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  • Noi non andiamo in pensione!
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1995
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  • Ciò che li rende felici
  • Prontezza ad adattarsi
  • Tengono duro malgrado i problemi di salute
  • E continuano ad andare
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1995
w95 15/3 pp. 21-24

Noi non andiamo in pensione!

“NOI NON ANDIAMO IN PENSIONE”: questa è la sensazione che si prova visitando un’insolita casa di Tokyo, in Giappone. Ci vive una famiglia formata da 22 uomini e donne, che hanno in media 70 anni di età. Sono uniti non da vincoli di sangue, ma da un comune interesse: il servizio missionario. Essi hanno perseverato nell’opera di predicazione a tempo pieno per un totale di 1.026 anni! I tre più anziani sono nati nel 1910. Sette di loro iniziarono il servizio a tempo pieno quando erano ancora adolescenti. Nove hanno visto crescere l’opera di predicazione del Regno in Giappone fin dal suo inizio, dopo la seconda guerra mondiale. — Isaia 60:22.

Tuttavia questo edificio di sei piani, già filiale della Società (Watch Tower), è un luogo dove si riceve incoraggiamento, specie a motivo dello spirito, o inclinazione prevalente, dei missionari che ci abitano. Anche se la maggioranza di essi ha delle limitazioni fisiche dovute all’età e alla salute cagionevole, nessuno di questi guerrieri spirituali è pronto ad arrendersi. I Testimoni giapponesi hanno ristrutturato per loro l’edificio da capo a fondo, dotandolo di una Sala del Regno nel seminterrato e di un ascensore.

Ciò che li rende felici

Essendo stati per tanti anni nel territorio loro assegnato, questi missionari lo considerano la loro casa. “Quando la scorsa estate sono tornata in Australia per l’assemblea di distretto”, ha detto una delle componenti più anziane della famiglia, “avevo voglia di tornare qui già dopo due settimane!” Amano le persone per le quali si danno da fare e hanno coltivato profondo affetto per loro. Tutti i missionari apprezzano moltissimo le lettere e le telefonate che ricordano le attività dei giorni passati.

Questo è il risultato di un ministero diligente. Mossi dall’amore per Geova, i missionari hanno predicato la Parola di Dio con urgenza in svariate circostanze. (Confronta 2 Timoteo 4:2). “Abbiamo imparato a essere gioiosi perché serviamo Geova”, dice Vera MacKay, che presta servizio in Giappone da 37 anni. “Anche se nessuno risponde alla porta, siamo lì per dare testimonianza riguardo a Geova”.

Dodici di questi missionari non si sono mai sposati, ma sono felici di poter servire il Signore senza distrazioni. (1 Corinti 7:35) Gladys Gregory, che presta servizio come missionaria da 43 anni, è una di loro. Dice: “Al fine di avere più libertà per servire Geova cominciai l’opera di pioniere; in seguito andai a Galaad [Watchtower Bible School of Gilead] e poi intrapresi l’opera missionaria. Non mi sono sposata pur non avendo fatto alcun voto in tal senso e come altri Testimoni non me ne sono mai pentita”.

Prontezza ad adattarsi

Sebbene alcune persone divengano cocciute quando invecchiano, i missionari sono stati disposti ad adattarsi. Lois Dyer, Molly Heron e Lena e Margrit Winteler abitavano in una piccola casa missionaria in una zona residenziale di Tokyo. Vivevano lì da oltre 20 anni e si erano affezionate alla gente del quartiere. Nei rispettivi territori, le sorelle Winteler avevano 40 persone nel loro itinerario delle riviste, e Molly e Lois ne avevano 74. Poi la Società chiese loro di trasferirsi nella casa missionaria di sei piani situata nel centro di Tokyo. “Dapprima mi sentii scoraggiata e infelice”, ammette Lena. Come sempre, però, si adattarono alle nuove circostanze. Come si sentono ora? “Siamo molto felici”, risponde Lena. “Ora ci sono due fratelli della Betel che cucinano per noi e puliscono la casa. Non ci manca nulla”. Sono tutte d’accordo con Lois che dice: “Il modo amorevole in cui l’organizzazione di Geova si prende cura di noi ci aiuta a perseverare”.

