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  • w94 1/12 pp. 25-27
  • I diplomati di Galaad, ansiosi di diffondere la buona notizia

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  • I diplomati di Galaad, ansiosi di diffondere la buona notizia
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1994
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1994
w94 1/12 pp. 25-27

I diplomati di Galaad, ansiosi di diffondere la buona notizia

“LA COSA più meravigliosa che potessimo mai immaginare”. Così Anders e Amalia Groth hanno definito l’addestramento ricevuto come missionari. Esprimendo i sentimenti di tutti e 48 i diplomati della 97ª classe della Scuola missionaria di Galaad (Watchtower Bible School of Gilead), hanno aggiunto: “L’addestramento di Galaad ci ha motivati e preparati, perciò siamo ansiosi di raggiungere i paesi cui siamo stati assegnati”.

Possiamo avvertire questa gioia ascoltando i commenti degli studenti sul programma del conferimento dei diplomi, al quale hanno assistito 6.420 persone convenute per l’occasione il 4 settembre 1994.

“Theodore Jaracz, del Corpo Direttivo, ha dato inizio al programma parlando sul tema ‘Ammaestràti da Geova’”, ricordano David Abel e sua moglie Kelli. “Non dimenticheremo mai il punto messo in risalto dal fratello Jaracz con le parole: ‘Dobbiamo riconoscere la nostra piccolezza in confronto a Geova’, illustrandolo poi con la vigorosa lezione contenuta nei capitoli 38 e 39 di Giobbe. Il fratello Jaracz ha indicato che, anche se tramite la Scuola di Galaad abbiamo accresciuto la nostra conoscenza biblica, non conosciamo la risposta a tutte le domande. Dobbiamo continuare a studiare la Parola di Dio”.

In quanto a Christian e Angele Coffy, hanno detto: “Ci ha colpito il discorso di Max Larson dal tema ‘Quanto è importante un buon fondamento?’ Ci è piaciuto il paragone fra noi e un edificio che ha bisogno di buone fondamenta su un terreno solido per mantenere la stabilità anche durante un terremoto. Studiando diligentemente possiamo avere una più stretta relazione con Geova e basare la nostra fede su una conoscenza profonda, in modo da rimanere stabili nei momenti difficili”.

“Il discorso di Milton Henschel, presidente della scuola, intitolato ‘I campi sono bianchi da mietere’, sarà ricordato a lungo”, hanno osservato Gary e Lynn Elfers. “La scrittura chiave, Giovanni 4:35-38, sottolineava che abbiamo il privilegio di entrare in un campo in cui altri operai hanno già seminato. Questo ci spronerà a lavorare con un senso di urgenza”. Sullo stesso tono Jan e Sirpa Vaahtola hanno detto: “Il fratello Henschel ha reso più intensa la nostra aspettativa in relazione alla mietitura che ci attende menzionando l’ultimo rapporto dell’opera negli Stati Baltici. In Estonia c’è stato un aumento del 51 per cento, in Lettonia del 106 per cento e in Lituania del 51 per cento. Entusiasmante! I fratelli locali stanno implorando il Signore che mandi più operai. Siamo stati particolarmente felici di udire queste notizie perché la nostra destinazione sarà l’Estonia!”

“Joel Adams ha poi svolto il tema ‘Confidate in Geova’”, ricordano Kevin ed Evelyn Cortina. “Ci ha consigliato di non pensare mai che certe volte possiamo confidare in Geova e altre volte possiamo appoggiarci al nostro proprio intendimento. Nel paese dove saremo mandati incontreremo difficoltà in vari campi: salute, cibo, lingua, usanze e via dicendo. Per tutte queste cose dovremo avere fiducia in Geova”.

È stata poi la volta di Gerrit Lösch, membro del Corpo Direttivo, che ha trattato il soggetto “Continuiamo a riflettere la misericordia di Geova”. Alen e Ann Maria Gokavi hanno detto: “Ci ha fatto capire che è segno di maturità cristiana mostrare misericordia ai fratelli che svolgono il servizio missionario con noi e a quelli cui annunciamo la buona notizia. Un’assegnazione di servizio all’estero comporta sacrifici, ma se non abbiamo misericordia i nostri sacrifici valgono ben poco”. (Matteo 9:13) Peter e Fleur Hupston hanno aggiunto: “Il fratello Lösch ha detto che dovremmo essere misericordiosi anche con i nostri fratelli, osservandoli per così dire col binocolo alla rovescia, in modo da minimizzare i loro difetti anziché ingigantirli”.

“Jack Redford, uno degli insegnanti di Galaad, ha quindi parlato sul tema ‘Ascoltate la riprensione?’”, ricordano Mickey e Sherry Minsky. “Egli ha spiegato che l’orgoglio rende difficile accettare la riprensione e che se ce la prendiamo troppo quando riceviamo consigli, non ne trarremo giovamento. Ha poi dato alcuni suggerimenti pratici su come accettare la riprensione, basati su Lamentazioni 3:27-31”. Charles e Joan Held hanno aggiunto: “Il più delle volte non ci accorgiamo proprio delle nostre manchevolezze; dobbiamo quindi considerare la riprensione un mezzo per farci vedere cose che altrimenti non noteremmo. La riprensione o il consiglio di Geova è una dimostrazione del suo amore per noi”.

