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  • Perché essere grati?
    La Torre di Guardia 1988 | 1° luglio
    • Perché essere grati?

      OSSERVATE la copertina di questa rivista. Di certo, ci ricorda quante cose meravigliose ci compensano delle brutture e dello squallore che si vedono un po’ dappertutto.

      Apprezzate le cose belle? Pensate alla serenità di un arcobaleno con le sue delicate sfumature dopo il buio di una tempesta. Immaginatevi una bella cascata. Oppure cercate di raffigurarvi degli animali che giocano con i loro piccoli. Pensate a un bel giardino fiorito, o a un’abbondante messe di grano. Queste sono scene a cui molti sono abituati. Ma che effetto hanno su di voi?

      È facile darle per scontate

      Di solito, più spesso una cosa si ripete e più ci si fa l’abitudine, e quindi più facile diventa darla per scontata. Questa pecca può sembrare particolarmente evidente nel XX secolo, dove tutti vanno di fretta. Ma quella di non prendersi il tempo per meditare o per riflettere sulle benedizioni e sui motivi per cui essere grati è una mancanza che il genere umano imperfetto ha manifestato da sempre.

      D’altra parte il salmista Davide, sotto ispirazione, più volte espresse col canto la propria gratitudine. Queste parole che egli rivolse a Dio in una delle sue melodie sono un ottimo esempio di gratitudine:

      “Quando vedo i tuoi cieli, le opere delle tue dita,

      La luna e le stelle che tu hai preparato,

      Che cos’è l’uomo mortale che tu ti ricordi di lui,

      E il figlio dell’uomo terreno che tu ne abbia cura?

      Lo fai dominare sulle opere delle tue mani;

      Hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi:

      Bestiame minuto e buoi, tutti quanti,

      E anche le bestie della campagna,

      Gli uccelli del cielo e i pesci del mare,

      Tutto ciò che passa per i sentieri dei mari.

      O Geova nostro Signore, com’è maestoso il tuo nome in tutta la terra!” — Salmo 8:3, 4, 6-9.

      La gratitudine può vincere la tristezza

      La gratitudine del salmista per tali meraviglie lo aiutò a vincere qualsiasi tristezza dovuta a cose spiacevoli che vedeva o a momenti difficili che attraversava. Questa tristezza la potete vincere anche voi. In che modo? Sforzandovi di apprezzare maggiormente le molte cose piacevoli che ci circondano. In questo modo potete aumentare la felicità vostra e di quelli che vi stanno attorno.

      Perciò, perché non far sì che le cose belle e meravigliose che vediamo ogni giorno ci spingano a provare gratitudine di cuore per il nostro munifico Creatore? Considerate ora alcuni ulteriori motivi per essere grati.

  • Ulteriori motivi per essere grati
    La Torre di Guardia 1988 | 1° luglio
    • Ulteriori motivi per essere grati

      L’ANTICO popolo di Israele aveva più motivi degli altri per esprimere gratitudine al Creatore. Perché si può dire una cosa simile?

      Ebbene, come tutti gli esseri umani gli israeliti avevano motivo di essere grati per tutte le cose belle e meravigliose che Dio ha creato. Ma avevano un ulteriore motivo di gratitudine perché l’Onnipotente li aveva scelti come suo popolo eletto e si prendeva cura di loro in maniera particolare. (Amos 3:1, 2) Considerate alcuni degli ottimi motivi che avevano per essere grati.

      Salvati per due volte dalla morte

      Quanto dovettero essere grati tutti i genitori israeliti la notte del 14 nisan 1513 a.E.V.! In quella notte cruciale l’angelo di Dio mise a morte “ogni primogenito nel paese d’Egitto, dall’uomo alla bestia”. Ma passò oltre le case israelite sui cui stipiti e sul cui architrave era stato spruzzato il sangue delle vittime pasquali. Nel silenzio della notte “sorgeva un grande grido fra gli egiziani, perché non c’era casa dove non ci fosse un morto”. Ma in ogni casa israelita il primogenito era ancora vivo e in salute. — Esodo 12:12, 21-24, 30.