Anche Norrine Thompson si è adattata a nuove circostanze. “Per 15 anni”, dice, “ho avuto il privilegio di accompagnare mio marito [originario della Nuova Zelanda] nell’opera del distretto quando in Giappone c’era un unico distretto”. Tuttavia la salute del marito peggiorò e lei dovette affrontare la più grande prova della sua vita: la morte del marito avvenuta 18 anni fa. “A quell’epoca”, dice, “ciò che mi permise di continuare l’opera missionaria fu l’amore mostratomi dai fratelli di tutto il Giappone, insieme alla preghiera e al tenermi occupata nel servizio”.

Tengono duro malgrado i problemi di salute

“La maggioranza di loro ha qualche problema di salute, ma sono allegri e il desiderio di servire è una delle qualità che li contraddistingue”, dice Albert Pastor, il sorvegliante della casa missionaria. Per assistere i missionari, sono stati assegnati alla casa un medico e sua moglie, che è infermiera.

Un giorno di circa tre anni fa Elsie Tanigawa, una diplomata dell’11ª classe della Scuola di Galaad, all’improvviso perse la vista dall’occhio sinistro. Quattro mesi dopo fu colpito anche l’occhio destro. “A volte mi sento un po’ avvilita perché non posso più fare quello che facevo un tempo. Ma con tutti i benigni provvedimenti della Società e l’amorevole aiuto della mia compagna e di altri, continuo a provare gioia nel servizio di Geova”, dice Elsie.

Shinichi Tohara e sua moglie Masako, compagni di classe di Elsie a Galaad, negli ultimi anni hanno avuto molti problemi di salute. Per Shinichi, che è un bravo oratore, è una grande prova non riuscire a leggere i suoi appunti a causa della vista sempre più debole. Anche se negli ultimi anni ha subìto vari interventi chirurgici più o meno gravi, gli brillano gli occhi quando parla di un novantenne col quale sta studiando la Bibbia.

Pur avendo “una spina nella carne”, questi missionari considerano le loro debolezze come le considerava l’apostolo Paolo, che disse: “Quando sono debole, allora sono potente”. (2 Corinti 12:7-10) E sono davvero potenti! Ogni giorno alle sette sono presenti all’adorazione mattutina. Dopo colazione quelli che ne sono fisicamente in grado escono nel ministero di campo nelle prime ore del mattino.

Richard e Myrtle Shiroma sono fra quelli che escono regolarmente in servizio. Myrtle è stata colpita nel 1978 da vari ictus causati da arteriosclerosi cerebrale, ma ha continuato ad accompagnare il marito sorvegliante viaggiante fino al novembre 1987. Ora Richard, che ha 70 anni, aiuta Myrtle in tutto. Si alza alle 5 di mattina, la fa alzare da letto, la lava, la veste, la trucca e la imbocca. Poi, ogni mattina, la porta fuori sulla sedia a rotelle per compiere il servizio di campo; vanno di casa in casa per un’ora e poi danno testimonianza alle persone alle fermate degli autobus. Myrtle non riesce più a parlare, ma le ultime parole che ha detto sono state Dendo, dendo, che in giapponese significa “Predicazione, predicazione”.

La loro figlia Sandra Sumida è andata ad abitare nella casa missionaria per aiutarli. Sandra ha perso recentemente il suo caro marito colpito da attacco cardiaco. Essa apprezza il fatto che la Società ha benevolmente disposto di rimandarla in Giappone da Guam, dove serviva come missionaria insieme al marito. “Pensavo sempre che non facevo molto per aiutare i miei genitori visto che ero a Guam”, dice. “Mia sorella Joanne si prendeva cura di loro in questa casa. Così quando si è presentata l’opportunità, ne sono stata contenta. Il fatto di sentirmi necessaria qui è stato per me una vera benedizione dopo la morte improvvisa di mio marito”.

