bibbia. Il prete andò su tutte le furie. “Ascolta, signorina”, gridò, “sei una pecora che si è allontanata dal mio gregge”.

      “No”, risposi, “è lei che si è allontanato dal gregge di Geova, perché le pecore appartengono a Geova e non a un uomo”.

      Non misi più piede in chiesa. Mi trasferii da mia sorella e dopo soli sei mesi da che avevo sentito parlare per la prima volta della verità, mi battezzai. Diventai subito pioniera regolare. L’anno successivo sposai Enrique Glass, che serviva come sorvegliante di circoscrizione. Un giorno, mentre stavamo predicando in un parco a La Romana, la polizia arrestò Enrique. Mentre gli agenti lo portavano via, li inseguii e dissi: “Anch’io sono una testimone di Geova e anch’io stavo predicando. Perché non prendete pure me?” Ma non vollero arrestarmi.

      Enrique aveva già scontato in totale sette anni e mezzo di carcere. Questa volta fu condannato a una pena di 20 mesi. Andavo a trovare Enrique ogni domenica. Durante una delle mie visite, un comandante del carcere mi chiese: “Lei perché è qui?”

      Risposi: “Mio marito è stato imprigionato perché è un testimone di Geova”.

      “Lei è giovane e ha tutta la vita davanti”, disse. “Perché spreca il suo tempo con i Testimoni di Geova?”

      “Anch’io sono una testimone di Geova”, replicai. “Mi può anche uccidere e risuscitare sette volte, ma io continuerò a essere una testimone di Geova”. Infastidito, il comandante mi ordinò di andare via.

      Dopo la revoca del divieto imposto sull’opera, io ed Enrique servimmo per molti anni nella circoscrizione e nel distretto. Enrique si è addormentato nella morte l’8 marzo 2008. Io continuo a servire come pioniera regolare.

  • Geova ha raggiunto il cuore di tante persone
    Annuario dei Testimoni di Geova del 2015
    • REPUBBLICA DOMINICANA

      Geova ha raggiunto il cuore di tante persone

      Leonardo Amor

      • NATO 1943

      • BATTEZZATO 1961

      • PROFILO Ha conosciuto la verità da adolescente e serve Geova a tempo pieno da oltre 50 anni.

      Illustrazione a pagina 160

      MI BATTEZZAI nel 1961, circa un mese dopo l’assassinio di Trujillo. In quel periodo studiavo legge all’università. Mio padre voleva che diventassi avvocato, ma io mi rendevo conto che l’istruzione divina era superiore. Così, nonostante le pressioni di mio padre, lasciai l’università. Poco dopo fui nominato pioniere speciale.

      Uno dei posti in cui fui assegnato era La Vega, da sempre roccaforte del cattolicesimo. Nel periodo in cui servii lì, nessuno accettò la verità. Quando pronunciavo i discorsi pubblici l’unico presente era il mio compagno di servizio. Comunque, ricevevo il sostegno da Geova studiando la Bibbia, assistendo alle assemblee e pregando fervidamente. Chiedevo a Geova in preghiera se ci sarebbe mai stata una congregazione a La Vega. Sono felice di poter dire che oggi in questa città ci sono 6 Sale del Regno, 14 congregazioni e più di 800 proclamatori.

      Nel 1965 sposai Ángela e nel 1981 fummo invitati alla Betel. Quando mi battezzai, nella Repubblica Dominicana c’erano soltanto 681 proclamatori. Oggi ce ne sono oltre 36.000, e migliaia di persone assistono alle nostre assemblee. Ripensando al passato, è straordinario vedere come Geova abbia raggiunto il cuore di così tante persone con le verità bibliche.

      Illustrazione a pagina 161

      Comitato di Filiale (da sinistra): Reiner Thompson, Juan Crispín, Thomas Dean, Leonel Peguero, Leonardo Amor e Richard Stoddard

  • Da attivista ateo a servitore di Dio
    Annuario dei Testimoni di Geova del 2015
    • REPUBBLICA DOMINICANA

      Da attivista ateo a servitore di Dio

      Juan Crispín

      • NATO 1944

      • BATTEZZATO 1964

      • PROFILO Prima di conoscere la verità era ateo. Negli ultimi 50 anni ha servito Geova fedelmente.

      Illustrazione a pagina 164

      ERO un giovane deluso dalla religione e dalla sua storia piena di odio. Non riuscivo a capire perché Dio non avesse posto fine alla povertà e all’ingiustizia o come mai così tanti credenti non mettessero in pratica quello che dice la Bibbia. Così diventai ateo e mi convinsi che solo la rivoluzione potesse cambiare il mondo.

