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Perché essere grati?La Torre di Guardia 1988 | 1° luglio
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Perché essere grati?
OSSERVATE la copertina di questa rivista. Di certo, ci ricorda quante cose meravigliose ci compensano delle brutture e dello squallore che si vedono un po’ dappertutto.
Apprezzate le cose belle? Pensate alla serenità di un arcobaleno con le sue delicate sfumature dopo il buio di una tempesta. Immaginatevi una bella cascata. Oppure cercate di raffigurarvi degli animali che giocano con i loro piccoli. Pensate a un bel giardino fiorito, o a un’abbondante messe di grano. Queste sono scene a cui molti sono abituati. Ma che effetto hanno su di voi?
È facile darle per scontate
Di solito, più spesso una cosa si ripete e più ci si fa l’abitudine, e quindi più facile diventa darla per scontata. Questa pecca può sembrare particolarmente evidente nel XX secolo, dove tutti vanno di fretta. Ma quella di non prendersi il tempo per meditare o per riflettere sulle benedizioni e sui motivi per cui essere grati è una mancanza che il genere umano imperfetto ha manifestato da sempre.
D’altra parte il salmista Davide, sotto ispirazione, più volte espresse col canto la propria gratitudine. Queste parole che egli rivolse a Dio in una delle sue melodie sono un ottimo esempio di gratitudine:
“Quando vedo i tuoi cieli, le opere delle tue dita,
La luna e le stelle che tu hai preparato,
Che cos’è l’uomo mortale che tu ti ricordi di lui,
E il figlio dell’uomo terreno che tu ne abbia cura?
Lo fai dominare sulle opere delle tue mani;
Hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi:
Bestiame minuto e buoi, tutti quanti,
E anche le bestie della campagna,
Gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
Tutto ciò che passa per i sentieri dei mari.
O Geova nostro Signore, com’è maestoso il tuo nome in tutta la terra!” — Salmo 8:3, 4, 6-9.
La gratitudine può vincere la tristezza
La gratitudine del salmista per tali meraviglie lo aiutò a vincere qualsiasi tristezza dovuta a cose spiacevoli che vedeva o a momenti difficili che attraversava. Questa tristezza la potete vincere anche voi. In che modo? Sforzandovi di apprezzare maggiormente le molte cose piacevoli che ci circondano. In questo modo potete aumentare la felicità vostra e di quelli che vi stanno attorno.
Perciò, perché non far sì che le cose belle e meravigliose che vediamo ogni giorno ci spingano a provare gratitudine di cuore per il nostro munifico Creatore? Considerate ora alcuni ulteriori motivi per essere grati.
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Ulteriori motivi per essere gratiLa Torre di Guardia 1988 | 1° luglio
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Ulteriori motivi per essere grati
L’ANTICO popolo di Israele aveva più motivi degli altri per esprimere gratitudine al Creatore. Perché si può dire una cosa simile?
Ebbene, come tutti gli esseri umani gli israeliti avevano motivo di essere grati per tutte le cose belle e meravigliose che Dio ha creato. Ma avevano un ulteriore motivo di gratitudine perché l’Onnipotente li aveva scelti come suo popolo eletto e si prendeva cura di loro in maniera particolare. (Amos 3:1, 2) Considerate alcuni degli ottimi motivi che avevano per essere grati.
Salvati per due volte dalla morte
Quanto dovettero essere grati tutti i genitori israeliti la notte del 14 nisan 1513 a.E.V.! In quella notte cruciale l’angelo di Dio mise a morte “ogni primogenito nel paese d’Egitto, dall’uomo alla bestia”. Ma passò oltre le case israelite sui cui stipiti e sul cui architrave era stato spruzzato il sangue delle vittime pasquali. Nel silenzio della notte “sorgeva un grande grido fra gli egiziani, perché non c’era casa dove non ci fosse un morto”. Ma in ogni casa israelita il primogenito era ancora vivo e in salute. — Esodo 12:12, 21-24, 30.
Non molto tempo dopo, i cuori degli israeliti dovettero traboccare di gratitudine alla vista di come Geova intervenne miracolosamente proprio quando essi sembravano intrappolati sulle rive del Mar Rosso, incalzati dall’esercito del faraone d’Egitto. Per prima cosa, essi videro la colonna di fumo che li guidava spostarsi dietro di loro, così da rallentare gli inseguitori. Quindi gli israeliti videro Mosè stendere la mano sopra il mare, e osservarono con stupore mentre Dio fece soffiare un potente vento orientale per tutta la notte, dividendo le acque e trasformando il letto del mare in suolo asciutto. Gli israeliti non si fecero ripetere due volte l’invito a precipitarsi attraverso questa via di salvezza provveduta loro da Dio.
Subito, però, si affacciò una nuova minaccia: gli egiziani si riversavano nel letto del mare, sicuri di raggiungere gli israeliti. Ma ecco! Quando tutti gli egiziani furono entrati fra le due pareti d’acqua, i loro carri cominciarono a perdere le ruote, e ben presto ci fu un pandemonio. Poi, quando tutti gli israeliti furono in salvo sull’altra sponda, Geova disse di nuovo a Mosè di stendere la mano, “e il mare tornava alla sua condizione normale sul far del mattino”. Il risultato? Nemmeno un soldato del temuto esercito di faraone scampò all’annegamento, né trovò scampo l’orgoglioso faraone stesso. (Esodo 14:19-28; Salmo 136:15) Riuscite a immaginare la gratitudine che dovettero provare, nei confronti di Geova, gli israeliti liberati?