      Non molto tempo dopo, i cuori degli israeliti dovettero traboccare di gratitudine alla vista di come Geova intervenne miracolosamente proprio quando essi sembravano intrappolati sulle rive del Mar Rosso, incalzati dall’esercito del faraone d’Egitto. Per prima cosa, essi videro la colonna di fumo che li guidava spostarsi dietro di loro, così da rallentare gli inseguitori. Quindi gli israeliti videro Mosè stendere la mano sopra il mare, e osservarono con stupore mentre Dio fece soffiare un potente vento orientale per tutta la notte, dividendo le acque e trasformando il letto del mare in suolo asciutto. Gli israeliti non si fecero ripetere due volte l’invito a precipitarsi attraverso questa via di salvezza provveduta loro da Dio.

      Subito, però, si affacciò una nuova minaccia: gli egiziani si riversavano nel letto del mare, sicuri di raggiungere gli israeliti. Ma ecco! Quando tutti gli egiziani furono entrati fra le due pareti d’acqua, i loro carri cominciarono a perdere le ruote, e ben presto ci fu un pandemonio. Poi, quando tutti gli israeliti furono in salvo sull’altra sponda, Geova disse di nuovo a Mosè di stendere la mano, “e il mare tornava alla sua condizione normale sul far del mattino”. Il risultato? Nemmeno un soldato del temuto esercito di faraone scampò all’annegamento, né trovò scampo l’orgoglioso faraone stesso. (Esodo 14:19-28; Salmo 136:15) Riuscite a immaginare la gratitudine che dovettero provare, nei confronti di Geova, gli israeliti liberati?

      Le straordinarie tattiche di guerra di Dio

      Per quanto fossero grati per essere stati liberati dall’Egitto e per il loro indimenticabile passaggio attraverso il Mar Rosso, gli israeliti dovevano affrontare molte difficoltà prima di raggiungere la Terra Promessa. Ma ogni episodio che si verificava durante il loro viaggio di 40 anni nel deserto avrebbe dovuto essere un ulteriore motivo per mostrare particolare gratitudine verso Geova.

      Alla fine gli israeliti attraversarono il fiume Giordano ed entrarono nel paese che Dio aveva dato loro. Furono ben presto testimoni di un esempio delle straordinarie tattiche di guerra che Geova impiegava a loro favore. In che occasione? Ebbene, col sorprendente modo in cui catturarono e distrussero la prima città cananea che incontrarono sul loro cammino: Gerico! (Giosuè, capitolo 6) Che strana strategia, marciare intorno a Gerico portando l’arca del patto come aveva comandato Dio! Per sei giorni di seguito, gli israeliti marciarono intorno alle mura una volta al giorno. Il settimo giorno marciarono intorno alle mura sette volte. Quando i sacerdoti suonarono i loro corni, gli israeliti fecero risuonare “un grande grido di guerra”, e “le mura crollavano”! (Versetto 20) Solo la casa di Raab e la parte delle mura al di sotto d’essa rimasero in piedi. Le mura di questa città apparentemente inespugnabile erano cadute senza bisogno che Giosuè e il suo esercito scoccassero una sola freccia! Di certo, ciò che era successo a Gerico era un ulteriore valido motivo per essere grati a Dio.

      In un’altra circostanza ci fu un’ulteriore notevole dimostrazione delle straordinarie tattiche di guerra di Geova. Quando gli abitanti di Gabaon fecero pace con gli israeliti, cinque re amorrei mossero guerra contro i gabaoniti. Giosuè venne in loro aiuto e, nella battaglia che ne seguì, più volte fu evidente l’intervento miracoloso di Geova. Dio gettò in confusione gli amorrei, e “mentre fuggivano d’innanzi a Israele ed erano nella discesa di Bet-Oron, Geova scagliò dai cieli su di loro grosse pietre fino ad Azeca, così che morirono”. In seguito a quella grandine di pietre morirono più amorrei di quanti ne uccisero gli israeliti con la spada. — Giosuè 10:1-11.

      “Davanti agli occhi d’Israele” Giosuè si rivolse quindi a Geova e disse: “Sole, resta immoto su Gabaon, e, luna, sul bassopiano di Aialon”. Il risultato? “Pertanto”, dice il racconto, “il sole rimase immoto, e la luna in effetti si fermò, finché la nazione poté far vendetta dei suoi nemici”. — Giosuè 10:12, 13.