“Un altro insegnante, Ulysses Glass, ha trattato il soggetto ‘Acquistate la saggezza che porta alla vita’. Ha chiesto: ‘Che farete di ciò che avete imparato?’”, raccontano Kenneth e Lisbeth Ardkäll. “Poi ha fatto un’illustrazione basata su Proverbi 30:24-26 riguardo alla piccola procavia e a come Geova l’ha efficacemente dotata del necessario per sopravvivere. Noi non siamo istintivamente saggi, per cui dobbiamo sforzarci di acquistare saggezza. Geova ci ha fornito tutto il necessario per farlo. Finché continueremo a tenerci stretti a Geova e gli uni agli altri nell’amore, avremo ottimi risultati”.

Il discorso principale

“Nel suo discorso intitolato ‘Un gioiello fra i gioielli’, il fratello Karl F. Klein, membro del Corpo Direttivo, ha fatto una calorosa considerazione del Salmo 19”, hanno detto Jay e Gwen Abraczinskas. “Ha messo in evidenza il profondo apprezzamento che il salmista Davide aveva per Geova e l’amore che nutriva per la Parola di Dio”. Come hanno osservato Keith e Donna Hornback, “il fratello Klein ha diviso il salmo in tre parti. La prima parte (versetti 1-6) mostra l’apprezzamento di Davide per la creazione di Dio, la seconda (versetti 7-10) esprime il suo apprezzamento per le leggi di Dio e la terza (versetti 11-14) ci ricorda che, come Davide, dovremmo provare il desiderio di stringere una buona relazione con Geova”.

“Ci è piaciuto il punto secondo cui il timore di Geova è indispensabile per evitare il male. Ci aiuta a fare ciò che è puro ai Suoi occhi”, hanno detto David e Raylene Long. Frank e Vibeke Madsen hanno espresso la stessa opinione. “I commenti del fratello Klein sull’utilità dei rammemoratori, delle leggi e dei comandamenti di Geova hanno ben riassunto ciò che abbiamo imparato a Galaad”, hanno detto. “Questo ci ha resi ancor più determinati ad attenerci in futuro alla Parola di Dio e a considerarla come uno scrigno pieno di gioielli”.

Dopo il discorso principale c’è stata la consegna dei diplomi agli studenti e sono stati letti i nomi dei paesi ai quali sono stati assegnati. Dopo un intervallo per uno spuntino, tutti sono tornati ai loro posti per la sessione pomeridiana. È stato tenuto uno studio Torre di Guardia abbreviato e i diplomati hanno risposto alle domande.

“Ha quindi avuto inizio il programma svolto dagli studenti e intitolato ‘Addestràti per divenire proclamatori del Regno in tutta la terra’”, ricordano Bob e Shannon Lakatos. “Nella prima parte del programma sono state narrate esperienze avute dagli studenti nel servizio di campo durante i cinque mesi del corso. È stato dato risalto all’efficace uso di domande nel nostro ministero. Una parte con interviste ha evidenziato in quali modi positivi si possono affrontare le sfide e le mutevoli circostanze della vita missionaria. La proiezione di diapositive di tre paesi — Costa Rica, India e Malawi — ci ha dato un’idea dell’organizzazione mondiale di Geova”.

“Il dramma che è stato poi rappresentato, Siate teocratici, non mondani, ha illustrato l’effetto negativo che possono avere parenti mondani che hanno un atteggiamento indipendente”, hanno spiegato Jesse e Michelle Duncan. Secondo Wenzel e Kelly Koula, “ha messo in evidenza che i cristiani devono riconoscere la necessità e l’utilità delle norme e delle direttive teocratiche”.

Lo splendido programma si è concluso col cantico e la preghiera finale. I pensieri dei diplomati mentre se ne andavano, pieni di aspettativa per ciò che li attendeva nei 18 paesi cui erano stati assegnati, sono stati ben compendiati in quest’ultimo commento di Tommi e Jael Kauko: “Siamo ansiosi di raggiungere la nostra destinazione e di mettere in pratica ciò che abbiamo imparato. Abbiamo ricevuto moltissimo: ora tocca a noi dare”.

[Immagine a pagina 26]

I diplomati della 97a classe della Scuola missionaria di Galaad

Nel seguente elenco le file sono numerate a partire da quella anteriore e i nomi sono elencati da sinistra a destra.

(1) J. Hong; D. Hong; A. Groth; E. Cortina; S. Lakatos; D. Hornback; L. Acevedo; A. Coffy. (2) L. Elfers; A. Gokavi; L. Ardkäll; G. Abraczinskas; K. Knott; T. Lizer; K. Abel; D. Abel. (3) M. Duncan; A. Gokavi; J. Held; F. Hupston; B. Lakatos; R. Long; S. Minsky; E. Acevedo. (4) K. Ardkäll; J. Kauko; S. Vaahtola; K. Cortina; N. Carson; M. Minsky; G. Lizer; K. Koula. (5) J. Duncan; J. Abraczinskas; J. Vaahtola; F. Madsen; V. Madsen; D. Long; C. Carson; G. Elfers. (6) T. Kauko; P. Hupston; C. Held; A. Groth; K. Hornback; W. Koula; D. Knott ; C. Coffy.

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