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SpiritoPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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SPIRITO
Il sostantivo greco pnèuma (spirito) deriva dal verbo pnèo, che significa “respirare” o “soffiare”, e si ritiene che anche l’ebraico rùach (spirito) derivi da una radice che ha lo stesso significato. Quindi rùach e pnèuma significano fondamentalmente “alito” o “respiro”, ma hanno anche molti altri significati. (Cfr. Aba 2:19; Ri 13:15). Possono indicare anche il vento; la forza vitale delle creature viventi; il proprio spirito; persone spirituali, inclusi Dio e le creature angeliche; e la forza attiva di Dio, o spirito santo. (Cfr. L. Koehler e W. Baumgartner, Lexicon in Veteris Testamenti Libros, Leida, 1958, pp. 877-879; Brown, Driver e Briggs, A Hebrew and English Lexicon of the Old Testament, 1980, pp. 924-926; G. Kittel, Grande Lessico del Nuovo Testamento, Brescia, 1975, vol. X, coll. 767-1103). Tutti questi significati hanno qualche cosa in comune: si riferiscono a ciò che è invisibile agli occhi umani e che rivela forza in movimento. Questa forza invisibile è in grado di produrre effetti visibili.
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Evidentemente l’unico caso in cui nelle Scritture Greche Cristiane pnèuma è usato nel senso di “vento” è quello di Giovanni 3:8.
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Persone spirituali. Dio è invisibile agli occhi umani (Eso 33:20; Gv 1:18; 1Tm 1:17), è vivo ed esercita insuperata forza nell’intero universo. (2Co 3:3; Isa 40:25-31) Cristo Gesù afferma: “Dio è uno Spirito [Pnèuma]”.
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Altre creature spirituali. In diversi versetti i termini rùach e pnèuma indicano angeli. (1Re 22:21, 22; Ez 3:12, 14; 8:3; 11:1, 24; 43:5; At 23:8, 9; 1Pt 3:19, 20) Nelle Scritture Greche Cristiane la maggior parte di questi riferimenti riguarda creature spirituali malvage, demoni. — Mt 8:16; 10:1; 12:43-45; Mr 1:23-27; 3:11, 12, 30.
Salmo 104:4 afferma che Dio “fa dei suoi angeli spiriti, dei suoi ministri un fuoco divoratore”. Alcune traduzioni rendono come segue questo versetto: “Fa dei venti i suoi messaggeri, delle fiamme di fuoco i suoi ministri”. (ATE, CEI, VR) Il testo ebraico ammette una traduzione del genere (cfr. Sl 148:8); tuttavia la citazione che ne fa l’apostolo Paolo (Eb 1:7) coincide con la Settanta greca e concorda con la prima versione riportata. (Nel testo greco di Ebrei 1:7 l’articolo determinativo è premesso ad “angeli”, non a “spiriti [forma di pnèuma]”, facendo così degli angeli il soggetto logico della proposizione). Un’opera di consultazione dice: “Si deve presumere che [Paolo], il quale conosceva bene la lingua ebraica, avrebbe avuto più opportunità di noi di conoscerne [riferendosi a Salmo 104:4] la costruzione giusta; ed è assai probabile che in un’argomentazione avrebbe usato il brano come era comunemente inteso da coloro a cui scriveva, persone che avevano familiarità con la lingua e la letteratura ebraica”. — Barnes’ Notes on the New Testament, 1974; cfr. Eb 1:14.
Gli angeli di Dio, pur essendo in grado di materializzarsi in forma umana e apparire agli uomini, non sono di natura materiale o carnale, e quindi sono invisibili. Hanno vita attiva e grande forza, e perciò i termini rùach e pnèuma ben li descrivono.
In Efesini 6:12 si parla del combattimento cristiano, “non contro sangue e carne, ma contro i governi, contro le autorità, contro i governanti mondiali di queste tenebre, contro le malvage forze spirituali che sono nei luoghi celesti”. In greco l’ultima parte del versetto dice letteralmente: “Verso le (cose) spirituali [forma di pneumatikòn] della malvagità nei [luoghi] celesti”. Quasi tutte le traduzioni moderne riconoscono che qui non si fa riferimento a qualcosa di astratto, a una “malvagità spirituale” (KJ), ma alla malvagità perpetrata da persone spirituali. Infatti abbiamo versioni come queste: “gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti” (CEI), “le potenze spirituali della malvagità nei luoghi celesti” (Co), “gli spiriti della malvagità nelle sfere celesti” (Con), “spiriti maligni del mondo invisibile” (PS).
La forza attiva di Dio; lo spirito santo. Nella stragrande maggioranza dei casi rùach e pnèuma si riferiscono allo spirito di Dio, la sua forza attiva, il suo spirito santo.
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Diverso da “potenza”. Rùach e pnèuma, quando sono usati a proposito dello spirito santo di Dio, si riferiscono dunque alla sua invisibile forza attiva mediante la quale egli attua la sua volontà e il suo proposito. Esso è “santo” perché proviene da Lui, non da una fonte terrena, ed è scevro di qualsiasi corruzione essendo “lo spirito di santità”. (Ro 1:4) Non è la “potenza” di Geova, poiché questo termine italiano traduce più correttamente altri termini delle lingue originali (ebr. kòach; gr. dỳnamis). Rùach e pnèuma sono usati in stretta relazione con i termini che significano “potenza”, o in parallelismi insieme a questi, il che dimostra che tra loro esiste un’intima connessione ma anche una precisa distinzione. (Mic 3:8; Zac 4:6; Lu 1:17, 35; At 10:38)
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