      Che avvenimenti straordinari! E che ulteriori validi motivi di gratitudine per il popolo di Geova!

      Una gratitudine di breve durata

      Dopo ogni manifestazione dell’intervento di Geova, gli israeliti erano pieni di gratitudine. Probabilmente ciascun israelita avrà detto in cuor suo che non avrebbe mai dimenticato le cose viste. Eppure, questa gratitudine durava incredibilmente poco. Più e più volte gli israeliti si dimostrarono ingrati. Pertanto, Dio “ripetutamente li diede in mano alle nazioni, perché quelli che li odiavano dominassero su di loro”. — Salmo 106:41.

      Ciò nonostante, Geova mostrò la sua magnanimità perdonando gli israeliti quando si trovavano in grave difficoltà, si pentivano della loro condotta errata e ingrata, e invocavano il suo aiuto. “Egli vedeva la loro angustia quando udì il loro grido di supplicazione. E si ricordava riguardo a loro del suo patto, e si rammaricava secondo l’abbondanza della sua grande amorevole benignità”. (Salmo 106:44, 45) Ogni volta, il loro clemente Dio li liberava dagli oppressori e li riportava nel suo favore.

      Nonostante la longanimità di Dio e i profeti che egli più volte mandò per correggere il loro atteggiamento, gli israeliti si dimostrarono incorreggibili. Da ultimo la pazienza di Geova finì ed egli permise che la nazione di Giuda venisse conquistata dai babilonesi nel 607 a.E.V. Gli israeliti che non furono uccisi dall’esercito del re Nabucodonosor vennero deportati a Babilonia.

      Che fine disastrosa per essersi dimostrati ripetutamente ingrati e sleali a Dio! E tutto questo accadde loro nonostante avessero abbondanti motivi per essere grati.

      Come possono i cristiani odierni evitare di cadere nello stesso errore, mancando di gratitudine per tutto ciò che Geova Dio ha fatto per loro, in aggiunta agli atti di bontà che ha compiuto a favore dell’umanità in generale? Lo considereremo nel prossimo articolo.

  • “Mostratevi grati”
    La Torre di Guardia 1988 | 1° luglio
    • “Mostratevi grati”

      “La pace del Cristo domini nei vostri cuori . . . E mostratevi grati”. — COLOSSESI 3:15.

      1. Contro che cosa devono stare in guardia i cristiani in questo mondo ingrato?

      IN QUESTO secolo tormentato si è giunti al punto in cui molti hanno dimenticato cosa significhi la gratitudine. Espressioni di apprezzamento come “per piacere” e “grazie” si sentono sempre più raramente ogni anno che passa. L’ingratitudine è diventata parte dell’“aria”, dello spirito egoistico che domina le persone di questo mondo. (Efesini 2:1, 2) Anche se i cristiani “non fanno parte del mondo”, devono vivere in esso fintanto che il presente sistema di cose continua ad esistere. (Giovanni 17:11, 16) Perciò devono fare attenzione che questo spirito ingrato non li contagi, facendo diminuire la loro gratitudine.

      2. (a) Quali sono alcuni dei modi in cui i servitori di Geova possono esprimergli gratitudine? (b) Cosa è necessario oltre a mostrarsi grati a parole?

      2 L’apprezzamento per la bontà di Dio si può esprimere spesso nelle conversazioni con i compagni di fede. Nelle preghiere private quasi tutti i cristiani dedicati probabilmente ringraziano molte volte al giorno il loro Padre celeste, Geova, per la sua bontà. Si esprime gratitudine anche nelle preghiere di congregazione e cantando i cantici del Regno alle adunanze cristiane. Naturalmente, è relativamente facile mostrarsi grati a parole. Ma l’apostolo Paolo incoraggiò i suoi fratelli di Colosse non soltanto a dire che erano grati, ma anche a mostrare o dar prova di gratitudine nella loro vita di ogni giorno. Egli scrisse: “La pace del Cristo domini nei vostri cuori, poiché ad essa foste infatti chiamati in un solo corpo. E mostratevi grati”. — Colossesi 3:15.

