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g18 n. 1 pp. 12-13
Un uomo si interroga sullo scopo della vita

ALLA RICERCA DELLA FELICITÀ

Avere uno scopo nella vita

GLI ESSERI UMANI SONO UNICI SOTTO MOLTI ASPETTI: POSSONO SCRIVERE, DIPINGERE, INVENTARE COSE NUOVE... E POSSONO RIFLETTERE SUI GRANDI QUESITI DELLA VITA: Perché l’universo esiste? Come siamo venuti all’esistenza? Qual è lo scopo della vita? Come sarà il futuro?

Alcuni evitano di farsi queste domande, pensando che le risposte non siano alla nostra portata. Altri ritengono che queste domande non abbiano senso perché secondo loro la vita è il prodotto dell’evoluzione. “Non c’è alcun Dio, né alcuno scopo”, affermò William Provine, professore di storia e biologia. E aggiunse: “L’etica non ha nessun vero fondamento; la vita non ha nessun vero significato”.

Alcuni comunque credono che una concezione fatalistica della vita sia inaccettabile. Riflettono su come l’universo sia organizzato secondo precise e affascinanti leggi matematiche. Restano meravigliati di fronte alle straordinarie strutture presenti in natura, che a volte l’uomo cerca di imitare nel progettare qualcosa di nuovo. E hanno constatato nella vita di ogni giorno che dietro a strutture complesse ed estremamente efficienti c’è sempre un progettista, e non delle forze casuali.

Questi ragionamenti hanno spinto alcuni evoluzionisti a riconsiderare la loro posizione. Vediamo due esempi.

ALEKSEJ MARNOV, NEUROCHIRURGO. “A scuola mi furono insegnati l’ateismo e l’evoluzione”, ha detto. “Chiunque credesse in Dio veniva considerato una persona poco istruita”. Nel 1990, però, Aleksej Marnov cominciò a cambiare idea.

“Ho sempre cercato di capire la logica che c’è dietro a ogni cosa”, spiega, “incluso il cervello umano. Questo straordinario organo è stato giustamente definito la struttura più complessa presente nell’universo conosciuto. Ma il cervello è stato progettato solo per acquisire conoscenze e capacità e poi morire? Mi sembrava una cosa illogica, senza alcun senso. Così iniziai a chiedermi: ‘Perché esistiamo? Qual è lo scopo della vita?’ Dopo approfondite riflessioni arrivai alla conclusione che deve esistere un Creatore”.

Questi interrogativi sullo scopo della vita spinsero Aleksej a esaminare la Bibbia. In seguito anche sua moglie, che era un medico e come lui non credeva in Dio, si mise a studiare la Bibbia, ma con l’intento di dimostrare che il marito si sbagliava. Adesso però entrambi credono fermamente in Dio e hanno compreso dalle Scritture cosa intende fare per l’umanità.

HUABI YIN, SCIENZIATA. Huabi Yin ha studiato fisica e per molti anni ha condotto ricerche sul sole e sul plasma. Considerato il quarto stato della materia, il plasma è composto principalmente da elettroni e ioni positivi.

“Quando noi scienziati studiamo un fenomeno naturale”, dice Huabi, “troviamo sempre un alto grado di ordine, che è frutto di precise leggi. Mi chiedevo: ‘Come sono nate queste leggi? Se persino la fiamma di un fornello deve essere controllata con attenzione, chi è responsabile delle leggi che regolano il sole?’ Col tempo sono arrivata alla conclusione che la risposta più logica che si possa dare si trovi nella prima affermazione della Bibbia: ‘In principio Dio creò i cieli e la terra’” (Genesi 1:1).

Di certo la scienza ha spiegato come avvengono molte cose, ad esempio come funzionano le cellule cerebrali o come fa il sole a generare calore e luce. Ma, come hanno scoperto anche Aleksej e Huabi, la Bibbia spiega ciò che è più importante, spiega il perché delle cose: perché l’universo esiste, perché è regolato da leggi e perché noi esistiamo.

Riguardo alla terra, la Bibbia dice: “[Dio] non l’ha creata senza scopo, ma l’ha formata perché sia abitata” (Isaia 45:18). Dio ha un proposito per la terra e, come spiegherà il prossimo articolo, questo proposito ha stretta relazione con la speranza di un futuro migliore.

IN BREVE

‘Dio non ha creato la terra senza scopo, ma l’ha formata perché sia abitata’ (Isaia 45:18)

“Abbiamo bisogno di qualcosa per cui vivere”

“Per restare in vita e avere una buona salute mentale abbiamo bisogno di qualcosa per cui vivere”, scrisse William McDougall, professore di psicologia. Sullo stesso tono, Carol Ryff, anche lei professoressa di psicologia, ha detto che le persone con uno “scopo nella vita hanno una salute migliore: sono meno soggette a deterioramento cognitivo [...] e a malattie cardiovascolari, si riprendono meglio dopo un ictus [...] e, di conseguenza, vivono più a lungo”.

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