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    Annuario dei Testimoni di Geova del 1994
    • Quando Nicos Karathanassis accettò la verità i parenti gli dissero di andarsene da Valtino. I suoi cugini arrivarono al punto di afferrarlo per i capelli e stavano per gettarlo a terra quando intervenne il padre. Anche suo fratello Georgios cominciò a servire Geova e seguì altra persecuzione. Parenti fanatici persuasero la moglie di Georgios a ucciderlo mentre dormiva. Ma Georgios si svegliò proprio nel momento in cui la moglie, con una scure in mano, stava per colpirlo. Lui le parlò così benevolmente che lei, vedendo la differenza fra la condotta del marito e quella dei suoi accusatori, depose la scure. Sia lei che altri parenti fecero progressi nella verità: intere famiglie cominciarono a servire Geova. Nel 1975 un figlio di Georgios, Kostas Karathanassis, ricevette il diploma della Scuola di Galaad. Lui e sua moglie Maria servono come missionari nell’isola di Cipro.

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    Annuario dei Testimoni di Geova del 1994
    • Ormai nella zona c’erano sette proclamatori. La persecuzione venne da ogni parte. Il fratello Avgerinos raccontava: “Fummo ingiuriati pubblicamente, maledetti per le strade, denunciati alla polizia e al Ministero della Pubblica Istruzione, trascinati davanti ai tribunali e umiliati. Ma con nostra grande gioia alcuni di quegli schernitori e accusatori in seguito diventarono nostri fratelli e si unirono a noi nell’opera di predicazione”.

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    Annuario dei Testimoni di Geova del 1994
    • Invece un umile insegnante di nome Manolis Lionoudakis fece progressi nella verità. Scacciato di casa, rinunciò all’insegnamento e intraprese il servizio di pioniere a Candia. Andava di casa in casa in tutta la città. Per questa attività fu portato in tribunale e condannato a un anno di confino sull’isola di Amorgo nel gruppo delle Cicladi. Egli ricorda: “Dopo che ero lì da sei mesi, inaspettatamente arrivò da Creta un uomo di nome Kokkinakis. Gli avevo parlato della verità quando ero lì. Aveva mostrato interesse, e ora eccolo qua, al confino per le sue nuove convinzioni! Finalmente avevo un compagno con cui studiare La Torre di Guardia. E nel mare di Amorgo questo mio compagno si battezzò”.

      Attualmente il fratello Kokkinakis ha 84 anni e serve fedelmente Geova da 54 anni. Nel 1938 fu il primo testimone di Geova della Grecia arrestato per avere violato la legge che vieta il proselitismo. La sua più recente battaglia legale è menzionata all’inizio di questa storia. In tutto è stato arrestato più di 60 volte per aver praticato pacificamente la sua adorazione.

      Da questi piccoli inizi, ora a Creta ci sono 13 congregazioni: una testimonianza della perseveranza e del duro lavoro svolto dai fratelli e dalle sorelle nel corso di molti anni difficili.

      Samo

      Uno dei primi Testimoni dell’isola di Samo, Dimitris Makris, ricordava come aveva conosciuto la verità: “Nel gennaio 1926 sentii uno Studente Biblico parlare in un negozio e mi presentai. L’indomani Penelope ed io assistemmo a una conversazione. Chiesi ai fratelli come facevano a trovare con tanta prontezza le risposte nella Bibbia. ‘Bisogna studiare la Bibbia’, mi dissero. Mi mostrarono il libro L’Arpa di Dio e mi spiegarono come studiarlo. Così cinque di noi studiavamo insieme il libro ogni sera fino alle prime ore del mattino. Verso la fine dell’anno, durante la visita di un pellegrino, il fratello Koukoutianos, ci battezzammo. Nel 1927 tenemmo una piccola assemblea a Samo a cui assisterono 40 abitanti dell’isola.

      “Decidemmo di visitare tutti i villaggi dell’isola offrendo l’unica pubblicazione che avevamo, un opuscolo intitolato Inferno, i cui sottotitoli ponevano le seguenti domande: ‘Che cosa è? Chi c’è? Possono essi uscirne?’ Fummo picchiati in un villaggio dopo l’altro. Nel marzo 1928 un prete portò me e una sorella degli Stati Uniti in tribunale, anche se era stato lui a picchiare noi. Durante l’udienza il presidente della corte chiese al prete: ‘Nel villaggio non avevate [un albero] a cui impiccarlo?’ Fui condannato a due mesi di prigione; quell’anno celebrai la Commemorazione da solo”.

