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Sviluppi legaliAnnuario dei Testimoni di Geova del 2015
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TURCHIA Continua a essere ignorato il diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare.
Bariş Görmez, un testimone di Geova della Turchia, ha trascorso più di quattro anni in prigione per il suo rifiuto di prestare servizio militare. Nel periodo di detenzione ha dovuto affrontare gravi maltrattamenti per mano degli agenti della polizia militare che lo prendevano a calci e lo bastonavano. Anche le condizioni all’interno della cella erano difficili. Il fratello Görmez, infatti, essendo alto più di due metri, non riusciva a distendersi sul letto della cella ed era costretto a dormire di traverso su due letti in una posizione contorta. Infine le autorità carcerarie gli hanno permesso di utilizzare un materasso più grande provvedutogli dalla congregazione locale.
Nel 2008, il fratello Görmez e altri tre Testimoni avevano presentato istanza presso la Corte europea dei diritti dell’uomo sostenendo che la Turchia avesse violato la loro libertà di religione mancando di riconoscere il diritto all’obiezione di coscienza. Il 3 giugno 2014 la Corte ha emesso una sentenza in favore dei quattro Testimoni e ha disposto che il governo turco risarcisca i fratelli per i danni subiti e le spese sostenute.c Questa è la terza volta che la Corte europea si esprime in favore dei Testimoni di Geova e contro la Turchia in relazione all’obiezione di coscienza. Sebbene al momento in Turchia nessun testimone di Geova sia detenuto, la questione non sarà definitivamente risolta fino a quando la Turchia si rifiuterà di riconoscere il diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare.
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Sviluppi legaliAnnuario dei Testimoni di Geova del 2015
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c Buldu e altri contro Turchia, n. 14017/08 del 3 giugno 2014.
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