      Tanti motivi per essere grati

      3. Perché dovremmo tutti essere grati a Dio?

      3 Ogni persona vivente ha tanti motivi per essere grata. Il motivo principale è il fatto stesso di essere in vita: se perdessimo la vita, infatti, qualsiasi nostro avere o qualsiasi nostro progetto perderebbe di colpo ogni valore. Il salmista Davide esortò tutti gli uomini a ricordare che “presso di te [Geova Dio] è la fonte della vita”. (Salmo 36:9) L’apostolo Paolo ricordò agli uomini di Atene la stessa eterna verità parlando sull’Areopago. (Atti 17:28) Sì, il semplice fatto di essere in vita è un motivo più che valido per essere grati. E il nostro apprezzamento si fa più sentito quando pensiamo alle facoltà di cui Dio ci ha dotato, i sensi del gusto, del tatto, dell’odorato, della vista e dell’udito, di modo che possiamo godere la vita e le bellezze della creazione intorno a noi.

      4. Cosa ci impedirà di dare per scontate le benedizioni della vita?

      4 Eppure, molti danno per scontate queste cose. Molti che godono di buona salute non si rendono conto delle benedizioni che hanno, come ad esempio la vista o l’udito, fino a quando non ne sono privati. I cristiani dedicati hanno bisogno di stare sempre in guardia per non cadere anch’essi in una simile mancanza di apprezzamento. Devono sforzarsi di mantenere lo stesso atteggiamento grato che mostrò il salmista quando scrisse: “Tu stesso hai fatto molte cose, o Geova mio Dio, anche le tue opere meravigliose e i tuoi pensieri verso di noi; nessuno è paragonabile a te. Se io fossi incline ad annunciarli e a parlarne, sono divenuti più numerosi di quanto io possa raccontare”. — Salmo 40:5.

      5. Nonostante le ulteriori benedizioni che Israele ebbe da Geova, quale fu la sua vergognosa condotta?

      5 Il Salmo 106 riassume in maniera poetica i potenti atti che Geova compì a favore del suo popolo, Israele. I rapporti di Dio con Israele andavano oltre la bontà e le normali benedizioni della vita che egli riversa sull’umanità in generale. Nonostante questi vantaggi, comunque, il salmista fa notare che gli israeliti non continuarono a mostrare apprezzamento per le loro impareggiabili benedizioni. Il versetto 13 afferma: “Presto dimenticarono le sue opere; non attesero il suo consiglio”. No, non fu il passare del tempo che fece affievolire la loro gratitudine, nel senso che a decenni di distanza non ricordavano più ciò che Geova aveva fatto per loro. Al contrario, essi dimenticarono presto, nel giro di qualche settimana, gli eccezionali miracoli che Geova aveva fatto a loro favore al Mar Rosso. (Esodo 16:1-3) Tristemente, gli avvenimenti successivi dimostrarono che l’ingratitudine divenne una loro costante.

      Come mostrare gratitudine

      6. Perché la disposizione della decima non era una privazione?

      6 Geova spiegò ben bene, fin nei particolari, tre modi specifici in cui gli israeliti dovevano mostrare sincero apprezzamento per la sua bontà. Uno era quello di osservare la disposizione della decima, dando a Geova un decimo di tutto il raccolto e il bestiame. (Levitico 27:30-32) Questa non era una privazione, in quanto era a Dio che andava il merito del sole, del suolo fertile, della pioggia e del miracolo della crescita. Perciò, dare una decima ai sacerdoti del santuario di Geova era un modo pratico per esprimere la propria gratitudine a Geova stesso.

      7. (a) Quale fondamentale differenza c’era fra la decima e le contribuzioni fatte a Geova? (b) Cosa si poteva capire, in questo modo, riguardo agli israeliti?

      7 Un’altra disposizione riguardava le contribuzioni fatte a Dio, contribuzioni il cui ammontare era stabilito dal singolo israelita in base a ciò che suggeriva il suo cuore. Anche se non era specificata una quantità fissa da contribuire, le contribuzioni dovevano essere prese dalle primizie, sia per quel che riguardava il grano che per il vino e la lana dei greggi. (Numeri 15:17-21; Deuteronomio 18:4) Inoltre, Geova aveva messo in chiaro che il suo popolo ‘non doveva dare con esitazione’ e doveva dare “il meglio dei primi frutti maturi”. (Esodo 22:29; 23:19) Questo dava modo agli israeliti di mostrare gratitudine a Geova in maniera concreta. Si poteva capire quanto profonda era la loro gratitudine dalla misura in cui contribuivano. Avrebbero offerto come contribuzione un solo grappolo d’uva? O il loro cuore generoso li avrebbe spinti a darne un’intera cesta? In questo modo ogni persona o gruppo familiare poteva dimostrare gratitudine in maniera spontanea.