      Geova ha benedetto la perseveranza e il duro lavoro dei fratelli. Ora a Samo ci sono tre fiorenti congregazioni.

      Piccoli inizi sull’isola di Corfù

      Nel 1923 c’erano quattro fratelli a Corfù, una bella isola al largo della costa occidentale della Grecia, di fronte all’Italia. Georgios Douras e Christos Papakos ricordando l’opera in quegli anni dicevano: “Decidemmo di tenere un discorso pubblico in un teatro del capoluogo. Alle 10 era pieno: c’erano un migliaio di persone. In prima fila sedevano alcuni che svolgevano la professione forense. Il capo della polizia però venne a informarci che il discorso non si poteva tenere. Un avvocato presente in sala sconcertato ne chiese la ragione. Saputo che era responsabile l’arcivescovo, gridò: ‘Signori, io sono il console di Francia. In questo teatro è vietato sentire questo discorso. Venite con me al consolato francese. Là sarà permesso’. L’oratore, il fratello Douras, fu il primo a seguire il console; poi tutti i presenti lo seguirono. Immaginate lo spettacolo di questa folla che procedeva per le strade di Corfù fino al consolato francese per sentire il discorso!”

      Anche un colportore (ministro a tempo pieno), Charalampos Beratis, incontrò opposizione a Corfù verso il 1923. Egli raccontava: “Nel villaggio di Pagi tutti gli abitanti erano in piazza. Presentai le pubblicazioni della Società e molti presero i libri. Poi si fece avanti il prete del villaggio, mi diede uno strattone alla giacca e annunciò: ‘In nome della legge e del re, ti arresto’. Cercò di chiamare la polizia, ma il telefono era fuori servizio. Pregai in silenzio Geova di indicarmi cosa fare. Alla fine mi limitai a prendere la mia borsa e gridare: ‘In nome di Geova, prendo la mia borsa e me ne vado’. Il silenzio era totale: nessuno disse una parola. Io semplicemente me ne andai e continuai la mia opera di predicazione”.

      Ora ci sono circa 47 congregazioni con 2.500 Testimoni nelle numerose isole intorno alla Grecia.

      L’opera di pioniere

      Anche in quei primi anni difficili alcuni greci zelanti vollero fare del ministero la loro carriera. Uno dei primi pionieri, Michalis Kaminaris, tornò in Grecia nel 1934 con l’ardente desiderio di predicare la buona notizia a tempo pieno. Poco dopo si unì a lui Michalis Triantafilopoulos. I due predicarono in diverse regioni della Grecia. Il fratello Kaminaris ricorda: “Man mano che l’opera progrediva, la persecuzione si intensificava. Nel villaggio di Magouliana ci trovammo di fronte una folla inferocita, e in quello di Prasino il prete locale capeggiò un attacco contro di noi. Nel nomo di Messenia e in quello di Etolia e Acarnania si ebbero decine di processi per la questione del proselitismo.

      “Onde ridurre il numero degli arresti, la Società ci consigliò di lavorare da soli anziché insieme. Era difficile lavorare da soli senza nessuno con cui scambiare due parole, ma andai avanti confidando in Geova, senza pensare ai pericoli e alla solitudine. Molte volte la gente diceva: ‘Chissà quanto le danno per venire fin qui’. Non immaginavano che tante volte avevo fame e non sapevo neanche se avrei avuto un posto per dormire. A volte, quando mi trovavo in una zona ostile, il posto più sicuro per dormire era il cimitero locale”. Il fratello Kaminaris è membro della famiglia Betel dal 1945. Il numero dei pionieri regolari è salito vertiginosamente, da 8 nel 1938 a quasi 1.800 nel 1993.

      Tentativi di mettere a tacere l’opera di predicazione

      Per sostenere la fiorente opera di predicazione in Grecia, la prima tipografia della Società fu aperta ad Atene il 19 febbraio 1936, nello scantinato di via Lombardou 51. C’era una macchina da stampa piana Offenbach di seconda mano e con essa nel maggio di quell’anno si stampò L’Età d’Oro (ora Svegliatevi!). La Torre di Guardia veniva prodotta ancora negli Stati Uniti.

