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La vita può aver avuto origine per caso?Come ha avuto origine la vita? Per evoluzione o per creazione?
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È necessaria un’intelligenza?
27. Di fronte all’evidenza, cosa hanno fatto alcuni evoluzionisti?
27 Di fronte alle astronomiche probabilità contrarie alla formazione accidentale di una cellula vivente, alcuni evoluzionisti si vedono costretti a fare marcia indietro. Per esempio, Hoyle e Wickramasinghe, autori di Evoluzione dallo spazio, si arrendono, dicendo: “Questi problemi sono troppo complessi per poterli esprimere numericamente”. E aggiungono: “Non c’è alcun modo . . . di risolvere i nostri problemi disponendo semplicemente di un brodo organico maggiore e migliore, come noi stessi speravamo che fosse possibile solo un paio di anni fa. I numeri che abbiamo ottenuto sono tali da lasciare così poche speranze alla scala dell’universo come a quella terrestre”.23
28. (a) Cosa si nasconde probabilmente dietro il rifiuto di ammettere la necessità di un intervento intelligente? (b) Alcuni evoluzionisti, pur ritenendo necessaria un’intelligenza superiore, a chi non pensano debba attribuirsi?
28 Quindi, dopo aver riconosciuto che per dare origine alla vita dev’esserci in qualche modo voluta un’intelligenza, gli autori dicono: “In effetti una tale teoria è così ovvia che ci si chiede perché non sia accettata da tutti come evidente. Le ragioni sono psicologiche più che scientifiche”.24 Un osservatore potrebbe quindi concludere che l’unica spiegazione plausibile del perché la maggioranza degli evoluzionisti preferisca credere a un’origine casuale della vita piuttosto che — per usare le parole di Dawkins — “a un disegno o a uno scopo o a una direzione preordinata”,25 sia quella di una barriera ‘psicologica’. Perfino Hoyle e Wickramasinghe, dopo aver riconosciuto la necessità di un’intelligenza, dicono di non credere che l’origine della vita sia da attribuire a un Creatore.26 Secondo il loro ragionamento, l’intelligenza è presupposto inderogabile, ma l’idea di un Creatore è inammissibile. Non vi sembra un atteggiamento contraddittorio?
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La vita può aver avuto origine per caso?Come ha avuto origine la vita? Per evoluzione o per creazione?
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Proteine spontanee e probabilità
17. Quale esempio illustra le dimensioni del problema?
17 Che probabilità ci sono che gli amminoacidi giusti si unissero a formare una molecola proteica? Si potrebbe fare l’esempio di un grosso mucchio formato da un ugual numero di fagioli rossi e fagioli bianchi ben mischiati. I fagioli del mucchio sono inoltre presenti in più di 100 varietà. Se infilaste una paletta nel mucchio, cosa prendereste? Per prendere i fagioli in modo tale che rappresentino i componenti basilari di una proteina, dovreste prendere soltanto quelli rossi: neanche un fagiolo bianco. Inoltre, con la paletta dovreste aver preso solo 20 varietà di fagioli rossi, ciascuna delle quali dovrebbe trovarsi in un punto prestabilito della paletta. Nel mondo delle proteine, un solo errore in uno qualsiasi di questi aspetti impedirebbe alla proteina ottenuta di funzionare a dovere. Continuando a mescolare il nostro ipotetico mucchio di fagioli e ad infilarvi la paletta, riusciremmo infine a ottenere la combinazione giusta? No. Com’è quindi possibile che ciò sia avvenuto nell’ipotetico brodo organico?
18. Quali sono le probabilità di una sintesi accidentale anche solo di una molecola proteica?
18 Le proteine indispensabili alla vita hanno molecole molto complesse. Che probabilità ci sono che anche solo una semplice molecola proteica si formasse accidentalmente in un brodo organico? Gli evoluzionisti ammettono che le probabilità sarebbero soltanto una su 10113 (1 seguito da 113 zeri). Ma qualsiasi evento le cui probabilità di verificarsi siano anche solo una su 1050 viene scartato dai matematici nella convinzione che non si verificherà mai. Per avere un’idea delle probabilità in questione, si pensi che 10113 è un numero superiore a quello di tutti gli atomi presumibilmente esistenti nell’universo!
19. Che probabilità ci sono di mettere insieme gli enzimi necessari alla vita di una cellula?
19 Alcune proteine servono come materiali strutturali e altre come enzimi. Queste ultime accelerano le reazioni chimiche necessarie alla vita cellulare. Senza questo aiuto la cellula morrebbe. Le proteine enzimatiche necessarie al suo funzionamento non sono poche: ne servono 2.000. Che probabilità ci sono che venissero a trovarsi tutte insieme per caso? Una su 1040.000! “Una probabilità così smisuratamente piccola”, dice Hoyle, “che non vi si potrebbe far fronte neppure se l’intero universo fosse formato da un brodo organico”. E aggiunge: “Se una persona non è condizionata, o da convinzioni sociali o dalla propria formazione scientifica, a pensare che la vita abbia avuto origine [in modo spontaneo] sulla Terra, questo semplice calcolo dovrebbe essere sufficiente a cancellare completamente quest’idea”.13