      8. (a) Quali due benefìci recava il provvedimento della spigolatura? (b) In che modo tutti quelli implicati nella disposizione della spigolatura potevano mostrare generosità e gratitudine?

      8 Un terzo modo specifico per mostrare gratitudine aveva a che fare con il provvedimento divino della spigolatura. Durante la mietitura alcune parti del campo non si dovevano mietere, lasciandole così a beneficio dei bisognosi. Questo non solo insegnava ad essere compassionevoli e ad avere considerazione per i poveri, ma faceva anche sì che questi non si abbassassero a vivere di umilianti elemosine, senza dover fare essi stessi alcuno sforzo. (Levitico 19:9, 10) Non era specificata l’esatta quantità da lasciare ai bisognosi. Ma se gli agricoltori israeliti mostravano uno spirito generoso, lasciando molto ai bordi dei propri campi in modo da mostrare favore ai poveri, avrebbero glorificato Dio. (Proverbi 14:31) Stava a loro decidere se la zona da non mietere doveva essere stretta o ampia. Ma Dio incoraggiava chiaramente la generosità disponendo che qualsiasi covone dimenticato nel campo e ogni frutto lasciato sull’albero o sulla vigna fosse per chi spigolava. (Deuteronomio 24:19-22) A sua volta, chi spigolava poteva dimostrare la propria gratitudine a Geova per questo provvedimento dando un decimo di ciò che aveva spigolato come contribuzione al suo luogo di adorazione.

      Generosità di cuore

      9. Perché chi dimostrava uno spirito egoista in effetti andava contro i propri interessi?

      9 Se gli israeliti contribuivano abbondantemente, la benedizione di Geova avrebbe riposato sulle loro case. (Confronta Ezechiele 44:30; Malachia 3:10). Nonostante i raccolti fossero abbondanti, comunque, essi spesso mancarono di fare contribuzioni. Allora Dio usò rammemoratori per mezzo di re o di profeti per ridestare la loro gratitudine. In realtà, erano gli israeliti egoisti a rimetterci, poiché Geova non poteva benedire chi tratteneva le contribuzioni che avevano relazione con la sua adorazione o quelle per i poveri.

      10. (a) Quali felici risultati sortirono i rammemoratori del re Ezechia in merito alla gratitudine? (b) Durarono queste condizioni?

      10 In una circostanza, in seguito ai rammemoratori del re Ezechia, a Gerusalemme si tenne una gioiosa celebrazione che durò 14 giorni. Spiritualmente parlando, il popolo riprese vita. Dapprima distrussero tutto ciò che restava dell’adorazione idolatrica e poi “diedero . . . mucchi su mucchi. . . . Quando Ezechia e i principi furono venuti ed ebbero visto i mucchi, benedicevano Geova e il suo popolo Israele”. (2 Cronache 30:1, 21-23; 31:1, 6-8) Tristemente, però, dopo questi periodici risvegli il popolo cadeva nell’ingratitudine. Ad un certo punto la pazienza di Dio finì ed egli lasciò che il suo popolo venisse portato prigioniero a Babilonia. La loro città e il loro magnifico tempio furono distrutti. (2 Cronache 36:17-21) In seguito, dopo che i giudei furono ristabiliti nel loro paese, la situazione si fece di nuovo così seria che Geova paragonò la loro avarizia ad un furto nei suoi confronti, al rubare! — Malachia 3:8.

      11. Quale lezione che si impara dalla storia di Israele può essere utile ai cristiani d’oggi?

      11 Quale lezione si può imparare dalle alterne vicende degli israeliti? Questa: che finché i loro cuori erano pieni di gratitudine lo dimostravano dando gioiosamente “mucchi su mucchi” a Geova, mentre quando la gratitudine veniva dimenticata o era in declino, i gioiosi doni materiali praticamente cessavano. Potrebbe succedere che i dedicati cristiani odierni mostrino un atteggiamento così negativo? Sì, poiché risentiamo ancora dell’imperfezione umana. Come ci rallegriamo che Geova abbia tramandato la storia dei suoi rapporti con Israele così che noi, che viviamo alla fine di questo sistema di cose, possiamo imparare da essi e trarne beneficio! — Romani 15:4; 1 Corinti 10:11.