      Nel 1962 cominciai a leggere la rivista Svegliatevi! e più tardi, nel 1963, accettai di studiare la Bibbia con i Testimoni di Geova. Quello che imparai ebbe un notevole impatto su di me. Compresi che Dio non è responsabile delle atrocità commesse da molti gruppi religiosi e che ha un proposito amorevole per gli esseri umani. Due mesi dopo aver iniziato a studiare, cominciai a parlare ad altri di come il Regno di Dio avrebbe sostituito questo sistema di cose corrotto. Mi battezzai nel 1964 e fui nominato pioniere speciale nel 1966. Sono convinto che la verità mi ha salvato la vita; infatti molti dei giovani attivisti che frequentavo sono morti di morte violenta, sono finiti in prigione oppure sono dovuti scappare all’estero. Ringrazio Geova perché mi ha trasformato: prima ero un ateo senza speranza, adesso sono un servitore di Dio; servo colui che promette un giusto nuovo mondo.

      Illustrazione a pagina 165

      Il fratello Crispín mentre conduce l’adorazione mattutina alla Betel

  • Il primo sordo ad accettare la verità
    Annuario dei Testimoni di Geova del 2015
    • REPUBBLICA DOMINICANA

      Il primo sordo ad accettare la verità

      José Pérez

      • NATO 1960

      • BATTEZZATO 1982

      • PROFILO Da ragazzino, José si è avvicinato alla verità perché attratto dall’amore che i fratelli della congregazione gli hanno mostrato nonostante non conoscessero la lingua dei segni.

      Illustrazione a pagina 166

      DA BAMBINO persi l’udito e imparai la lingua dei segni in una scuola per sordi. All’età di 11 anni ebbi i primi contatti con la verità quando una famiglia di Testimoni del mio quartiere mi invitò a un’adunanza. Non capii i discorsi, ma fui accolto calorosamente perciò decisi di continuare a frequentare quelle adunanze. Molti componenti della congregazione mi invitavano a mangiare con loro o a svolgere altre attività insieme.

      Diventai proclamatore nel 1982 e in seguito quello stesso anno mi battezzai. Nel 1984 sposai Eva, anche lei sorda. Pur non comprendendo appieno alcune verità bibliche, fummo in grado di riconoscere l’organizzazione di Geova dall’amore che la contraddistingue; eravamo felici di stare nella congregazione (Giov. 13:35).

      Nel 1992 venne insegnata la lingua dei segni americana ad alcuni fratelli e sorelle. Quei proclamatori iniziarono ben presto a individuare le persone sorde e a portare loro la buona notizia. Poi, nel 1994, la predicazione alle persone sorde s’intensificò quando una coppia di Puerto Rico fu invitata alla filiale per insegnare la lingua dei segni a 25 fratelli e sorelle.

      In quello stesso anno io ed Eva iniziammo ad assistere alle adunanze del nuovo gruppo di lingua dei segni. Fu solo frequentando le adunanze in lingua dei segni che cominciammo a capire veramente i dettagli di insegnamenti biblici come la sfida di Satana alla sovranità universale di Geova e il ruolo del Regno messianico nel proposito di Dio.

      Il 1º dicembre 1995 furono formate congregazioni di lingua dei segni americana a Santo Domingo e a Santiago. Ad agosto del 2014 c’erano 26 congregazioni e 18 gruppi di lingua dei segni.

      Io ed Eva abbiamo insegnato ai nostri tre figli la lingua dei segni come prima lingua. Il più grande, Éber, collabora alla traduzione in lingua dei segni presso la filiale degli Stati Uniti. Io sono servitore di ministero e mia moglie Eva è una pioniera regolare.

      Crescita nel campo di lingua dei segni americana dal 1995 al 2014

      • 1995

        Congregazioni: 2

        Illustrazione a pagina 167
      • 2014

        Congregazioni: 26; gruppi: 18

        Illustrazione a pagina 167
  • Ha trovato uno scopo nella vita
    Annuario dei Testimoni di Geova del 2015
    • REPUBBLICA DOMINICANA

      Ha trovato uno scopo nella vita

      José Estévez

      • NATO 1968

      • BATTEZZATO 1989

      • PROFILO In cerca di una vita migliore, quando era ancora un ragazzino José si è trasferito dalla campagna alla città. Lì ha conosciuto la verità e negli anni ha sempre messo con zelo il Regno di Dio al primo posto.

