-
Evoluzione: manca il fondamento?Svegliatevi! 1997 | 8 maggio
-
-
Complessità irriducibile: uno scoglio per l’evoluzione?
Quando Darwin sviluppò la sua teoria, gli scienziati sapevano poco o nulla della straordinaria complessità della cellula vivente. La moderna biochimica, lo studio della vita a livello molecolare, ha rivelato parte di tale complessità. Ha anche sollevato serie obiezioni e dubbi sulla teoria di Darwin.
I componenti delle cellule sono fatti di molecole. Le cellule sono i mattoni fondamentali di ogni creatura vivente. Il professor Behe è cattolico e crede che l’evoluzione spieghi il successivo sviluppo degli animali. Nondimeno, solleva seri dubbi sul fatto che l’evoluzione possa spiegare l’esistenza della cellula. Parla di macchine molecolari che “trasportano carichi da una parte all’altra della cellula lungo ‘autostrade’ fatte di altre molecole . . . Le cellule nuotano usando macchine, si duplicano per mezzo di meccanismi e per mezzo di meccanismi ingeriscono cibo. In breve, meccanismi molecolari estremamente sofisticati controllano ogni processo cellulare. Pertanto i dettagli della vita sono calibrati con precisione, e la macchina della vita è enormemente complessa”.
Ora, su che scala si svolge tutta questa attività? Una cellula tipica ha un diametro di appena tre centesimi di millimetro! In questo spazio infinitesimo si verificano funzioni complesse essenziali alla vita. (Vedi lo schema alle pagine 8-9). Non è strano che sia stato detto: “La conclusione è che la cellula, la base stessa della vita, è di una complessità sbalorditiva”.
Behe sostiene che la cellula può funzionare solo come entità completa. Non può quindi esistere una cellula in via di formazione in seguito ai cambiamenti lenti e graduali indotti dall’evoluzione. Behe fa l’esempio di una trappola per topi. Questo semplice congegno può funzionare solo quando tutti gli elementi sono assemblati. Ogni elemento di per sé — la base, la molla, la barra d’ancoraggio, il pezzo di metallo che scatta, il dente d’arresto — non è una trappola e non può funzionare come tale. Perché ci sia una trappola funzionante tutte le parti devono essere presenti simultaneamente e devono essere assemblate. Analogamente, una cellula può funzionare come tale solo quando tutti i suoi elementi sono assemblati. Behe usa questa illustrazione per spiegare ciò che intende per “complessità irriducibile”.b
Questo rappresenta un grosso problema per il presunto processo dell’evoluzione, il quale implica l’acquisizione graduale di caratteristiche utili. Darwin sapeva che la sua teoria dell’evoluzione graduale per selezione naturale doveva superare un grosso ostacolo quando disse: “Se si potesse dimostrare che esiste un qualsiasi organo complesso, che non può essersi formato tramite molte tenui modificazioni successive, la mia teoria crollerebbe completamente”. — L’origine delle specie, 3ª ed., trad. di C. Balducci, Newton Compton editori, Roma, 1980, pagina 232.
La complessità irriducibile della cellula è uno scoglio enorme per credere nella teoria di Darwin. Innanzi tutto, l’evoluzione non è in grado di spiegare il salto dalla materia inanimata a quella animata. Poi c’è il problema della prima cellula complessa, che deve nascere in un colpo solo come unità integrata. In altre parole, la cellula (come la trappola per topi) deve saltar fuori dal nulla, con tutti i pezzi montati e funzionante!
La complessità irriducibile della coagulazione del sangue
Un altro esempio di complessità irriducibile è un processo che in genere prendiamo per scontato quando ci tagliamo: la coagulazione del sangue. Normalmente, se un recipiente viene forato, qualsiasi liquido in esso contenuto esce subito e continua a uscire fino a che il recipiente si svuota. Eppure, quando ci pungiamo o ci procuriamo un taglio sulla pelle, la perdita di sangue viene subito fermata dalla formazione di un coagulo. Tuttavia, come i medici sanno bene, “la coagulazione del sangue è un fenomeno molto complesso e intricato che chiama in causa parecchie componenti proteiche interdipendenti”, le quali attivano la reazione a catena della coagulazione. Questo delicato processo di guarigione “dipende in maniera critica dal momento in cui si verificano le varie reazioni e dalla loro velocità”. Altrimenti una persona rischierebbe di vedersi coagulare e solidificare tutto il sangue, o all’altro estremo, di morire dissanguata. Gli elementi essenziali sono il momento esatto in cui avvengono le reazioni e la loro velocità.
Le ricerche biochimiche hanno dimostrato che la coagulazione del sangue coinvolge molti fattori, nessuno dei quali può mancare per la riuscita del processo. Behe chiede: “Una volta che la coagulazione è iniziata, cosa le impedisce di proseguire finché tutto il sangue . . . non si sia solidificato?” Egli spiega che “la formazione, la limitazione, il rafforzamento e l’eliminazione di un coagulo sanguigno” costituiscono un sistema biologico integrato. Basta che un solo elemento non funzioni e l’intero sistema non funziona.
Russell Doolittle, evoluzionista e professore di biochimica presso l’Università della California, chiede: “Come ha fatto questo processo complesso e in delicato equilibrio a evolversi? . . . Il paradosso era questo: se ciascuna proteina dipendeva da un’altra per essere attivata, come aveva potuto svilupparsi l’intero sistema? A cosa sarebbe servita una qualsiasi parte del sistema senza l’insieme nella sua totalità?” Usando argomentazioni evoluzionistiche, Doolittle cerca di spiegare l’origine del processo. Il prof. Behe, però, fa notare che sarebbe “necessaria una straordinaria dose di fortuna per mettere i pezzi di gene giusti al posto giusto”, e dimostra che la spiegazione di Doolittle e il suo linguaggio semplificato nascondono difficoltà enormi.
Pertanto, una delle principali obiezioni al modello evoluzionistico è l’ostacolo insormontabile della complessità irriducibile. Behe afferma: “Ribadisco che la selezione naturale, il motore dell’evoluzione darwiniana, funziona solo se c’è qualcosa da selezionare: qualcosa che sia utile in questo momento, non in futuro”.
-
-
Evoluzione: manca il fondamento?Svegliatevi! 1997 | 8 maggio
-
-
a Indicato, da ora in poi, semplicemente con Darwin’s Black Box.
b La “complessità irriducibile” è quella di “un singolo sistema composto da diversi elementi ben armonizzati e interagenti che contribuiscono alla funzione fondamentale, in cui eliminando un elemento qualsiasi il sistema cessa di funzionare”. (Darwin’s Black Box) Pertanto, si tratta del livello più semplice a cui un sistema può funzionare.
-