      12. (a) In che senso l’odierno popolo di Geova è in una condizione simile a quella degli israeliti? (b) Quali domande dobbiamo farci?

      12 Come gli israeliti, l’odierno popolo di Geova ha molti motivi per essere grato. Anche noi riceviamo più benedizioni di quante ne riceva l’umanità in generale. In effetti, ne sappiamo molto di più sui propositi di Geova di quanto ne sapesse il popolo di Israele. Abbiamo appreso come Dio è stato disposto a sacrificare suo Figlio, e siamo consci delle benedizioni che questo porterà a chi avrà l’approvazione divina. E oggi abbiamo il privilegio di essere in un paradiso spirituale, giacché dal 1919 Geova ha creato una meravigliosa condizione spirituale per il suo popolo. Sì, i testimoni di Geova hanno molti motivi in più per essere grati. Dobbiamo pertanto chiederci: Quanto è profonda la nostra gratitudine verso Dio? E come possiamo mostrarci grati oggi?

      Paralleli moderni

      13, 14. Anche se i cristiani non sono sotto la Legge mosaica, si può tracciare per loro qualche parallelo con la legge sulla decima?

      13 I cristiani non sono sotto la Legge mosaica che indicava i modi in cui mostrare gratitudine verso Dio. (Galati 3:24, 25) Il nostro “sacrificio” di lode a Geova è “il frutto di labbra che fanno pubblica dichiarazione del suo nome”. (Ebrei 13:15) Questo, pertanto, è il modo principale in cui i cristiani dedicati possono mostrare gratitudine a Dio. Ma si possono tracciare interessanti paralleli con le leggi sulla decima, sulle contribuzioni e sulla spigolatura.

      14 Dare la decima significava dare esattamente una parte su dieci: non c’era niente di facoltativo. Analogamente, oggi ci sono comandi specifici rivolti a tutti i servitori di Geova, e anche in questo caso obbedirvi non è facoltativo. Dobbiamo radunarci insieme regolarmente, come dobbiamo predicare pubblicamente la buona notizia del Regno di Geova e aiutare altri a diventare discepoli di Cristo. — Ebrei 10:24, 25; Matteo 24:14; 28:19, 20.

      15. Da cosa si può desumere oggi la generosità di cuore, parallelamente a quanto accadeva con le disposizioni relative alle contribuzioni e alla spigolatura nell’antico Israele?

      15 Ricordate anche le disposizioni relative alle contribuzioni e alla spigolatura. Non vi erano implicate delle quote fisse. Similmente, le Scritture non stabiliscono una quantità di tempo fissa che ogni testimone di Geova debba dedicare al sacro servizio. Sono i motivi di un cuore generoso e altruista a stabilire quanto tempo dedicare a studiare la Parola di Dio e a predicare agli altri. Allo stesso modo, è il cuore di ciascuno a stabilire la misura in cui contribuire materialmente per il progresso degli interessi del Regno. Un odierno servitore di Dio deciderà di portare “mucchi su mucchi” o solo il minimo indispensabile per tirare avanti a seconda di quanto è profonda la sua gratitudine. (2 Cronache 31:6) Come nel caso di Israele, più si dimostra gratitudine, più generosamente si è benedetti da Dio.

      Modi in cui mostrare gratitudine

      16-18. In quali modi specifici i cristiani dedicati possono mostrarsi grati?

      16 Uno dei modi più diretti in cui mostrare gratitudine verso Geova è quello di intraprendere il ministero a tempo pieno. Avete abbastanza gratitudine da coltivare questo desiderio nel vostro cuore? È stato giustamente osservato che un buon pioniere deve avere innanzitutto il desiderio di servire e in secondo luogo le circostanze adatte. Quando una persona è veramente grata, il suo cuore pieno di apprezzamento trabocca dell’ardente desiderio di servire Dio in modo più pieno. È così che vi sentite? Anche se le vostre attuali circostanze vi impediscono di intraprendere il ministero a tempo pieno, questo non deve soffocare lo spirito di pioniere. Potete sostenere e incoraggiare di tutto cuore i pionieri.

