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Una lunga battaglia legale si conclude con una vittoriaLa Torre di Guardia 2011 | 15 luglio
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“IN TESTIMONIANZA”
Per dimostrare che il bando di Mosca era illegale, nel dicembre del 2004 i nostri avvocati si rivolsero alla Corte europea dei diritti dell’uomo. (Vedi il riquadro “Perché una sentenza russa viene riesaminata in Francia”, a pagina 6). Sei anni dopo, il 10 giugno 2010, la Corte emise all’unanimità una sentenza che scagionava completamente i testimoni di Geova.e La Corte esaminò tutte le accuse mosse nei nostri confronti e le giudicò assolutamente infondate. Affermò inoltre che la Russia era legalmente tenuta “a porre fine alla violazione riscontrata dalla Corte e a fare tutto il possibile per annullarne le conseguenze”. — Vedi il riquadro “La sentenza della Corte europea”, a pagina 8.
Le conclusioni della Corte, che dimostrano in maniera articolata come la Convenzione europea sui diritti dell’uomo protegga le attività dei testimoni di Geova, sono vincolanti non solo per la Russia, ma anche per gli altri 46 paesi membri del Consiglio d’Europa. Cosa ancor più importante, grazie all’ampiezza e alla profondità dell’analisi, in fatto e in diritto, la sentenza verrà letta con interesse da giuristi, magistrati, legislatori e difensori dei diritti umani di tutto il mondo. Nelle proprie conclusioni, infatti, la Corte si richiama a otto sentenze precedentemente emesse in favore dei testimoni di Geova dalla stessa Corte europea, oltre che a nove vittorie riportate dai testimoni di Geova presso tribunali di alto grado in Argentina, Canada, Giappone, Regno Unito, Russia, Spagna, Stati Uniti e Sudafrica. Tali precedenti, come pure le solide argomentazioni della Corte a confutazione delle accuse mosse dal pubblico ministero di Mosca, costituiscono un efficace strumento che la comunità mondiale dei testimoni di Geova potrà usare a difesa della propria fede e delle proprie attività.
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e Il 22 novembre 2010 un collegio di cinque giudici della Grande Camera della Corte europea dei diritti dell’uomo ha respinto la richiesta della Russia che il caso fosse rinviato innanzi alla Grande Camera stessa. In tal modo la sentenza del 10 giugno è diventata definitiva.
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[Riquadro a pagina 8]
La sentenza della Corte europea
Riportiamo tre brevi estratti della sentenza emessa dalla Corte.
Secondo una delle accuse, i testimoni di Geova dividerebbero le famiglie. La Corte ha espresso una diversa opinione:
“È la resistenza dei familiari non religiosi e la loro riluttanza ad accettare e rispettare la libertà relativa del familiare di manifestare e praticare la propria religione ad essere la fonte del conflitto”. — Paragrafo 111.
La Corte non ha neppure ravvisato prove a sostegno dell’accusa di “controllo mentale”, affermando quanto segue:
“La Corte ha trovato rilevante che i tribunali [russi] non abbiano menzionato il nome di nemmeno una singola persona il cui diritto alla libertà di coscienza sarebbe stato violato per mezzo di tali tecniche”. — Paragrafo 129.
Un’altra accusa era che i testimoni di Geova nuocerebbero alla salute dei propri aderenti a motivo della loro posizione riguardo alle trasfusioni di sangue. La Corte ha espresso parere contrario:
“La libertà di accettare o rifiutare particolari cure mediche, o di scegliere cure alternative, è essenziale per i principi di autodeterminazione e autonomia dell’individuo. Un adulto capace è in grado di decidere, ad esempio, se sottoporsi a un determinato intervento chirurgico, a una cura medica o, analogamente, se accettare una trasfusione di sangue”. — Paragrafo 136.
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