      Illustrazione a pagina 168

      QUANDO all’età di 11 anni si trasferì a Santo Domingo, José si guadagnava da vivere lucidando scarpe e vendendo ghiaccio tritato e arance. Già da ragazzo si era fatto la reputazione di gran lavoratore. In seguito suo fratello, che era un testimone di Geova, lo prese a lavorare in casa sua. Un giorno José vide sul tavolo del salotto il libro Potete vivere per sempre su una terra paradisiaca e rimase sveglio tutta la notte per leggerlo. Si rese conto di aver trovato qualcosa che potesse dare uno scopo alla sua vita.

      Nel fine settimana successivo José andò nella Sala del Regno più vicina e si presentò come testimone di Geova. Disse ai fratelli che aveva compreso l’importanza di frequentare le adunanze e di predicare la buona notizia. Aggiunse che leggendo il libro Vivere per sempre aveva capito quali erano le cose sbagliate per i cristiani e assicurò loro che lui non faceva nessuna di quelle cose. Quindici giorni dopo, José diventò proclamatore. Si battezzò sei mesi più tardi, all’età di 21 anni.

      Dato che il suo orario di lavoro interferiva con le adunanze, José lasciò quel lavoro e ne iniziò un altro che gli faceva guadagnare solo un quarto di quello che guadagnava prima. Adesso, però, poteva frequentare le adunanze e svolgere il servizio di pioniere regolare. Tuttavia, dopo il matrimonio diventò padre di due bambini e dovette interrompere il servizio di pioniere.

      José era determinato a insegnare la verità ai suoi figli sin dall’infanzia. Infatti quando la moglie Josefina era al terzo mese di gravidanza del primo figlio, José cominciò a leggere ad alta voce Il mio libro di racconti biblici, sperando che il bimbo potesse sentirlo. Prima che Noé nascesse, José gli aveva già letto l’intero libro. Fece lo stesso con il loro secondo figlio, Neftalí.

      In seguito José diventò direttore generale di un’azienda dove guadagnava uno stipendio dieci volte superiore a quello precedente. Tuttavia nel 2008, quando i suoi due figli avevano 10 e 13 anni, lasciò il posto di direttore e iniziò nuovamente il servizio di pioniere, ma questa volta con la moglie e i figli. Dato che il suo stipendio era molto più basso, tutta la famiglia doveva collaborare per ridurre le spese. Tutti e quattro conducevano in totale circa 30 studi biblici ogni mese. Come assicurò Gesù, Geova benedice chi cerca prima il Regno (Matt. 6:33). Riponendo fiducia in questa promessa, José e la sua famiglia hanno potuto sperimentare di persona che Geova mantiene la sua parola.

  • Volevo smettere di servire Dio
    Annuario dei Testimoni di Geova del 2015
    • Illustrazione a pagina 171

      REPUBBLICA DOMINICANA

      Volevo smettere di servire Dio

      Martín Paredes

      • NATO 1976

      • BATTEZZATO 1991

      • PROFILO Martín studiava per diventare prete quando ha conosciuto la verità. Da allora ha aiutato molti a divenire veri adoratori di Dio.

      Illustrazione a pagina 170

      SONO cresciuto in una famiglia molto cattolica che voleva che diventassi prete. Così, quando avevo 12 anni frequentai tre corsi in cui fui istruito da diversi preti. Nel 1990, all’età di 14 anni, fui invitato in uno dei migliori seminari del paese.

      Feci rapidi progressi e mi fu detto che se avessi continuato a impegnarmi, sarei potuto diventare vescovo. Tuttavia, rimasi deluso: invece di studiare la Bibbia, studiavamo filosofie di uomini. Inoltre i preti erano persone molto immorali. Dato che divenni anche oggetto delle loro molestie sessuali, volevo smettere di servire Dio.

      In quel periodo una coppia di missionari fece visita al contabile del seminario e gli diede il libro I giovani chiedono... Risposte pratiche alle loro domande. Presi in prestito quel libro e lo lessi da cima a fondo. Pensai: “È proprio quello che sto cercando”. Lasciai il seminario e iniziai a studiare con i Testimoni e a frequentare le adunanze. Otto mesi dopo, nel luglio del 1991, mi battezzai. Cominciai a svolgere il servizio di pioniere regolare e in seguito sposai una pioniera di nome María. Dal 2006 serviamo come pionieri speciali. Anziché smettere di servire Dio, ora amo aiutare chi è assetato di verità a divenire un vero adoratore di Dio.

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