      17 Se non siete attualmente in grado di fare i pionieri, potreste fare i pionieri ausiliari di tanto in tanto? Ogni anno ci sono dei periodi particolari in cui la congregazione cristiana incoraggia a fare degli sforzi extra nell’opera di predicazione. I mesi estivi, ad esempio, sono ideali per molti, e in ottobre c’è ulteriore attività legata alla campagna degli abbonamenti alle riviste. Per quel che riguarda il dedicare più tempo al sacro servizio, vale il principio che la gratitudine spinge a dare generosamente.

      18 Un altro modo specifico in cui mostrare gratitudine è quello di sostenere il programma di costruzione teocratica attualmente in corso in tutto il mondo. In molti paesi si stanno costruendo nuove Sale del Regno, e sale già esistenti vengono ampliate perché sovraffollate. Si costruiscono nuove Sale delle Assemblee, e si ampliano i locali delle case Betel e degli stabilimenti tipografici. Che modo pratico di mostrare gratitudine a Geova è quello di contribuire con la propria opera o finanziariamente a questi progetti di costruzione!

      L’eccellente esempio della vedova bisognosa

      19. Cosa vi colpisce di più nell’episodio della vedova bisognosa nel tempio?

      19 Un ben noto esempio biblico di una persona che ha mostrato gratitudine dando generosamente in senso materiale è quello della vedova descritta da Gesù. (Luca 21:1-4) Essa si sarà certo resa conto che le sue due monete di così piccolo valore avrebbero influito ben poco sul benessere materiale del tempio e di coloro che vi prestavano servizio. Ma non pensò al tempio e ai sacerdoti che vi servivano, ragionando fra sé: ‘Essi vivono molto meglio di me e hanno un’abitazione migliore della mia umile casa’. In effetti il tempio era molto più lussuoso e splendido. Era “adorno di pietre eccellenti e cose dedicate”. (Luca 21:5) Ma questo non trattenne la vedova dal fare una contribuzione. Lei voleva mostrarsi grata a Geova, non agli uomini che servivano nel tempio.

      20. Come possiamo mostrare lo stesso atteggiamento esemplare di cui diede prova la vedova povera?

      20 Gli odierni servitori di Geova imparano da questo esempio. Come la vedova bisognosa essi sanno che le proprie contribuzioni, grandi o piccole che siano, sono date a Dio. E li rassicura il fatto di sapere che l’organizzazione terrena di Geova è strutturata in modo che nessun singolo individuo potrà mai trarne un profitto sotto l’aspetto finanziario. Le attrezzature della Società sono costruite e fatte funzionare in modo che degli strenui lavoratori siano in grado di ottenere i migliori risultati sotto il profilo qualitativo nella produzione di Bibbie e di pubblicazioni che aiutano a capire la Bibbia e nel servire gli interessi del Regno. Questo è in stridente contrasto con gli scandali venuti a galla di recente, quando si è scoperto che alcuni predicatori televisivi americani avevano usato impropriamente fondi provenienti da donazioni.

      I rammemoratori che ci spingono alla gratitudine sono utili

      21, 22. Come dovrebbero reagire dei cuori pieni di apprezzamento quando viene ricordata la necessità di mostrarsi grati?

      21 Gli israeliti avevano costantemente bisogno che venisse ricordato loro il dovere che avevano nei confronti di Geova, specialmente la necessità di mostrare uno spirito grato. Di solito, quando questo era portato alla loro attenzione, nel loro cuore si ravvivava la gratitudine ed esprimevano il proprio riconoscente apprezzamento, e non solo a parole. Essi erano disposti a dare “mucchi su mucchi” dei loro prodotti a Geova perché venissero usati nella sua casa di adorazione.

      22 Possano i membri dell’odierno “Israele di Dio” e della “grande folla” di loro compagni mostrare sempre lo stesso spirito. (Galati 6:16; Rivelazione 7:9) Possano i loro cuori riconoscenti spingerli a dare “mucchi su mucchi” di lode a Geova. In questo modo potranno realmente dire: “Ci stiamo mostrando grati al nostro generoso e amorevole Dio, Geova”.

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