E continuano ad andare

Anche se i missionari sentono gli effetti della vecchiaia, non rinunciano al loro spirito missionario. (Salmo 90:10; Romani 5:12) Jerry e Yoshi Toma, che furono tra i primi diplomati di Galaad a venire in Giappone, percorrono ancora il territorio commerciale di Shibuya, nel centro di Tokyo. “Quando venimmo nell’edificio di due piani che c’era qui nel 1949, andavamo di rifugio in rifugio. Ora Tokyo è diventata una metropoli. Noi siamo vecchi e non possiamo più fare tanto come una volta. Ma quando torniamo dalla predicazione, ci sentiamo molto ristorati”, dice Yoshi.

Lillian Samson fa la missionaria in Giappone da 40 anni e compie il ministero con grande gioia. “Sto aiutando una donna di 80 anni che studiava con la mia compagna di servizio, Adeline Nako, che è tornata nelle Hawaii per prendersi cura della madre malata. Questa donna è diventata recentemente proclamatrice del Regno dopo avere superato il problema del culto degli antenati. È andata al tempio e ha detto alla moglie del sacerdote: ‘Mi sono convertita al cristianesimo!’” Con gioie come questa, Lillian non ha mai rimpianto il giorno in cui, all’età di 19 anni, si licenziò dal lavoro e cominciò a fare la pioniera.

Ruth Ulrich e Martha Hess, compagne nel servizio missionario da più di 45 anni, sono in questa casa missionaria da 35 anni. Sono ben conosciute nel territorio. Una volta un sorvegliante di circoscrizione disse a Martha: “Mi presti la tua faccia per andare di porta in porta?” La gente conosceva Martha e allungava la mano per prendere le riviste, mentre il sorvegliante di circoscrizione faceva fatica a iniziare conversazioni.

Nell’itinerario delle riviste di Ruth c’è una donna che non è in grado di leggere a causa di problemi di salute. Eppure continua a prendere le riviste e ha perfino accettato il libro L’uomo alla ricerca di Dio. Ruth si chiedeva se doveva continuare a portare le riviste dato che in apparenza nessuno leggeva la letteratura. Poi un giorno il marito della donna si avvicinò a Ruth con il libro Ricerca in mano e disse: “Questo libro è meraviglioso! L’ho letto due volte da cima a fondo”. Ruth cominciò uno studio biblico con lui e con sua moglie.

È la casa missionaria stessa ad attirare le persone interessate. Una sera venne un giovane che disse: “Mi rendo conto che se vengo qui posso essere aiutato a conoscere la Bibbia”. Fu iniziato con lui uno studio biblico. Faceva il cuoco in un ristorante cinese e lavorava con una donna che era disassociata da molti anni. Un proclamatore aveva lasciato le riviste nel ristorante, ed erano finite in cucina. Le riviste piacquero al giovane cuoco che cominciò a fare domande alla ex Testimone. Questa, non essendo in grado di rispondere, gli disse di andare alla casa missionaria. Ora lui è servitore di ministero e pioniere. In seguito la donna disassociata fu riassociata e infine cominciò anche lei a fare la pioniera regolare.

Tutti i missionari che sono in questa casa apprezzano ciò che Geova ha fatto per loro. Sono venuti da Australia, Canada, Hawaii, Stati Uniti e Svizzera, e 11 di loro hanno frequentato l’11ª classe o precedenti classi della Scuola di Galaad. Hanno visto il progresso dell’opera del Regno in Giappone e condividono i sentimenti del re Davide che disse: “Ero giovane, sono anche invecchiato, eppure non ho visto nessun giusto lasciato interamente, né la sua progenie cercare il pane”. (Salmo 37:25) Poiché apprezzano le amorevoli cure di Dio, questi missionari sono decisi a non andare in pensione, bensì a continuare a servire Geova.

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