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  • Chi sopravvivrà al “giorno di Geova”?
    La Torre di Guardia 1997 | 15 settembre
    • Ma che dire dell’opera del successore di Elia, il profeta Eliseo? — 1 Re 19:15, 16.

      2. (a) Quale fu l’ultimo miracolo di Elia, e il primo di Eliseo? (b) Che prova c’è che Elia non andò in cielo?

      2 L’ultimo miracolo compiuto da Elia fu la divisione delle acque del Giordano, che egli colpì con la sua veste ufficiale. Grazie a questo miracolo Elia ed Eliseo attraversarono il fiume sull’asciutto. Mentre camminavano sulla sponda orientale del fiume, un turbine trasportò Elia in un’altra località della terra. (Vedi a pagina 15 il riquadro “A quali cieli ascese Elia?”). La veste ufficiale di Elia rimase sul posto. Quando Eliseo la prese e la usò per colpire il Giordano, le acque si divisero di nuovo, permettendogli di riattraversarlo sull’asciutto. Questo miracolo rese evidente che Eliseo era diventato il successore di Elia nel promuovere la vera adorazione in Israele. — 2 Re 2:6-15.

      Qualità essenziali

      3. Cosa dissero Paolo e Pietro circa la presenza di Gesù e “il giorno di Geova”?

      3 Secoli dopo Elia ed Eliseo, gli apostoli Paolo e Pietro misero in relazione un veniente “giorno di Geova” con la presenza di Gesù Cristo e gli allora futuri “nuovi cieli e nuova terra”. (2 Tessalonicesi 2:1, 2; 2 Pietro 3:10-13) Per sopravvivere al grande giorno di Geova — quando Dio distruggerà i suoi nemici e salverà il suo popolo — dobbiamo ricercare Geova e manifestare mansuetudine e giustizia. (Sofonia 2:1-3) Comunque, mentre esamineremo gli avvenimenti che ebbero per protagonista il profeta Eliseo, noteremo anche altre qualità.

      4. Che ruolo ha lo zelo nel servizio di Geova?

      4 Per sopravvivere al “giorno di Geova” è essenziale avere zelo per il servizio di Dio. Elia ed Eliseo furono zelanti nel servizio di Geova. Con uno zelo analogo, oggi il rimanente dei cristiani unti rende sacro servizio a Geova e prende la direttiva nel predicare la buona notizia.a Dalla metà degli anni ’30 i suoi componenti hanno incoraggiato tutti coloro che accettavano il messaggio del Regno e speravano di vivere per sempre sulla terra a dedicarsi a Geova e a battezzarsi. (Marco 8:34; 1 Pietro 3:21) Milioni di persone hanno accolto questo invito. Un tempo erano nelle tenebre spirituali e morte nel peccato, ma ora hanno appreso la verità di Dio, hanno accettato la speranza della vita eterna in un paradiso terrestre e servono Geova con zelo. (Salmo 37:29; Rivelazione [Apocalisse] 21:3-5) Con il loro zelo, la loro collaborazione, la loro ospitalità e altre opere buone recano ristoro ai fratelli spirituali di Cristo che sono ancora sulla terra. — Matteo 25:31-46.

      5. Perché è così importante fare del bene ai “fratelli” di Gesù, e che esempio possiamo trarre dai giorni di Eliseo?

      5 Quelli che fanno del bene ai “fratelli” di Gesù perché riconoscono che sono suoi unti seguaci possono sperare di sopravvivere al “giorno di Geova”. Una coppia che viveva nel villaggio di Sunem fu grandemente benedetta per aver trattato in maniera benigna e ospitale Eliseo e il suo servitore. Questa coppia non aveva figli, e il marito era vecchio. Ma Eliseo promise alla sunamita che avrebbe partorito un figlio, e così avvenne. Alcuni anni dopo, quando questo figlio unico morì, Eliseo andò a Sunem e lo risuscitò. (2 Re 4:8-17, 32-37) Che grandi ricompense ebbero per aver mostrato ospitalità a Eliseo!

      6, 7. Che esempio diede Naaman, e che relazione ha questo col sopravvivere al “giorno di Geova”?