      Il clero però non voleva che questa nuova rivista si diffondesse. Perciò l’edizione dell’agosto 1936 dell’Età d’Oro annunciò che in seguito alle pressioni del clero il sottosegretario alle Poste e Telecomunicazioni aveva vietato la distribuzione della rivista per posta. Comunque venne assicurato agli abbonati che avrebbero continuato a ricevere la rivista regolarmente. Ma il peggio doveva ancora venire.

      Il 4 agosto 1936 ci fu un cambiamento di governo. Ioannis Metaxas diventò il nuovo presidente del paese, investito di autorità assoluta. Nel 1938, quando il numero dei proclamatori era salito a 212, fu emanata una legge che vietava il proselitismo. Da quel momento in poi questa legge è stata uno degli ostacoli peggiori all’opera di predicazione in Grecia. Nell’ottobre 1939, a un’adunanza ad Atene, furono arrestati 85 fratelli e sorelle. La polizia rinchiuse le 35 sorelle in un’unica stanza, mentre i fratelli vennero dispersi e trattenuti in vari posti di polizia.

      L’indomani il fratello Karanassios, servitore della filiale, fu arrestato nell’ufficio della Società. La tipografia venne chiusa e la proprietà della Società confiscata. A motivo dell’insistenza del clero, fu fatta pressione su tutti i fratelli arrestati affinché firmassero una dichiarazione che diceva che sarebbero ritornati alla Chiesa Ortodossa Greca. Furono minacciati di deportazione in remote isole dell’Egeo.

      Uno degli 85, Kostas Christou, ricorda una tipica tattica di pressione subdola: “Signor Christou, sua moglie ha già firmato una dichiarazione e sarà liberata. Sarebbe un peccato che rimanesse sola e lei al confino sull’isola di Serifo!” Ma il fratello Christou rispose: “Mia moglie confida in Geova, non in me. È libera di decidere. Ma sono sicuro che non ha firmato. E poi, firmato che cosa? Che è sbagliato adorare il nostro Creatore?”

      Un uomo che era in buoni rapporti con il presidente conosceva bene anche i testimoni di Geova; pensava che la decisione di condannarli al confino fosse mostruosa. Perciò disse al presidente: “Queste persone non sono nostri avversari politici. Cosa fanno? Aspettano il Regno di Dio. Sarà una bella cosa quando verrà. Anche noi lo aspettiamo”. Convinto, il dittatore ordinò che la decisione fosse subito revocata. I fratelli erano elettrizzati. Nel complesso, solo 6 degli 85 arrestati avevano ceduto sotto la pressione. Dopo un’udienza in tribunale, tutta la proprietà e il denaro della filiale furono restituiti. La filiale e la tipografia ricominciarono a funzionare liberamente. Non per molto tempo, però!

      Gli anni di guerra

      Il 28 ottobre 1940 l’Italia dichiarò guerra alla Grecia, trascinando il paese nella seconda guerra mondiale. Gli eserciti tedeschi e bulgari invasero la Grecia, facendo molti morti. Diciannove fratelli persero la vita. Fu introdotta la legge marziale. Dei 225 proclamatori, molti fratelli furono deferiti alla corte marziale per la loro neutralità. Alcuni ricevettero condanne da 7 a 20 anni di prigione, altri l’ergastolo. In qualche caso, come quello di Emmanuel Paterakis di Creta, furono condannati a morte. Comunque, sotto il regime di occupazione tedesco, in Grecia non fu eseguita nessuna condanna a morte.

      Durante l’occupazione i libri della Società erano vietati, ma i fratelli ne ricevettero alcuni. Dopo l’aprile 1941 il cibo spirituale veniva fornito clandestinamente. Ogni comunicazione con la sede centrale era interrotta; furono ciclostilati articoli di vecchi numeri della Torre di Guardia, come pure i libri Religione e Salvezza e l’opuscolo Rifugiati. I fratelli continuarono a predicare, ma in modo informale. Prestavano opuscoli agli interessati, invitando quelli che mostravano ulteriore interesse a radunarsi in piccoli gruppi. Molti conobbero la verità in questo modo.

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