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“Serviremo Geova nostro Dio”La Torre di Guardia 1986 | 15 dicembre
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2. (a) In che modo Giosuè diede prova di ubbidire anche nei minimi dettagli? (b) Cosa accadde sul Gherizim e sull’Ebal?
2 Dopo la netta vittoria conseguita ad Ai, Giosuè prestò attenzione alle particolareggiate istruzioni che si trovano in Deuteronomio 27:1–28:68. Sul monte Ebal eresse un altare di pietre intere e su di esso eseguì il comando: “Vi devi offrire sacrifici di comunione e mangiarli, e ti devi rallegrare dinanzi a Geova tuo Dio”. Altre pietre furono erette come memoriale, vennero imbiancate, e su di esse si scrissero le parole della Legge. Quindi le tribù furono divise: una parte doveva stare sul monte Gherizim “per benedire il popolo”, e l’altra “sul monte Ebal per la maledizione”. Ad alta voce i leviti proclamarono le maledizioni per la disubbidienza, e tutto il popolo rispose: “Amen!”
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“Serviremo Geova nostro Dio”La Torre di Guardia 1986 | 15 dicembre
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L’ispirato libro biblico di Deuteronomio (in ebraico Mishneh’ hattoràh, che significa “Ripetizione della Legge”) è composto quasi per intero da quattro discorsi di Mosè; questi discorsi fecero ben capire agli israeliti che dovevano ubbidire alle leggi dichiarate in precedenza da Geova. Mosè spese quattro volte più parole per mettere in guardia contro la disubbidienza e per parlare delle risultanti “maledizioni” di quante ne spese per descrivere le “benedizioni”. Sul monte Ebal Giosuè avvertì nuovamente gli israeliti del fatto che dovevano ubbidire.
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