Le straordinarie tattiche di guerra di Dio
Per quanto fossero grati per essere stati liberati dall’Egitto e per il loro indimenticabile passaggio attraverso il Mar Rosso, gli israeliti dovevano affrontare molte difficoltà prima di raggiungere la Terra Promessa. Ma ogni episodio che si verificava durante il loro viaggio di 40 anni nel deserto avrebbe dovuto essere un ulteriore motivo per mostrare particolare gratitudine verso Geova.
Alla fine gli israeliti attraversarono il fiume Giordano ed entrarono nel paese che Dio aveva dato loro. Furono ben presto testimoni di un esempio delle straordinarie tattiche di guerra che Geova impiegava a loro favore. In che occasione? Ebbene, col sorprendente modo in cui catturarono e distrussero la prima città cananea che incontrarono sul loro cammino: Gerico! (Giosuè, capitolo 6) Che strana strategia, marciare intorno a Gerico portando l’arca del patto come aveva comandato Dio! Per sei giorni di seguito, gli israeliti marciarono intorno alle mura una volta al giorno. Il settimo giorno marciarono intorno alle mura sette volte. Quando i sacerdoti suonarono i loro corni, gli israeliti fecero risuonare “un grande grido di guerra”, e “le mura crollavano”! (Versetto 20) Solo la casa di Raab e la parte delle mura al di sotto d’essa rimasero in piedi. Le mura di questa città apparentemente inespugnabile erano cadute senza bisogno che Giosuè e il suo esercito scoccassero una sola freccia! Di certo, ciò che era successo a Gerico era un ulteriore valido motivo per essere grati a Dio.
In un’altra circostanza ci fu un’ulteriore notevole dimostrazione delle straordinarie tattiche di guerra di Geova. Quando gli abitanti di Gabaon fecero pace con gli israeliti, cinque re amorrei mossero guerra contro i gabaoniti. Giosuè venne in loro aiuto e, nella battaglia che ne seguì, più volte fu evidente l’intervento miracoloso di Geova. Dio gettò in confusione gli amorrei, e “mentre fuggivano d’innanzi a Israele ed erano nella discesa di Bet-Oron, Geova scagliò dai cieli su di loro grosse pietre fino ad Azeca, così che morirono”. In seguito a quella grandine di pietre morirono più amorrei di quanti ne uccisero gli israeliti con la spada. — Giosuè 10:1-11.
“Davanti agli occhi d’Israele” Giosuè si rivolse quindi a Geova e disse: “Sole, resta immoto su Gabaon, e, luna, sul bassopiano di Aialon”. Il risultato? “Pertanto”, dice il racconto, “il sole rimase immoto, e la luna in effetti si fermò, finché la nazione poté far vendetta dei suoi nemici”. — Giosuè 10:12, 13.
Che avvenimenti straordinari! E che ulteriori validi motivi di gratitudine per il popolo di Geova!
Una gratitudine di breve durata
Dopo ogni manifestazione dell’intervento di Geova, gli israeliti erano pieni di gratitudine. Probabilmente ciascun israelita avrà detto in cuor suo che non avrebbe mai dimenticato le cose viste. Eppure, questa gratitudine durava incredibilmente poco. Più e più volte gli israeliti si dimostrarono ingrati. Pertanto, Dio “ripetutamente li diede in mano alle nazioni, perché quelli che li odiavano dominassero su di loro”. — Salmo 106:41.
Ciò nonostante, Geova mostrò la sua magnanimità perdonando gli israeliti quando si trovavano in grave difficoltà, si pentivano della loro condotta errata e ingrata, e invocavano il suo aiuto. “Egli vedeva la loro angustia quando udì il loro grido di supplicazione. E si ricordava riguardo a loro del suo patto, e si rammaricava secondo l’abbondanza della sua grande amorevole benignità”. (Salmo 106:44, 45) Ogni volta, il loro clemente Dio li liberava dagli oppressori e li riportava nel suo favore.
Nonostante la longanimità di Dio e i profeti che egli più volte mandò per correggere il loro atteggiamento, gli israeliti si dimostrarono incorreggibili. Da ultimo la pazienza di Geova finì ed egli permise che la nazione di Giuda venisse conquistata dai babilonesi nel 607 a.E.V. Gli israeliti che non furono uccisi dall’esercito del re Nabucodonosor vennero deportati a Babilonia.
Che fine disastrosa per essersi dimostrati ripetutamente ingrati e sleali a Dio! E tutto questo accadde loro nonostante avessero abbondanti motivi per essere grati.
Come possono i cristiani odierni evitare di cadere nello stesso errore, mancando di gratitudine per tutto ciò che Geova Dio ha fatto per loro, in aggiunta agli atti di bontà che ha compiuto a favore dell’umanità in generale? Lo considereremo nel prossimo articolo.
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