20. Perché la membrana di cui la cellula ha bisogno complica ulteriormente il problema?
20 In realtà le probabilità sono ancora inferiori a ciò che indica questa cifra “smisuratamente piccola”. La cellula deve essere circondata da una membrana. Ma questa membrana è estremamente complessa, formata da molecole proteiche, zuccheri e grassi. L’evoluzionista Leslie Orgel scrive: “Le attuali membrane cellulari sono dotate di canali e pompe che regolano l’entrata e l’uscita di sostanze nutritizie, prodotti di rifiuto, ioni metallici e via dicendo. Questi canali specializzati richiedono proteine altamente specifiche, molecole che non avrebbero potuto essere presenti all’inizio stesso dell’evoluzione della vita”.14
Lo straordinario codice genetico
21. Quali sarebbero le probabilità di una sintesi accidentale degli istoni necessari al DNA?
21 Ancor più difficili da sintetizzare sono i nucleotidi, le unità strutturali del DNA, il quale racchiude il codice genetico. Cinque istoni sono associati col DNA (si pensa che gli istoni abbiano a che fare col controllo dell’attività dei geni). Le probabilità di una sintesi accidentale anche del più elementare di questi istoni sarebbero una su 20100: un altro numero enorme, “che supera il totale di tutti gli atomi presenti in tutte le stelle e le galassie visibili nei massimi telescopi astronomici”.15
22. (a) Che relazione c’è fra il vecchio enigma dell’uovo e la gallina e l’origine delle proteine e del DNA? (b) Quale soluzione propone un evoluzionista? È una conclusione ragionevole?
22 Ma la teoria dell’evoluzione incontra difficoltà anche maggiori per quanto concerne l’origine dell’intero codice genetico, indispensabile per la riproduzione della cellula. Il vecchio enigma dell’uovo e la gallina si ripete a proposito di proteine e DNA. Hitching dice: “La formazione delle proteine dipende dal DNA. Ma il DNA non si può formare senza una proteina preesistente”.16 Da qui il paradosso menzionato da Dickerson: “Alla domanda: ‘Sono comparsi prima gli uni o gli altri? [cioè le proteine enzimatiche o gli acidi nucleici]’ si deve rispondere: ‘Si sono sviluppati in parallelo’”.17 In altre parole sta dicendo che ‘l’uovo’ e ‘la gallina’ devono essersi evoluti simultaneamente, senza che l’uno sia venuto dall’altro. Vi sembra una conclusione ragionevole? Uno scrittore scientifico riassume la questione con queste parole: “L’origine del codice genetico costituisce un rompicapo simile a quello dell’uovo e la gallina, ovvero un problema ancora tutto da risolvere”.18
23. Cosa dicono altri scienziati sul meccanismo genetico?
23 Il chimico Dickerson fa anche questa interessante affermazione: “L’evoluzione del meccanismo genetico è la fase per la quale non esistono modelli di laboratorio; pertanto si possono fare congetture senza fine, non essendo intralciati da alcun fatto scomodo”.19 È scientificamente corretto mettere da parte con tanta facilità questa valanga di ‘fatti scomodi’? Leslie Orgel definisce l’esistenza del codice genetico “l’aspetto più sconcertante del problema delle origini della vita”.20 Da parte sua Francis Crick conclude: “Il meccanismo necessario per rendere operante il codice genetico, che è quasi universale, è troppo complesso per essere nato in un colpo solo”.21
24. Cosa si può dire della selezione naturale e della prima cellula in grado di riprodursi?
24 La teoria dell’evoluzione cerca di eliminare la necessità di far avvenire l’impossibile “in un colpo solo” presupponendo un processo graduale che abbia consentito alla selezione naturale di agire lentamente. Ma senza il codice genetico che permettesse di dare inizio alla riproduzione non poteva esistere il materiale sul quale la selezione naturale avrebbe dovuto operare.
La sorprendente fotosintesi
25. L’evoluzione attribuisce a una semplice cellula la straordinaria capacità di aver dato origine a quale processo?
25 C’è un altro ostacolo che la teoria dell’evoluzione deve sormontare. A un certo punto la cellula primitiva dovette escogitare qualcosa che avrebbe rivoluzionato la vita sulla terra: la fotosintesi. Questo processo, mediante il quale le piante assorbono anidride carbonica e cedono ossigeno, non è ancora del tutto compreso dagli scienziati. Come dice il biologo F. W. Went, “è un processo che finora nessuno è riuscito a riprodurre in provetta”.22 Eppure c’è chi crede che una semplice minuscola cellula sia riuscita a produrla accidentalmente.
26. Quale cambiamento rivoluzionario scaturì da questo processo?
26 Grazie alla fotosintesi, un’atmosfera priva di ossigeno libero si trasformò in un’atmosfera nella quale una molecola su cinque è ossigeno. Questo rese possibile la vita degli animali, che respirano ossigeno, e la formazione di uno strato di ozono a protezione di ogni forma di vita dai dannosi effetti della radiazione ultravioletta. Si può attribuire questo sorprendente insieme di circostanze al caso?
È necessaria un’intelligenza?
27. Di fronte all’evidenza, cosa hanno fatto alcuni evoluzionisti?
27 Di fronte alle astronomiche probabilità contrarie alla formazione accidentale di una cellula vivente, alcuni evoluzionisti si vedono costretti a fare marcia indietro. Per esempio, Hoyle e Wickramasinghe, autori di Evoluzione dallo spazio, si arrendono, dicendo: “Questi problemi sono troppo complessi per poterli esprimere numericamente”. E aggiungono: “Non c’è alcun modo . . . di risolvere i nostri problemi disponendo semplicemente di un brodo organico maggiore e migliore, come noi stessi speravamo che fosse possibile solo un paio di anni fa. I numeri che abbiamo ottenuto sono tali da lasciare così poche speranze alla scala dell’universo come a quella terrestre”.23
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