      6 Per accettare la guida scritturale impartita dai “fratelli” di Cristo e sperare così di sopravvivere al giorno di Geova ci vuole umiltà. Naaman, comandante dell’esercito siro affetto da lebbra, dovette mostrare umiltà per seguire il suggerimento di una ragazzina israelita schiava e andare in Israele in cerca di Eliseo per farsi guarire. Eliseo, invece di uscire di casa per andare incontro a Naaman, gli mandò questo messaggio: “Ti devi bagnare sette volte nel Giordano perché la tua carne ti ritorni; e sii puro”. (2 Re 5:10) Ferito nell’orgoglio, Naaman si adirò, ma allorché si recò umilmente al Giordano e vi si immerse sette volte, “la sua carne tornò come la carne di un ragazzino e divenne puro”. (2 Re 5:14) Prima di tornare a casa Naaman andò di nuovo a Samaria per ringraziare il profeta di Geova. Deciso a non approfittare materialmente dei poteri concessigli da Dio, Eliseo uscì incontro a Naaman ma non accettò nessun dono. Naaman disse umilmente a Eliseo: “Il tuo servitore non offrirà più olocausto o sacrificio a nessun altro dio, ma solo a Geova”. — 2 Re 5:17.

      7 Oggi, seguendo umilmente i consigli scritturali degli unti, milioni di persone vengono riccamente benedette. Inoltre, esercitando fede nel sacrificio di riscatto di Gesù, queste persone di cuore retto sono state rese spiritualmente pure. Ora hanno il privilegio di essere amiche di Geova Dio e Gesù Cristo. (Salmo 15:1, 2; Luca 16:9) E la loro devozione a Dio e al suo servizio sarà ricompensata, in quanto esse verranno risparmiate dalla distruzione eterna che sta per abbattersi sugli orgogliosi peccatori impenitenti nel “giorno di Geova” che si avvicina rapidamente. — Luca 13:24; 1 Giovanni 1:7.

      “Chi è per me? Chi?”

      8. (a) Che atteggiamento hanno verso il compiere la volontà di Dio quelli che sopravvivranno al “giorno di Geova”? (b) Che incarico ricevette Ieu? (c) Cosa doveva accadere a Izebel?

      8 Coloro che sperano di sopravvivere al “giorno di Geova” devono anche essere decisi nel fare la volontà divina. Elia predisse intrepidamente la distruzione della famiglia di Acab, costituita da assassini e adoratori di Baal. (1 Re 21:17-26) Comunque, prima che questa sentenza fosse eseguita, Eliseo, successore di Elia, dovette portare a termine una certa opera rimasta incompiuta. (1 Re 19:15-17) Quando arrivò il tempo stabilito da Geova, Eliseo ordinò a un servitore di andare a ungere Ieu, capo dell’esercito, come nuovo re d’Israele. Dopo avergli versato dell’olio sulla testa, il messaggero disse a Ieu: “Geova l’Iddio d’Israele ha detto questo: ‘In effetti ti ungo come re sul popolo di Geova, cioè su Israele. E devi abbattere la casa di Acab tuo signore, e io devo vendicare il sangue dei miei servitori i profeti e il sangue di tutti i servitori di Geova dalla mano di Izebel. E l’intera casa di Acab deve perire’”. La malvagia regina Izebel sarebbe stata gettata in pasto ai cani e non avrebbe ricevuto una degna sepoltura. — 2 Re 9:1-10.

  • Chi sopravvivrà al “giorno di Geova”?
    La Torre di Guardia 1997 | 15 settembre
    • Serviamo con lo zelo di Eliseo

      16, 17. (a) Come sappiamo che Eliseo fu zelante sino alla fine della sua vita? (b) Cosa dovremmo fare con le frecce della verità?

      16 Finché “il giorno di Geova” non porrà fine all’intero malvagio sistema di cose di Satana, i servitori di Dio devono essere coraggiosi e zelanti come Eliseo. Oltre all’attività che svolse quale servitore di Elia, Eliseo prestò servizio da solo come profeta di Geova per oltre 50 anni! E rimase zelante sino alla fine della sua lunga vita. Poco prima di morire ricevette la visita del re Ioas, nipote di Ieu. Eliseo gli disse di tirare una freccia dalla finestra. La freccia raggiunse il bersaglio ed Eliseo esclamò: “Freccia di salvezza di Geova, sì, freccia di salvezza contro la Siria! E certamente abbatterai la Siria ad Afec fino al punto di finirla”. Dietro richiesta di Eliseo, Ioas tirò delle frecce a terra. Ma lo fece senza zelo, colpendola solo tre volte. Allora Eliseo disse che allo stesso modo Ioas avrebbe riportato solo tre vittorie sulla Siria, come infatti accadde. (2 Re 13:14-19, 25) Il re Ioas non abbatté la Siria completamente, “fino al punto di finirla”.

      17 Con uno zelo simile a quello di Eliseo, l’unto rimanente prosegue invece l’offensiva contro la falsa adorazione. I suoi compagni con la speranza terrena fanno altrettanto. Inoltre tutti quelli che sperano di sopravvivere al “giorno di Geova” fanno bene a ricordare le parole dello zelante Eliseo circa il colpire la terra. Prendiamo le frecce della verità e colpiamo con zelo, ripetutamente, finché Geova non dica che la nostra opera con esse è stata completata.

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