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Sacrifici che Dio gradivaLa Torre di Guardia 2000 | 15 agosto
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11. In quali due categorie rientravano le offerte presentate dal sommo sacerdote di Israele, e a cosa servivano?
11 “Ogni sommo sacerdote è costituito per offrire doni e sacrifici”, dice l’apostolo Paolo. (Ebrei 8:3) Si noti che Paolo divide le offerte fatte dal sommo sacerdote dell’antico Israele in due categorie: “doni” e “sacrifici”, o “sacrifici per i peccati”. (Ebrei 5:1) In genere le persone fanno doni per esprimere affetto e apprezzamento, come pure per coltivare un’amicizia e ottenere favore o approvazione. (Genesi 32:20; Proverbi 18:16) Similmente molte delle offerte prescritte dalla Legge si potevano considerare “doni” fatti a Dio per ottenere il suo favore e la sua approvazione.b
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Sacrifici che Dio gradivaLa Torre di Guardia 2000 | 15 agosto
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13. Descrivete le offerte fatte volontariamente come doni a Dio.
13 Tra le offerte fatte volontariamente come doni o come modo per accostarsi a Dio e ottenere il suo favore c’erano gli olocausti, le offerte di cereali e le offerte di comunione. Secondo alcuni studiosi il termine ebraico per “olocausto” significa “offerta di ascesa” o “offerta che ascende”. Ciò è appropriato perché nell’olocausto l’animale scannato veniva bruciato sull’altare e un odore soave, o riposante, ascendeva al cielo, a Dio. La caratteristica peculiare dell’olocausto era che, dopo averne spruzzato il sangue intorno all’altare, l’intero animale veniva offerto a Dio. I sacerdoti ‘facevano fumare tutte le sue parti sull’altare come olocausto, offerta fatta mediante il fuoco di odore riposante a Geova’. — Levitico 1:3, 4, 9; Genesi 8:21.
14. Come veniva presentata l’offerta di cereali?
14 L’offerta di cereali è descritta nel capitolo 2 di Levitico. Era un’offerta volontaria consistente in fior di farina, di solito intrisa con olio e con l’aggiunta di olibano. “Il sacerdote deve prendere da essa un pugno di fior di farina e l’olio insieme a tutto l’olibano; e lo deve far fumare in ricordanza d’essa sull’altare, come offerta fatta mediante il fuoco di odore riposante a Geova”. (Levitico 2:2) L’olibano era uno degli ingredienti dell’incenso sacro bruciato sull’altare dell’incenso nel tabernacolo e nel tempio. (Esodo 30:34-36) A quanto pare il re Davide si riferiva a questo quando disse: “Sia la mia preghiera preparata come incenso dinanzi a te, il levare le palme delle mie mani come l’offerta di cereali della sera”. — Salmo 141:2.
15. A cosa servivano i sacrifici di comunione?
15 Un’altra offerta volontaria era il sacrificio di comunione, descritto in Levitico capitolo 3. L’espressione si potrebbe anche tradurre “sacrificio di offerte di pace”. In ebraico la parola “pace” denota molto più che assenza di guerra o di disturbo. “Nella Bibbia denota sia questo che la condizione o relazione di pace con Dio, prosperità, gioia e felicità”. (Studies in the Mosaic Institutions) I sacrifici di comunione non venivano offerti per fare pace con Dio, per propiziarlo, ma per esprimere gratitudine o per celebrare la benedetta condizione di pace con Dio di cui godono coloro che hanno la sua approvazione. Dopo che il sangue e il grasso erano stati offerti a Geova, i sacerdoti e l’offerente mangiavano parte del sacrificio. (Levitico 3:17; 7:16-21; 19:5-8) In quello che era un bel quadro simbolico, l’offerente, i sacerdoti e Geova Dio partecipavano a un pasto, a significare la pacifica relazione esistente fra loro.
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b Una parola ebraica spesso tradotta “offerta” è qorbàn. Parlando della condanna pronunciata da Gesù contro una pratica spregiudicata degli scribi e dei farisei, Marco spiega che corbàn significa “un dono dedicato a Dio”. — Marco 7:11.
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